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Paolo Pino
Dialogo di pittura

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


aband-contr | conum-grati | grazi-paris | parla-silvi | simil-zucca

                                                     grassetto = Testo principale
     Capitolo                                        grigio = Testo di commento
1 X | accortosi Demetrio, vuolse prima abandonar l'impresa che distruggere 2 I | amor della patria, ch'io m'abbagli in discernere il vero. Ben 3 XVI | utile.~ ~FABIO~Cotesto è un abbagliar gli ignoranti: non vi biasmo 4 XXVII | altro suo rivale tentasse d'abbatterlo. In questo caso voglio che 5 Intro | padre dell'arti liberali abbraccerà le figliuole delle sue figliuole, 6 XXIII | natura, e per figliuoli abbracciati dall'arte, e da qual arte: 7 XXVII | animo, causa malencolia e abbrevia la vita, non pratichi persone 8 X | ispugnare, fu gli detto ch'abbrugiando quel luoco, distruggeva 9 XXVII | avviene perché fingono i paesi abitati da loro, i quali per lor 10 XXI | costui fu concesso da' Greci abitazione senza piggione e provvigionato 11 XIV | dichiarazione del fine; che l'abitudini delle figure siano varie 12 XXI | cose sue. Costoro, divenuti abondanti di richezze con la vera 13 XII | dolcissimo, per far più abondevole questo vostro desiderio, 14 XXVII | di troppo tedioso, e vien aborrito da ognuno, e ancor trae 15 XXVII | nell'amicizia di tutti. Non accaderà stimolar gli uomi con disegni, 16 X | perpetua memoria. Era Demetrio accampato a Rodi e, per la strenua 17 XI | il ragionamento vostro mi accende d'una certa invidia, a tal 18 XI | pittore che, con una pittura, accendesse il cuor di un uomo di libidine, 19 XI | un quadro, sotto il qual accennò esservi certe figure, e 20 X | ritrare l'effigie sua. Cosa ch'accerta la perfezione d'un tal maestro.~ ~ 21 Congedo| Accostiamocili, se volete accertarvi della prudenzia sua.~ ~IL 22 XXVII | erudito nelle scienzie, come è accertato dalle sue opre latine, nelle 23 X | per bellissima, sì come acceso di lei, Alessandro glila 24 IX | disegno, e per ciò colui che l'accetta, e ch'in lei si diletta, 25 XXVII | con affabilità e cortesia, accettando ognuno, e intrinsecando 26 XXVII | dell'ingenioso, lo debbi accettare, e con amore istruirlo nell' 27 XXVI | contrario, ma la pittura è accettata da lui con tal dolcezza, 28 XVIII | eterno, perché li colori sono accettati dalla calcina e con lei 29 XXVII | riduca il tutto a perfezione. Accetterà però l'ordine tenuto dal 30 I | dalla piacevolezza?~ ~FABIO~Accetto l'invito, e mi serà un favor 31 XXVII | giudicio, e fra gli altri accettò una fiata l'opposizione 32 XXVII | amor d'Iddio, ché non vi accheteresti in tutt'oggi, e dubito che 33 III | venire in tal cognizione, accommodate un uomo vivo nell'atto che 34 XXVII | cosa agilita la persona, accomoda la digestione, e strugge 35 XIV | cose dette dagli altri, accomodando bene li soggetti agli atti 36 XIII | terzia è la pratica del saper accomodare il vivo a buon lume; conoscere 37 XXVII | masticando il prencipio; accomodative a vostro aggio. So che non 38 XV | sopra il tutto d'unire e accompagnare la diversità delle tinte 39 XXVI | perché sempre apparerebbe l'acconcio; le si puono ben rifare, 40 Intro | importanza d'un tanto carico, accorgendomi esser povero d'intelligenza, 41 X | Protoegene, d'il che più accortosi Demetrio, vuolse prima abandonar 42 V | centricolo, l'altra punta accostata alla cima del capo, quella 43 XI | opera che pareva e non era, accostatosi alla tavola, diede di mano 44 V | nausea e fastidio. Però s'accosteremo a Vitruvio, il quale vuole 45 XXVI | artificiali, al qual fine noi s'accostiamo molto più perfettamente 46 Congedo| nostro Pino come egli stesso. Accostiamocili, se volete accertarvi della 47 XXVII | perfezione nell'opere, se gli accresce disgrazia. Non per ciò voglio 48 XXVI | intesa da lui, sì che li accrescono e loro diminuiscono. Non 49 XXVI | difficultà, e con altra accutezza della mia, i quali hanno 50 IV | anni, ma più partecipi dell'acerbo che del maturo, non debilitata 51 VI | nebie causate da' venti, l'acqua e la terra. Vi dilettare 52 XIII | lapis nero e biaca, toccar d'acquaticie, trattegiar di penna, ma 53 XV | difficile), distinguer l'acque dall'aere; e avvertire sopra 54 XXVII | perché se ne raggiona poi, e acquista un nome di troppo tedioso, 55 XXVII | da chi si può imparare e acquistar utile e onore. Vesti onoratamente; 56 II | fatiche ch'egli spende per acquistarlo.