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Paolo Pino
Dialogo di pittura

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


aband-contr | conum-grati | grazi-paris | parla-silvi | simil-zucca

                                                     grassetto = Testo principale
     Capitolo                                        grigio = Testo di commento
1505 V | natura (come vi ho detto parlandovi della bellezza), gli antichi 1506 V | difficultà tra coloro che ne parlano. Il che a intendere causerebbe 1507 VIII | quattrini, io non intendo parlarne. Or, ritornando al ragionamento 1508 XV | oltre che Plinio e altri ne parlorono) che l'ispendervi parole 1509 XXIV | Sebastiano, Perin del Vago, il Parmeggiano, messer Bernardo Grimani, 1510 XXVI | suo concetto. E più che la partecipa meno del mecanico e laborioso, 1511 XXVII | Vorrei che fusse grazioso per parteciparne con l'opere sue. Bisogna 1512 IX | virtù furono femine che partecipavano dell'uomo, sì come favoleggiando 1513 VI | mecaniche sono dette arti per partecipazione, come membri dependenti 1514 IV | trentacinque anni, ma più partecipi dell'acerbo che del maturo, 1515 IV | del medesimo piacer ch'io partecipo.~ ~FABIO~Tant'è. Par a me 1516 XVIII | è pronta: che si può più particolarmente contrafar tutte le cose, 1517 XV | quella fatta da Apelle, e partisi, ordinando alla vecchia 1518 XVI | LAURO~Come serei a mal partito, se non si vendessero belli 1519 I | che diceste, non forno partorite dai pittori, ma sì ben raccolte 1520 Intro | LETTORI~Cosa intollerabile mi parve veder una tanta virtù degna 1521 XXIV | suo fare, e li son anco parzial per le virtù sue, ma a me 1522 XVII | veneziani mi paiono splendidi e parziali agli vertuosi.~ ~ ~ 1523 XVIII | o sia a oglio, elli non passano la superfizie della smaltatura 1524 IV | meglio di me.~ ~LAURO~Vi passate tacitamente, perché non 1525 XXIV | lo dico veramente senza passione alcuna.~ ~FABIO~Per lo vero 1526 IV | scendesti dui gradi in un passo, non vi ponendo quel di 1527 XXI | Cimone cleoneo, il qual passò più oltra per la strada 1528 IV | debilitata dal coito, non pasuta, non arida; che le membra 1529 XXVII | perfezione, acciò che lui patisca minor opposizione, poscia 1530 XVIII | ignoranza de' muratori, e si patisce molti incommodi, ma tanta 1531 II | tutte le fatture naturali patiscono opposizioni. Il che causa 1532 VIII | come arte liberale, non pativano per edito publico che niun 1533 VI | fatica, il terribile della paura, la proprietà di natura, 1534 XXVII | ispediente per non fastidir il paziente, perché se ne raggiona poi, 1535 XXIII | il pormi il giogo della pazienzia al collo per ornarmi di 1536 XXII | figure, come la simolata Pazzia d'Ulisse dipinta da Androgide, 1537 XXV | ragionamento vostro vi riman lo «peccadiglio dell'Ispagnuollo», riposto 1538 III | proposito presente, l'una pendiculare, over retta, l'altra obliqua ( 1539 XXI | ritrovò il modo di far li penelli al presente usati da noi, 1540 XXIII | vostre sono appresso di me penetrabili; e promettovi, per la vita 1541 XXIII | antichi fin a' giorni nostri penetrati illesi dalla rivoluzione 1542 XIII | acquaticie, trattegiar di penna, ma lo chiaro e scuro è 1543 XXIII | lodarvi. E qual gioggia pensate voi che sia di Michiel Angelo 1544 XXV | informatime voi.~ ~LAURO~Oh, pensateci voi bene.~ ~FABIO~Pensatici 1545 XXV | pensateci voi bene.~ ~FABIO~Pensatici pur voi.~ ~LAURO~A fornire 1546 Intro | d'aver spazio negli altri pensier suoi, come atta di rallegrare 1547 I | appunto ero con voi col pensiero.~ ~FABIO~Una qualche novità 1548 XXVII | necessarie; e da ch'egli convien peragrar il mondo, se gli disconviene 1549 XXVII | al primo colpo gli uomini percuoteno nelle miserie loro, dicendo: « 1550 XXVII | gli uomini possino esser perfetti pittori. Imperò che mai 1551 III | imperfetta?~ ~FABIO~Anzi è perfettissima, quant'arte, ma l'arte di 1552 XVIII | affaticandovi e dilettandovi di perficerle, come sicuro di più longa 1553 XXVI | perfetta per esser priva di tal pericolo; ma quant'alli corpi, over 1554 XVIII | Vero è ch'alcune fiate l'è periglioso per l'ignoranza de' muratori, 1555 XXIV | il Pordonone, Sebastiano, Perin del Vago, il Parmeggiano, 1556 XI | nella insula di Rodi una pernice sopra una colonna, alla 1557 XXVII | vituperosa nell'uomo -, il giuoco pernicioso e forfantesco, la crapola - 1558 XIV | vogliano minor numero di personaggi che puono. Onde Varrone 1559 I | Lauro mio, voi sommergete la perspicacia del vostro ingegno nell' 1560 XXIII | Giuro a Dio che, se voi mi persuadesti a divenir luterano (ch'Iddio 1561 XXVII | amor del figliuoli e con la persuasion di moglie. E sopra il tutto 1562 Intro | nientedimeno ho più fiate pervertito di commettermi nell'importanza 1563 XX | ordinate per le quali si perviene alla perfezione del suo 1564 X | diede per moglie con molti pesi d'oro dicendogli: «Tu, che 1565 X | tanto oro che s'agguagliò al peso della tavola, e con tal 1566 XXIII | sete, ch'ingombrar possi li petti di noi mortali. E ne dovrebbe 1567 V | faceano figure di dieci pezzi, e poi le commettevan insieme, 1568 V | FIGURE~ ~LAURO~E si sia; piacciavi almeno di farmi intendere 1569 IV | anco gustate del medesimo piacer ch'io partecipo.