XVIII
LE VARIE TECNICHE
PITTORICHE
LAURO
Non ponete il
ragionamento vostro in oblivione, di ciò ve n'avvederete voi. Tornate a casa.
FABIO
Non
è ancor ora di cena da tornarsi a casa.
LAURO
Dico, tornate
al ragionamento, e datemi a sapere qual sia la perfetta via del colorire.
FABIO
Oh, s'io
sapessi discernere veramente questo che mi richiedete, potrei anco saper
operare perfettamente in tutte le maniere. Pur da che vi promisi lo ricettario,
non vi debbo mancar dell'openion mia. Io tengo che lo dipignere a oglio sia la
più perfetta via e la più vera pratica; la ragione è pronta: che si può più
particolarmente contrafar tutte le cose, perch'alcune specie di colori servono
alle diversità di tinte più integramente, onde si vede le cose a oglio molto
differenti dall'altre, e oltre a ciò si può replicar le cose più fiate, là onde
se li può dar maggior perfezione, e meglio unir una tinta con l'altra. Arte che
non se può usar negli altri modi. Il colorire a fresco in muro è più imperfetto
per le ragioni dette, e perché ricerca presta resoluzione, ma a me par più
dilettevole. Questo perché l'è più ispediente, ond'io esprimo con maggior
prestezza il mio concetto, e in tal operar l'uomo se rinfranca di disegno, di
colorire e di sicurtà di mano, e molto più eterne sono l'opere sue di quelle
altrimenti fatte, e noi vediamo antichissime pitture in muro, perché la calce mista
con l'arena è materia incorruttibile, e la tella e tavole sono debili e
fragili.
LAURO
E non se può
dipignere, come fece frate Sebastiano e altri, che dipinsero in muro secco a
oglio?
FABIO
Vedete che
l'opra è caduca, e già comincia a guastarsi imperò che la sodezza della calcina
è impenetrabile, e li colori che si dànno in muro secco, o sia a guazzo, o sia
a oglio, elli non passano la superfizie della smaltatura e rimangono sì
picciolmente fondamentati, ch'il gran caldo li strugge e il gran freddo gli
scorza; ma il dipingere a fresco è molto più eterno, perché li colori sono
accettati dalla calcina e con lei conservano, come (oltre gli altri luochi)
appar in Roma, dove si sono (a' miei giorni), cavando sotterra, scoperte alcune
stanze ornate di belle pitture con belli colori, e per quanto si trova scritto
hanno più di duo mille anni di vita. E Plinio narra come cosa ammiranda
ch'ancor egli vidde ne' tempj d'Ardea, i quali erano stati le centinaia d'anni
senza tetti (perché furono i più antichi di Roma), le pitture bellissime di
colore e forma. Il per che vi esorto a procurar l'opere di muro, e più ne'
luochi pubblici, affaticandovi e dilettandovi di perficerle, come sicuro di più
longa memoria. Il modo di colorire a guazzo è imperfetto e più fragile, e a me
non diletta, onde lasciamolo all'oltramontani, i quali sono privi della vera
via. Molte altre vie vi sono di colorire a secco con colori e con alcune
strazie bollite in diversi succi. Cotesto è lo dipignere arabesco usato da'
Mori; altri modi in carte, in cera, in vetro e cuoi, ma coteste sono semplicità e folle fratesche da non conumerar nella
pittura.
LAURO
Io concorro nella
vostra openione circa il dipingere a fresco, e mi diletta molto. Vero è
ch'alcune fiate l'è periglioso per l'ignoranza de' muratori, e si patisce molti
incommodi, ma tanta n'ho delettazione, che molte fiate son stato due ore
integre ingenocchioni, e anco più sconciamente, che non m'è incresciuto nulla.
FABIO
In vero la
dilettazione supera, la laboriosità.
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