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Paolo Pino
Dialogo di pittura

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  • XII
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XII

DILETTI DELLA PITTURA

 

FABIO

Da che siamo oppressi nell'ampiezza d'un tanto ragionamento, a voi e a me dolcissimo, per far più abondevole questo vostro desiderio, io voglio farvi intender che cosa è pittura, succintamente, però, e in modo forse non mai più dichiarato per quel che si legge.

 

LAURO

Per Dio, io ve ne volevo richieder, ma stavo ambiguo d'imporvi tanta fattica, temendo che voi recusaste di sparger così dolce semente nel mio arido giardino.

 

FABIO

Come, fatica? Anzi, solazzo! ch'avendo la mia dilettazione posta solamente nell'arte nostra, più dolce intratenimento ch'io possi gustare è il ragionar di lei, e in essa operare.

 

LAURO

Il medesmo piacere è in me, e creggio che in niuna cosa più piacevole agli uomini si possi gustare maggior soavità e contentezza di quella che si assaggia nell'arte nostra.

 

FABIO

Cotesto è chiaro, perché la natura imita se stessa, e naturalmente tutti gli artefici amano le sue fatture, e molte fiate la natura lo dimostra, dipingendo da se stessa nei marmi e tronchi diverse forme figurate, sì anco nel fumo e nube diversamente concernesi, e questo fà la natura con quella dilettazione che prende uno vedendo l'effigie sua nello specchio.

 

LAURO

Oh, bella descrizione! Oh, bene, che cosa è pittura?

 




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