~ ~FABIO~ 1570 XII | operare.~ ~LAURO~Il medesmo piacere è in me, e creggio che in 1571 XII | creggio che in niuna cosa più piacevole agli uomini si possi gustare 1572 I | oggi dal spasso e dalla piacevolezza?~ ~FABIO~Accetto l'invito, 1573 XXVII | congiunzioni de' più benigni pianeti, o nella nostra generazione, 1574 IV | le gambe asciute, i piedi piani, le dita distinte. Questo 1575 XI | che teneva pur uve in un piatto, alle quali, come le prime, 1576 XXVII | il pittore sia di statura picciola o difforme, che potrebbe 1577 IV | le labra di puro sangue e picciole; i denti candidi et eguali; 1578 XVIII | smaltatura e rimangono sì picciolmente fondamentati, ch'il gran 1579 XXVII | esser nomato maestro come pien di magistero, e come quello 1580 III | debbeno le loro opere esser piene d'errori. Sin che la memoria 1581 Intro | antico o moderno isplicò a pieno che cosa sia pittura. Vero 1582 XXII | coperti di certi mattoni, over pietre, in modo di coppi, ma di 1583 XXI | da' Greci abitazione senza piggione e provvigionato delli danari 1584 II | fatta da un pittore, lo pigliano in esoso di maniera che 1585 XXVII | avarissimo, perch'egli non pigliava discepolo alcuno per men 1586 XV | al grado di quel che si pigne, distinguere un panno di 1587 XXVII | occhi bendati, over le mani pillose. Né apparisca il nostro 1588 VI | luna e delle stelle, la pioggia e neve, le nebie causate 1589 VIII | imperatori; Socrate, Platone e Pirro, filosofi celeberrimi, furono 1590 XVIII | XVIII~LE VARIE TECNICHE PITTORICHE~ ~LAURO~Non ponete il ragionamento 1591 Intro | scultura, nella fusoria e nella plastica, materie molto dall'arte 1592 VIII | ambi imperatori; Socrate, Platone e Pirro, filosofi celeberrimi, 1593 XXVI | veder un'aurora, un tempo pluvio, e nel figner le cose artificiali 1594 XIV | questa s'intende nel trovar poesie e istorie da sé (virtù usata 1595 XXI | furono molti altri, tra quali Polignotto e Tasio, suo figliuolo, 1596 XXVII | nascono, vivono e muoiono nel pollaio, ma che si separi dal nido, 1597 XXVII | egli non fusse simile alli polli, che nascono, vivono e muoiono 1598 XXVII | natura, la quale non solo pone cura in conservare la già 1599 XVIII | TECNICHE PITTORICHE~ ~LAURO~Non ponete il ragionamento vostro in 1600 XXIV | furlivese, Pomponio. Non vi pongo Michel Angelo, né Tiziano, 1601 I | nell'openione comune. Non è pontino in loro, che se li disconvenghi: 1602 XXIV | del Sarto, di Giacobo di Pontormo, di Bronzino, Georgino aretino, 1603 XI | un uomo di libidine, come Ponzio, legato di Caio imperatore ( 1604 IV | petto amplo e morbido, le poppe sode e divise; le braccia 1605 XV | vendono sanno il modo di porli in opera e conoscono le 1606 XXIII | non mi serìa noglia il pormi il giogo della pazienzia 1607 XI | dipinta, tentò più meggi per portarsela seco, ma, essendo la pittura 1608 XXII | Grecia. Vero è che ella fu portata in Italia dopo la vittoria 1609 V | archi, alle colonne, alle porte e alle finestre, non da 1610 V | almeno di farmi intendere le porzioni delle figure, come le si 1611 III | l'opera si può vedere con porzionita distanzia, perché della 1612 | possa 1613 XIX | che tal arte giacer e possare tutte le cose al luoco suo; 1614 XXII | ch'i corvi volavano per possarsi sovra. Ma cotesto è nulla 1615 XIX | tante e si chiare che vi possete far eccellente da voi stesso; 1616 | possiam 1617 III | più sforciato atto che sia possibile, egli non può uscire delli 1618 VI | VI~POSSIBILITÀ DELLA PITTURA~ ~LAURO~Mi 1619 Intro | mertamente per divina grazia ne possiede il primo seggio l'Illustrissima 1620 | posso 1621 XII | avendo la mia dilettazione posta solamente nell'arte nostra, 1622 XXVII | non mancar nell'integrità, poste le sue tavole in publico, 1623 XVII | LAURO~Perché se fusse posto a vender un quadro di Tiziano, 1624 V | allargandole quanto può, postogli una punta di compasso all' 1625 XXVII | è parte che debilita le potenzie virili, avilisce l'animo, 1626 | poter 