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Paolo Sarpi
Istoria del Concilio tridentino

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  • Libro secondo
    • [Discorso dell'origine, progresso e pretesti degli abusi riguardo a' benefici]
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[Discorso dell'origine, progresso e pretesti degli abusi riguardo a' benefici]

Ma perché questo particolare merita esser ben inteso, sarà cosa giovevole narrar l'origine dell'abuso e come sia pervenuto a questo colmo. Tralasciato di parlare di quei felici tempi, quando il nome di Chiesa era commune a tutta l'adunanza de' fedeli, alla quale ancora apparteneva l'uso et il dominio de' beni che si chiamano ecclesiastichi, quando di una massa commune, era preso il vitto e vestito de' poveri e de' ministri, anzi si provedeva piú principalmente a' bisogni di quelli che di questi; né facendo menzione di quando per la imperfezzione si smontò un grado, e si fece di una massa 4 parti, ponendo nell'infimo luogo quella de' poveri, che secondo l'uso d'inanzi doveva esser nel primo; ma pigliando principio dopo che, escluso dal nome di Chiesa il popolo di Cristo et appropriatolo a' soli chierici, per appropriargli insieme l'uso et il dominio de' beni, fu a pochi applicato quello che di tutti era, et agli opulenti quello che prima serviva agli indigenti; nel principio, dico, di quei tempi, avendo i chierici partito tra loro tutte le entrate della Chiesa, i carichi, che prima erano chiamati ministerii et officii della cura spirituale, ebbero per principale il temporale e furono nominati beneficii. E per allora, vivendo tuttavia i canoni antichi che uno non fosse a doi titoli ordinato, nissun poteva aver se non un beneficio. Ma succedendo per le guerre o inondazioni la diminuzione delle entrate, sí che non restassero sufficienti per il vitto, era quel beneficio conferito a chi un altro [ne] teneva; ad un tale, però, che potesse attendere ad ambidoi. Il che s'introdusse fare non a favor del beneficiato, ma della chiesa, la qual non potendo aver un proprio ministro, avesse almeno qualche altro servizio che gli potesse esser prestato. Sotto pretesto che un beneficio non fosse sufficiente al vitto e non si trovasse chi gli servisse, s'allargò a concederne piú ad uno, quantonque non apparisse necessario per servizio delle chiese, e pian piano, levata la maschera, non s'ebbe per vergogna far l'istesso a favor del beneficiato; di che ricevendo il mondo scandalo, convenne moderare et onestare l'introduzzione; laonde, poiché si vedeva accettata la distinzione di obligati alla residenza e non obligati, fu aggionta un'altra de' compatibili et incompatibili; chiamando incompatibili tra loro quelli di residenza, e compatibili gli altri con questi e tra loro: sempre però al color dell'onestà, era riservato il primo luogo con la glossa de' canonisti che piú beneficii non siano dati, se non quando uno non basta per vivere. Ma questa sufficienza la tagliavano molto larga, proporzionandola non alla persona, ma anco alla qualità: non avendo per sufficiente ad un prete dozenale se non fosse bastante per sé, per la famiglia de' parenti, per tre servitori et un cavallo; ma se fosse nobile overo letterato tanto piú. Per un vescovo è maraviglia quanto l'allargano per il decoro che gli convien tenere. De' cardinali basta considerare il volgar detto della corte che s'uguagliano a' re, dal che concludono che nissuna entrata sia eccessiva in loro, se non è soprabondante alla condizione regale. Introdotta la consuetudine, e non potendo il mondo, né l'equità resistere, i pontefici romani riservarono a sé soli il poter dispensare degli incompatibili e dell'averne piú di doi degl'altri. Ma per trovar modo di metter in pratica che avesse del colorato, si diede mano alle commende, cosa anticamente ben instituita e poi adoperata solo a questo fine. Già quando per qualche rispetto di guerre, pesti et altre cause tali non si poteva cosí presto far l'elezzione o provisione, il superiore raccommandava la chiesa vacante a qualche persona di bontà e valore, che oltre la cura della propria, governasse anco la vacante finché fosse provisto di rettore proprio e titulario: questo allora non aveva facoltà sopra le entrate, se non di governarle e consegnarle. In progresso i commendatarii, sotto varii pretesti di necessità et onestà, si valsero de' frutti e, per goderli piú longamente, attraversavano varii impedimenti alla provisione; onde per rimedio fu preso ordine che la commenda non potesse durare piú di 6 mesi. Ma i papi, con l'autorità loro di plena potenza, passarono a commendare per piú longo tempo, e finalmente anco a vita del commendatario, e con facoltà di usar per sé i frutti oltre le spese necessarie. Questa buona invenzione cosí degenerata si usò ne' tempi corrotti per paliare la pluralità al possessore d'un beneficio, commendandone un altro o piú, cosí servando le parole della legge di non dar ad una persona salvo che uno, ma defraudando il senso, poiché il commendatario a vita in essistenza e realtà non è differente dal titolario. Erano commesse gravi essorbitanze nel numero de' beneficii commendati, tanto che in questo secolo, dopo nati i moti luterani e mentre tutto 'l mondo dimandava riforma, non ebbe rispetto, né vergogna papa Clemente VII del 1534, di commendare ad Ippolito cardinale de' Medici, suo nipote, tutti i beneficii di tutto 'l mondo, secolari e regolari, degnità e personati, semplici e curati vacanti, per 6 mesi dal dí che ne avesse presa la possessione, con facoltà di disponer e convertir in suo uso tutti i frutti. La qual essorbitanza, sí come fu il colmo, cosí ne' tempi inanzi non ardiva la corte valersi di questo, dando in commenda ad uno numero molto grande.

Però fu inventato di valersi, per paliar la pluralità, d'un altro uso antico trovato per buon fine, che è l'unione. Questa era usata prima, quando una chiesa era destrutta overo le entrate occupate, che si trasferiva quel poco rimanente al vicino insieme con il carico, facendo tutto un solo beneficio. L'industria del cortegiano trovò che anco fuor di questi rispetti s'unissero piú beneficii ad uno, sí che con collazione di quello la pluralità si copriva afatto, quantonque a favore di qualche cardinale o gran personaggio fossero uniti insieme 30 e 40 beneficii posti in diversi luoghi di cristianità. Nasceva però un inconveniente, che si diminuiva il numero de' beneficii, e la grazia fatta ad uno era poi fatta a molti che succedevano, senza che la meritassero et impetrassero, con gran danno della corte e della cancelleria; et in questo fu rimediato con sottile et argutissima invenzione di unire quanti beneficii al papa piaceva in una massa, durante solamente la vita di quello a cui era conferito, per la morte del quale [l'] unione s'intendesse ipso facto dissoluta et i beneficii ritornati nel suo stato primiero. Con questa maniera si venne all'apice delle belle trovate, potendosi cosí conferir un solo beneficio in apparenza, che in essistenza ne tirava molti, e confessarsi come quello che disse avere rubato una briglia da cavallo, tacendo che fosse con quella imbrigliato l'animale.

 

 




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