~ ~LAURO~Voi dite la verità, 57 XXVII | lo gonfiarsi nel freggio acquistato dalla virtù de' progenitori, 58 XXVII | con pochi; così non pur acquisterà la benevolenza di molti, 59 IX | avilisce di modo che non acquistiamo né ricchezze, né onore.~ ~ ~ 60 X | dipinta, ch'immortalarsi con l'acquisto d'una tanta città.~ ~FABIO~ 61 V | ciascun maestro si debbe acuir nella prontezza degli atti 62 XXVII | pittor nostro abbi la vista acuta, la mano sicura e stabile, 63 XIII | cose, il qual modo voi l'addimandate schizzo. La terzia è la 64 II | tal cosa, ma per quanto m'addita il mio intelletto, qual 65 XXVII | Conviemmi adonque (per adequar questa nostra umidità) dipignere 66 XXVII | Vitruvio, ch'averà più facile adito di formare le figure perfette, 67 XXVII | virtù de' progenitori, sono adulati e scherniti, e non veramente 68 VI | amorosi, scuopre la falsa adulazione, il fuoco dello sdegno, 69 XIV | ne' convivj publici vi si adunasse più di nove persone, perch' 70 XV | distinguer l'acque dall'aere; e avvertire sopra il tutto 71 XXVII | biasimevole, ma mista con affabilità e cortesia, accettando ognuno, 72 XVIII | più ne' luochi pubblici, affaticandovi e dilettandovi di perficerle, 73 XXI | la cui ingeniosità meritò affaticar la cortesia de' scrittori 74 XXVI | concerne l'onor nostro, io m'affaticherò in farvi intender quello 75 XIV | allegri, di quelli che s'affatichi, altri riposi, vivi e morti, 76 IV | vostra, eh?~ ~FABIO~Anzi m'affatico per insegnarvi nell'arte 77 XXIII | attendere tutto uomo. E perché s'affaticorno tanti e tanti antichi fin 78 XXVII | certo che di riputazione non affettata, non biasimevole, ma mista 79 Intro | inchinato a terra con sincero affetto, questa mia pittura le consacro, 80 X | LAURO~Vedete con qual affettuoso nodo sono legati i pittori 81 Intro | porto, come signore, o dall'affezione che le tengo, come nato 82 XXI | nel modo dell'invenzione, affirmando che tal arte ebbe origine 83 XXI | è molto credibile; onde, affirmandosi un uomo nello spazio lucidato 84 X | colori, né anco l'uomo può affissarsi in quelli, sì che ne apprendi 85 XXVII | malancolico, con le virtù naturali affisse nell'Idea, util cosa sarà 86 IV | rilevato e sodo; le coscie affusate e marmoree.~ ~LAURO~Avvertite 87 Intro | di fiori le sacre imagini agghirlanda, sperando per lo puro voto 88 IX | nostro necessarie, e prima aggiarsi bene, e poi filosofare che 89 XXVII | ci occorre che, credendo aggiognere perfezione nell'opere, se 90 XXIV | disegno di Michiel Angelo aggiontovi il colore di Tiziano, se 91 XXI | proporzione, né altro è l'aggirar del cieli, l'ordine delli 92 IV | e candida; che l'età non aggiugnia alli trentacinque anni, 93 XXVI | effetti da sé, se non vi aggiugnie il maestro il suo artificio. 94 XXIII | imperfezione corporea, a tal ch'aggiungniamo prima alla morte ch'al termine 95 XXI | da Eumaro. Cimone adonque aggiunse più porzione all'opere ch' 96 XXVII | differenzia causa che non a tutti aggradano equalmente le cose. E però 97 XXVII | così difender, conservar e aggrandir l'onor suo. Il ch'è lecito 98 XXVI | opera degna di lui, e atta d'aggrandire l'ali alla sua chiara fama.~ ~ ~ 99 VI | dimostrando l'effigie loro; ch'aggrandisce la fama a' vertuosi, componendo 100 XXVI | vogliano operar nella sua; ma s'aggrandiscono dicendo: «Noi gli diamo 101 XXVII | potete mancarmi, volendo aggroppare insieme tutte le lodi della 102 X | caricò di tanto oro che s'agguagliò al peso della tavola, e 103 XXVII | allegre, perché tal cosa agilita la persona, accomoda la 104 | ai 105 XI | vere cotornici, e anco m'aita a crederlo ch'el ditto Zeusi 106 XXVI | se spezzi, quella si può aiutare con stucchi usati da loro. 107 XVI | colori, e non che quelli aiutassero voi.~ ~LAURO~Lo vorrete, 108 XIV | pittore, comporre (con l'aiuto del vivo) lui solo e da 109 VII | pennello, così nel musico alciando la voce, dimenando le mani 110 XXI | proprietà delle pieghe. Costui Alcibiade ritrasse a tal che li suoi 111 XXVII | sovenir d'Alberto, Duro alemano, il qual compose un'opera 112 X | e perch'è da credere ch'Alessando e altri, i quali premiavano 113 V | istendute le gambe e i piedi, allargandole quanto può, postogli una 114 XIV | altri si dolga, alcuni s'allegri, di quelli che s'affatichi, 115 | alquanto 116 Intro | Pomponio Gaurico ne scrivi alqunto, ma costui s'istende più 117 X | Aristide, meritevole di sì alti prezzi e degno d'una perpetua 118 XII | naturalmente tutti gli artefici amano le sue fatture, e molte 119 XXVII | ma anzi dimostrava non amar l'arte per altro che per 120 I | Marte di grembo dalla sua amata Venere con tali lascive 121 Congedo| scintillante di virtù e amato dal nostro Pino come egli 122 XXVII | eletti. Sia il pittore (come amatore della salute sua) buon cristiano, 123 IV | ancor ch'i naturali filosofi amatori della verità, indagando 124 XII | volevo richieder, ma stavo ambiguo d'imporvi tanta fattica, 125 XXIV | Georgione, l'altro Peruggino, Ambrosio mellanese, Giacobo Palma, 126 X | perpetua gloria. Quelli furono amici delle più benigne stelle.