aband-contr | conum-grati | grazi-paris | parla-silvi | simil-zucca
grassetto = Testo principale
Capitolo grigio = Testo di commento
504 XVIII | e folle fratesche da non conumerar nella pittura.~ ~LAURO~Io
505 XXVI | loro. Ma più chiaro, se voi conumerate la fragilità della pietra
506 IV | mio ragionamento, a forcia convengo compiacermi in ciò che v'
507 XXVII | ritrarre una persona, ché quel convenir star fermo causa un certo
508 Intro | sua cortesia che le parrà convenirsi, raccogliendola per ostaggio
509 III | sostenta e possa, e variando converrebbe mutar piede, o appostarsi,
510 XXVII | o precipitose, ma la sua conversazion sia con quelli da chi si
511 XXVII | infusi tra tutti noi mortali. Conviemmi adonque (per adequar questa
512 XXVII | contengano un che di gravità. Conviengli anco del faceto nel motteggiare
513 I | queste matrone sono delle convitate: che direte di questa compagnia
514 X | nominato Piano che l'aveva convitato a tal trionfo. Costui cominciò
515 X | alcun segno. Fece Tolomeo un convitto, al qual trovatosi Apelle,
516 XIV | Varrone non comportava che ne' convivj publici vi si adunasse più
517 XVI | la qual si genera da una conzione, over giusta proporzione
518 XXII | erano finti alcuni tetti coperti di certi mattoni, over pietre,
519 XXVI | rispondo che, quanto alla gran copia de' pittori, io non ho inteso
520 XV | artificiali, e anco n'è sì copiosa ciascuna parte del mondo (
521 XXII | over pietre, in modo di coppi, ma di forma piana in alcune
522 XIV | fatica gettata avendosi a coprire il tutto con li colori;
523 XXI | Scitioni la ritrovò. Altri, Corinti. Ma sia come si voglia,
524 XXVII | pittura non vuol laboriosità corporale, ma tien l'uomo quieto e
525 XXIII | impediti dall'imperfezione corporea, a tal ch'aggiungniamo prima
526 IV | non arida; che le membra corrispondano insieme; con i capelli lunghi,
527 II | ch'una commensurazione e corrispondenzia di membri prodotti dalla
528 XXVII | tutt'oggi, e dubito che vi corruciareste meco.~ ~LAURO~Non so certo
529 XXII | tanto proprie al vero, ch'i corvi volavano per possarsi sovra.
530 V | integro è l'umbelico; la coscia, parte della gamba insino
531 IV | poco rilevato e sodo; le coscie affusate e marmoree.~ ~LAURO~
532 XIII | XIII~LE PARTI COSTITUTIVE DELLA PITTURA:…IL DISEGNO...~ ~
533 XIV | cosa inscepida e di poca costruzione. Usano anco di far pronunziare
534 II | Oh, noi siam conformi di cotal cosa.~ ~FABIO~Veramente
535 | coteste
536 | cotesti
537 XI | alla qual volavano le vere cotornici, e anco m'aita a crederlo
538 XXVII | pernicioso e forfantesco, la crapola - madre dell'ignoranza e
539 XXVII | pittore sia ornato di buona creanza, perch'ha da negociare con
540 II | bellezza, in ciascuna spezie creata, ch'una commensurazione
541 XXIII | favoriti dai fati, ben creati dalla natura, e per figliuoli
542 V | uomo è la più eccellente creatura tra le cose prodotte, e
543 XXVII | vede espresso che tutte le creature appetiscono il loro simile,
544 XI | al qual s'aventò un gatto credendolo vivo.~ ~FABIO~Di ciò vi
545 XI | cotornici, e anco m'aita a crederlo ch'el ditto Zeusi fece un
546 XVII | sono di natura cerea, voi credete facilmente imprimermi nel
547 XXVI | panno di seta, di lino, un cremisino separato da un verde, e
548 XVII | che non appaiono le stelle crinite.~ ~FABIO~Vi dirò il vero:
549 XXII | nobilissime, come di marmo di cristallo, d'avorio e altre più degne,
550 XXVII | amatore della salute sua) buon cristiano, imperò che sempre gli uomini
551 V | quanto si può in forma di croce, e istendute le gambe e
552 II | che volendo appresso li Crotoniati dipingere una Venere, elesse
553 XXVII | si conoscea un avaro, un crudele, un vizioso, e tutte l'altre
554 XVIII | carte, in cera, in vetro e cuoi, ma coteste sono semplicità
555 XXVI | modo anatomico, poscia si cuopre di carne, distinguendo le
556 XI | una pittura, accendesse il cuor di un uomo di libidine,
557 XIV | Creggio ch'essendo gli uomini cupidi di novità, a ciascuno sia
558 XI | Scoprilo da te stesso». Zeusi, cupido di vedere l'opera che pareva
559 XXVII | la quale non solo pone cura in conservare la già perfetta
560 XXVII | libero senza ingombri di cure famigliari, acciò che perfettamente
561 XI | dannato che formava le figure curve con i capi troppo grandi,
562 XX | che non si lascia intender dalli suoi! Ditemi, per vita vostra,
563 | dallo
564 XXVI | diligenza della sua, ma dandoci la liberal pittura campo
565 XXIII | FABIO~Avete il torto a dannare le cose laudevoli, egli
