[Il papa fa consultare a Roma sopra
queste rimostranze, e crea cardinali i suoi benemeriti]
Attese queste rimostranze il pontefice era
di parere di congregar in Roma uomini pii e letterati di tutte le nazioni per
trattar questo punto con maturità, e già ne aveva parlato con gl'ambasciatori
appresso sé residenti. Ma dal cardinal Simoneta fu dissuaso, il qual raccordò
che quella sarebbe una specie di concilio, e se di Francia, Spagna e Germania e
d'altrove fussero venuti, averebbono portato intelligenze et instruzzioni de'
prencipi, e per li rispetti di quelli si sarebbono governati et averebbono
parlato; e quando la Santità Sua avesse voluto disfarsi di loro e licenziargli,
non averebbe potuto farlo a suo beneplacito; che se non avesse seguito il parer
loro, sarebbe stato con disgusto de' prencipi. Raccordassesi le molestie
sostenute per causa del concilio e non si mettesse in simil pericoli. Approvò
il papa questo conseglio per sincero et utile e, posto da canto il pensiero di
ridur per questo persone d'altrove, deputò sopra ciò 19 cardinali, a' quali
ordinò che diligentemente essaminassero la scrittura venuta di Germania.
Il 12 marzo fece il pontefice promozione
di 19 cardinali per fine principale di rimeritar quelli che in concilio s'erano
adoperati virtuosamente e massime in servizio della Sede apostolica, nella
quale fu risoluto di non comprender alcuno di quelli che tennero la residenza,
o l'instituzione de' vescovi esser de iure divino, con tutto che del
rimanente avessero le qualità che secondo il costume lo meritavano; e non si
guardò di scoprir questa sua mente con ogni sorte di persona in qualonque
occasione. Creò Marco Antonio Colonna, arcivescovo di Taranto, Alvise Pisani,
vescovo di Padoa, Marco Antonio Boba, vescovo di Aosta, Ugo Buoncompagno,
vescovo di Bestice, Alessandro Sforza, vescovo di Parma, Simon Pasqua, vescovo
di Serzana, Carlo Visconte, vescovo di Vintimiglia, Francesco Abondio, vescovo
di Bobio, Guido Ferrier, vescovo di Vercelli, Giovanni Francesco Commendone,
vescovo del Zante, Gabriel Paleoto, auditor di rota: che tutti s'erano
affaticati nel concilio in servizio fedele di Sua Santità. A questi aggionse
Zacaria Delfino, vescovo di Liesena, che, noncio all'imperatore, non s'affaticò
manco per metter fine al concilio di quello che gl'altri avevano fatto in
Trento.
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