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Congregazione per l'Educazione Cattolica; Congregazione per il Clero
Norme fondamentali per la formazione dei diaconi permanenti

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Organizzazione e mezzi

74. La varietà di situazioni, presenti nelle Chiese particolari, rende arduo definire un quadro esauriente sulla organizzazione e sui mezzi idonei per una congrua formazione permanente dei diaconi. È necessario scegliere gli strumenti formativi sempre in un contesto di chiarezza teologica e pastorale.

Sembra più opportuno, perciò, offrire soltanto alcune indicazioni di carattere generale, facilmente traducibili nelle diverse situazioni concrete.

75. Luogo primo della formazione permanente dei diaconi è lo stesso ministero. Attraverso il suo esercizio il diacono matura, focalizzando sempre più la propria vocazione personale alla santità nell'adempimento dei propri doveri sociali ed ecclesiali, in particolare, delle funzioni e responsabilità ministeriali. La coscienza di ministerialità costituisce quindi lo scopo preferenziale della specifica formazione che viene impartita.

76. L'itinerario di formazione permanente deve svilupparsi sulla base di un preciso e accurato progetto stabilito e verificato dall'autorità competente, con la caratteristica dell'unitarietà, scandita con progressione per tappe, in piena sintonia col Magistero ecclesiastico. È opportuno stabilire un minimo indispensabile per tutti, da non confondere con gli itinerari di approfondimento.

Questo progetto deve prendere in considerazione due livelli formativi strettamente collegati fra di loro: quello diocesano, che ha come referente il Vescovo o un suo delegato; quello della comunità, in cui il diacono esercita il proprio ministero, che ha come referente il parroco o altro sacerdote.

77. La prima nomina del diacono in una comunità o in un ambito pastorale rappresenta un momento delicato. La sua presentazione ai responsabili della comunità (parroco, sacerdoti, ecc.) e di questa allo stesso diacono, oltre che favorire la reciproca conoscenza, contribuirà a improntare subito la collaborazione sulla base della stima e del dialogo rispettoso, in uno spirito di fede e di carità. Può risultare proficuamente formativa la propria comunità cristiana, quando il diacono vi si inserisce con l'animo di chi sa rispettare le sane tradizioni, sa ascoltare, discernere, servire ed amare così come farebbe il Signore Gesù.

L'esperienza pastorale iniziale sarà seguita con particolare attenzione da un esemplare sacerdote responsabile, incaricato dal Vescovo.

78. Saranno garantiti ai diaconi incontri periodici di contenuto liturgico, di spiritualità, di aggiornamento, di verifica e di studio a livello diocesano o sovradiocesano.

Sarà bene prevedere, sotto l'autorità del Vescovo e senza moltiplicare strutture, raduni periodici tra sacerdoti, diaconi, religiose, religiosi e laici impegnati nell'esercizio della cura pastorale, sia per superare l'isolamento di piccoli gruppi, sia per garantire l'unità di vedute e di azione di fronte ai diversi modelli pastorali.

Il Vescovo seguirà con sollecitudine i diaconi suoi collaboratori, presenziando agli incontri, secondo le sue possibilità e, se impedito, non mancherà di farsi rappresentare.

79. Con l'approvazione del Vescovo deve essere elaborato un piano di formazione permanente realistico e realizzabile, conforme alle presenti disposizioni, che tenga conto dell'età e delle specifiche situazioni dei diaconi, insieme alle esigenze del loro ministero pastorale.

A tale scopo, il Vescovo potrà costituire un gruppo di idonei formatori o, eventualmente, richiedere la collaborazione delle diocesi vicine.

80. È auspicabile che il Vescovo istituisca un organismo di coordinamento dei diaconi, per programmare, coordinare e verificare il ministero diaconale: dal discernimento vocazionale, (211) alla formazione e all'esercizio del ministero, compresa la formazione permanente.

Faranno parte di tale organismo lo stesso Vescovo, che lo presiederà, o un sacerdote suo delegato, insieme ad un proporzionato numero di diaconi. Detto organismo non mancherà di tenere i dovuti collegamenti con gli altri organismi diocesani.

Norme proprie, emanate dal Vescovo, regoleranno tutto ciò che riguarda la vita e il funzionamento di tale organismo.

81. Per i diaconi coniugati saranno programmate, oltre alle altre, iniziative e attività di formazione permanente, che, secondo l'opportunità, coinvolgano, in qualche modo, anche le mogli e l'intera famiglia, tenendo sempre presente l'essenziale distinzione di ruoli e la chiara indipendenza del ministero.

82. I diaconi valorizzeranno tutte quelle iniziative che, abitualmente, le Conferenze Episcopali o le diocesi promuovono per la formazione permanente del clero: ritiri spirituali, conferenze, giornate di studio, convegni, corsi integrativi a carattere teologico-pastorale.

Essi avranno anche cura di non mancare a quelle iniziative che più segnatamente riguarderanno il loro ministero di evangelizzazione, liturgico e di carità.

Il Sommo Pontefice, Giovanni Paolo II, ha approvato il presente Direttorio e ne ha ordinato la pubblicazione.

Roma, dal Palazzo delle Congregazioni, il 22 febbraio, festa della Cattedra di S. Pietro, dell'anno 1998.

Darío Card. Castrillón Hoyos
Prefetto

Csaba Ternyák
Arcivescovo titolare di Eminenziana
Segretario

 

 




211) Cf C.I.C., can. 1029.




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