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232 è
Alessandro Tassoni
La secchia rapita

IntraText - Concordanze

era

    Stanza, Verso
1 1, 10| e la fossa in piú luoghi era piana,~che s'entrava 2 1, 12| trivelle,~ed egli stesso era a cavallo armato~con la 3 1, 13| Scotti, uom saggio e forte,~era allor Potta, e decideva 4 1, 16| avezza;~Renoppia di Gherardo era sorella,~pari a lui di valor, 5 1, 17| dispettosa vecchia,~scrive ch'ell'era sorda da una orecchia.~ ~ 6 1, 21| tanto in opportuno punto~era correndo a la Fossalta giunto:~ ~ 7 1, 22| allor quivi arrivato,~s'era con molto ardir già spinto 8 1, 22| a la torre onde il passo era guardato;~quei de la torre 9 1, 23| de la Petronia gente,~ch'era un omaccio assai polputo 10 1, 34| Grascia, un furbacciotto~ch'era di quella squadra il capitano,~ 11 1, 35| 35~Radaldo Ganaceti era su 'l ponte~con molti suoi 12 1, 42| da la porta ove fermato s'era~non li chiamava tosto a 13 1, 44| quella mena,~e l'acqua ch'era assai cupa e distante,~feron 14 1, 46| e tagliando la fune ond'era appesa,~se ne serví contro 15 1, 47| quella Secchia ove prim'era,~o la bestialità vi sarà 16 1, 49| Manfredi un poco piú lontano~era il soccorso, alcun non ne 17 1, 52| 52~Era vescovo allor per aventura~ 18 1, 52| guasto a la Scrittura,~ed era entrato al popolo in concetto~ 19 2, 7 | quanto potea piú forte.~Era capo di banca un Rarabone~ 20 2, 7 | gli dicean Tassone,~perch'era grosso e avea le gambe corte.~ 21 2, 10| 10~Manfredi, ch'era a quel parlar presente,~ 22 2, 14| seguente.~Il Baldi, ch'era astuto come veglio~e sapea 23 2, 20| ciglio~che la mente d'ognuno era dubbiosa.~Alfin per consultare 24 2, 20| fecero al Baldi dir, ch'era presente,~ch'avrebbe la 25 2, 21| in questo il Reggimento era in errore~se credea di dar 26 2, 27| Federico in Alemagna~quant'era occorso e di suo aiuto il 27 2, 28| i mali~che d'una Secchia era per trar la sorte.~Giove, 28 2, 28| Giove, che molto amico era a i mortali~e d'ogni danno 29 2, 33| 33~Saturno, ch'era vecchio e accatarrato~e 30 2, 33| Marte sopra un cavallo era montato~che facea salti 31 2, 34| nudo, algoso e fangoso era il meschino,~di che la madre 32 2, 35| Diana~che levata per tempo era ita al bosco~a lavare il 33 2, 39| ch'ancor de la pazzia~non era ben guarito intieramente,~ 34 2, 41| che soleva portar quand'era festa;~lo scettro in forma 35 2, 53| bieco~rimirollo Vulcan ch'era in disparte;~e disse: - 36 2, 59| trinciato~sopra seta vermiglia, era vestita,~con un colletto 37 2, 59| bianco il piè leggiadro era calzato;~non si potea veder 38 2, 60| 60~Ma l'oste ch'era guercio e Bolognese,~tanto 39 3, 1 | 1~Era tranquillo il mar, sereno 40 3, 6 | paggio de la guardia motto~ch'era giunto un corrier da la 41 3, 7 | difesa~di Modana, che posta era in periglio~per nuova guerra 42 3, 8 | 8~A Modana fra tanto era arrivato~l'aviso, che già ' 43 3, 8 | Cremona.~Questi da Federico era mandato,~non potendo venir 44 3, 9 | 9~Da l'altra parte era venuta nuova~ch'in armi 45 3, 11| mano~dal ponte del Panaro era distante~quanto un arco 46 3, 12| 12~Quest'era un cavalier bravo e galante,~ 47 3, 12| filosofo poeta e bacchettone~ch'era fuor de' perigli un Sacripante,~ 48 3, 12| gigante,~e si scopriva poi ch'era un cappone,~onde i fanciulli 49 3, 13| dicea ch'eran duo mila e ch'era~una falange d'uomini famosi:~ 50 3, 18| gente~con nera e folta barba era eminente.