1627 | potete 1628 VIII | a mio giudizio le cause potissime ch'i pittori sono in poca 1629 | potrà 1630 | potrei 1631 Intro | carico, accorgendomi esser povero d'intelligenza, e mancar 1632 XXVI | che divegni pittore senza praticar il colorire, non mai; ma 1633 XXVII | e abbrevia la vita, non pratichi persone vili, ignoranti 1634 XXVII | persone vili, ignoranti o precipitose, ma la sua conversazion 1635 XXIII | memoria dell'uomo è tanto più preclara e lodata, quant'è più nobile 1636 Intro | acciò che fattole scudo col preclaro nome suo, intrepida s'appresti 1637 XX | XX~LA PREDISPOSIZIONE ALLA PITTURA~ ~FABIO~Questo 1638 XXVII | fatta l'opera, quella si premia, sì come merta la sua perfezione, 1639 VIII | poca considerazione e mal premiati. Di quegli ch'attendono 1640 XXVII | pittore dispettoso nell'esser premiato, ma si condanni, come quello 1641 X | Alessando e altri, i quali premiavano così eccessivamente li pittori, 1642 X | medesmo, e anco onorato premio d'Apelle, donandogli quella 1643 XXII | over imprese delli nostri prencipi, e anco le facevano riporre 1644 XX | conciede la pittura dar agli prencipianti per istruzione ch'il modo 1645 XXVII | queste parole masticando il prencipio; accomodative a vostro aggio. 1646 XII | quella dilettazione che prende uno vedendo l'effigie sua 1647 VIII | è che non fruimo quelle prerogative donateci da' Greci, li quali 1648 XXI | presentazione erano incredibilmente presentati. Molti furono i pittori 1649 XXI | inferior a quelle, con la qual presentazione erano incredibilmente presentati. 1650 XV | che non v'era, e Apelle preso un pennello distinse una 1651 XVIII | dette, e perché ricerca presta resoluzione, ma a me par 1652 XVI | opera, ma vorrei che voi prestaste credito a' colori, e non 1653 VIII | DELLA PITTURA E SUO ANTICO PRESTIGIO~ ~FABIO~L'arte in sé non 1654 XVII | gloriandosi averla fatta prestissimo, al che rispose Apelle: « 1655 III | difficili.~ ~FABIO~Oh, io presuppongo parlare con chi intende, 1656 XXVI | senza ruina della figura preterire gli estremi, siate certo, 1657 XXVII | mezzo delle quali si potrà prevalere dell'istorie e invenzioni 1658 XXI | istimando ciascun, alto prezio inferior a quelle, con la 1659 X | Aristide, meritevole di sì alti prezzi e degno d'una perpetua gloria. 1660 X | sapendo dargli più onorato prezzo, fece porre la tavola sopra 1661 XX | corpo che non dico, che pria vorrei esser calzolaio che 1662 I | astratti quasi dal vero ch'i primi nostri inventori, per immortalarsi, 1663 Intro | nella nuova stagione con primizie di fiori le sacre imagini 1664 XXI | XXI~I PRIMORDI DELLA PITTURA~ ~FABIO~Iddio 1665 XXVII | fondamento e il suo studio principale; e dietro a ciò ami grandemente 1666 Intro | ho ardito, illustrissimo principe, d'appendere questa mia 1667 VIII | cause, e perciò Plinio nel principio, dove tratta di pittura, 1668 VII | pittura non è in quella prisca venerazione, né vien premiata 1669 X | ammoglia, egli si dovrebbe privar dell'arte; né trovo che 1670 III | quelle parti mere naturali, prive di mali accidenti, e come 1671 XVIII | oltramontani, i quali sono privi della vera via. Molte altre 1672 XXVII | creggio che mai fusse pittore privo totalmente di virtù, dico 1673 XXVII | invaghito il calzolaio, volendo procieder più oltra nel giudicare 1674 XVIII | Il per che vi esorto a procurar l'opere di muro, e più ne' 1675 VI | posteri a ragualiarseli di prodezza. Ecco l'arte che nobilita 1676 II | corrispondenzia di membri prodotti dalla natura senza alcuno 1677 Intro | concepisce e di ciò che da me si produce; al fine, sperando più compassione 1678 III | come la natura possi da sé produr una bella femina.~ ~ ~ 1679 IV | bisogna che la natura sia nel produrlo impedita, e che la materia 1680 XVII | e a nostra confusione ci proferiscono dieci quattrini, e peggio, 1681 XV | altra; è anco da fuggire il profilare cosa graziosa, e ornar la 1682 XIII | circonscrizione, il ch'intendo, sia il profillare, contornare le figure, e 1683 XV | parole non sarebbe molto profittevole. La prontezza e sicurtà 1684 VIII | femine insieme ne fecero profitto, tra le quali Tamarete, 1685 XXIII | che sempre scorgea maggior profondità nel sapere, e quanto più 1686 XXVII | acquistato dalla virtù de' progenitori, sono adulati e scherniti, 1687 XXV | raggionamento nostro secondo la promessa.