566 XI | lo temerebbono». Fu Zeusi dannato che formava le figure curve
567 XXVI | tutte le cose verdi, ma non darà la propria differenzia del
568 X | il qual re, non sapendo dargli più onorato prezzo, fece
569 XIII | contornare le figure, e darle chiari e scuri a tutte le
570 V | vivo certificata. E per darvi l'ordine integro, le braccia
571 XVIII | tornate al ragionamento, e datemi a sapere qual sia la perfetta
572 II | giudicj sono imperfetti, non dati dall'intelletto libero.~ ~
573 XXVII | noglia. In questa parte debba esser il pittore ispediente
574 III | sono mal guarniti, e perciò debbeno le loro opere esser piene
575 XVIII | promisi lo ricettario, non vi debbo mancar dell'openion mia.
576 XXVII | uomini, li quali possono e debbono sostentare tal virtù a loro
577 XVIII | e la tella e tavole sono debili e fragili.~ ~LAURO~E non
578 XXVII | ragione. Qual è parte che debilita le potenzie virili, avilisce
579 IV | acerbo che del maturo, non debilitata dal coito, non pasuta, non
580 Intro | richiederebbe. Laonde il debol mio giudizio non può sentirne
581 XXVI | arti, molto più fragili e deboli sono li corpi della pittura,
582 VIII | VIII~ATTUALE DECADENZA DELLA PITTURA E SUO ANTICO
583 XXVI | SCULTURA~ ~LAURO~El vi convien dechiarare qual è più nobil arte: la
584 IV | connessa nella porzione dechiaratavi, tal che la bellezza fa
585 XIV | tumultuare, ben mi piace che la dechiarazione del soggetto s'includi in
586 III | lasciamo tal cosa molto ben dechiarita da più ottimi intelletti,
587 XXVII | la qual cosa, mertò esser degnamente scritta latina; e di Leon
588 XXIII | con tal vìrtù che vi fà degni d'esser nominati dèi mortali!~ ~ ~
589 XVIII | incommodi, ma tanta n'ho delettazione, che molte fiate son stato
590 Intro | di pittura; come pittore, deliberai tra me stesso di scriverne
591 X | strenua difesa dei Rodiani, deliberato cacciar fuoco da una parte
592 IV | loro si causi una carne delicata, senza macola, lucida e
593 IV | braccia ispedite; le mani delicate con le dita distese, alquanto
594 | dello
595 XXVII | delle cose, imitando quel Demone lacedemone pittore, le pitture
596 IX | virtù, e parmi che l'arte si denigri, e che si tiri la specie
597 IV | puro sangue e picciole; i denti candidi et eguali; l'orecchie
598 VI | partecipazione, come membri dependenti dalla pittura, la qual è
599 XXVII | nella porzione che già v'ho descritta secondo Vitruvio, ch'averà
600 XXII | nulla alle lodi che sono descritte delle figure, come la simolata
601 XII | specchio.~ ~LAURO~Oh, bella descrizione! Oh, bene, che cosa è pittura?~ ~
602 XXVII | certe oscurità con mille descrizioni ingeniosissime e rare, le
603 Intro | qual conseguirò il da me desiato fine, se quelli candidi
604 XXVII | possibil tra noi. Per tanto non desidero che nel nostro pittore sia
605 XV | andò a Rodi per visitarlo desideroso di sapere se la lui gloria
606 V | vi è porzione di quantità determinata che servi a tutte le forme,
607 XXVII | eccellenti pittori, come oggi dì appare. Questo perché siamo
608 VII | altre arti liberali, come dialetica, grammatica, retorica, e
609 Intro | sono inserte nel presente dialogo, e Leon Battista Alberto,
610 XXVI | aggrandiscono dicendo: «Noi gli diamo il rilevo, e non solamente
611 XXVII | lodi della pittura.~ ~FABIO~Diamogli fine, per l'amor d'Iddio,
612 VIII | Tamarete, la qual dipinse una Diana lungamente conservata in
613 XXVI | cosa niuna.~ ~LAURO~Come diavol no? oh, che folla dite voi.~ ~
614 X | moglie con molti pesi d'oro dicendogli: «Tu, che hai perfetta cognizione
615 XV | ordinando alla vecchia che dicesse ad Apelle: «Colui che fece
616 XII | in modo forse non mai più dichiarato per quel che si legge.~ ~
617 XIV | invenzioni, come si convien alla dichiarazion dell'atto dell'istoria che
618 XIV | che tutte attendano alla dichiarazione del fine; che l'abitudini
619 XXIV | altri che sono morti, ma diciamo del nostro Andrea del Sarto,
620 Intro | d'amore di essa pittura, diedi aggio a quest'umore, del
621 XXVII | martire qui in Vinegia. E così difender, conservar e aggrandir l'
622 XXVI | quali hanno sempre voluto difendere la scultura come più nobile;
623 XXVI | ragioni di costoro, ma solo difenderla con le vere ragioni dell'
624 X | a Rodi e, per la strenua difesa dei Rodiani, deliberato
625 XXVI | bocca a questi che vorranno diffendere la scultura, come per un
626 V | dell'altro. Ma perché queste differenzie nascono dagli accidenti,
627 IV | MULIEBRE~ ~FABIO~Troppo è difficil conoscere la perfezione