~ ~ 51 3, 24| 24~Il sagace Claretto era con esso,~ch'acceso di Dogna 52 3, 24| Dogna Anna di Granata~giunt'era tutt'afflitto il giorno 53 3, 31| libri a la ventura,~e s'era armato che parea un Marcello,~ 54 3, 34| nemico e 'l capitano,~s'era fatto signor di quello stato~ 55 3, 36| astuto;~Gherardo che d'etade era il maggiore~e 'n piú sublime 56 3, 36| maggiore~e 'n piú sublime grado era venuto,~de le genti paterne 57 3, 38| già dal sinistro in campo era venuto~di Prendiparte Pichi 58 3, 41| staffieri:~laminata di ferro era d'intorno,~e si potea assettar 59 3, 45| Castelvetro~l'insegna apparve ch'era un cardo bianco.~Trecento 60 3, 50| 50~E quel ch'era mirabile a vedere,~cinquanta 61 3, 51| il suono intese;~e perch'era un cervel fatto a capriccio,~ 62 3, 54| il meschin s'accorgea ch'era pazzia.~ ~ 63 3, 55| 55~Alessio era il suo nome, e 'n sesta 64 3, 55| contata con la prima,~non era da giostrare a la quintana:~ 65 3, 56| Bison l'insegna al vento,~ch'era in campo azzurrino un sanguinaccio,~ 66 3, 59| 59~Il conte di Miceno era un signore~fratel del Potta 67 3, 59| duce~in Francia: e nominato era Voluce.~ ~ 68 3, 69| la gente sua ch'armata s'era.~E già quella di Parma e 69 3, 69| Alemagna~e di Cremona giunta era la sera~da la parte del 70 3, 71| Padul giú dal Frignano;~era con lui Vetidio Carandino~ 71 3, 72| Quella di Castelnovo, ov'era un Santo~con le man giunte 72 3, 73| Sillano~da Otton Campora l'una era guidata,~l'altra da Jaconia 73 3, 74| Bellincino,~ove in campo dorato era dipinta~la figura gentil 74 3, 79| bella Molza erano figli.~Era l'impresa lor due fegatelli~ 75 4, 2 | 2~Il Potta, ch'era un uom molto eloquente~e 76 4, 9 | 9~Era con molti armati in quel 77 4, 12| periglio~ove quella fortezza era ridotta,~rivolse a destra 78 4, 15| nemici a la tedescheria,~e ch'era un accoppiar co' gatti i 79 4, 21| fiero~creduto fu da ognun ch'era presente.~Gherardo a manca 80 4, 26| forza e piú fierezza,~ed era di statura assai maggiore:~ 81 4, 26| picciolo il corpo e grand'era 'l valore.~Ma l'uno e l' 82 4, 30| Secondo~che de le pappardelle era inventore~morto lasciò con 83 4, 34| morta,~ch'ivi già penetrato era Gherardo.~Allor frenando 84 4, 35| fuor di calende~e l'altro era un fanton lungo sei braccia,~ 85 4, 38| 38~Questi era de' Reggiani il generale,~ 86 4, 38| in pace e 'n guerra;~ed era consiglier di Salinguerra.~ ~ 87 4, 39| varie carte,~che 'l conte era grand'uomo in ogni parte.~ ~ 88 4, 41| balestra il sordo Malaguzzo,~era stizzato e gli sapeva male~ 89 4, 46| pian scendea,~de la piazza era il conte a la difesa:~e 90 4, 47| botto~distrusser ciò che v'era e crudo e cotto.~ ~ 91 4, 49| or gastigare:~il conte ch'era mezzo disperato~- Padre, 92 4, 50| e dicean che con l'armi era da uscire,~o da pugnar con 93 4, 51| brodo azzurro e perso,~ch'era del cuoco: e 'l conte se 94 4, 57| narrò il tutto e che se n'era gito~il conte e già poteva 95 4, 57| esser lontano;~si consultò s'era miglior partito~il ritorno 96 4, 61| porte,~perduta quella notte era la razza~de' soldati da 97 4, 63| Gherardo alcun partito,~ch'era già inviperato e infellonito.