~ ~FABIO~Come fornire, eh? 1688 XXVII | pittore? Sono forse li pittori promessi da Iddio miracolosamente, 1689 XXVII | giovanne, il qual, oltra che promette riuscir raro nell'arte, 1690 XXVII | Imperò che non può il pittore prometter di fare un'opera perfetta, 1691 Intro | che di pittura, ancor che prometti il contrario. E anco Alberto 1692 XXIII | appresso di me penetrabili; e promettovi, per la vita mia, che non 1693 XVIII | le maniere. Pur da che vi promisi lo ricettario, non vi debbo 1694 XXVII | disegni, o con ampiezza di promissione a far l'opere, perché queste 1695 XVIII | vera pratica; la ragione è pronta: che si può più particolarmente 1696 II | distinta, e ciò avviene per le prontezze degli atti, come negli scurci, 1697 V | prontezza degli atti moventi e pronti, dove le figure in più parti 1698 XIV | costruzione. Usano anco di far pronunziare a un solo tutto quello che 1699 V | disteso un uomo in terra proporzionato con le braccia e mani apperte 1700 XXVII | di facile incorrer nelli proprj errori, dipignendo le figure 1701 XXVII | nasce di sangue oscuro e di prosappia vile, ché non s'apprezza 1702 Intro | perché non mi parendo con tal prosonzione, parmi degno d'alcun castigo, 1703 XXVII | prospettiva, opponere a Vitruvio prospetico; e del Pordonone, che fu 1704 XV | in casa sua, dimandò di Protegene a una certa vecchia, dalla 1705 X | tavola dipinta per man di Protoegene, d'il che più accortosi 1706 II | suo. Vero è ch'un tempo fu proviggionato dall'ultimo duca di Melano~ ~ 1707 XXI | abitazione senza piggione e provvigionato delli danari pubblici. Dopo 1708 Congedo| volete accertarvi della prudenzia sua.~ ~IL FINE~ 1709 VIII | ne' fori pubblici, è stata pubblicata da' scrittori.~ ~ ~ 1710 XXVII | da negociare con persone publiche e grandi. E perché si vede 1711 XVII | tali dimostrano saperne puoco, non facendo, ma di lontano 1712 XXVII | convenevole, come quelli che puonno dispensar loro nelle cose 1713 | Purché 1714 XXVII | nacque uomo (parlando di puri uomini) integramente ornato 1715 XXVII | strugge la malancolia, e anco purifica la virtù dell'uomo. E perché 1716 | qua 1717 XIV | utile oprare il velo, over quadratura, ritrovata da Leon Battista, 1718 XVII | che tutte le tavole, o quadri (come volete nominarli), 1719 XXVII | separato di materia e forma, ma qualificarlo e ornarlo, sì come par a 1720 XXVII | un pittore perfettamente, qualificato ugual al merito e grandezza 1721 V | umbelico si distingue la quarta; poi sino ai membri genitali 1722 | quei 1723 XXVI | maraviglia se non diedero a tal questione un risoluto fine. Volendo 1724 XXVII | corporale, ma tien l'uomo quieto e malancolico, con le virtù 1725 V | ai membri genitali è la quinta. E qui è la metà della forma. 1726 II | integrità della sua Venere, raccogliendo da una di quelle gli occhi, 1727 Intro | che le parrà convenirsi, raccogliendola per ostaggio dell'amor che 1728 I | bellezza di tutte queste donne raccolta insieme non sopplirebbe 1729 I | partorite dai pittori, ma sì ben raccolte e tratte dall'opre naturali, 1730 Intro | bona grazia umilmente mi raccomando.~ALLI LETTORI~Cosa intollerabile 1731 X | confirmazione vi voglio raccontare alcune cose conservate da' 1732 Intro | la gratitudine divina e raccorre la largità delli fatti, 1733 III | professione d'insegnarvi, ma di racontarvi le cose che mi richiedete.~ ~ 1734 IV | richiedete.~ ~LAURO~Purché racontate quanto fa mestieri a noi 1735 V | fronte, dove prencipia la radice de' capegli, benché di quella 1736 V | FABIO~Lo farò, ancor che di rado ci occorre far figure tanto 1737 XXIV | Peruggino, Giotto fiorentino, Rafaello d'Urbino, Leonardo Vinci, 1738 X | ei fingeva come propri i raggi del sole, e dipingeva il 1739 XXVII | il paziente, perché se ne raggiona poi, e acquista un nome 1740 IX | PITTURA~ ~LAURO~Mi spiace udir ragguagliar le femine con l'eccellenza 1741 XXVII | natura di colui col qual ragiona, e questo vale nel ritrarre 1742 Intro | parmi degno d'alcun castigo, ragionando di pittura; come pittore, 1743 XII | ch'io possi gustare è il ragionar di lei, e in essa operare.~ ~ 1744 VI | eccitando li posteri a ragualiarseli di prodezza. Ecco l'arte 1745 Intro | pensier suoi, come atta di rallegrare il giudizio di qual si voglia 1746 Congedo| LAURO~Torniamo pur a rallegrarsi nella bellezza di tante 1747 XV | far discernere l'oro dal rame, il ferro lucido dall'argento, 1748 III | dilettevole. E certo, se mi ramento il vero, voi diceste ch' 1749 XXVII | produrre e nodrire delli rampolli, acciò (educati dalla virtù 1750 VI | estate, e ristringervi alla rappresentazione della fredda e umida stagion 1751 XXI | nel ritratto, che sì bene rapresentava l'esserità del proprio, 1752 VIII | come arte liberale e virtù rara, ma noi artefici siamo disuguali 1753 XXVII | descrizioni ingeniosissime e rare, le qual cose hanno più 1754 Intro | una tanta virtù degna di rasserenare il cielo con la gloria sua, 1755 XIV | poi ch'il mio trattato non rassomiglia ad altro ch'a se stesso.