[È richiesto un concilio nazionale da'
tedeschi]
Le città per la maggior parte risposero
esser loro desiderio di gratificar et ubedir Cesare, ma non veder il modo di
far quello che egli nelle lettere commandava, per esser accresciute e crescer
continuamente le controversie, particolarmente sopra le ceremonie e riti; e se
per lo passato non s'aveva potuto osservar l'editto di Vormazia per tema di
sedizioni, la difficoltà esser molto maggiore al presente, come s'era
dimostrato al legato del pontefice; sí che se Cesare si ritrovasse presente e
fosse informato dello stato delle cose, non ne farebbe altro giudicio. Quanto
alla promessa di Sua Maestà per la celebrazione del concilio, diceva ciascuno
che egli poteva effettuarla nel tempo che scrisse le lettere, perché allora era
in buona concordia col pontefice; ma dopo, essendo nati tra loro disgusti et
avendosi armato il pontefice contra lui, non si vedeva come in questo stato di
cose si potesse congregar concilio. Per questi rispetti alcuni proponevano che,
per rimediar ai pericoli imminenti, fosse ricercato Cesare di conceder un
concilio nazionale in Germania; il che se non gli piacesse, almeno, per ovviare
alle gravissime sedizioni, si contentasse di differire l'essecuzione
dell'editto di Vormazia sino al concilio generale. Ma i vescovi, che non
avevano altra mira che a conservar la loro autorità, dicevano nella causa della
religione non doversi venir ad alcuna trattazione duranti le discordie tra
Cesare et il pontefice, ma tutto fosse differito a meglior tempo.
Le opinioni erano cosí diverse e si eccitò
tanta discordia tra gli ecclesiastici e gli inclinati alla dottrina luterana,
che le cose si viddero in manifesto pericolo di guerra civile, e molti de'
prencipi si mettevano in ordine per partire. Ma Ferdinando e gli altri ministri
di Cesare, vedendo chiaramente quanto male sarebbe nato se con tal dissensione
d'animi si fosse dissoluta la dieta e si fossero partiti i prencipi senza alcun
decreto, (perché, secondo i varii interessi, diversamente averebbono operato,
con pericolo di dividere irreconciliabilmente la Germania), si diedero a placar
gli animi de' principali cosí dell'una come dell'altra parte, e finalmente si
venne alla risoluzione di far un decreto; il qual, se ben in essistenza non
concludeva secondo la mente di Cesare, nondimeno mostrava apparenza di
concordia fra li stati et obedienza verso l'imperatore. Il contenuto suo fu
che, essendo necessario per dar ordine e forma alle cose della religione e per
mantenimento della libertà, celebrar un legitimo concilio in Germania overo un
universale di tutta la cristianità, il quale s'incomminci inanzi che passi un
anno, si debbano mandar ambasciatori a Cesare a pregarlo di voltar l'occhio al
misero e tumultuoso stato dell'Imperio e ritornar in Germania quanto prima a
procurarlo. Che fra tanto che si ottenga o l'un o l'altro de' concilii
necessarii, nella causa della religione e dell'editto di Vormazia tutti li
prencipi e stati debbiano nelle loro provincie e giurisdizzioni governarsi in
maniera che possino render buon conto delle loro azzioni alla Maestà divina et
all'imperatore.
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