~ ~ 98 5, 1 | Già il termine prescritto era passato,~né la piazza Nasidio 99 5, 1 | Re vendetta rea:~e l'alba era ancor dubbia e 'l cielo 100 5, 2 | promettendo a colui ch'era di loro~primo a salir, due 101 5, 7 | istesso,~ch'armato d'una ronca era venuto~correndo in quella 102 5, 14| 14~La bandiera fra tanto era spiegata~che Ramberto al 103 5, 14| ma contesa in quel luogo era l'entrata~da l'inimico stuol 104 5, 21| un Castello,~di cui non era in Lombardia il piú bello.~ ~ 105 5, 22| suoi già inteso avea:~ed era quel che la foresta e i 106 5, 25| 25~Il Papa, ch'era padre e protettore~de la 107 5, 25| che monsignor Querenghi era nomato.~ ~ 108 5, 26| 26~Questi era in varie lingue uom principale~ 109 5, 39| Ferrara~Salinguerra, e nemico era a la Chiesa;~ma i Petroni 110 5, 48| Del buon sangue Manfredo era costui,~onor di quella età 111 5, 50| che de gli altri fratelli era il maggiore.~ ~ 112 5, 55| 55~Nomato era costui Filippo Ugone~brescian 113 5, 57| da Bigon di Geremia,~ch'era in Bologna in quell'età 114 5, 61| Il carroccio restò, com'era usanza~tra i Bolognesi, 115 5, 64| 64~Ma incontro a l'austro era nel destro corno~la bandiera 116 5, 64| schierata.~Regiamente pomposo era quel giorno~di sopravesta 117 6, 12| Manetta~che 'l rimirava e s'era mosso a riso:~- A , dicea, 118 6, 22| 22~Giandon da la Porretta era un Petronio~grande come 119 6, 23| uccise~quattro Tedeschi, ed era dietro al quinto:~ma il 120 6, 23| tratta fuor la spada ond'era cinto,~divise d'un fendente 121 6, 23| Giandon, che già in piedi era levato.~ ~ 122 6, 27| cinto~fra l'ultime ordinanze era fermato,~con l'urto di mill' 123 6, 28| messer Filippo Ugone,~ch'era rimaso attonito e perduto,~ 124 6, 28| robone~e la berretta ch'era di veluto;~ei del carroccio 125 6, 37| qui la furibonda spada~ch'era una lama da la lupa antica.~ 126 6, 52| divini~onde l'anima accesa era invaghita,~e 'l vide star 127 6, 53| e se non che quell'elmo era temprato~per man del saggio 128 6, 61| la panciera d'Ettòr, ch'era incantata,~non gli avrebbe 129 6, 66| a Tomasin ch'a lato gli era:~- Per vita, gli dicea, 130 6, 73| lasciò ingombrato.~Bacco era questi a generar spavento~ 131 7, 1 | 1~Il conte di Culagna era fuggito,~com'io narrai, 132 7, 28| male in strane guise;~perch'era vecchio in guerra e buon 133 7, 30| 30~E già per ispogliarlo era smontato,~quando ei si volge 134 7, 50| tutto~il conte di Culagna era fuggito,~e giunto a la città 135 7, 50| l Re prigione e 'l campo era distrutto;~onde i vecchi 136 7, 51| abbandonare;~altri dicean ch'era da dar di piglio~a tutto 137 7, 57| sol da l'orizonte~già poco era lontan nel lito ibero,~e 138 7, 59| distrutte, e a gran fatica s'era~salvato Gherardin su la 139 7, 65| dove giunto a la spalla era il bracciale.~ ~ 140 7, 66| scendea~ dove Periteo poco era lunge:~quand'ecco col caval 141 7, 67| in lui solo,~che meglio era vestir di romagnolo.~ ~ 142 7, 69| gridi e di spavento empiva.