~ ~ 1756 XI | a quel d'Apelle, e a un ratto dipinto da un mio amico, 1757 XXVI | scultore va retrogradando alla rebuffa come ritto ebraico nello 1758 X | senza altro rispondere, recatosi un carbone in mano, disegnò 1759 III | errori. Sin che la memoria è recente, lucidatini quali siano 1760 X | tal modo fu di cortesia reciproco al donatore?~ ~ ~ 1761 XII | fattica, temendo che voi recusaste di sparger così dolce semente 1762 II | il petto, e in tal guisa reduceva a perfezione l'opera sua.~ ~ 1763 XV | composizioni loro, cioè redurli alla similitudine delle 1764 VII | da tutti i filosofi, come referisce Laerzio Diogene e Demetrio. 1765 XV | finestra alta; e non vi sia refletto di sole o d'altra luce. 1766 III | meggio, è però un termine e regimine di tutte l'opere nostre; 1767 VII | la pittura, la qual, come regina dell'arti, largisse e dona 1768 I | vede nella natura. Altra regola non hanno i pittori, ch' 1769 II | volete voi che l'arte mi regoli, nel sceglierla e giudicarla?~ ~ 1770 XXVI | bisogno la figura non si può reintegrare o emendare.~ ~FABIO~Di questo, 1771 XXIII | propria mercede possiamo rendere a Iddio dell'averci fatto 1772 X | prodezze loro, e anco da rendersi certo che gli pittori antichi 1773 XXVII | quelli conservino la specie e rendi il medesmo frutto. In questo 1774 XIV | tal venustà e gravità, che rendino li riguardanti ammirativi, 1775 Intro | mani del comune giudizio. E rendomi certo che Vostra Serenità 1776 XVIII | altre, e oltre a ciò si può replicar le cose più fiate, onde 1777 Intro | trattato sia giudicato e reprobato, mi terrò degno d'oscurarmi 1778 XXVII | cosa dipinta l'ammetteva, o reprobava secondo il suo giudicio, 1779 XXIII | che tengono l'ignoranza in reputazione. Imperò che la buona fama 1780 XXIII | littere insieme, insieme si resero immortali. E che maggior 1781 XVIII | e perché ricerca presta resoluzione, ma a me par più dilettevole. 1782 XXVI | voi mi richiedete queste resoluzioni come s'io fusse il maestro 1783 XXVII | sarto, e non a te». Così restò il calzolaio confuso~ ~LAURO~ 1784 XIV | invenzioni, e non voler restringere tutte le fatture del mondo 1785 VII | come dialetica, grammatica, retorica, e l'altre onde noi pittori 1786 XXVI | perfezione; ma lo scultore va retrogradando alla rebuffa come ritto 1787 VII | perché gli sensi si muoveno retti dall'intelletto. E avenga 1788 XXVII | poesia e musica. E Giorgio da Rezzo giovanne, il qual, oltra 1789 XV | abiti con freggi differenti, riccami, stratagli, franze, profili 1790 XXIII | buona fama è miglior della ricchezza, come cosa che si gode in 1791 IX | modo che non acquistiamo né ricchezze, né onore.~ ~ ~ 1792 XXVII | vera in seno, et essendo ricchi d'un tal tesoro che la morte 1793 IV | di meggio.~ ~FABIO~Vi si ricciava l'appetito, eh?~ ~LAURO~ 1794 XXIII | ognuno; né ci dileggi quegli ricconi che tengono l'ignoranza 1795 XVII | diligente, né mai finiva di ricercare e perficere l'opere sue, 1796 XXVII | eccellente, attraerà ciascuno a ricercarlo e richiederlo nell'occorrenzie 1797 XV | altro segno, è quello che tu ricerchi». Ritornato Apelle e veduta 1798 III | che fa lo specchio il qual riceve in sé quella forma (senza 1799 XXI | Costoro, divenuti abondanti di richezze con la vera alchimia della 1800 XII | Per Dio, io ve ne volevo richieder, ma stavo ambiguo d'imporvi 1801 Intro | candidezza di stile che richiederebbe. Laonde il debol mio giudizio 1802 XXVII | ciascuno a ricercarlo e richiederlo nell'occorrenzie loro, salvo 1803 VII | dagli altri sensi intrinseci ridotta al conspetto dell'idea con 1804 XXVII | acciò che con dilettazione riduca il tutto a perfezione. Accetterà 1805 II | tempo e loro facultati, riducendola in arte per lo meggio dell' 1806 XXVI | anco possono riformarle, riducendole in minor forme, ora meglio. 1807 XXVI | le legature e le membra, riducendolo per li veri meggi alla sua 1808 II | quanto si può, l'opere sue lo riducono tra la speme delle lodi 1809 XV | dico nelle fimbrie tanto. A ridurre l'opere a fine il maestro 1810 XXVI | acconcio; le si puono ben rifare, e loro anco possono riformarle, 1811 XXVI | appostato a un tronco, nel qual riflettava tutta la figura integra 1812 XXVII | vidi già alcune aurore con rifletti del sole, certe oscurità 1813 XXVI | rifare, e loro anco possono riformarle, riducendole in minor forme, 1814 XXI | tal che li suoi soldati, riguardando nel ritratto, che sì bene 1815 III | perché la natura il rilievo e il motto alle sue figure, 1816 XXIII | che le sue opere siano, ne rimanghi memoria che lui fu pittore. 