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Paolo Pino
Dialogo di pittura

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  • VI
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VI

POSSIBILITÀ DELLA PITTURA

 

LAURO

Mi soviene, che l'altro giorno diceste che tutte l'arti mecaniche sono dette fabrili, e non così è detta la nostra.

 

FABIO

Perché la pittura non è mecanica, ma arte liberale, unita con le quattro matematiche, e siate certo che nella terza delle tre prime cause, cioè Iddio, natura e arte, la pittura come parte è connumerata, e unita, e celebrata, qual membro nobile dell'arte propria. Quest'è la più alta invenzione che s'opri tra gli uomini, e tutte l'arti mecaniche sono dette arti per partecipazione, come membri dependenti dalla pittura, la qual è natura dell'arti mecaniche per lo disegno, ch'i fabri, artefici non puono formar pur un minestro senza il disegno, e dato che tutte l'arti imitano la natura, questa sopra tutte l'altre con maggior integrità imita tutte le cose naturali, e causa quelle prodotte dall'arti mecaniche. Questa è quella divina invenzione, il cui soggetto s'inalcia alla distinzione dei doi mondi; che conserva la memoria degli uomini, dimostrando l'effigie loro; ch'aggrandisce la fama a' vertuosi, componendo con altro che con parole gli atti suoi freggiati d'eterna gloria, eccitando li posteri a ragualiarseli di prodezza. Ecco l'arte che nobilita l'oro e le gemme, imprimendo in essi la varietà dell'imagini. Questa è quella poesia che vi fà, non solo credere, ma vedere il cielo ornato del sole, della luna e delle stelle, la pioggia e neve, le nebie causate da' venti, l'acqua e la terra. Vi fà dilettare nella varietà di prima vera, nella vaghezza dell'estate, e ristringervi alla rappresentazione della fredda e umida stagion del verno. Con tal arte si sono ingannati gli animali. E chi può negare che sovente gli uomini non si siano ingannati, tenendo al primo sguardo l'imagini dipinte per vive? La pittura distingue gli effetti amorosi, scuopre la falsa adulazione, il fuoco dello sdegno, il vivo della fortezza, lo grave della fatica, il terribile della paura, la proprietà di natura, l'intrinseco dell'animo, l'ingeniosità dell'arte, e ch'è più la vita, e la morte.

 

 




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