~Era questi Gherardo il capitano~ 143 7, 71| lassa~a Giberto che quivi era con lui,~e torna indietro 144 7, 72| 72~Il signor di Faenza era in battaglia~col capitan 145 8, 9 | Giunto al Potta fra tanto era l'aviso,~e Gherardo su ' 146 8, 12| prigioniero~del suo signore era il figliolo, in fretta~armò 147 8, 12| cui per fresco retaggio era suggetta~la nobil signoria 148 8, 13| uom di piú core~di lui non era o di miglior consiglio:~ 149 8, 13| quand'egli udí, si mosse,~ch'era infreddato e ch'egli avea 150 8, 19| infernal tutto riluce,~e v'era Pietro allor, co' fieri 151 8, 21| Stigliano,~e 'l popol di Bogione era con esso.~Ne lo stendardo 152 8, 35| fida,~d'ogni bellica frode era inventore;~ma facea 'l goffo, 153 8, 36| 36~Egli era un uom d'anni cinquantadui,~ 154 8, 42| venían per ritentar se v'era~partito alcun di racquistar 155 8, 43| cenni intese,~rispose lor ch'era miglior riguardo~finir tutte 156 8, 44| Gli ambasciatori, a' quali era prescritto~quanto dovean 157 8, 46| Questi in diverse lingue era eloquente,~e sapeva in ciascuna 158 8, 57| schietto,~che di gigli di perle era fregiato,~e 'l tergo in 159 8, 60| sparsi e vi gettai!~quant'era meglio questi frutti corre,~ 160 8, 68| 68~Era con lor Tarquino Collatino~ 161 8, 68| avea a Collazia:~ei non era fratel, ma consobrino~e 162 8, 73| Collazia sol, dov'ella era;~e giunto a l'imbrunir de 163 9, 1 | Nunzio anch'egli entrato era in umori~ch'ei si mandasse 164 9, 2 | finita la tregua ancor non era,~quando pel fiume in giú 165 9, 7 | dice una scrittura~di ch'era il marmo lucido intagliato:~ 166 9, 7 | Piú in alto sovra il corno era attaccato~un ricco scudo, 167 9, 7 | cui da la scoltura~tolto era al puro argento il primo 168 9, 9 | 9~Era coperto il pian di verde 169 9, 13| l ciel tornò seren com'era pria;~e in tanto fu di cento 170 9, 13| armonia.~Il lume ritornò, ch'era sparito,~su la colonna; 171 9, 15| provido scudiero;~e Galeotto era comparso armato~con sopravesta 172 9, 16| 16~Era ogni cosa in punto, e solamente~ 173 9, 16| sopravesta e rilucente~di gemme era vestito, e l'armatura~di 174 9, 16| cimiero,~ma nero piú che corvo era il destriero.~ ~ 175 9, 17| anni esser parea:~biondo era e bello e di gentile aspetto,~ 176 9, 23| chiudeo:~e 'l chiaro lume, ch'era gito in bando,~tornò a le 177 9, 34| cavalier de l'isoletta s'era~tratto in disparte a rimirar 178 9, 36| cavalier che ritirato s'era,~tornò a mettersi in capo 179 9, 37| pezzo attese,~ch'ognuno era confuso e spaventato,~fin 180 9, 44| 44~Questi era un cavalier non piú nomato,~ 181 9, 44| pria fu rigattier, poi s'era dato~in Campo Merlo a far 182 9, 44| falsato~tanto che divenuto era signore;~e per aggiugner 183 9, 53| mortali,~e la coda inzuppata era di broda:~terribil voce 184 9, 53| la pelle d'un diamante era piú soda;~e sempre che ferir 185 9, 57| il guarnimento,~ma bianco era il destrier piú che l'argento.~ ~ 186 9, 59| Averardo, il qual non s'era~fin allor visto appresentarsi 187 9, 60| accompagnata,~de l'isola era uscita una donzella~in abito 188 9, 60| bella:~e venne ove Renoppia era attendata,~con due scudieri 189 9, 65| 65~dov'era un dente di san Gemignano,~ 190 9, 70| di tante, onde pur dianzi era ripieno,~che 'l cavalier 191 9, 79| e quanto piú l'incontro era gagliardo,~tanto meglio 192 9, 80| cavallo e l'armi onde guernito~era il fanciul, tutte incantate 193 9, 80| avea:~e chi traea la spada era spedito,~ché de l'isola 194 9, 80| dovea.