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Paolo Pino
Dialogo di pittura

IntraText CT - Lettura del testo

  • IV
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IV

CANONI DELLA BELLEZZA MULIEBRE

 

FABIO

Troppo è difficil conoscere la perfezione di qual si voglia cosa, ma impossibil è poi trovare il vero nel proprio intrinseco di natura, ancor ch'i naturali filosofi amatori della verità, indagando svelorno molti suoi segreti, e no pur dissero la natura della natura, ma assegnorno le ragioni, l'ordine e le cause. Il che da me non intenderete, né anco fa al preposito nostro, vi dissegnerò bene con le parole quelle parti più grate, e più lodate dagli uomini, le quali tengo indubitatamente che siano quelle che mi richiedete.

 

LAURO

Purché racontate quanto fa mestieri a noi pittori, nell'altre cose compiacete voi istesso.

 

FABIO

Volendo sodisfar a voi nel mio ragionamento, a forcia convengo compiacermi in ciò che v'aggrada.

 

LAURO

È vero, ma se vi compiacete di ciò ch'a me piace, voi anco gustate del medesimo piacer ch'io partecipo.

 

FABIO

Tant'è. Par a me ch'un corpo feminile, a esser perfettamente bello, non bisogna che la natura sia nel produrlo impedita, e che la materia sia ben disposta di qualità e quantità; che sia generata in buona congionzione delle sette stelle e sotto benigno influsso di queste seconde cause, d'equal complessione in propria porzione; che gli umori superficiali siano temperati di modo che da loro si causi una carne delicata, senza macola, lucida e candida; che l'età non aggiugnia alli trentacinque anni, ma più partecipi dell'acerbo che del maturo, non debilitata dal coito, non pasuta, non arida; che le membra corrispondano insieme; con i capelli lunghi, sottili e aurei; le guancie uguali; la bocca retta; le labra di puro sangue e picciole; i denti candidi et eguali; l'orecchie nel suo termine, il qual è da la punta del naso infin alla coda dell'occhio, e sian basse; la gola rotonda e liscia; il petto amplo e morbido, le poppe sode e divise; le braccia ispedite; le mani delicate con le dita distese, alquanto diminuite negli estremi con ugnie più lunghe che larghe; il corpo poco rilevato e sodo; le coscie affusate e marmoree.

 

LAURO

Avvertite bene che scendesti dui gradi in un passo, non vi ponendo quel di meggio.

 

FABIO

Vi si ricciava l'appetito, eh?

 

LAURO

Seguite di grazia.

 

FABIO

Se gli convengono le gambe asciute, i piedi piani, le dita distinte. Questo parmi esser l'ordine di natura priva d'impedimento, altro è poi la bontà intrinseca, la qual è connessa nella porzione dechiaratavi, tal che la bellezza fa fede alla bontà. E dice Aristotile ch'un corpo mostruoso è indegno d'una anima retta.

 

LAURO

E voi non toccate del riverso

 

FABIO

A voi sta, che l'intendete meglio di me.

 

LAURO

Vi passate tacitamente, perché non entri in cognizione dell'arte vostra, eh?

 

FABIO

Anzi m'affatico per insegnarvi nell'arte mia quanto ne son capace.

 

 




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