628 III | perché le parole paiono molto difficili.~ ~FABIO~Oh, io presuppongo
629 II | fuggono dal vedere, che vengon difficilmente comprese da noi, le quali
630 XXVII | sia di statura picciola o difforme, che potrebbe di facile
631 XI | gridando, con l'ali e ungnie difformò tutta la pittura, e per
632 III | PROSPETTIVA~ ~LAURO~Non vi diffundete in tal cosa per divertir
633 XXVII | la persona, accomoda la digestione, e strugge la malancolia,
634 VIII | FABIO~L'arte in sé non mai digraderà dalla prima degnità, come
635 XI | ispavendosi per lo fanciullo. Dil che Zeusi si sdegnò con
636 XIX | prospettiva non mi voglio dilatar, essendo l'instruzioni tante
637 XXIII | inerzia? in vero ognuno; né ci dileggi quegli ricconi che tengono
638 XVIII | pubblici, affaticandovi e dilettandovi di perficerle, come sicuro
639 VI | l'acqua e la terra. Vi fà dilettare nella varietà di prima vera,
640 XII | XII~DILETTI DELLA PITTURA~ ~FABIO~Da
641 VIII | convenevole. E non tanto dilettò la pittura a gli uomini,
642 XV | fine il maestro deve usarvi diligenzia non estrema. Parmi anco
643 XV | et entrato in casa sua, dimandò di Protegene a una certa
644 VII | musico alciando la voce, dimenando le mani per diversi istromenti,
645 XIX | ella insegna il modo di diminuire il tutto con vera ragione,
646 XXVI | che li accrescono e loro diminuiscono. Non so voi m'intendete.~ ~
647 IV | le dita distese, alquanto diminuite negli estremi con ugnie
648 VI | la memoria degli uomini, dimostrando l'effigie loro; ch'aggrandisce
649 XVII | d'infamia, e questi tali dimostrano saperne puoco, non facendo,
650 XXVII | tavole in precio, ma anzi dimostrava non amar l'arte per altro
651 III | porzione. Che così sia, il dimostro. S'uno sta in piedi, sforciassi,
652 XVII | un altro pittore, il qual dimostrò una sua opera ad Apelle,
653 VII | come referisce Laerzio Diogene e Demetrio. E che cusì sia,
654 XXVI | gli cedo, ma tal cosa non dipende per la sua ingeniosità,
655 XXVII | incorrer nelli proprj errori, dipignendo le figure nane e mostruose;
656 XXIV | el più bel coloritore che dipinga a' giorni nostri.~ ~LAURO~
657 XII | fiate la natura lo dimostra, dipingendo da se stessa nei marmi e
658 XXII | nelle scudi, sì come ora si dipingeno arme, over imprese delli
659 XVIII | Sebastiano e altri, che dipinsero in muro secco a oglio?~ ~
660 XI | distinzione, e che così sia, dipinsi poco tempo è in una loggia
661 X | cavalli vivi al conspetto del dipinti, e, vedendo quello d'Apelle,
662 XVII | ch'ogni casa ha il suo dipintore, e s'aspettasse esser richiesto,
663 XV | giustissima, dicendo a colei: «Dirai a Protogene: "Quello che
664 XVII | vender un quadro di Tiziano, direbbeno che la cosa è dozzinale,
665 XIII | quattro parti: la prima diremo giudicio, la seconda circumscrizione,
666 XXVI | cosa ch'egli fà al modo diritto di formare, come facciam
667 VIII | prima esser maestri che discepoli, la seconda per la molta
668 XXVI | composita di carne, ove si discerne la diversità delle complessioni,
669 XXVII | acciò che perfettamente discerni e facci elezione delle più
670 I | pontino in loro, che se li disconvenghi: tutte graziate, tutte belle.~ ~
671 XXVII | peragrar il mondo, se gli disconviene lo carico di moglie, come
672 V | proporzionate. Ma qui ci concorre la discrezione, ch'è intesa da me per buon
673 XXVII | accaderà stimolar gli uomi con disegni, o con ampiezza di promissione
674 X | recatosi un carbone in mano, disegnò nel muro una faccia, la
675 XXVI | di compiacersi nel fare e disfare, abbiamo più causa di ringraziarla
676 III | confusione, rende l'opera disgraziata a tutti, tutto che molti
677 III | dove le figure sono tanto disordinate ch'una tende all'oriente,
678 XXVII | come quelli che puonno dispensar loro nelle cose non necessarie;
679 XXVII | nobil parti del mondo, come dispensator d'una tanta virtù, facendo
680 XXVII | tanto il nostro pittore dispenserà la gioventù sua andando
681 XXVII | opere. Non sia il pittore dispettoso nell'esser premiato, ma
682 XVII | la prestezza nell'uomo è disposizion natural, et è quasi imperfezione.
683 IV | e che la materia sia ben disposta di qualità e quantità; che
684 XXVII | conoscerà il discepolo ben disposto e ch'abbi dell'ingenioso,
685 IV | al preposito nostro, vi dissegnerò bene con le parole quelle
686 IV | molti suoi segreti, e no pur dissero la natura della natura,
687 V | lunghezza dell'occhio; e tant'è distante un occhio dall'altro, quant'
