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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro primo
    • [In Lovanio e Colonia sono arsi i libri di Lutero ed egli arde le decretali]
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[In Lovanio e Colonia sono arsi i libri di Lutero ed egli arde le decretali]

Ma le università di Lovanio e Colonia, liete che per editto pontificio fosse dato colore al giudicio loro, abrusciarono publicamente i libri di Lutero. Il che fu causa ch'egli ancora in Vitemberga, congregrata tutta quella scola, con forma di giudicio publicamente facesse abrusciare non solo la bolla di Leone, ma anco insieme le decretali pontificie, e poi con un longo manifesto, publicato in scritto, rendesse conto al mondo di quella azzione, notando il papato di tirannide nella Chiesa, perversione della dottrina cristiana et usurpazione della potestà de' legitimi magistrati.

Ma cosí per l'appellazione interposta da Lutero, come per queste et altre considerazioni, ogni uno venne in opinione che fosse necessario un legitimo concilio, per opera del quale non solo le controversie fossero decise, ma ancora fosse rimediato agli abusi per longo tempo introdotti nella Chiesa; e sempre tanto piú questa necessità appariva, quanto le contenzioni crescevano, essendo continuamente dall'una parte e l'altra scritto. Perché Martino non mancava di confermare con diversi scritti la dottrina sua e, secondo che studiava, scopriva piú lume, caminando sempre qualche passo inanzi e trovando articoli ai quali nel principio non aveva pensato. Il che egli diceva fare per zelo della casa di Dio. Ma era anco costretto da necessità, perché i pontificii avendo fatto opera efficace in Colonia con l'elettore di Sassonia, per mezo di Gieronimo Aleandro, che desse Martino prigione al papa o per altra via gli facesse levar la vita, egli si vedeva in obligo di mostrare a quel prencipe et ai popoli di Sassonia et ad ogni altro che la ragione era dal canto suo, acciò il suo prencipe o qualche altro potente non desse luogo agli ufficii pontificii contra la vita sua.

 

 




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