XXI
I PRIMORDI DELLA
PITTURA
FABIO
Iddio fu e
pittore e scultore il qual fece tutte le cose create di sua mano con perfetto
disegno, e con ottimi colori, e con giusta proporzione, né altro è l'aggirar
del cieli, l'ordine delli elementi, la varietà degli animanti, ch'una retta
composizione la qual è, come v'ho detto, disegno, ma quant'all'invenzione
umana, vi sono diverse openioni secondo Plinio. Lodansi gli Egizj dicendo che
tal arte suscitò da loro. Il ch'è falso. Gli Greci dicono che ne furono
inventori. Altri dicono che li Scitioni la ritrovò. Altri, Corinti. Ma sia come
si voglia, tutti sono conformi nel modo dell'invenzione, affirmando che tal
arte ebbe origine dall'ombra dell'uomo, et è molto credibile; onde,
affirmandosi un uomo nello spazio lucidato dal sole, Ardice, che fu il primo
che l'isercitò come arte, contornava la detta ombra in terra, o in altra sua
materia, con linee dette da noi profili, i quali furono trovati da Filocle
egizio, over Cleante corinto. Costoro cominciorono a distinguer linee con un
certo color nero nomato monocromathon. Cleofanto corinto ritrovò alcuni colori
minerali, e cominciò costui a dar più forma all'imagini. Ma Eumaro fu il
proprio vero pittore, perché trovò il modo di contrafare il naturale. Venne
dietro Cimone cleoneo, il qual passò più oltra per la strada fatta da Eumaro.
Cimone adonque aggiunse più porzione all'opere ch'Eumaro, e anco ritrovò
l'oblique, cioè far guardar le figure all'in sù e all'in giù; scoperse
nell'imagini la distinzion de' membri e delle vene; trovò la via di far le
vestimenta e altri panni con la proprietà delle pieghe. Costui Alcibiade
ritrasse a tal che li suoi soldati, riguardando nel ritratto, che sì bene
rapresentava l'esserità del proprio, contremivano. Vi furono molti altri, tra
quali Polignotto e Tasio, suo figliuolo, ambi pittori; Tasio fu il primo che
mai ritrasse donna con tutti gli suoi ornamenti; a costui fu concesso da' Greci
abitazione senza piggione e provvigionato delli danari pubblici. Dopo apparve
uno Ateniese nomato Apollo Doro, costui fu pittor ingenuo e ritrovò il modo di
far li penelli al presente usati da noi, e fu costui concorrente di Zeusi, ma
di maggior perfezione, e mandogli a dir che fece male a involargli la sua arte,
perché Zeusi attese molto a imitar le cose sue. Costoro, divenuti abondanti di
richezze con la vera alchimia della pittura, cominciorono a donar l'opere sue,
istimando ciascun, alto prezio inferior a quelle, con la qual presentazione
erano incredibilmente presentati. Molti furono i pittori antichi celeberrimi la
cui ingeniosità meritò affaticar la cortesia de' scrittori facendo (a malgrado
di morte e del tempo) risplendere i nomi loro sempiterni.
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