688 XX | delle figure semplici, le distanzie, over misure proporzionate
689 IV | mani delicate con le dita distese, alquanto diminuite negli
690 XIV | nudi, vestiti, in piedi, distesi, sedenti, che si sforci,
691 XXVI | poscia si cuopre di carne, distinguendo le vene, le legature e le
692 XV | Apelle preso un pennello distinse una linea giustissima, dicendo
693 XXVI | non avendo autorità di distintamente imitare una cosa, ma solo
694 IV | i piedi piani, le dita distinte. Questo parmi esser l'ordine
695 XXVI | complessioni, gli occhi distinti dai capegli e dagli altri
696 XXVI | colori, come è anco nel vivo distinto. Noi facciamo veder un'aurora,
697 XXI | scoperse nell'imagini la distinzion de' membri e delle vene;
698 X | abandonar l'impresa che distruggere una sì degna opera, e così
699 X | ch'abbrugiando quel luoco, distruggeva una bella tavola dipinta
700 XIX | tutto che tra loro le sia disugual perfezione, ma un perfetto
701 VIII | rara, ma noi artefici siamo disuguali a quel onere e utilità convenevole
702 XI | m'aita a crederlo ch'el ditto Zeusi fece un fanciullo
703 XXVI | Trovate voi un scultore che divegni pittore senza praticar il
704 XXVII | acciò che più facilmente divenghi nella perfezion dell'arte;
705 XXIII | se voi mi persuadesti a divenir luterano (ch'Iddio ci scampi
706 III | vivo per lo rilevo farebbe diverso effetto da quel dipinto,
707 III | diffundete in tal cosa per divertir il ragionamento cominciato
708 XXVII | eserciti nel dipignere, ma divertisca dall'operare, intratenendosi
709 XV | abbino del rimesso, e che non dividano e tagliano una dall'altra;
710 V | noi usata come misura si divide in tre, un terzo della qual
711 XIII | disegno, io voglio anco dividerla in quattro parti: la prima
712 XIII | farvela meglio intendere, dividerò in tre parti a modo mio:
713 XIII | isercitandolo nell'arte, egli divien più perfetto, ma, avendo
714 I | fossero (se dir si può) divine.~ ~FABIO~Lauro mio, voi
715 IV | morbido, le poppe sode e divise; le braccia ispedite; le
716 XIV | Galeno, ma di grazia non lo divolgate, acciò che li pittori nostri
717 XXIII | qual non saprebbe lasciar divorare gli anni suoi all'ozio e
718 XIV | lodabile.~ ~LAURO~A questo vi dò per testimonio le facciate
719 XX | intelletto di colui ch'impara è docile e svegliato con la natural
720 VI | inalcia alla distinzione dei doi mondi; che conserva la memoria
721 XIV | che si sforci, altri si dolga, alcuni s'allegri, di quelli
722 X | Alessandro, soperbamente gli domandò chi l'avesse introdotto
723 XXVII | istimato. Quest'è per la lunga domestichezza, e anco perché nel giudicare
724 XXIV | Giacobo Tintore, Paris, Dominico Campagnolla, Stefano dell'
725 XXIV | Georgino aretino, il Sodoma, don Giulio miniator, Giovan
726 VII | regina dell'arti, largisse e dona buona cognizione di tutte
727 XXVII | strada alla sua immortalità, donando le tavole a' signori e grandi
728 X | onorato premio d'Apelle, donandogli quella femina già elettasi
729 XXI | pittura, cominciorono a donar l'opere sue, istimando ciascun,
730 X | Alessandro Magno, ch'oltre il donarli la femina detta, vuolse
731 XVII | cosa acquistata da lui, ma donatagli dalla natura. E poi non
732 VIII | fruimo quelle prerogative donateci da' Greci, li quali ebbero
733 Intro | ILLUSTRISSIMO SIGNOR~FRANCESCO DONATO~PRENCIPE DI VINEGIA~Qual
734 X | di cortesia reciproco al donatore?~ ~ ~
735 XXVII | integramente ornato di tutti quei doni insieme da Iddio e dalla
736 X | Che direte di Bularco, che donò una sua tavola (nella qual
737 XVII | riponevano da canto, e un tempo dopoi le rivedevano, et emendavanle.
738 XXIII | sa mangiare, e berre, e dormire? e qual non saprebbe lasciar
739 XXI | uno Ateniese nomato Apollo Doro, costui fu pittor ingenuo
740 XXVII | lontani, del che ne sono molto dotati gli oltramontani, e quest'
741 XXVII | bresciano in questa parte era dottissimo, della cui mano vidi già
742 III | le ragioni di tal fallo. Dovete adonque affirmarvi a un
743 III | scopren la schiena, che dovrebbon dimostrare il petto. La
744 XVII | direbbeno che la cosa è dozzinale, e a nostra confusione ci
745 XXVI | eccellenza della scultura, senza dubbio la pittura è più perfetta
746 II | proviggionato dall'ultimo duca di Melano~ ~FABIO~Uomini
747 X | talenti, che valevano cento ducati l'uno, e un'altra pur della
748 XXVII | voglio che lui venghi al duello della concorrenza, e fare
749 IV | Avvertite bene che scendesti dui gradi in un passo, non vi
750 | ebbero
751 XXVI | alla rebuffa come ritto ebraico nello scrivere, e così opera