1817 XVIII | superfizie della smaltatura e rimangono sì picciolmente fondamentati, 1818 XXVII | confuso~ ~LAURO~Non meno rimase vinto il nostro Paolo Pino, 1819 XV | modo che le non abbino del rimesso, e che non dividano e tagliano 1820 XVIII | in tal operar l'uomo se rinfranca di disegno, di colorire 1821 XXVI | disfare, abbiamo più causa di ringraziarla che non hanno gli scultori 1822 XI | spazio li tennero un certo riparo. Il medesimo m'è occorso 1823 XVII | nominarli), finite ch'erano, le riponevano da canto, e un tempo dopoi 1824 XIV | istoria, cosa vituperosa è il riporvi quelle istesse figure e 1825 XIV | quelli che s'affatichi, altri riposi, vivi e morti, sempre variando 1826 XXV | peccadiglio dell'Ispagnuollo», riposto da lui nel fondo della confessione 1827 XXVII | dire che questo facesse per riputazion dell'arte, perché li bastava 1828 XXVII | conservi in uno certo che di riputazione non affettata, non biasimevole, 1829 XXVII | di moglie, come quel che risecca la perfezion nostra, e troncasi 1830 III | ritrarre il tutto.~ ~LAURO~Mi riservo a intendervi nell'operare, 1831 XXIII | sue hanno la boletta: cosa risibile.~ ~FABIO~Avete il torto 1832 XIV | artefice, se l'opera muove a riso li circostanti, perché si 1833 XXVI | diedero a tal questione un risoluto fine. Volendo di tal cosa 1834 XXVI | pittori si liquefanno e si risolveno, come Narciso, nell'imagine 1835 XI | che se possibil fusse, non risparmerei il sangue proprio per farmi 1836 X | fussero persone giudiciose rispetto alle prodezze loro, e anco 1837 VIII | intelletti, al giorni nostri risplende come la fulgente faccia 1838 XXI | malgrado di morte e del tempo) risplendere i nomi loro sempiterni.~ ~ ~ 1839 IX | certo che l'arte nostra risplenderia più che mai perfetta, e 1840 X | Apelle da mensa senza altro rispondere, recatosi un carbone in 1841 XXVI | la ragione, ma prima vi rispondo che, quanto alla gran copia 1842 XV | vecchia, dalla qual li fu risposto che non v'era, e Apelle 1843 VI | vaghezza dell'estate, e ristringervi alla rappresentazione della 1844 VIII | non intendo parlarne. Or, ritornando al ragionamento lasciato, 1845 XV | quello che tu ricerchi». Ritornato Apelle e veduta la linea 1846 XXVII | vinto il nostro Paolo Pino, ritraggendo una donna, e sopragionta 1847 III | cioè nel luoco ove voi ritraggesti quel vivo, ch'appostandovi 1848 XV | Questo perché le cose che ritraggete si scuoprano meglio e con 1849 XXVI | tagliata dal maestro, ch'egli ritrova la figura intesa da lui, 1850 XXVII | esaltata, sete anco tenuto a ritrovar un pittore più degli altri 1851 XXII | Cicilia, e da' Italiani fu ritrovato il modo di dipignere a oglio. 1852 V | far figure tanto semplici, ritte e inscepide, che si possino 1853 XXVI | retrogradando alla rebuffa come ritto ebraico nello scrivere, 1854 XXVII | Sebastiano dal Piombo come riuscì eccellente nel liutto! Intendo 1855 XXVII | qual, oltra che promette riuscir raro nell'arte, è anco vertuosissimo, 1856 XXVII | istendi nell'universale per riuscire in tutte l'occorrenzie, 1857 V | le commettevan insieme, e riuscivano giustissime e proporzionate.~ ~ 1858 XVII | canto, e un tempo dopoi le rivedevano, et emendavanle. Quest'ordine 1859 Intro | Eccitato non solo per la riverenza che le porto, come signore, 1860 XXVII | scarpe d'una figura alla riversa; del ch'invaghito il calzolaio, 1861 IV | LAURO~E voi non toccate del riverso~ ~FABIO~A voi sta, che l' 1862 X | nascosta una qualche virtù, rivocata la vendita, fece riporre 1863 X | per la strenua difesa dei Rodiani, deliberato cacciar fuoco 1864 VIII | poeta; Turpillo, cavallier romano, il qual dipingeva con la 1865 XXII | perfezione e precio al tempo di Romolo, e i Romani facevano dipignere 1866 XVI | tutte le figure le guancie rosate e capegli biondi, l'aria 1867 IV | occhio, e sian basse; la gola rotonda e liscia; il petto amplo 1868 XX | fine, tal che ciascuno, per rozzo intelletto che si sia, egli 1869 V | LAURO~Ancor che tal misure ruginiscano, come parte mal usata da 1870 XXVI | pittura di non poter senza ruina della figura preterire gli 1871 Intro | suo intelletto, proprio sacrario delle virtù, inchinato a 1872 Intro | con primizie di fiori le sacre imagini agghirlanda, sperando 1873 I | allegre, perch'io son, come tu sai, più che malencolico. Eh? 1874 XXIII | morte. Il ch'è detto da Salamone. E io non porto invidia 1875 | salvo 1876 XIV | testimonio le facciate di Santo Zago, le figure delle quali 1877 X | de' Lidi, il qual re, non sapendo dargli più onorato prezzo, 1878 XVII | e questi tali dimostrano saperne puoco, non facendo, ma di 1879 XVIII | colorire.