~Il cambiar lancia era miglior partito;~ma non 195 9, 80| cavalier vincea,~se non era di forza e di valore~piú 196 10, 1 | 1~Il carro de la Notte era già fuora~del cerchio che 197 10, 4 | per prender l'ombra sua ch'era maggiore.~ ~ 198 10, 6 | mosse~colà dove Renoppia era attendata,~cantando a l' 199 10, 15| 15~Già la foce del Tebro era non lunge,~quando si risvegliò 200 10, 32| suoi~prigioniero pugnando era restato,~le lagrime asciugando: - 201 10, 39| fronte un pennacchione,~l'era gita a incontrar da un altro 202 10, 42| Quindi gli narra quanto era seguito,~e quel che detto 203 10, 44| 44~Era Titta per sorte innamorato~ 204 10, 52| orinali~per veder di che sorte era il veleno.~Cento barbieri 205 10, 53| parola,~e per tanti rimedi era già lasso:~quand'ecco un' 206 10, 54| Cosí dicea, ma tanta era la calca,~ch'ebbe a perirvi 207 10, 56| e abbandonato il conte era rimaso,~se non ch'un prete 208 10, 57| chiamaro i servi, e ognun s'era nascosto;~fuor ch'una vecchia, 209 10, 58| Già pria la nuova in casa era venuta~che 'l conte si moriva 210 10, 58| soldato~tacitamente già s'era partita,~e a trovar Titta 211 10, 58| a trovar Titta al campo era fuggita.~ ~ 212 10, 63| collegio de' medici ch'egli era~fuor di periglio, a la campagna 213 10, 63| cui sopra un giovinetto era venuto,~né l'un né l'altro 214 10, 63| né l'un né l'altro piú s'era veduto.~ ~ 215 10, 66| presume,~si scusa che non gli era cosa nuova~de la sua limpidezza 216 10, 74| 74~ch'era pariente de gliu Papa, e 217 10, 74| pariente de gliu Papa, e ch'era~baron romano, e gir bolea 218 10, 74| che l'albergo in palazzo era piú bello,~e che l'avrian 219 11, 2 | allor si fe' palese~quel ch'era prima occulto o almeno in 220 11, 6 | cavaliero~nel campo modanese era venuto,~di casa Toscanella, 221 11, 7 | 7~Questi era un tal piccin pronto ed 222 11, 9 | amici a consigliarsi~se v'era modo alcun di far la pace.~ 223 11, 15| quell'eccelsa terra~dov'era nato, e per legato pio~danari 224 11, 17| D'intorno al letto suo s'era ridotta~gran turba intanto, 225 11, 19| tenda in tenda in tanto era volata~la fama di quell' 226 11, 19| ridea.~Renoppia, che non era ancor levata,~un paggio 227 11, 23| onde il conte gridò ch'era già sano,~che 'l dolor gli 228 11, 24| l'aura estiva,~e se non era il suo padrino, allora~a 229 11, 24| di lui l'antica gente~ch'era sovra ogni re forte e possente.~ ~ 230 11, 30| diverso da quel ch'egli era innanti.~Ma Titta armato 231 11, 30| e neri ammanti~in campo era comparso, accompagnato~dal 232 11, 38| parla e discorre~che non era da porre a tal cimento~un 233 11, 40| principale~che forse non ve n'era altro maggiore~né ch'a lui 234 11, 42| tutti disser poi ch'egli era matto,~quando s'intese ciò 235 11, 42| quando s'intese ciò ch'era seguito.~Intanto avean spogliato 236 11, 44| allacciava da collo, e sciolta s'era~e pendea giú per fino a 237 11, 44| al fin di che maniera~s'era abbagliato, l'ha per sua 238 11, 47| ferita~del conte nel cercar s'era smarrita.