Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Congregazione per l'Educazione Cattolica; Congregazione per il Clero
Norme fondamentali per la formazione dei diaconi permanenti

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

Mezzi di vita spirituale

50. I suddetti riferimenti evidenziano il primato della vita spirituale. Il diacono, perciò, deve ricordare che vivere la diaconia del Signore supera ogni capacità naturale e, quindi, ha bisogno di assecondare, in piena coscienza e libertà, l'invito di Gesù: « Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me » (Gv 15, 4).

La sequela di Cristo nel ministero diaconale è impresa affascinante ma ardua, piena di soddisfazioni e di frutti, ma anche esposta, talvolta, alle difficoltà e alle fatiche dei veri seguaci del Signore Gesù Cristo. Per realizzarla, il diacono ha bisogno di stare con Cristo affinché sia Lui a portare la responsabilità del ministero, di riservare il primato alla vita spirituale, di vivere con generosità la diaconia, di organizzare il ministero e i suoi obblighi familiari — se coniugato — o professionali in modo da progredire nell'adesione alla persona e alla missione di Cristo Servo.

51. Fonte primaria del progresso nella vita spirituale è senza dubbio l'adempimento fedele e instancabile del ministero in un motivato e sempre perseguito contesto di unità di vita. (161) Questo, esemplarmente adempiuto, non solo non ostacola la vita spirituale, ma favorisce le virtù teologali, accresce la propria volontà di donazione e servizio ai fratelli e promuove la comunione gerarchica. Opportunamente adattato, vale anche per i diaconi quanto affermato per i presbiteri: « sono ordinati alla perfezione della vita in forza delle stesse azioni sacre che svolgono quotidianamente, come anche di tutto il loro ministero... ma la stessa santità... a sua volta, contribuisce non poco al compimento efficace del loro ministero ». (162)

52. Il diacono tenga sempre ben presente l'esortazione della liturgia di ordinazione: « Ricevi il Vangelo di Cristo del quale sei diventato l'annunziatore: credi sempre a ciò che proclami, insegna ciò che credi, vivi ciò che insegni ». (163)

Per proclamare degnamente e fruttuosamente la Parola di Dio, il diacono deve realizzare « un contatto continuo con le Scritture, mediante la sacra lettura assidua e lo studio accurato, affinché non diventi « vano predicatore della Parola di Dio all'esterno colui che non l'ascolta di dentro », (164) mentre deve partecipare ai fedeli a lui affidati le sovrabbondanti ricchezze della Parola divina, specialmente nella sacra Liturgia ». (165)

Dovrà, inoltre, approfondire questa stessa Parola, sotto la guida di coloro che nella Chiesa sono maestri autentici della verità divina e cattolica, (166) per sentirne il richiamo e la potenza salvifica (cf Rom 1, 16). La sua santità si fonda sulla sua consacrazione e missione anche nei confronti della Parola: prenderà coscienza di esserne ministro. Come membro della gerarchia i suoi atti e le sue dichiarazioni impegnano la Chiesa; perciò è essenziale alla sua carità pastorale verificare l'autenticità del proprio insegnamento, la propria comunione effettiva e chiara con il Sommo Pontefice, con l'ordine episcopale e con il proprio Vescovo, non solo circa il simbolo della fede, ma anche circa l'insegnamento del Magistero ordinario e circa la disciplina, nello spirito della professione di fede, previa all'ordinazione, e del giuramento di fedeltà. (167) Infatti, « nella Parola di Dio è insita tanta efficacia e potenza, da essere sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa saldezza della fede, cibo dell'anima, sorgente pura e perenne della vita spirituale ». (168) Quanto più si accosterà alla Parola divina, perciò, tanto più fortemente sentirà il desiderio di comunicarla ai fratelli. Nella Scrittura è Dio che parla all'uomo; (169) nella predicazione il ministro sacro favorisce questo incontro salvifico. Egli, quindi, dedicherà le sue più attente cure a predicarla instancabilmente, affinché i fedeli non ne siano privati per l'ignoranza o per la pigrizia del ministro e sarà intimamente convinto del fatto che l'esercizio del ministero della Parola non si esaurisce nella sola predicazione.