~ ~ 127 XXVII | molti, ma si conserverà nell'amicizia di tutti. Non accaderà stimolar 128 XXVII | uno, ma con patto che sia ammessa la più perfetta, come già 129 II | FABIO~Anzi la pittura ammette che l'intelletto vostro 130 Intro | leggendo l'opera mia, l'ammetteranno come non molto disconvenevole 131 XXVII | qualità della cosa dipinta l'ammetteva, o reprobava secondo il 132 V | Formò Iddio l'uomo con ammirabil composizione da molti detta 133 XVIII | E Plinio narra come cosa ammiranda ch'ancor egli vidde ne' 134 X | altri di Apelle cose molto ammirande, e appresso di me come impossibili, 135 XIV | che rendino li riguardanti ammirativi, imperò che mal è per l' 136 X | tal che, com'un pittor s'ammoglia, egli si dovrebbe privar 137 VI | pittura distingue gli effetti amorosi, scuopre la falsa adulazione, 138 XXVII | maraviglia dell'opere sue ampla strada alla sua immortalità, 139 IV | rotonda e liscia; il petto amplo e morbido, le poppe sode 140 XXVI | prima il cadavero per modo anatomico, poscia si cuopre di carne, 141 XXVII | dispenserà la gioventù sua andando per le più nobil parti del 142 VII | LIBERALE~ ~LAURO~Un poco più n'andavo in estasi. In che modo s' 143 XV | Protogene, pittore celeberrimo, andò a Rodi per visitarlo desideroso 144 XXII | Pazzia d'Ulisse dipinta da Androgide, la Battaglia fatta da Eupompo, 145 I | direte di questa compagnia d'angeli?~ ~FABIO~Spettacolo veramente 146 XXI | elementi, la varietà degli animanti, ch'una retta composizione 147 XXII | che quest'arte sia molto antica?~ ~FABIO~Antichissima, e 148 VII | venerazione, né vien premiata come anticamente era?~ ~ ~ 149 XXVII | dell'istorie e invenzioni antiche. Parte onorata e utile del 150 XXII | sia molto antica?~ ~FABIO~Antichissima, e leggisi in Plinio che 151 XVIII | altrimenti fatte, e noi vediamo antichissime pitture in muro, perché 152 Congedo| gentilissimo messer Pietro Antonio Miero giovane padovano tutto 153 XXVII | Apelle: «Fratello, questo s'apertiene al sarto, e non a te». Così 154 XXI | apparve uno Ateniese nomato Apollo Doro, costui fu pittor ingenuo 155 XXIII | rende immortale, però egli s'appaga di fare gli uomini consapevoli 156 III | scoprirà cosa nel vivo che non appaia nel dipinto. Ma avvertite 157 XVIII | oltre gli altri luochi) appar in Roma, dove si sono (a' 158 XXVII | eccellenti pittori, come oggiappare. Questo perché siamo guidati 159 XIV | cioè invenzione, la qual apparere quello che non è, però util 160 XXVI | bastevoli, perché sempre apparerebbe l'acconcio; le si puono 161 XV | un corpo solo, che così appari nel vivo, di modo che le 162 XXVII | over le mani pillose. Né apparisca il nostro maestro con le 163 XV | vedere, perch'a noi non appartengono quelle cose che non si scopreno 164 XXI | delli danari pubblici. Dopo apparve uno Ateniese nomato Apollo 165 Intro | illustrissimo principe, d'appendere questa mia fatica agli onorati 166 V | proporzionato con le braccia e mani apperte quanto si può in forma di 167 XV | colori. Sono infinite le cose appertinenti al colorire, e impossibil 168 XXVI | dieci; ma che gli uomini appetiscano e applicansi alla pittura 169 XXVII | espresso che tutte le creature appetiscono il loro simile, non al 170 XXVI | difficultà della scultura non è appetita da tanti intelletti.~ ~FABIO~ 171 IV | FABIO~Vi si ricciava l'appetito, eh?~ ~LAURO~Seguite di 172 XXVII | equalmente le cose. E però chi s'applica alla grandezza delle littere, 173 XXVI | gli uomini appetiscano e applicansi alla pittura più ch'alla 174 XXVII | distinguere li contorni e applicare l'effigie secondo la qualità 175 III | ritraggesti quel vivo, ch'appostandovi più qua o più del vostro 176 III | nostra opera vi conviene appostare il vedere, punto, over origionte 177 III | converrebbe mutar piede, o appostarsi, over cadere; ma lasciamo 178 X | affissarsi in quelli, sì che ne apprendi buona informazione, per 179 Intro | preclaro nome suo, intrepida s'appresti nelle mani del comune giudizio. 180 IX | appresso di me mertano esser apprezzate come quelle che, vista l' 181 VII | pittura tra quelle celebrata e approbata da tutti i filosofi, come 182 I | Ben venuto il mio Fabio, appunto ero con voi col pensiero.