[Adriano manda il vescovo di Fabriano
in una dieta in Norimberga]
Nel primo concistorio di novembre, col
parere de cardinali, destinò Francesco Chiericato, conosciuto da lui in Spagna
e vescovo di Fabriano, (il quale ho nominato poco fa) per noncio alla dieta di
Noremberga, che si celebrava senza la presenza di Cesare, quale alcuni mesi
inanzi era stato sforzato passar in Spagna per quietar i tumulti e sedizioni
nate in quei regni. Arrivò il noncio a Noremberga nel fine dell'anno, e presentò
le lettere del pontefice agli elettori, prencipi et oratori delle città,
scritte in commune sotto il 25 novembre, nelle quali si doleva prima che,
essendo stato Martino Lutero condannato per sentenza di Leone e la sentenza
esseguita per un editto imperiale in Vormazia, publicato per tutta Germania,
nondimeno egli perseverasse nelli medissimi errori, publicando continuamente
libri pieni d'eresie, e fosse favorito non solo da' plebei, ma anco da' nobili;
soggiongendo che, se ben predisse l'apostolo che le eresie erano necessarie per
essercizio de' buoni, quella necessità, però, era tolerabile nelle opportunità
de' tempi, non in quelli ne' quali, trovandosi la cristianità oppressa
dall'arme de' turchi, si doveva mettere ogni studio per purgare il mal interno;
che il danno et il pericolo, qual da se stesso porta, impedisce anco
l'adoperarsi contra un tanto inimico. Essorta poi i prencipi et i popoli a non
monstrarsi di consentire a tanta sceleratezza col tolerarla longamente. Gli
rappresenta essere cosa vergognosissima che si lascino condurre da un
fraticello fuora della via de' loro maggiori, quasi che solo Lutero intenda e
sappia. Gli avvertisce che se i seguaci di Lutero hanno levato l'obedienza alle
leggi ecclesiastiche, molto maggiormente vilipenderanno le secolari, e se hanno
usurpato i beni della Chiesa, meno si asteneranno da quei de laici, et avendo
ardito di mettere mano nelli sacerdoti di Dio, non perdoneranno alle case,
mogli e figlioli loro. Gli essorta che se non potranno con le dolcezze ridur Martino
et i suoi seguaci nella dritta via, venghino ai rimedii aspri e di fuoco, per
risecare dal corpo i membri morti, come fu fatto ne' tempi antichi a Datan et
Abiron, ad Anania e Saffira, a Gioviniano e Vigilanzio, e finalmente come i
maggiori fecero contra Giovanni Hus e Gieronimo da Praga nel concilio di
Costanza, l'essempio de' quali, quando non possino far altramente, debbono
immitare. Infine si rimette, cosí in quel particolare come in altri negozii,
alla relazione di Francesco Chiericato suo noncio. Scrisse anco lettere quasi a
tutti i prencipi con gl'istessi concetti: all'elettore di Sassonia, in
particolare, scrisse che ben considerasse qual macchia sarebbe stata alla sua
posterità avendo favorito un frenetico che metteva confusione in tutto 'l mondo
con invenzioni empie e pazze, rivoltando la dottrina stabilita col sangue de'
martiri, vigilie de santi dottori et armi di tanti prencipi fortissimi,
caminasse per i vestigii de suoi maggiori, non lasciandosi abbagliare gli occhi
dalla rabbia d'un omicciuolo a seguire gli errori dannati da tanti concilii.
|