[In Lovanio e Colonia sono arsi i libri
di Lutero ed egli arde le decretali]
Ma le università di Lovanio e Colonia,
liete che per editto pontificio fosse dato colore al giudicio loro,
abrusciarono publicamente i libri di Lutero. Il che fu causa ch'egli ancora in
Vitemberga, congregrata tutta quella scola, con forma di giudicio publicamente
facesse abrusciare non solo la bolla di Leone, ma anco insieme le decretali
pontificie, e poi con un longo manifesto, publicato in scritto, rendesse conto
al mondo di quella azzione, notando il papato di tirannide nella Chiesa,
perversione della dottrina cristiana et usurpazione della potestà de' legitimi
magistrati.
Ma cosí per l'appellazione interposta da
Lutero, come per queste et altre considerazioni, ogni uno venne in opinione che
fosse necessario un legitimo concilio, per opera del quale non solo le
controversie fossero decise, ma ancora fosse rimediato agli abusi per longo
tempo introdotti nella Chiesa; e sempre tanto piú questa necessità appariva, quanto
le contenzioni crescevano, essendo continuamente dall'una parte e l'altra
scritto. Perché Martino non mancava di confermare con diversi scritti la
dottrina sua e, secondo che studiava, scopriva piú lume, caminando sempre
qualche passo inanzi e trovando articoli ai quali nel principio non aveva
pensato. Il che egli diceva fare per zelo della casa di Dio. Ma era anco
costretto da necessità, perché i pontificii avendo fatto opera efficace in
Colonia con l'elettore di Sassonia, per mezo di Gieronimo Aleandro, che desse
Martino prigione al papa o per altra via gli facesse levar la vita, egli si
vedeva in obligo di mostrare a quel prencipe et ai popoli di Sassonia et ad
ogni altro che la ragione era dal canto suo, acciò il suo prencipe o qualche
altro potente non desse luogo agli ufficii pontificii contra la vita sua.
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