~ ~FABIO~Oh, s'io sapessi discernere veramente questo 1880 VIII | imparar tal arte, e - se la sapeva - gli era vetata lo isercitarla. 1881 XXIII | memoria che lui fu pittore. E sapiate che la memoria dell'uomo 1882 XXVII | dipignere una femina casta, sappi molto bene distinguere li 1883 XXVII | che, mancandone uno, ei sappia porre in opera gli altri, 1884 XXIII | Anzi sarete lodato da chi saprà lodarvi. E qual gioggia 1885 XXIII | berre, e dormire? e qual non saprebbe lasciar divorare gli anni 1886 XXVI | uomini, come essi sono, lo sapressimo servare con maggior diligenza 1887 VII | Io ne son chiarissimo. Mi sapreste voi dire onde viene che 1888 | saranno 1889 | sarete 1890 XXVI | pittori e scultori insieme non sarian bastevoli, perché sempre 1891 XXII | la Minerva di Timante, il Satiro di Micone, e altre cose 1892 XXVI | punto, perché scemandone una scaglia oltre il bisogno la figura 1893 XXIII | divenir luterano (ch'Iddio ci scampi di tal frenesia), vi faccio 1894 II | dalle burle, che mi lassi scappar la memoria dalla zucca. 1895 XXVII | calzolaio perch'avea legate le scarpe d'una figura alla riversa; 1896 XVI | colori sono anco belli nelle scatole da se stessi, né è lodabil 1897 II | che l'arte mi regoli, nel sceglierla e giudicarla?~ ~FABIO~Anzi 1898 XXVI | figura di punto, perché scemandone una scaglia oltre il bisogno 1899 XI | dilettevole che, se non mi scemasse l'umore, o mi farrei vallente 1900 XXVI | vien a poco a poco tanto scemata e tagliata dal maestro, 1901 XXII | fu molto lodato nella sua scena per la quantità delle statoe 1902 IV | LAURO~Avvertite bene che scendesti dui gradi in un passo, non 1903 XXII | ne' giuochi loro far le scene di materie nobilissime, 1904 XXVI | tutta la figura integra in schena e un fianco. Vi finse un 1905 XXVII | progenitori, sono adulati e scherniti, e non veramente istimati, 1906 XXVII | alla figliuola, in modo di scherzo disse: «E quest'altro che 1907 XVII | come il vostro Andrea Schiavone, è parte degna d'infamia, 1908 III | ragione alcune scopren la schiena, che dovrebbon dimostrare 1909 XXVI | sodezza della pietra.~ ~LAURO~Schifate questa imbroccata, o statuarj! 1910 XXVII | per sostentazione propria; schiffasi d'usar il coito senza il 1911 XIII | qual modo voi l'addimandate schizzo. La terzia è la pratica 1912 Intro | sentirne fastidio, che non le scienze, non gli studj, ma sol la 1913 XXVII | fiorentino, molto erudito nelle scienzie, come è accertato dalle 1914 XI | Zeusi, suo concorrente, scintillando ancor nella gloria acquistata 1915 Congedo| Miero giovane padovano tutto scintillante di virtù e amato dal nostro 1916 XXI | inventori. Altri dicono che li Scitioni la ritrovò. Altri, Corinti. 1917 I | qualche novità dell'amico, eh? scocca pure, ad ogni modo io son 1918 XXVI | s'intende quella figura scolpita e formata in essa pietra, 1919 XXVI | eterne.~ ~FABIO~Che l'opere scolpite siano più delle dipinte 1920 XVIII | ingenocchioni, e anco più sconciamente, che non m'è incresciuto 1921 XXI | all'in e all'in giù; scoperse nell'imagini la distinzion 1922 III | dir che per ragione alcune scopren la schiena, che dovrebbon 1923 XV | appartengono quelle cose che non si scopreno al veder stando in un termine, 1924 XI | al che rispose Parasio: «Scoprilo da te stesso». Zeusi, cupido 1925 III | medesimo effetto, né si scoprirà cosa nel vivo che non appaia 1926 XI | stimolava Parasio che facesse scoprire il quadro, al che rispose 1927 XXVII | chiari pittori. Quasi che mi scordavo di Silvestro dal Fondaco, 1928 XXIII | farsi intendere che sempre scorgea maggior profondità nel sapere, 1929 XXVII | maestro d'Apelle, usava gran scortesia e si mostrava avarissimo, 1930 XVIII | strugge e il gran freddo gli scorza; ma il dipingere a fresco 1931 XXVII | palla, lottare, giocare di scrimia, o almeno caminare per un 1932 XXVII | mertò esser degnamente scritta latina; e di Leon Battista 1933 XVIII | colori, e per quanto si trova scritto hanno più di duo mille anni 1934 Intro | più, che da qual si sia scrittore di ciascuna facultà l'udi' 1935 XXIII | Questo è ch'il nostro Plinio scrive nell'opera sue «faciebat».