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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro primo
    • [Clemente VII, eletto papa, prende via diversa da quella di Adriano]
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[Clemente VII, eletto papa, prende via diversa da quella di Adriano]

Dopo la morte di Adriano fu creato successore Giulio de' Medici, cugino di papa Leone, e fu chiamato Clemente VII, il quale di subito applicò l'animo alle cose di Germania; e come quello ch'era molto versato nella cognizione de' maneggi, vedeva chiaramente che papa Adriano, contra lo stile sempre usato da savi pontefici, era stato troppo facile cosí in confessar i difetti della corte, come in prometter la riformazione, e troppo abietto in aver domandato alli germani consiglio, come si potesse proveder alle contenzioni di quel regno. Perché con questo egli si aveva tirato adosso la domanda del concilio, che molto importava, massime con la condizione di celebrarlo in Germania, et aveva dato troppo animo a prencipi, onde avevano avuto ardire non solo di mandarli, ma di metter ancor in stampa i 100 gravami, scrittura ignominiosa per l'ordine ecclesiastico di Germania, ma molto piú per la corte romana. E ben pensate tutte le cose, venne in risoluzione che fosse necessario dar qualche sodisfazzione alla Germania, in maniera tale, però, che non fosse posta in pericolo l'autorità sua, né levati i commodi alla corte. Considerò che nelli 100 gravami, se ben molti risguardavano la corte, la maggior parte però toccavano a vescovi, officiali, curati et altri preti di Germania. Perilché venne in speranza che, se li detti fossero riformati, i tedeschi facilmente s'averebbono lasciato indur a tacere per allora per quello che toccava a Roma, e con questa medesima riforma averebbe divertito la trattazione del concilio. Per tanto giudicò bene spedir subito un legato di prudenza et autorità alla dieta che si doveva celebrar di a 3 mesi in Noremberga, con instruzzione di caminar per le sopradette vie; e sopra tutte le cose dissimular di sapere le proposizioni fatte da Adriano e le risposte dateli, per non riceverne qualche pregiudicio nelle trattazioni sue e per poter procedere come in re integra.

Il legato fu Lorenzo Campeggio, cardinal di Santa Anastasia; il quale, gionto nella dieta, dopo aver trattato diverse cose con alcuni particolari per disponer il suo negoziato, parlò anco in publico, dove disse sentir molta maraviglia che tanti prencipi, e cosí prudenti, potessero sopportare che fosse estinta et abolita la religione, i riti e ceremonie nelle quali essi erano nati et educati, et i loro padri e maggiori morti, senza considerare che tal novità tendesse alla ribellione del popolo contra i magistrati. Che il pontefice, non mirando ad alcun interesse suo, ma paternamente compatendo alla Germania, incorsa in spirituali e temporali infermità e soggetta a maggiori pericoli imminenti, l'aveva mandato per trovar modo di sanar il male. Non esser intenzione della Santità Sua di prescriver loro cosa alcuna, né meno di voler che a lui fosse prescritta, ma ben di consegliar insieme i rimedii opportuni, concludendo che se fosse rifiutata da loro la diligenza della Santità Sua, non sarebbe poi ragionevole rivoltar colpa alcuna sopra di quella.

Gli fu risposto da' prencipi (perché Cesare era in Spagna, come si è detto di sopra), dopo aver ringraziato il pontefice della benevolenza, che ben sapevano il pericolo imminente per la mutazione della dottrina nella religione: che perciò nella dieta dell'anno inanzi avevano mostrato al noncio del pontefice Adriano il modo e via di componer i dissidii, e gli avevano anco dato in iscritto tutto quello che desideravano e ricercavano da Roma, la qual scrittura credevano che fosse stata da Adriano ricevuta, avendo il noncio promesso di consegnarla; come anco tenevano che a tutti fossero noti i gravami che la Germania riceveva dall'ordine ecclesiastico, essendo publicati in stampa, e sino a quell'istante erano stati aspettando che i loro giusti desiderii fossero essauditi, come tuttavia aspettavano. Perilché, s'egli allora aveva qualche ordine o instruzzione dal pontefice, lo pregavano d'esporlo, acciò si potesse insieme con lui consegliare il tutto.

 

 




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