~ ~ 183 XVIII | Cotesto è lo dipignere arabesco usato da' Mori; altri modi 184 V | proporzione a colossi, agli archi, alle colonne, alle porte 185 V | ordini e misure. Gli antichi architetti edificatori trovorono, nell' 186 IX | altro che la conocchia e l'arcolaio.~ ~FABIO~Voi dite bene, 187 XVIII | ancor egli vidde ne' tempj d'Ardea, i quali erano stati le 188 XXVII | opre latine, nelle quali ardì fondatamente, nel libro 189 XXI | spazio lucidato dal sole, Ardice, che fu il primo che l'isercitò 190 X | mai fu trovato pittore che ardisse di finirla, e così imperfetta 191 Intro | largità delli fatti, ho ardito, illustrissimo principe, 192 XXVII | certo se mi sdegnasse, ma l'arei a male~ ~FABIO~Sono varj 193 XVIII | perché la calce mista con l'arena è materia incorruttibile, 194 XXIV | Pontormo, di Bronzino, Georgino aretino, il Sodoma, don Giulio miniator, 195 XV | rame, il ferro lucido dall'argento, imitar bene il fuoco (il 196 XXIV | Campagnolla, Stefano dell'Argine giovane padoano, Giosefo 197 XXVII | FABIO~La prontezza dell'arguzie è assai famigliar alle femine. 198 IV | dal coito, non pasuta, non arida; che le membra corrispondano 199 XII | così dolce semente nel mio arido giardino.~ ~FABIO~Come, 200 II | e non filosofo. Leggete Aristotele e gli altri, c'hanno detto 201 IV | fede alla bontà. E dice Aristotile ch'un corpo mostruoso è 202 I | pure, ad ogni modo io son armaio dei tuoi segreti.~ ~LAURO~ 203 XXVI | un quadro un san Georgio armato in piedi appostato sopra 204 XXVI | artificiali noi faremo conoscer un'armatura, un panno di seta, di lino, 205 XIV | legami, nodi, freggi, veli, armature, e altri ornamenti di capo 206 XXII | sì come ora si dipingeno arme, over imprese delli nostri 207 V | composizione da molti detta armonia, e gli diede una sì proporzionata 208 V | alla cima del capo, quella arruotando per l'estremità del capo, 209 XXIII | l'una naturale, l'altra artificiale e l'altra eterna? Oh, ben 210 XXIV | se Bronzino seguita all'ascendere, egli verrà un eccellentissimo 211 IV | gli convengono le gambe asciute, i piedi piani, le dita 212 XXVII | in publico, di nascosto ascoltava la diversità dell'openioni, 213 XVII | ha il suo dipintore, e s'aspettasse esser richiesto, dipignere 214 XXVII | Iddio miracolosamente, o aspettati dagli uomini, come dagli 215 XXIII | mondo. Dimostra anco ch'egli aspirava alla sua immortalità. Il 216 XII | contentezza di quella che si assaggia nell'arte nostra.~ ~FABIO~ 217 Intro | tanto maggior displicenza assaggiava la mente mia, quanto più, 218 XVII | li danari? La povertà è assassina, dicovi; e non si paga tanto 219 III | tutto che molti non sanno assegnare le ragioni di tal fallo. 220 IV | natura della natura, ma assegnorno le ragioni, l'ordine e le 221 XV | Vero è che gli uomini s'assicurano la mano operando. Del lume, 222 XV | e stabil mano, e quello assicurarsi sopra la bacchetta non fu 223 XXVII | voglio ch'il nostro pittore assiduamente s'eserciti nel dipignere, 224 XIII | diverse specie, sì ch'uno non assomiglia all'altro, contrafà ben 225 I | proporzioni, misure e ordini astratti quasi dal vero ch'i primi 226 XXVI | questi tali dicano esser astretti a far una figura di punto, 227 XXVII | natura (come vuoleno gli astronomi). Però, s'ardisco formare 228 X | mano fu comperata dal re Attalo per sei mille sesterzj ( 229 XIV | delle figure, e che tutte attendano alla dichiarazione del fine; 230 III | cose dipinte convengono attender a quel punto, perché faccia 231 XXIII | dovrebbe sopra ogn'altra cosa attendere tutto uomo. E perché s'affaticorno 232 XXV | più chiara testimonianza. Attendete pure a fornire il raggionamento 233 XXVII | all'impossibile; s'anco attendo a comporre un pittore perfettamente, 234 VIII | mal premiati. Di quegli ch'attendono a porre i bei colori in 235 XXI | la sua arte, perché Zeusi attese molto a imitar le cose sue. 236 XXVII | men precio d'uno talento attico all'anno, che valeva più 237 XXVI | diligenza che non ne trae pur un attomo più di quel che li conviene, 238 Intro | patria, ma vie più a sé attraendomi l'integrità e candidezza 239 XXVII | pittore, che sarà eccellente, attraerà ciascuno a ricercarlo e 240 XXVI | sono cento pittori, e se l'attribuiscono a gran lode, dicendo che 241 VIII | VIII~ATTUALE DECADENZA DELLA PITTURA 242 V | secondo Marco Varrone e Aulo Gellio erano di quattro 243 IV | capelli lunghi, sottili e aurei; le guancie uguali; la bocca 244 XXVI | distinto. Noi facciamo veder un'aurora, un tempo pluvio, e nel 245 XXVII | cui mano vidi già alcune aurore con rifletti del sole, certe 246 XXVI | sono imperfetti, non avendo autorità di distintamente imitare 247 XIV | essendo io pittor di poca auttorità, pur mi sodisfacio in due 248 XXVI | scultori, che si tengono avantaggiati per lo rilevo, sono goffi. 