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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro primo
    • [Il papa per forza dà qualche assentimento al concilio]
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[Il papa per forza dà qualche assentimento al concilio]

Il papa, avendo prima composte le cose coi Colonnesi et abolito il monitorio publicato contra il cardinale, congregato il consistorio il 13 settembre, con longhissimo discorso commiserò le miserie della cristianità, deplorò la morte del re d'Ongaria et attribuí ogni infortunio all'ira divina eccitata per i peccati, confessando che tutti avevano origine dalla deformazione dell'ordine ecclesiastico; monstrò come era necessario per placarla incomminciare (cosí disse) dalla casa di Dio, al che voler dar lui essempio nella propria persona; scusò la mossa delle armi et il processo contra i Colonna, essortò i cardinali all'emendazione de' costumi; disse che voleva andar in persona a tutti i prencipi per maneggiar una pace universale, risoluto piú tosto di lasciar la vita che cessar da questa impresa sin che non l'avesse condotta ad effetto, avendo nondimeno ferma speranza nell'aiuto di Dio di vederne la conclusione: la qual ottenuta, era risoluto di celebrar il concilio generale per estinguer anco la divisione nella Chiesa e sopir l'eresie. Essortò i cardinali a pensar ciascuno e proporgli tutti quei mezi che giudicassero poter servire a questi due scopi, d'introdur la pace e sradicar l'eresie. Si publicò per Roma et anco per Italia il ragionamento del papa e ne fu mandata copia per mano di molti, e quantonque da' suoi fosse molto aiutato con la commendazione, ebbe però fede di sincero appresso pochi.

Ma in Spagna, essendo state presentate le 2 lettere dal noncio pontificio all'imperatore, l'una un doppo l'altra, eccitò molto pensiero nel conseglio di quel prencipe. Credevano alcuni d'essi che Clemente, pentito dell'acerbità della prima, avesse scritta la seconda per medicina, per il che consegliavano che non convenisse mostrarne risentimento. E questa opinione era fomentata da una disseminazione sparsa dal noncio, che con la seconda avesse avuto ordine, se la prima non era presentata, di non darla, ma consegnando solo la seconda, rimandarla. I piú sensati ben vedevano che non vi essendo differenza maggiore che d'un giorno, se fosse stato pentimento averebbe il papa potuto, facendo accelerar il corriere secondo, prevenir il primo; poi non esser verisimile che un prencipe prudente come quello, senza gran consulta, fosse venuto a deliberazione di scriver con tanta acerbità. Però riputavano che fosse stato un artificio di protestare e non voler risposta. E fu risoluto che dall'imperatore fosse immitato, rispondendo parimente alla prima con i termini convenienti alla severità, et un giorno doppo alla seconda, correspondendo alla maniera tenuta in quella.

 

 




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