752 XXVII | dagli uomini, come dagli Ebrei il Messia?~ ~LAURO~M'avveggio
753 VIII | dice che l'arte statuaria eccede la pittura di gloria e fama;
754 V | altezza dieci faccie, non eccedendo l'undecima a questo modo.
755 X | pittori antichi fussero eccellentissimi, il perch'erano in grande
756 XXIV | ascendere, egli verrà un eccellentissimo maestro, e ardisco ch'el
757 XI | nella pittura? In vero che l'eccellenzia di costoro mertava esser
758 X | i quali premiavano così eccessivamente li pittori, fussero persone
759 | eccetto
760 VI | freggiati d'eterna gloria, eccitando li posteri a ragualiarseli
761 V | Gli antichi architetti edificatori trovorono, nell'invenzione,
762 VIII | liberale, non pativano per edito publico che niun cattivato
763 XXVII | nodrire delli rampolli, acciò (educati dalla virtù della pianta)
764 VIII | lungamente conservata in Efeso, un'altra Irene, e Calisso,
765 IX | opposito poi veder un uomo effeminato è una cosa vituperosa, ma
766 XXI | furono trovati da Filocle egizio, over Cleante corinto. Costoro
767 XXI | secondo Plinio. Lodansi gli Egizj dicendo che tal arte suscitò
768 IV | picciole; i denti candidi et eguali; l'orecchie nel suo termine,
769 III | vedendo quel vivo per l'egualità di quel velo, tanto più
770 XV | ciò loderei ch'il pittore eleggesse il lume nell'oriente, per
771 XXI | del cieli, l'ordine delli elementi, la varietà degli animanti,
772 XI | ch'infiammatosi d'una Elena dipinta, tentò più meggi
773 II | Crotoniati dipingere una Venere, elesse tra tutte le giovinette
774 V | gli antichi ingegnosi elessero tra gli uomini una di queste
775 X | donandogli quella femina già elettasi per lui, e perch'è da credere
776 XXVII | intelletto divino, tutto elevato, tutto virtù, et è buon
777 XXVII | perfettamente discerni e facci elezione delle più belle e graziose
778 XVIII | a guazzo, o sia a oglio, elli non passano la superfizie
779 XXVI | non si può reintegrare o emendare.~ ~FABIO~Di questo, s'il
780 XVII | dopoi le rivedevano, et emendavanle. Quest'ordine tengono i
781 VIII | era nato mutolo; e Paolo Emilio con altri nobili romani
782 V | nascono dagli accidenti, emoli della natura (come vi ho
783 XVII | se stessa». E anco quest'empiastrar, facendo il pratico, come
784 XXVII | nostro maestro con le mani empiastrate di tutti i colori, con li
785 VIII | Pacuvio, poeta nipote d'Ennio poeta; Turpillo, cavallier
786 XV | fusse equale all'opere, et entrato in casa sua, dimandò di
787 IV | tacitamente, perché non entri in cognizione dell'arte
788 IV | queste seconde cause, d'equal complessione in propria
789 XV | sapere se la lui gloria fusse equale all'opere, et entrato in
790 V | è dai fori del naso alla equalità delle ciglia, la terza e
791 XXVII | che non a tutti aggradano equalmente le cose. E però chi s'applica
792 XXIV | chi tiene altra openione è eretico fetidissimo.~ ~FABIO~Così
793 IX | favoleggiando si dice d'uno ermafrodito, le quali appresso di me
794 | ero
795 XXVII | veramente istimati, e però dice Erodoto che non si die aver riguardo
796 II | isperienza; ma gli uomini errano per ignoranza, come voi,
797 XXVII | Alberto fiorentino, molto erudito nelle scienzie, come è accertato
798 XXVII | virtù, e molto sopra tutte esaltata, sete anco tenuto a ritrovar
799 II | ignoranza, come voi, che, senza esaminar niuna di queste madonne,
800 XXVII | nostro pittore assiduamente s'eserciti nel dipignere, ma divertisca
801 XVIII | colore e forma. Il per che vi esorto a procurar l'opere di muro,
802 II | pittore, lo pigliano in esoso di maniera che mai più si
803 XXVII | sodisfaccia a tutti li pittori, m'espono all'impossibile; s'anco
804 XXVII | grandi. E perché si vede espresso che tutte le creature appetiscono
805 XVIII | è più ispediente, ond'io esprimo con maggior prestezza il
806 XIV | lasciando il naturale, come essemplare, e ancor che si facci più
807 Intro | facultà l'udi' in diverse essemplarità celebrare, né mai alcuno
808 XXVII | figure perfette, traendo l'essemplo da se stesso. Vorrei che
809 XXVII | conservazione di questo individuo essercitarsi in cavalcare, giocare alla
810 XXI | che sì bene rapresentava l'esserità del proprio, contremivano.
811 | esservi
812 VII | Un poco più n'andavo in estasi. In che modo s'intende che
813 VI | vera, nella vaghezza dell'estate, e ristringervi alla rappresentazione
814 II | insin dove l'arte nostra s'estende. E cusì l'uomo si priva
815 XXVII | dipinta la nostra pittura così estratta dall'altre virtù, e molto