249 XXVII | scortesia e si mostrava avarissimo, perch'egli non pigliava 250 XXVII | in quelle si conoscea un avaro, un crudele, un vizioso, 251 XIV | Quanto più ne parlate, m'aveggio che tanto meno l'intendo.~ ~ 252 XXVII | troppo frequente operare come avelata e ottusa; il per che sovente 253 | avendosi 254 XI | un mio amico, al qual s'aventò un gatto credendolo vivo.~ ~ 255 XXVII | descritta secondo Vitruvio, ch'averà più facile adito di formare 256 | averci 257 XVII | opera ad Apelle, gloriandosi averla fatta prestissimo, al che 258 | avessimo 259 | aveva 260 XXIII | maestro.~ ~FABIO~Questo c'aviene perché gli intelletti nostri 261 III | intelletti, perché non intendo aviluppare in questo nostro ragionamento 262 XXII | di marmo di cristallo, d'avorio e altre più degne, onde 263 | avrei 264 XVIII | in oblivione, di ciò ve n'avvederete voi. Tornate a casa.~ ~FABIO~ 265 XXVII | Ebrei il Messia?~ ~LAURO~M'avveggio ben io che voi dite queste 266 XXVI | perfezion dell'artefice; e avvenga ch'alla figura mancasse 267 XXVII | l'arte e virtù sua. E s'avvenisse che ne fusse richiesto come 268 XI | alcuni cavalli, sì come avvenne a quel d'Apelle, e a un 269 XV | distinguer l'acque dall'aere; e avvertire sopra il tutto d'unire e 270 XVI | però intendo vaghezza l'azzurro o oltra marino da sessanta 271 XV | quello assicurarsi sopra la bacchetta non fu mai usato dagli antichi, 272 X | qual vendete una figura di Bacco cento talenti, che valevano 273 X | informazione, per esser tanto i baleni subiti. Dipinse Apelle un 274 X | del sole, e dipingeva il baleno e lampi tanto al vero simili, 275 I | qualche sposalizio, o pur come banchetto?~ ~LAURO~Fratello, ecco, 276 V | terzo della qual è dalla barba insino sott'il naso, la 277 IV | coda dell'occhio, e sian basse; la gola rotonda e liscia; 278 XXVII | pigri e inerti, che tengono bastarli lo gonfiarsi nel freggio 279 XXVII | riputazion dell'arte, perché li bastava il tenir le sue tavole in 280 XXVI | scultori insieme non sarian bastevoli, perché sempre apparerebbe 281 XXII | dipinta da Androgide, la Battaglia fatta da Eupompo, la Minerva 282 III | sempre quel capo della gola batterà a piombo col capo nella 283 X | maravigliosa) conservata.~ ~LAURO~Beato lui, la cui propria virtù 284 VIII | quegli ch'attendono a porre i bei colori in opera per trarre 285 X | Campaspe, e lodandogliela per bellissima, sì come acceso di lei, 286 XVIII | antichi di Roma), le pitture bellissime di colore e forma. Il per 287 XIX | vostro ragionamento è stato bellissimo e veritevole, ma non trovo 288 II | città cinque vergini, la beltà delle quali soppliva all' 289 XXVI | nell'imagine della sua beltade.~ ~LAURO~Voi m'avete sodisfatto 290 | benché 291 XXVII | giudici ch'abbino gli occhi bendati, over le mani pillose. Né 292 XXIII | LAURO~In fine, se questa benedetta arte si potesse intendere 293 XXVII | così non pur acquisterà la benevolenza di molti, ma si conserverà 294 XXIII | o forma, non già per li beni di fortuna, ma sì bene per 295 X | Quelli furono amici delle più benigne stelle.~ ~FABIO~Che direte 296 XXVII | alcune congiunzioni de' più benigni pianeti, o nella nostra 297 XXIV | il Parmeggiano, messer Bernardo Grimani, e altri che sono 298 XXIII | di noi non sa mangiare, e berre, e dormire? e qual non saprebbe 299 XIII | tinte, col lapis nero e biaca, toccar d'acquaticie, trattegiar 300 XI | Parasio, che dipinse uno panno bianco in un quadro, sotto il qual 301 II | non sarà non ch'inteso, ma biasimato da chi non sa insin dove 302 XVII | proposito si dice ch'Apelle biasimava se stesso perch'era troppo 303 XVII | ch'ambi gli estremi sono biasmevoli, e a questo proposito si 304 XVI | abbagliar gli ignoranti: non vi biasmo del por i belli colori in 305 XVI | guancie rosate e capegli biondi, l'aria serena, la terra 306 XXVI | scemandone una scaglia oltre il bisogno la figura non si può reintegrare 307 XIV | altri ornamenti di capo bizzarri e gai, dando all'opere tal 308 XXVII | paesi, e pratico in altre bizzarrie, consumato nella prospettiva; 309 I | Venere con tali lascive blandizie. Sono vaghissime, e vestono 310 XXIII | tutte l'ope sue hanno la boletta: cosa risibile.~ ~FABIO~ 311 XXIII | di mia mano senza il suo bolettino, burli chi vuole.~ ~FABIO~ 312 XVIII | colori e con alcune strazie bollite in diversi succi. Cotesto 313 Intro | Vostra Serenità alla cui bona grazia umilmente mi raccomando.