53. Ugualmente, quando battezza, quando distribuisce il Corpo e il Sangue del Signore o serve nella celebrazione degli altri sacramenti e dei sacramentali, il diacono verifica la sua identità nella vita della Chiesa: è ministro del Corpo di Cristo, corpo mistico e corpo ecclesiale; ricordi che queste azioni della Chiesa, se vissute con fede e riverenza, contribuiscono alla crescita della sua vita spirituale e all'edificazione della comunità cristiana. (170)

54. Nella loro vita spirituale i diaconi diano la dovuta importanza ai sacramenti della grazia, che « sono ordinati alla santificazione degli uomini, alla edificazione del Corpo di Cristo, e, infine, a rendere culto a Dio ». (171)

Soprattutto, partecipino con particolare fede alla celebrazione quotidiana del sacrificio eucaristico, (172) possibilmente esercitando il proprio munus liturgico, e adorino con assiduità il Signore presente nel sacramento, (173) giacché nell'Eucaristia, fonte e culmine di tutta l'evangelizzazione, « è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa ». (174) Nell'Eucaristia incontreranno veramente Cristo, che, per amore dell'uomo, si fa vittima di espiazione, cibo di vita eterna, amico vicino ad ogni sofferenza.

Consapevoli della propria debolezza e fiduciosi nella misericordia divina, si accostino con regolare frequenza al sacramento della riconciliazione, (175) in cui l'uomo peccatore incontra Cristo redentore, riceve il perdono delle sue colpe ed è spinto verso la pienezza della carità.

55. Infine, nell'esercizio delle opere di carità, che il Vescovo gli affiderà, si lasci guidare sempre dall'amore di Cristo per tutti gli uomini e non dagli interessi personali o dalle ideologie, che ledono l'universalità della salvezza o negano la vocazione trascendente dell'uomo. Il diacono ricordi, pure, che la diaconia della carità conduce necessariamente a promuovere la comunione all'interno della Chiesa particolare. La carità è, infatti, l'anima della comunione ecclesiale. Favorisca, quindi, con impegno la fraternità, la cooperazione con i presbiteri e la sincera comunione con il Vescovo.

56. I diaconi sappiano sempre, in ogni contesto e circostanza, rimanere fedeli al mandato del Signore: « Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo » (Lc 21, 26; cf Fil 4, 6-7).

La preghiera, dialogo personale con Dio, conferirà loro la luce e la forza necessarie per seguire Cristo e per servire i fratelli nelle diverse vicissitudini. Fondati su questa certezza, cerchino di lasciarsi modellare dalle diverse forme di preghiera: la celebrazione della Liturgia delle Ore, nelle modalità stabilite dalla Conferenza Episcopale, (176) caratterizza tutta la loro vita di preghiera; in quanto ministri, intercedano per tutta la Chiesa. Tale preghiera prosegue nella lectio divina, nell'orazione mentale assidua, nella partecipazione ai ritiri spirituali secondo le disposizioni del diritto particolare. (177)

Abbiano altresì a cuore la virtù della penitenza e gli altri mezzi di santificazione, che tanto favoriscono l'incontro personale con Dio. (178)

57. La partecipazione al mistero di Cristo Servo indirizza necessariamente il cuore del diacono verso la Chiesa e verso Colei che è la sua Madre santissima. Infatti, non si può separare Cristo dalla Chiesa suo Corpo. La verità dell'unione con il Capo susciterà un vero amore per il Corpo. E questo amore farà sì che il diacono collabori operosamente all'edificazione della Chiesa con la dedizione ai doveri ministeriali, la fraternità e la comunione gerarchica con il proprio Vescovo e il presbiterio. Tutta la Chiesa deve essere nel cuore del diacono: la Chiesa universale, della cui unità il Romano Pontefice, quale successore di Pietro, è principio e fondamento perpetuo e visibile, (179) e la Chiesa particolare, che, « aderendo al suo pastore e da lui riunita nello Spirito Santo mediante il Vangelo e l'Eucaristia [rende] veramente presente e operante la Chiesa di Cristo una, santa, cattolica e apostolica ». (180)

