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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro ottavo
    • [In Trento sono proposte da trattare diverse materie]
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[In Trento sono proposte da trattare diverse materie]

In Trento, aspettando il tempo della sessione e tra tanto non volendo dar occasione ad alcuna difficoltà, li legati proposero da trattar delle indulgenze, purgatorio, venerazione de' santi et immagini, ma per publicare li decreti non nella sessione immediata, ma nell'altra susseguente, aggiongendo il modo che si doveva tener da' teologi nell'essaminar quelle materie, cioè che dassero il loro parer in scritto sopra l'uso solamente di quelle, non s'estendendo a parlar sopra gl'altri capi, e con ordine a' padri di dover dar il voto loro brevemente sopra l'istesso, con protestazione che sarebbe stato interrotto qualonque avesse voluto allongarsi fuori della proposta; con tutto ciò da' teologi furono fatte scritture longhissime e tanto varie tra loro, che li padri non sapevano risolversi che dire in quella dottrina.

Della materia della riforma, se ben li 20 capi erano conclusi e del vigesimoprimo si trattava col conte di Luna, li prelati spagnuoli fecero indoglienza che il capo dell'essenzione de' capitoli e l'ultimo delle prime instanze et appellazioni fossero stati alterati da quello che li prelati avevano notato; di che sdegnati li legati e li deputati sopra decreti, risposero che o giustificassero quello che dicevano, o tacessero, et essendo passate qualche parole di disgusto, il conte di Luna comparve in loro favore, dimandando che fossero messe in considerazione le opposizioni che a quei 2 capi facevano li suoi prelati. Ricercò appresso che nel quinto capo, dove erano riservate al papa le cause criminali de' vescovi, fosse fatta dicchiarazione che non si facesse pregiudicio all'Inquisizione di Spagna; la qual ricchiesta aveva fatta prima l'ambasciator di Portogallo per il suo regno. E rispondendo i legati quelle materie esser già decise, replicò il conte che, se si proponeranno in quel modo, egli non anderà in sessione, né lascierà intervenirvi alcuno de' suoi prelati. A che disse il cardinale Morone che, se non anderanno in sessione, si farà senza di loro. Il conte ascrivendo quella durezza, che gli pareva aver trovato ne' legati, ad ufficii fatti dal procurator de' capitol di Spagna, gli commandò che si partisse immediate da Trento; il che a' legati dispiacque. E tuttavia, acciò nissun impedimento fosse al far la sessione, il cui tempo era prossimo, per compiacere l'ambasciator nel capo delle cause de' vescovi, fecero eccettuar li regni dove era Inquisizione; quanto a quello delle prime instanze, perché volevano levar totalmente l'autorità al pontefice di poterne commetter a Roma, pareva cosa troppo ardua a' legati. Il sesto ancora importava, perché li capitoli di Spagna sono un membro molto principale e piú dependenti dalla Sede apostolica che li vescovi, perché questi sono tutti a nominazione del re, ma de' canonicati piú della metà sono di pura collazione del papa; però risolverono, piú tosto che far pregiudicio a' canonici, differir quel capo alla seguente sessione, et adoperarono gl'ambasciatori cesarei a fare che di tanto il conte si contentasse; e cosí anco quella difficoltà fu sopita.

 

 




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