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Paolo Sarpi Istoria del Concilio tridentino IntraText CT - Lettura del testo |
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[Congregazione a Trento, dove sono proposti gli articoli dell'eucaristia] Ma ritornando a Trento, il 2 settembre, che seguí la sessione, fu fatta la congregazione generale, et in quella deputati i padri a formar gli articoli dell'eucaristia per dar a' teologi e per raccogliere gli abusi introdotti in quella materia. Dopo si raggionò della riforma, la qual dovendo esser per levar le cause di non riseder a' vescovi, molte ne furono commemorate, parte per inanzi proposte in Trento et in Bologna, e parte allora di nuovo. Finalmente si fermarono su la giurisdizzione, dicendo che si ritrovassero i vescovi afatto privati di quella, parte con le avocazioni di cause, parte per appellazione, e finalmente per le essenzioni; anzi che piú frequentemente da' sudditi era essercitata la giurisdizzione sopra e contra di loro, o per speciale commissione da Roma, o per virtú di conservatorie, che da loro sopra li sudditi: e sopra questa materia furono eletti padri che dovessero formar gli articoli. Il legato e presidenti, attendendo l'instruzzione avuta dal pontefice d'evitar le pericolose contenzioni tra i teologi e le dispute loro inintelligibili, con quali si essacerbavano, et anco le confusioni nel dire, diedero fuori gl'articoli formati per dover principiar a trattare sopra di quelli il martedí agli 8, dopo il desinare, e vi aggionsero il modo et ordine da tenersi nelle congregazioni molto limitato, che gli necessitava a parlar sobriamente. Gli articoli furono 10, tratti dalla dottrina de' zuingliani e de' luterani. 1 Che nell'eucaristia non è veramente il corpo e sangue, né la divinità di Cristo, ma solo come in segno. 2 Che Cristo non è dato a mangiare sacramentalmente, ma solo spiritualmente e per fede. 3 Che nell'eucaristia vi è il sangue e corpo di Cristo, ma insieme con la sostanza del pane e del vino, sí che non è transubstanziazione, ma unione ipostatica dell'umanità e delle sostanzie del pane e vino, in maniera che è vero dire: questo pan è il corpo di Cristo e questo vino è il sangue di Cristo. 4 Che l'eucaristia è instituita per sola remissione de' peccati. 5 Che Cristo non si debbe adorar nell'eucaristia, né onrar con feste, né portar in processione, né ad infermi, e che gl'adoratori sono veri idolatri. 6 Che l'eucaristia non debbe esser salvata, ma consummata e distribuita immediate, e chi altrimente fa, abusa questo sacramento, e che non è lecito ad alcuno communicar se stesso. 7 Che nelle particole che avanzano dopo la communione non resta il corpo del Signore, ma solo mentre si riceve, e non inanzi, né dopo. 8 Che è de iure divino communicar il popolo et i fanciulli ancora con l'una e l'altra specie, e che peccano quelli che constringono il popolo ad usarne una sola. 9 Che tanto non si contiene sotto una, quanto sotto tutte due, né tanto riceve chi communica con una, quanto con tutte due. 10 Che la sola fede è sufficiente preparazione per ricever l'eucaristia, né la confessione è necessaria, ma libera, specialmente a' dotti, né gl'uomini sono tenuti communicare nella Pasca. Dopo questi articoli era aggionto un precetto in questa forma: che i teologi debbino confermar il parer loro con la Sacra Scrittura, tradizioni degli apostoli, sacri et approbati concilii e con le constituzioni et autorità de' santi padri; debbino usar brevità e fuggire le questioni superflue et inutili e le contenzioni proterve; dovendo esser questo l'ordine di parlar tra loro: che prima dicano li mandati dal sommo pontefice, dopoi quelli dell'imperatore, in terzo luogo i teologi secolari, secondo l'ordine delle promozioni loro, et in fine li regolari, secondo la precedenza de' loro ordini. Et il legato et i presidenti per l'autorità apostolica concessa gli danno facoltà et autorità di tener e legger tutti i libri proibiti a' teologi che doveranno parlare, ad effetto di trovar la verità e confutar et impugnar le opinioni false. Questa ordinazione non fu da' teologi italiani veduta con buon occhio: dicevano che era una novità et un danare la teologia scolastica, la quale in tutte le difficoltà si valeva della raggione; e perché non era lecito che si trattasse come san Tomaso, san Bonaventura et altri famosi? L'altra dottrina, che si dice positiva e sta in raccoglier i detti della Scrittura e padri, esser una sola facoltà di memoria, overo fatica di scrivere, et esser vecchia, ma conosciuta insufficiente e poco utile da' dottori, che da 350 anni in qua hanno difesa la Chiesa; che questa era un darla vinta a' luterani, perché quando si tratterà di varia lezzione e di memoria, essi sempre supereranno per la cognizione delle lingue e varia lezzione d'autori, alle qual cose non può attendere uno che vogli diventar buono teologo, al qual è necessario essercitar l'ingegno e farsi atto a ponderar le cose, e non a numerarle. Si dolevano che questo anco fosse un avergognargli appresso i teologi tedeschi, perché essi, soliti contender co' luterani, s'erano essercitati in quel genere di lettere che in Italia non era introdotto. Che quando s'avesse a parlar per vera teologia, s'averebbe veduto che niente sapevano; ma i presidenti aver voluto, per compiacer a loro, far questa vergogna alla nazione italiana; e se ben alcuni di loro ne fecero querimonia, poco giovò, perché all'universale de' padri piaceva piú sentir parlar in quel modo che intendevano, che con termini astrusi, come fecero nella materia della giustificazione e nelle altre già trattate. Certo è che l'ordinazione serví a facilitar l'espedizione.
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