816 XXVII | veementi. Non sia grande in estremo, assai delli quali sono
817 XI | costoro mertava esser goduta eternamente dal mondo. Non so dove a'
818 XXII | Androgide, la Battaglia fatta da Eupompo, la Minerva di Timante,
819 VIII | della Salute, perciò tutti i Fabj furono cognominati pittori.
820 VI | mecaniche per lo disegno, ch'i fabri, artefici non puono formar
821 XXVI | dall'arte alla natura, e non fabrica mai nella figura, ma nella
822 V | trovorono, nell'invenzione, fabricar città, torri, templi, navi
823 VI | arti mecaniche sono dette fabrili, e non così è detta la nostra.~ ~
824 XXVI | diritto di formare, come facciam noi, imperò che, quando
825 | facciamo
826 | facciate
827 V | regole gli antichi scultori faceano figure di dieci pezzi, e
828 XXVII | gravità. Conviengli anco del faceto nel motteggiare e ragionare
829 XXVI | patto che; detto questo, faciam fine al parlar di pittura.~ ~
830 XXIII | Plinio scrive nell'opera sue «faciebat».~ ~FABIO~È ben fatto. Il
831 Intro | sia scrittore di ciascuna facultà l'udi' in diverse essemplarità
832 II | cognizione il tempo e loro facultati, riducendola in arte per
833 V | imperò che li piedi comuni fallano assai in molte forme proporzionate.
834 VI | effetti amorosi, scuopre la falsa adulazione, il fuoco dello
835 XXI | suscitò da loro. Il ch'è falso. Gli Greci dicono che ne
836 XXVII | prontezza dell'arguzie è assai famigliar alle femine. Voleva (come
837 XXVII | libero senza ingombri di cure famigliari, acciò che perfettamente
838 XIV | intervenire vecchi, giovani, fanciulli, donne, nudi, vestiti, in
839 | faranno
840 III | punto, il vivo per lo rilevo farebbe diverso effetto da quel
841 | faremo
842 | fargli
843 | farò
844 XI | mi scemasse l'umore, o mi farrei vallente pittore, o mi morrei
845 XIII | superficiali, la qual, per farvela meglio intendere, dividerò
846 XXVII | pittore ispediente per non fastidir il paziente, perché se ne
847 Congedo| sodisfattissimo, né voglio altrimenti fastidirvi in tal raggionamento, ancor
848 | fateli
849 XXIII | eletti da Iddio, favoriti dai fati, ben creati dalla natura,
850 XII | ambiguo d'imporvi tanta fattica, temendo che voi recusaste
851 Intro | pittura le consacro, acciò che fattole scudo col preclaro nome
852 V | cognizione della più nobil fattura d'Iddio.~ ~FABIO~Con tal
853 XI | grandi, ma ebbe la sorte fautrice e gli scrittori propizj.~ ~
854 IX | partecipavano dell'uomo, sì come favoleggiando si dice d'uno ermafrodito,
855 X | qual, avendo ritratto una favorita d'Alessandro, nomata Campaspe,
856 XXIII | tutti, eletti da Iddio, favoriti dai fati, ben creati dalla
857 XXIII | pittore Iddio nostro! Oh, felici e gloriosi spiriti, celebri
858 XXVII | ché quel convenir star fermo causa un certo che di noglia.
859 XV | discernere l'oro dal rame, il ferro lucido dall'argento, imitar
860 V | è quanto dal mento alla fessura della bocca; e quanto è
861 XXIV | altra openione è eretico fetidissimo.~ ~FABIO~Così tengo io veramente.~ ~ ~
862 XXVII | imagine del proprio che li Fiamenghi. Questa parte nel pittore
863 XXVI | figura integra in schena e un fianco. Vi finse un altro specchio
864 XXVII | molto più graziosi che li fiandresi non sono. Messer Gierolemo
865 XXVII | fra gli altri accettò una fiata l'opposizione d'un calzolaio
866 XXVII | sott'il naso non è in mia figliola»; rispose il Pino: «Gli
867 XXVII | è quello che, come vero figliuol della pittura, ha unito
868 XIII | nobile dell'arte nostra, figne ben li drappi senza confusione
869 XXVI | un tempo pluvio, e nel figner le cose artificiali noi
870 XXVI | integramente, e questo è ch'insieme figniamo la forma composita di carne,
871 XII | e tronchi diverse forme figurate, sì anco nel fumo e nube
872 XXVII | disse: «Quest'è altro che fillare»; et ella, dando una guanciattina
873 XXI | quali furono trovati da Filocle egizio, over Cleante corinto.
874 IX | prima aggiarsi bene, e poi filosofare che la pittura è una specie
875 IX | è una specie di natural filosofia, perché l'imita la quantità
876 II | ch'io sono pittore, e non filosofo. Leggete Aristotele e gli
877 XV | leggiadre invenzioni, dico nelle fimbrie tanto. A ridurre l'opere
878 XV | buon lume, che nasci da una finestra alta; e non vi sia refletto
879 V | colonne, alle porte e alle finestre, non da altro traendole
880 X | imperò che si dice ch'ei fingeva come propri i raggi del
881 XXVII | e quest'avviene perché fingono i paesi abitati da loro,
882 X | trovato pittore che ardisse di finirla, e così imperfetta fu dal
