[È risoluto di rimettere al papa il
decreto della confessione de' vescovi e magistrati]
La medesima difficoltà nacque sopra
l'ultimo capo de' proposti, dove era prescritta una formula di professione di
fede, la qual dovesse esser giurata da' dissegnati a' vescovati, abbazie et
altri beneficii di cura d'anime, inanzi che si venisse all'essame loro, essendo
connessa con quella dell'elezzione, sí che non si potessero separare. Fu
deliberato di differir quel capo ancora. Ma perché fu tanto differito che non
si venne a risoluzione di decretarlo, e finalmente tumoltuariamente fu rimesso
al pontefice, come a suo luogo si dirà, non è alieno dal presente proposito
recitarne qui la sostanza; la qual era che fosse non solo ricercata da'
dissegnati a' vescovati et altre cure d'anime, ma ancora con un'ammonizione e
precetto in virtú d'obedienza [ordinato] a tutti li prencipi, di qualonque
maestà et eccellenzia, di non admetter ad alcuna degnità, magistrato o officio
persona, senza aver prima fatto inquisizione della fede e religione di quella,
e senza che abbia prima volontieri e spontaneamente confessati e giurati li
capi contenuti in quella formula, la qual a questo effetto commandava anco che
fosse tradotta in volgare e letta publicamente ogni dominica in tutte le
chiese, acciò potesse esser intesa da tutti.
I capi erano: di ricever le Scritture
dell'uno e l'altro Testamento, le quali la Chiesa ha per canoniche, come
inspirate da Dio; di riconoscere una santa catolica et apostolica Chiesa, sotto
un pontefice romano, vicario di Cristo, tenendo constantissimamente la fede e
dottrina di quella, atteso che, come indrizzata dallo Spirito Santo, non può
fallare; d'aver in venerazione, come certa et indubitata, l'autorità de'
concilii generali e non rivocar in dubio le cose da quelli una volta ordinate;
di creder con fede constante le tradizioni ecclesiastiche ricevute di mano in
mano; di seguir il consenso e senso de' padri ortodossi; d'ubedir intieramente
alle constituzioni e precetti della santa madre Chiesa; di creder e confessar
li 7 sacramenti et il loro uso, virtú e frutto, secondo che sin allora la
Chiesa ha insegnato, ma sopra tutto che nel sacramento dell'altare vi sia il
vero corpo e sangue di Cristo, realmente e sostanzialmente, sotto le specie di
pane e vino, per la virtú e potenza della parola divina proferita dal
sacerdote, solo ministro ordinato a questo effetto secondo l'instituzione di
Cristo, confessando anco che sia offerto nella messa a Dio per li vivi e per li
morti in remission de' peccati; e di ricever finalmente e ritener
fermissimamente tutte le cose osservate pia, santa e religiosamente da' maggiori
sino a quel tempo, né lasciarsi muover in alcun conto da quelle, ma fuggir ogni
nuovità de dogmi come perniciosissimo veneno, fuggendo ogni scisma, detestando
ogni eresia e promettendo d'assister pronta e fedelmente alla Chiesa contra
tutti gl'eretici.
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