~ 314 XXIV | Vitruvio, e altri poi, come Bonifacio, Giovan Pietro Silvio, Francesco 315 XXVII | displicenza nella prima bozza, mai più riesce, né per 316 XXVI | mancasse il capo, over un braccio, vorreste voi per ciò imputar 317 XVI | LAURO~Lo vorrete, e lo bramo io, ma ci manca il sapere. 318 XXIV | miniator, Giovan Gierolomo brescian, Giacobo Tintore, Paris, 319 XI | pittore, o mi morrei sul buco del studio.~ ~ ~ 320 X | stelle.~ ~FABIO~Che direte di Bularco, che donò una sua tavola ( 321 XXIII | che sia di Michiel Angelo Buonaruoti, di Tiziano e altri, che 322 XIV | stupisce del bene, e si burla del sporzionato e goffo.~ ~ 323 II | son già sì oppresso dalle burle, che mi lassi scappar la 324 XXIII | senza il suo bolettino, burli chi vuole.~ ~FABIO~Anzi 325 X | dei Rodiani, deliberato cacciar fuoco da una parte della 326 XXVI | miste. Si ordisce prima il cadavero per modo anatomico, poscia 327 III | piede, o appostarsi, over cadere; ma lasciamo tal cosa molto 328 XVIII | FABIO~Vedete che l'opra è caduca, e già comincia a guastarsi 329 VIII | convenevole a tal arte per tre cagioni. La prima è che noi vogliamo 330 XI | come Ponzio, legato di Caio imperatore (per quanto dice 331 IX | tutte l'arti come guida e calamita di esse, per l'ordine e 332 V | che la distanzia ch'è dal calcagno alla somità, o collo del 333 XVIII | pitture in muro, perché la calce mista con l'arena è materia 334 XVIII | fondamentati, ch'il gran caldo li strugge e il gran freddo 335 VIII | Efeso, un'altra Irene, e Calisso, l'altra Zizena, vergine 336 XXIV | padoano, Giosefo il Moro, Camillo, Vitruvio, e altri poi, 337 XXVII | giocare di scrimia, o almeno caminare per un certo spazio, confabolando 338 XXVII | colori, con li drappi lerci e camise succide, come guataro; ma 339 XXIV | Tintore, Paris, Dominico Campagnolla, Stefano dell'Argine giovane 340 X | favorita d'Alessandro, nomata Campaspe, e lodandogliela per bellissima, 341 XXVI | dandoci la liberal pittura campo franco di compiacersi nel 342 XIV | L'INVENZIONE ...~ ~LAURO~Cancaro, qui c'è da far! Pur oltre, 343 X | conflitto delli Magneti) a Candaulo re de' Lidi, il qual re, 344 IV | senza macola, lucida e candida; che l'età non aggiugnia 345 XXVII | in un suo libro con dir candido tutte le vite e opere de' 346 XIV | li pittori nostri non mi canoneggiassero per cierletano.~ ~LAURO~ 347 IV | IV~CANONI DELLA BELLEZZA MULIEBRE~ ~ 348 XVII | ch'erano, le riponevano da canto, e un tempo dopoi le rivedevano, 349 IV | corrispondano insieme; con i capelli lunghi, sottili e aurei; 350 II | quali non possono esser capite da alcuno senza l'arte. 351 X | rispondere, recatosi un carbone in mano, disegnò nel muro 352 V | pur mi sono gratissime e care.~ ~FABIO~Buona cosa è il 353 X | billancia, e l'altra billancia caricò di tanto oro che s'agguagliò 354 XV | proprie, come il variar delle carni corrispondenti all'età, 355 XXIII | XXIII~IMPORTANZA DEL CARTIGLIO~ ~LAURO~In fine, se questa 356 XXVII | volesse dipignere una femina casta, sappi molto bene distinguere 357 XXVI | confusi da Georgione da Castel Franco, nostro pittor celeberrimo 358 Intro | prosonzione, parmi degno d'alcun castigo, ragionando di pittura; 359 VIII | per edito publico che niun cattivato in servitù, overo condennato 360 XV | gli venti di quello men cattivi. Quest'è quanto ti voglio 361 X | questa povertà e avarizia causano dallo carico di moglie e 362 VI | pioggia e neve, le nebie causate da' venti, l'acqua e la 363 V | parlano. Il che a intendere causerebbe nausea e fastidio. Però 364 IV | temperati di modo che da loro si causi una carne delicata, senza 365 XXVII | individuo essercitarsi in cavalcare, giocare alla palla, lottare, 366 VIII | d'Ennio poeta; Turpillo, cavallier romano, il qual dipingeva 367 XVIII | si sono (a' miei giorni), cavando sotterra, scoperte alcune 368 XXVI | delle dipinte eterne, gli cedo, ma tal cosa non dipende 369 XXIII | mercé degli scrittori, che celebrando le prodezze negli anni e 370 Intro | in diverse essemplarità celebrare, né mai alcuno antico o 371 VIII | della pittura, ch'oltre il celebrarla come arte liberale, non 372 IX | dite bene, ma queste tali celebrate per diverse virtù furono 373 XXIII | uomini veduti da pochi e celebrati da tutti, eletti da Iddio, 374 XXIII | felici e gloriosi spiriti, celebri al mondo con tal vìrtù che 375 XXVII | come confortatrici del celebro. Usi anco quelle foggie 376 XVIII | FABIO~Non è ancor ora di cena da tornarsi a casa.