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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro ottavo
    • [È risoluto di rimettere al papa il decreto della confessione de' vescovi e magistrati]
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[È risoluto di rimettere al papa il decreto della confessione de' vescovi e magistrati]

La medesima difficoltà nacque sopra l'ultimo capo de' proposti, dove era prescritta una formula di professione di fede, la qual dovesse esser giurata da' dissegnati a' vescovati, abbazie et altri beneficii di cura d'anime, inanzi che si venisse all'essame loro, essendo connessa con quella dell'elezzione, che non si potessero separare. Fu deliberato di differir quel capo ancora. Ma perché fu tanto differito che non si venne a risoluzione di decretarlo, e finalmente tumoltuariamente fu rimesso al pontefice, come a suo luogo si dirà, non è alieno dal presente proposito recitarne qui la sostanza; la qual era che fosse non solo ricercata da' dissegnati a' vescovati et altre cure d'anime, ma ancora con un'ammonizione e precetto in virtú d'obedienza [ordinato] a tutti li prencipi, di qualonque maestà et eccellenzia, di non admetter ad alcuna degnità, magistrato o officio persona, senza aver prima fatto inquisizione della fede e religione di quella, e senza che abbia prima volontieri e spontaneamente confessati e giurati li capi contenuti in quella formula, la qual a questo effetto commandava anco che fosse tradotta in volgare e letta publicamente ogni dominica in tutte le chiese, acciò potesse esser intesa da tutti.

I capi erano: di ricever le Scritture dell'uno e l'altro Testamento, le quali la Chiesa ha per canoniche, come inspirate da Dio; di riconoscere una santa catolica et apostolica Chiesa, sotto un pontefice romano, vicario di Cristo, tenendo constantissimamente la fede e dottrina di quella, atteso che, come indrizzata dallo Spirito Santo, non può fallare; d'aver in venerazione, come certa et indubitata, l'autorità de' concilii generali e non rivocar in dubio le cose da quelli una volta ordinate; di creder con fede constante le tradizioni ecclesiastiche ricevute di mano in mano; di seguir il consenso e senso de' padri ortodossi; d'ubedir intieramente alle constituzioni e precetti della santa madre Chiesa; di creder e confessar li 7 sacramenti et il loro uso, virtú e frutto, secondo che sin allora la Chiesa ha insegnato, ma sopra tutto che nel sacramento dell'altare vi sia il vero corpo e sangue di Cristo, realmente e sostanzialmente, sotto le specie di pane e vino, per la virtú e potenza della parola divina proferita dal sacerdote, solo ministro ordinato a questo effetto secondo l'instituzione di Cristo, confessando anco che sia offerto nella messa a Dio per li vivi e per li morti in remission de' peccati; e di ricever finalmente e ritener fermissimamente tutte le cose osservate pia, santa e religiosamente da' maggiori sino a quel tempo, né lasciarsi muover in alcun conto da quelle, ma fuggir ogni nuovità de dogmi come perniciosissimo veneno, fuggendo ogni scisma, detestando ogni eresia e promettendo d'assister pronta e fedelmente alla Chiesa contra tutti gl'eretici.

 

 




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