[Per rimediare alle contese in concilio
è risoluto di tralasciare alcuni decreti controversi]
Sedata questa controversia, i legati,
intenti al celebrar la sessione, instando il tempo, consultarono quello che si
potesse far per rimover le differenze. Fu proposto dal cardinale di Lorena un
partito, d'ommetter il trattar dell'instituzione de' vescovi e dell'autorità
del pontefice, come cose nelle quali le parti erano troppo appassionate; e per
quel che tocca a' vescovi, non parlar altro se non quanto s'aspetta alla
potestà dell'ordine; il che ad alcuni de' ponteficii pareva buon rimedio, altri
di loro non l'approvavano, dicendo che ciò sarebbe stato attribuito al
pontefice, al qual non fosse piacciuta la formula ultimamente drizzata, e i
prencipi averebbono potuto pigliar ammirazione perché la Santità Sua non sia
restata contenta, essendogli attribuita la medesima potestà che aveva san
Pietro; il che averebbe anco dato materia agl'eretici di dire; oltre che gli
spagnuoli e francesi prenderebbono occasione di sperar poco che all'avvenire si
potesse concordar insieme in cosa alcuna, dal che nasceriano infinite
difficoltà ancora nelle altre materie; oltre che restava dubio se il partito
potesse sortir effetto potendo da buon numero de' padri esser ricercato che
quei capi non fossero ommessi, ma fossero decchiarati. Il cardinale di Lorena
offerí che da' francesi non sarebbe altro ricercato e d'operar sí co' spagnuoli
che essi ancora cosí si contentassero, soggiongendo che, quando li legati
avessero fatto il medesimo con gli italiani, che troppo affettatamente
s'opponevano agl'altri, il tutto si sarebbe composto.
Et opportunamente andò ordine
dall'imperatore agl'ambasciatori suoi che facessero ogni ufficio acciò nel
concilio non si parlasse dell'autorità del papa: il che da quella Maestà fu
fatto vedendo che la disposizione della maggior parte era per ampliarla e
temendo che non fosse determinata qualche cosa, la qual facesse piú difficile
la concordia de' protestanti. Il qual ufficio essendo fatto dagl'ambasciatori
co' legati e col cardinale di Lorena e con altri prelati principali, fu causa
che si risolvesse d'ommetter e quel capo e quello dell'instituzione de'
vescovi. Dopo che per questo furono fatte molte consultazioni, introducendo a
quelle li prelati piú principali e di maggior seguito, ora in maggior, ora in
minor numero, per disponer le cose in modo che tutti restassero sodisfatti, e
furono dati a' padri li decreti di provisione degl'abusi. Et intorno al primo
capo, che era dell'elezzione de' vescovi, quanto al particolare che li
metropolitani avessero da far essame delle persone da promover a' vescovati, di
che s'è parlato di sopra, s'opposero l'ambasciator di Spagna e quel di
Portogallo acremente, dicendo che era un sottoponer li re a' prelati loro
sudditi, poiché indirettamente se gli dava autorità di reprobare le nominazioni
regie. Gl'ambasciatori francesi, di questo ricercati, mostrarono non curarsi,
né che si decretasse, né che si ommettesse; onde i ponteficii, che giudicavano
cosa in diminuzione dell'autorità del papa, dicevano che tutto quel capo si
poteva ommetter, massime che nella sessione quinta pareva che fosse proveduto a
quella materia a bastanza. Ma a questo opponendosi altri con gran fervore, fu
concluso finalmente di commun consenso che quel capo si differisse alla
seguente sessione per aver tempo d'accommodarlo in maniera che a tutti
piacesse, acciò non fosse attraversata per questo la publicazione delle cose
convenute.
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