~ ~LAURO~ 377 XVIII | i quali erano stati le centinaia d'anni senza tetti (perché 378 XVIII | altri modi in carte, in cera, in vetro e cuoi, ma coteste 379 XVII | perch'io sono di natura cerea, voi credete facilmente 380 X | la figura nel tempio di Cerere.~ ~LAURO~Oh, ben felice 381 | certi 382 V | cosa è stata da me col vivo certificata. E per darvi l'ordine integro, 383 XXVII | che fece, che ebbe?» et cetera. E per tanto il nostro pittore 384 VII | Furono alcune più nobili arti chiamate - dagli antichi - liberali, 385 Congedo| CONGEDO~ ~LAURO~Ora mi chiamo da voi sodisfattissimo, 386 VII | piace.~ ~LAURO~Io ne son chiarissimo. Mi sapreste voi dire onde 387 III | comparazione. Ma, di grazia, chiaritemi meglio: che cosa è quel 388 XXVI | il ragionamento vostro, chiuderò la bocca a questi che vorranno 389 XXVII | vivi per mangiare, ma si cibi sobriamente per sostentazione 390 X | mezza d'oro per uno, secondo Cicerone), e credendo Mumio che vi 391 XXII | vittoria di Marcello in Cicilia, e da' Italiani fu ritrovato 392 XXI | né altro è l'aggirar del cieli, l'ordine delli elementi, 393 XIV | non mi canoneggiassero per cierletano.~ ~LAURO~Creggio ch'essendo 394 V | poscia la grossezza dell'uomo cingendolo sotto le braccia, è per 395 | cinque 396 XXVI | creggio che ve ne siano, circoendo tutto il mondo, il numero 397 III | compasso formerà mai un corpo circolare senza quel punto nel meggio, 398 I | opere sue; né può il pittore circonscrivere pur un punto, oltre quello 399 XXVII | questo nostro pittore tanto circospetto e integro in ciascuna parte 400 XIV | l'opera muove a riso li circostanti, perché si stupisce del 401 XIII | diremo giudicio, la seconda circumscrizione, la terza pratica, l'ultima 402 XXVI | cosa parlare, non son per citar le ragioni di costoro, ma 403 XXII | e altre più degne, onde Claudio fu molto lodato nella sua 404 XXI | da Filocle egizio, over Cleante corinto. Costoro cominciorono 405 XXI | nero nomato monocromathon. Cleofanto corinto ritrovò alcuni colori 406 XXI | naturale. Venne dietro Cimone cleoneo, il qual passò più oltra 407 XX | frequentando lo studio e co 'l por mente a chi opera.~ ~ 408 IV | punta del naso infin alla coda dell'occhio, e sian basse; 409 X | SPLENDORI DELLA PITTURA~ ~FABIO~Codesto è verissimo, e questa povertà 410 XXVII | in molte parti ebbe buona cognizion di littere, e maneggiava 411 VIII | perciò tutti i Fabj furono cognominati pittori. Fu pittor Pacuvio, 412 | colei 413 III | giontura, tra la gamba e il colmo del piede, sopra qual egli 414 XI | Rodi una pernice sopra una colonna, alla qual volavano le vere 415 V | colossi, agli archi, alle colonne, alle porte e alle finestre, 416 XXI | distinguer linee con un certo color nero nomato monocromathon. 417 XXIV | ch'el mi par el più bel coloritore che dipinga a' giorni nostri.~ ~ 418 | coloro 419 V | quantità e proporzione a colossi, agli archi, alle colonne, 420 XXVII | nel giudicare uno al primo colpo gli uomini percuoteno nelle 421 | com' 422 XIV | scrivono, i quale nelle loro comedie e altre composizioni vi 423 XXVII | altri più sensitivi si comettono all'onorato preggio dell' 424 III | divertir il ragionamento cominciato più dilettevole. E certo, 425 II | ciascuna spezie creata, ch'una commensurazione e corrispondenzia di membri 426 Intro | più fiate pervertito di commettermi nell'importanza d'un tanto 427 V | di dieci pezzi, e poi le commettevan insieme, e riuscivano giustissime 428 XXVII | servitore; usi tutte le commodità che può, e che sono fatte 429 IX | diletta, dovrebbe anco esser commodo delle cose al viver nostro 430 I | convitate: che direte di questa compagnia d'angeli?~ ~FABIO~Spettacolo 431 VIII | e fama; ma la statuaria compareva per la natura del sasso, 432 Intro | produce; al fine, sperando più compassione che biasimo, spronato da 433 VIII | avarizia de' pittori e di chi compera. Queste sono a mio giudizio 434 X | pur della costui mano fu comperata dal re Attalo per sei mille 435 II | di maniera che mai più si compiaceno nell'opere sue. Vedete messer 436 IV | ragionamento, a forcia convengo compiacermi in ciò che v'aggrada.~ ~ 437 XXVI | pittura campo franco di compiacersi nel fare e disfare, abbiamo 438 I | mio, voi come forastiero, compiacetevi nella contemplazione delle 439 Intro | quanto l'intelletto mio mi comportasse, nientedimeno ho più fiate 440 XIV | puono. Onde Varrone non comportava che ne' convivj publici 441 XXVII | ornarlo, sì come par a voi che comporti la grandezza di tal arte.