883 XXIII | crudel cosa che niuno mai finisca di farsi maestro.~ ~FABIO~
884 XVII | come volete nominarli), finite ch'erano, le riponevano
885 XVII | troppo diligente, né mai finiva di ricercare e perficere
886 XXVI | in schena e un fianco. Vi finse un altro specchio dall'altra
887 XXII | piana in alcune prospettive finte tanto proprie al vero, ch'
888 XXII | l'altre cose, che v'erano finti alcuni tetti coperti di
889 XXVI | cima del capo, poscia avea finto uno specchio appostato a
890 Intro | stagione con primizie di fiori le sacre imagini agghirlanda,
891 III | alla distanzia dove ha da firmarsi l'opera, e far che tutte
892 XXVII | nostro pittore sarebbe la fisionomia, come anco vuol Pomponio
893 III | buon pittore, perch'io non fo professione d'insegnarvi,
894 XXVII | celebro. Usi anco quelle foggie di abiti ch'anno più disegno,
895 XVIII | coteste sono semplicità e folle fratesche da non conumerar
896 XXVII | scordavo di Silvestro dal Fondaco, nipote della pittura per
897 XVIII | rimangono sì picciolmente fondamentati, ch'il gran caldo li strugge
898 XXVII | naturale, ma sia questo il suo fondamento e il suo studio principale;
899 XXVII | latine, nelle quali ardì fondatamente, nel libro che fà di prospettiva,
900 XXV | Ispagnuollo», riposto da lui nel fondo della confessione come più
901 XXVI | nelle istreme sponde d'una fonte limpida e chiara, nella
902 I | LAURO~Fabio mio, voi come forastiero, compiacetevi nella contemplazione
903 IV | nel mio ragionamento, a forcia convengo compiacermi in
904 XXVII | il giuoco pernicioso e forfantesco, la crapola - madre dell'
905 XXVI | quella figura scolpita e formata in essa pietra, né si deve
906 XXVI | il rilevo alle sue figure formate nella superficie d'una materia
907 XI | temerebbono». Fu Zeusi dannato che formava le figure curve con i capi
908 V | del capo, piedi e mani, formavano un tondo perfetto. Dall'
909 III | centricolo, né il compasso formerà mai un corpo circolare senza
910 I | proporzioni, che diceste, non forno partorite dai pittori, ma
911 XXVI | imbroccata, o statuarj! E forsi che non si gonfiano nel
912 VI | dello sdegno, il vivo della fortezza, lo grave della fatica,
913 XXVI | che li conviene, e se pur fortuitamente occorre che la se spezzi,
914 XXIII | non già per li beni di fortuna, ma sì bene per le virtù
915 XXIII | l'altra eterna? Oh, ben fortunati uomini veduti da pochi e
916 XV | le pitture hanno più di forza e rilevo, e in ciò loderei
917 II | Vi faccio fede che, s'io fossi stato Zeusi, avrei prima
918 XVIII | guazzo è imperfetto e più fragile, e a me non diletta, onde
919 XXVI | chiaro, se voi conumerate la fragilità della pietra tra l'eccellenza
920 XV | differenti, riccami, stratagli, franze, profili e gemme, con altre
921 XVIII | sono semplicità e folle fratesche da non conumerar nella pittura.~ ~
922 VI | alla rappresentazione della fredda e umida stagion del verno.
923 XVIII | caldo li strugge e il gran freddo gli scorza; ma il dipingere
924 VI | con parole gli atti suoi freggiati d'eterna gloria, eccitando
925 XXVII | bastarli lo gonfiarsi nel freggio acquistato dalla virtù de'
926 XXIII | ch'Iddio ci scampi di tal frenesia), vi faccio fede che mi
927 XX | disposizione, ci imparerà frequentando lo studio e co 'l por mente
928 XXVII | intellettiva resta dal troppo frequente operare come avelata e ottusa;
929 VIII | del sole. Vero è che non fruimo quelle prerogative donateci
930 XXIII | altri, che per loro virtù fruiscono tre vite, l'una naturale,
931 V | natura non fà cosa alcuna frustra o vana. Eccovi la grandezza
932 XXVII | specie e rendi il medesmo frutto. In questo Panfilo, maestro
933 XIV | meno, come porta l'istoria, fuggendo il tumultuare, ben mi piace
934 XV | una dall'altra; è anco da fuggire il profilare cosa graziosa,
935 XXVI | laborioso, la qual parte è fuggita dall'intelletto, come suo
936 II | scurci, dove alcune parte fuggono dal vedere, che vengon difficilmente
937 VIII | nostri risplende come la fulgente faccia del sole. Vero è
938 XII | forme figurate, sì anco nel fumo e nube diversamente concernesi,
939 VII | egli intende. Il che non è fuor del proprio ufficio intelettivo,
940 XIV | sua, felice colui che non fura l'altrui fatiche! È anco
941 XXIV | Pietro Silvio, Francesco furlivese, Pomponio. Non vi pongo
942 XXVI | come per un altro modo furno confusi da Georgione da
943 Intro | più nella scultura, nella fusoria e nella plastica, materie
944 XIV | ornamenti di capo bizzarri e gai, dando all'opere tal venustà