L'amore a Cristo e alla Chiesa è profondamente legato alla Beata Vergine, l'umile serva del Signore, che, con l'irrepetibile e ammirevole titolo di madre, è stata socia generosa della diaconia del suo Figlio divino (cf Gv 19, 25-27). L'amore alla Madre del Signore, fondato sulla fede ed espresso nella quotidiana preghiera del santo rosario, nell'imitazione delle sue virtù e nel fiducioso affidamento a Lei, darà senso a manifestazioni di vera e filiale devozione. (181)

A Maria guarderà con venerazione ed affetto profondo ogni diacono; infatti « la Vergine Madre è stata la creatura che più di tutte ha vissuto la piena verità della vocazione, perché nessuno come Lei ha risposto con un amore così grande all'amore immenso di Dio ». (182) Quest'amore particolare alla Vergine, Serva del Signore, nato dalla Parola e tutto radicato nella Parola, si farà imitazione della sua vita. Sarà questo un modo per introdurre nella Chiesa quella dimensione mariana che molto si addice alla vocazione del diacono. (183)

58. Sarà, infine, di grandissima utilità per il diacono la direzione spirituale regolare. L'esperienza mostra quanto contribuisca il dialogo, sincero e umile, con un saggio direttore, non solo a risolvere i dubbi e i problemi, che inevitabilmente sorgono durante la vita, ma a operare il necessario discernimento, a realizzare una migliore conoscenza di se stessi e a progredire nella fedele sequela di Cristo.




161) Cf Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, nn. 14 e 15; C.I.C., can. 276, § 2, 1o.



162) Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 12.



163) Pontificale Romanum – De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, n. 210: ed. cit., p. 125.



164) S. Agostino, Serm. 179, 1: PL 38, 966.



165) Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Dei Verbum, 25; cf Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, VI, 26, 1: l.c., 703; C.I.C., can. 276, § 2, 2o.



166) Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 25a.



167) Cf C.I.C., can. 833; Congregazione per la Dottrina della Fede, Professio fidei et iusiurandum fidelitatis in suscipiendo officio nomine Ecclesiae exercendo: AAS 81 (1989), pp. 104-106 e 1169.



168) Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Dei Verbum, 21.



169) Cf ibidem, Cost. Sacrosanctum Concilium, 7.



170) Cf ibidem, Cost. Sacrosanctum Concilium, 7.



171) Ibidem, Cost. litur. Sacrosanctum Concilium, 59a.



172) Cf C.I.C., can. 276, § 2, n. 2o; Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, VI, 26, 2: l.c., 703.



173) Cf Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, VI, 26, 2: l.c., 703.



174) Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 5b.



175) Cf C.I.C., can. 276, § 2, n. 5o; cf Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, VI, 26, 3: l.c., 703.



176) Cf C.I.C., can. 276 § 2, 3o.



177) Cf ibidem, can. 276 § 2, 4o.



178) Cf ibidem, can. 276, § 2, n. 5.



179) Cf Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 23a.



180) Ibidem, Decr. Christus Dominus, 11; C.I.C., can. 369.



181) Cf C.I.C., can. 276, § 2, n. 5; cf Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, VI, 26, 4: l.c., 703.



182) Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 36, in cui Sua Santità cita la Propositio 5 dei Padri Sinodali:l.c., 718.



183) Cf Giovanni Paolo II, Allocuzione alla Curia Romana (22 dic. 1987): AAS 80 (1988), pp. 1025-1034; Lett. ap. Mulieris dignitatem, 27: AAS 80 (1988), p. 1718.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License