~ ~ 1936 XXVI | come ritto ebraico nello scrivere, e così opera l'arte all' 1937 Intro | deliberai tra me stesso di scriverne quanto l'intelletto mio 1938 XXIII | È ben fatto. Il medesimo scriveva il dio della pittura Apelle, 1939 Intro | che Pomponio Gaurico ne scrivi alqunto, ma costui s'istende 1940 XIV | eletti dagli altri poeti che scrivono, i quale nelle loro comedie 1941 Intro | consacro, acciò che fattole scudo col preclaro nome suo, intrepida 1942 XV | le cose che ritraggete si scuoprano meglio e con più graziato 1943 VI | distingue gli effetti amorosi, scuopre la falsa adulazione, il 1944 XIII | figure, e darle chiari e scuri a tutte le cose, il qual 1945 V | figure in più parti fuggano, scurzando, o diminuiscano, e a quest' 1946 III | figure della tavola fuggano, scurzano e diminuiscano per una sola 1947 XXVI | transverberava tutta la figura in scurzo sino alla cima del capo, 1948 XXVII | LAURO~Non so certo se mi sdegnasse, ma l'arei a male~ ~FABIO~ 1949 XI | fanciullo. Dil che Zeusi si sdegnò con se stesso dicendo: « 1950 | seco 1951 XIV | vestiti, in piedi, distesi, sedenti, che si sforci, altri si 1952 XVII | convien dipignere sino alli sedili, non avendo con qual altra 1953 Intro | grazia ne possiede il primo seggio l'Illustrissima Vostra Serenità 1954 XVII | gli antichi (e si dovrebbe seguir anco, come buona parte) 1955 XXIV | pittori, ma se Bronzino seguita all'ascendere, egli verrà 1956 XXIII | uomini consapevoli che egli seguitò la più nobil, la più ingeniosa, 1957 XXVII | da loro, i quali per lor selvatichezza si rendono gratissimi; ma 1958 XII | recusaste di sparger così dolce semente nel mio arido giardino.~ ~ 1959 Intro | sperando per lo puro voto seminare la gratitudine divina e 1960 XXI | risplendere i nomi loro sempiterni.~ ~ ~ 1961 Intro | PRENCIPE DI VINEGIA~Qual semplice contadino, che nella nuova 1962 XVIII | e cuoi, ma coteste sono semplicità e folle fratesche da non 1963 XXVII | tenendo l'alchimia vera in seno, et essendo ricchi d'un 1964 XXVII | delle littere, altri più sensitivi si comettono all'onorato 1965 II | FABIO~Voi siete molto sensitivo.~ ~LAURO~Non son già sì 1966 X | vincendo (a mal grado del senso) se medesmo, e anco onorato 1967 XXVI | io fusse il maestro delle sentenzie; pur, perch'in tal difficultà 1968 Intro | debol mio giudizio non può sentirne fastidio, che non le scienze, 1969 XXVII | muoiono nel pollaio, ma che si separi dal nido, dove ognuno, per 1970 I | FABIO~Accetto l'invito, e mi serà un favor grande a veder 1971 I | dolcissimo trebbio, dove vi seranno venticinque matrone, tutte 1972 Congedo| raggionamento, ancor che vi serebbe molto che dire.~ ~FABIO~ 1973 XVI | il maestro.~ ~LAURO~Come serei a mal partito, se non si 1974 XVI | e capegli biondi, l'aria serena, la terra tutta vestita 1975 XXIII | per mezzi ordinati, non mi serìa noglia il pormi il giogo 1976 XXVI | essi sono, lo sapressimo servare con maggior diligenza della 1977 X | perch'a tal lucidezza non serveno i colori, né anco l'uomo 1978 V | quantità determinata che servi a tutte le forme, imperò 1979 V | ingegno nostro non ci può servire. Formò Iddio l'uomo con 1980 XXVII | onoratamente; né mai stia senza un servitore; usi tutte le commodità 1981 VIII | publico che niun cattivato in servitù, overo condennato per qual 1982 XVIII | perch'alcune specie di colori servono alle diversità di tinte 1983 X | re Attalo per sei mille sesterzj (li quali sono di valore 1984 | sette 1985 VIII | Nerone Valentiano, Alessandro Severo, ambi imperatori; Socrate, 1986 V | dall'uomo trovata la forma sferica, over il tondo perfetto, 1987 XIV | distesi, sedenti, che si sforci, altri si dolga, alcuni 1988 III | dimostro. S'uno sta in piedi, sforciassi, torgassi, quanto più può, 1989 XIV | almeno una figura tutta sforciata, misteriosa e difficile, 1990 III | faccia un uomo qual più sforciato atto che sia possibile, 1991 XVII | sigillo della disgrazia, acciò sgombri il paese, temendo ch'involi 1992 XXVII | assai delli quali sono sgraziati, pigri e inscipidi; ma sia 1993 II | libero.~ ~LAURO~Oh, noi siam conformi di cotal cosa.~ ~ 1994 XIV | tanto la lode e il biasimo siasi il vostro.~ ~FABIO~Or alla 1995 XVIII | dilettandovi di perficerle, come sicuro di più longa memoria. Il 1996 XXVI | natura della pietra, e la siegue con tanti vezzi e con tal 1997 | siete 1998 XVII | facilmente imprimermi nel sigillo della disgrazia, acciò sgombri 1999 XXIII | sono istimati gli uomini e signalati uno all'altro? non già per 2000 XIV | figure delle quali sono senza significato né suo, né d'altrui, e pur 2001 Intro | Introduzione~ALL'ILLUSTRISSIMO SIGNOR~FRANCESCO DONATO~PRENCIPE 2002 Intro | riverenza che le porto, come signore, o dall'affezione che le 2003 XXVII | Quasi che mi scordavo di Silvestro dal Fondaco, nipote della 2004 XXIV | Bonifacio, Giovan Pietro Silvio, Francesco furlivese, Pomponio.


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