945 I | Lauro mio, sprucciato e galante.~ ~LAURO~Ben venuto il mio
946 XIV | pittura fusse medicina di Galeno, ma di grazia non lo divolgate,
947 XI | tempo è in una loggia un gallo indiano, imitandone un vivo,
948 XI | amico, al qual s'aventò un gatto credendolo vivo.~ ~FABIO~
949 V | secondo Marco Varrone e Aulo Gellio erano di quattro palmi di
950 XVI | venustà, o grazia, la qual si genera da una conzione, over giusta
951 IV | qualità e quantità; che sia generata in buona congionzione delle
952 XXVII | pianeti, o nella nostra generazione, over nella natività, e
953 V | quarta; poi sino ai membri genitali è la quinta. E qui è la
954 Congedo| nobil matrone. Eccovi il gentilissimo messer Pietro Antonio Miero
955 V | Vitruvio intendesse di piedi geometrici, i quali secondo Marco Varrone
956 XXIV | di Pontormo, di Bronzino, Georgino aretino, il Sodoma, don
957 XXV | XXV~INTERMEZZO~ ~LAURO~Non getiam più tempo in tal cosa, perché
958 XIV | Bellino, perch'è fatica gettata avendosi a coprire il tutto
959 XXVII | perfetta, come già volse far Giacopo Palma con Tiziano nell'opra
960 XXVII | ma noi Italiani siamo nel giardin del mondo, cosa più dilettevole
961 XXVII | fiandresi non sono. Messer Gierolemo bresciano in questa parte
962 II | opere sue. Vedete messer Gierolimo bresciano, maestro di Paolo
963 XXIV | Giulio miniator, Giovan Gierolomo brescian, Giacobo Tintore,
964 XXIII | chi saprà lodarvi. E qual gioggia pensate voi che sia di Michiel
965 XXIII | serìa noglia il pormi il giogo della pazienzia al collo
966 V | Così tutte le membra e gionture sono conformi, e corrispondenti
967 XXVII | littere, di poesia e musica. E Giorgio da Rezzo giovanne, il qual,
968 XXIV | dell'Argine giovane padoano, Giosefo il Moro, Camillo, Vitruvio,
969 XIV | tavole intervenire vecchi, giovani, fanciulli, donne, nudi,
970 XXVII | musica. E Giorgio da Rezzo giovanne, il qual, oltra che promette
971 XIII | proprio, come un vecchio, un giovene, un fanciullo, una femina,
972 XXVII | nostro pittore dispenserà la gioventù sua andando per le più nobil
973 II | Venere, elesse tra tutte le giovinette della città cinque vergini,
974 XXI | figure all'in sù e all'in giù; scoperse nell'imagini la
975 XVII | dalla natura. E poi non si giudica nell'arte nostra la quantità
976 II | regoli, nel sceglierla e giudicarla?~ ~FABIO~Anzi la pittura
977 II | niuna di queste madonne, le giudicate tutte belle. Tali giudicj
978 Intro | questo mio trattato sia giudicato e reprobato, mi terrò degno
979 X | pittori, fussero persone giudiciose rispetto alle prodezze loro,
980 XXIV | aretino, il Sodoma, don Giulio miniator, Giovan Gierolomo
981 XXII | publici. Usorono i Romani ne' giuochi loro far le scene di materie
982 XXVII | vituperosa nell'uomo -, il giuoco pernicioso e forfantesco,
983 XXIII | per le virtù loro.~ ~LAURO~Giuro a Dio che, se voi mi persuadesti
984 XV | pennello distinse una linea giustissima, dicendo a colei: «Dirai
985 V | commettevan insieme, e riuscivano giustissime e proporzionate.~ ~LAURO~
986 X | acceso di lei, Alessandro glila diede per moglie con molti
987 XVII | una sua opera ad Apelle, gloriandosi averla fatta prestissimo,
988 XXIII | Iddio nostro! Oh, felici e gloriosi spiriti, celebri al mondo
989 X | rende immortale a noi e glorioso tra gli spiriti umani.~ ~
990 XXIII | ricchezza, come cosa che si gode in vita e in morte. Il ch'
991 X | anco più di me degno di goderla».~ ~LAURO~Cosa non poco
992 XI | di costoro mertava esser goduta eternamente dal mondo. Non
993 XIII | pittura paiono isgraziate e goffe; aver buona maniera nel
994 XVII | voi delle tavole e non tal gofferia appresso noi vituperosa
995 XXVI | avantaggiati per lo rilevo, sono goffi. La ragione è ch'i pittori
996 XXVI | statuarj! E forsi che non si gonfiano nel dire che per un scultore
997 XXVII | che tengono bastarli lo gonfiarsi nel freggio acquistato dalla
998 VII | liberali, come dialetica, grammatica, retorica, e l'altre onde
999 XXVII | principale; e dietro a ciò ami grandemente il farsi pratico e valente
1000 IV | parole quelle parti più grate, e più lodate dagli uomini,
1001 V | usata da noi, pur mi sono gratissime e care.~ ~FABIO~Buona cosa
1002 XXVII | selvatichezza si rendono gratissimi; ma noi Italiani siamo nel
1003 XIV | il raggionamento vostro gratissimo.~ ~FABIO~Anzi dubito, che
1004 Intro | lo puro voto seminare la gratitudine divina e raccorre la largità
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