~ ~ 442 XXVII | Alberto, Duro alemano, il qual compose un'opera nel suo idioma 443 XXVI | insieme figniamo la forma composita di carne, ove si discerne 444 XV | ciascun colore o da sé o composito può far più effetti, e niun 445 II | che vengon difficilmente comprese da noi, le quali non possono 446 V | mano imperò che li piedi comuni fallano assai in molte forme 447 V | dalla sommità del petto al concavo, over bocca del stomaco, 448 Intro | m'ha dato quanto in me si concepisce e di ciò che da me si produce; 449 XXVI | perch'in tal difficultà si concerne l'onor nostro, io m'affaticherò 450 XII | fumo e nube diversamente concernesi, e questo la natura con 451 XX | nell'arte nostra. Altro non conciede la pittura dar agli prencipianti 452 XVIII | nella pittura.~ ~LAURO~Io concorro nella vostra openione circa 453 XXVII | nell'esser premiato, ma si condanni, come quello che più apprezza 454 VIII | cattivato in servitù, overo condennato per qual si voglia mesfatto, 455 XVI | dicovi che la vaghezza è il condimento dell'opere nostre, non però 456 X | perfetto tra quelli, fecero condurre alcuni cavalli vivi al conspetto 457 XXVII | caminare per un certo spazio, confabolando con alcun amico di cose 458 XXV | riposto da lui nel fondo della confessione come più leve, et era più 459 XI | nel velo dipinto, ond'egli confessò esser vinto dall'ingeniosità 460 V | lodabile unirsi alle misure che confidarsi nel suo giudicio.~ ~ ~ 461 X | Così tengo io, e a vostra confirmazione vi voglio raccontare alcune 462 X | nella qual era dipinto il conflitto delli Magneti) a Candaulo 463 III | che, volendo vedere questa conformità, vi conviene affirmarvi 464 XXVII | usando cose odorose, come confortatrici del celebro. Usi anco quelle 465 XXVI | per un altro modo furno confusi da Georgione da Castel Franco, 466 Congedo| CONGEDO~ ~LAURO~Ora mi chiamo da 467 IV | che sia generata in buona congionzione delle sette stelle e sotto 468 XXVII | infusa in noi da alcune congiunzioni de' più benigni pianeti, 469 IV | bontà intrinseca, la qual è connessa nella porzione dechiaratavi, 470 VI | la pittura come parte è connumerata, e unita, e celebrata, qual 471 IX | vi conviene altro che la conocchia e l'arcolaio.~ ~FABIO~Voi 472 XXVII | proprio, ch'in quelle si conoscea un avaro, un crudele, un 473 XXVI | cose artificiali noi faremo conoscer un'armatura, un panno di 474 XXVII | richiesto come maestro, se conoscerà il discepolo ben disposto 475 X | muro una faccia, la qual fu conosciuta come effigie d'uno nominato 476 XIII | come i poeti; altro non conosco come tal giudizio se possi 477 Intro | affetto, questa mia pittura le consacro, acciò che fattole scudo 478 XXIII | appaga di fare gli uomini consapevoli che egli seguitò la più 479 Intro | a quest'umore, del qual conseguirò il da me desiato fine, se 480 XIX | veritevole, ma non trovo aver conseguito il desiderio mio, il qual 481 XVIII | dalla calcina e con lei conservano, come (oltre gli altri luochi) 482 XXVII | Vinegia. E così difender, conservar e aggrandir l'onor suo. 483 X | voglio raccontare alcune cose conservate da' più ingenui scrittori 484 XXVII | Idea, util cosa sarà alla conservazione di questo individuo essercitarsi 485 XXVII | benevolenza di molti, ma si conserverà nell'amicizia di tutti. 486 XXVII | uomo. Voglio anco che si conservi in uno certo che di riputazione 487 XXVII | virtù della pianta) quelli conservino la specie e rendi il medesmo 488 XXVII | dell'openioni, le quali poi considerate da lui, con la qualità della 489 VIII | ch'i pittori sono in poca considerazione e mal premiati. Di quegli 490 XXVII | pratico in altre bizzarrie, consumato nella prospettiva; vago 491 Intro | DI VINEGIA~Qual semplice contadino, che nella nuova stagione 492 I | forastiero, compiacetevi nella contemplazione delle nostre donne.~ ~FABIO~ 493 XXVII | anno più disegno, ma che contengano un che di gravità. Conviengli 494 XXVI | telle, ma tal cosa non si contiene nell'arte; e che così sia, 495 V | legatura della spalla, e continuando fin alla giuntura della 496 XIII | intendo, sia il profillare, contornare le figure, e darle chiari 497 XXI | che l'isercitò come arte, contornava la detta ombra in terra, 498 XXVII | mai più riesce, né per ciò contradico alla natural perfezione 499 XIII | non assomiglia all'altro, contrafà ben gli scurci, parte più 500 XVIII | può più particolarmente contrafar tutte le cose, perch'alcune 501 XXI | perché trovò il modo di contrafare il naturale. Venne dietro 502 XXVII | troppo amore dell'opera, c'è contraria di maniera ch'una figura, 503 XXI | l'esserità del proprio, contremivano. Vi furono molti altri,


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