~ ~ 239 11, 49| 49~Ma il padrin ch'era accorto, il confortava~e 240 11, 55| Il conte a Sant'Ambrogio era passato~e stava con que' 241 11, 56| potea;~e vedendo che l'uscio era ben chiuso,~disse che se 242 12, 2 | zucca avea di molto sale~ed era amico a i Guelfi e a i Ghibellini;~ 243 12, 3 | Ma la tregua fra tanto era finita,~e a l'armi si tornò 244 12, 4 | tutto 'l fiume in sangue era cangiato.~Prove eccelse 245 12, 8 | Col collare a lattughe era vestito,~tutto di seta e 246 12, 10| dicea~che pugnar con le dame era atto vile,~ma pazzo ardir 247 12, 12| Giunto a Genova in tanto era il Legato;~e 'l Nunzio da 248 12, 16| drappello~guastò la caccia ch'era in su 'l piú bello.~ ~ 249 12, 27| 27~Era capo di banca allor per 250 12, 36| la gente perugina,~se non era con voi questa canaglia,~ 251 12, 41| attenzion ch'imaginata~s'era nel cominciar di quella 252 12, 60| 60~Era ne la stagion ch'i sensi 253 12, 60| luce scemata e scolorita~s'era congiunta al sol l'umida 254 12, 68| perché tutto di sangue era vermiglio.~ ~ 255 Note | milantatore al possibile; non s'era fatta guerra in cent' anni, 256 Note | fosse intervenuto; e non era intervenuto in guerra, dove 257 Note | senza naso; ma il colpo era stato piuttosto di guaina 258 Note | intervenuto al poeta mentre era allo Studio di Bologna, 259 Note | materia a questi versi. Era di carnevale, e standava 260 Note | in maschera; e 'l poeta era vestito da Zanni dottore 261 Note | levò la beretta che gli era caduta nel fango, e gliela 262 Note | che l'aveva fatto cadere era stato uno de' Zambeccari, 263 Note | gli aveva tolta la beretta era stato un tal Dal Gesso che 264 Note | state seguente, e 'l terzo era uno de' Scadinari.~ ~S. 265 Note | v. 1.~Bonadamo Boschetti era veramente vescovo di Modana 266 Note | e come uomo di fazione era stato cacciato dai ghibellini. 267 Note | si leggeva prima cos:~ ~Era vescovo allor per aventura ~ 268 Note | ad Esculapio, dicendo ch'era indecenza che 'l figlio 269 Note | la barba e 'l padre, ch'era Apollo, fosse sbarbato.~ ~ 270 Note | assedio.~ ~S. 30a, v. 7.~Quest'era un maestro di scuola famoso, 271 Note | contadini a dargli nuova che gli era morta una vacca, il rimandò 272 Note | ma da Manfredi Pio, ch'era allora vicario imperiale, 273 Note | Modanesi, perché Modana era stata colonia de' Romani.~ ~ 274 Note | perché in quel tempo Modana era distrutta e spopolata e 275 Note | taglio Angel Rasello. Et era un ritratto cavato dal naturale 276 Note | dominio di Ferrara, perché era suo cognato e gli Estensi 277 Note | v. 7.~La famiglia Canossa era fino a quel tempo molto 278 Note | S. 25a, v. 7.~Il papa era allora in Francia nel Lionese 279 Note | carroccio furono i Milanesi. Era un gran carro tirato da 280 Note | Enzio.~ ~S. 55a, v. 1.~Quest'era veramente il podestà. di 281 Note | altro Romeo Pepoli che non era conte, del quale fa menzione 282 Note | leggiamo in Plinio che, quando era assediata da Marc'Antonio 283 Note | già al poeta che questo era un miscere sacra profanis, 284 Note | profanis, e che questo poema era una calza d'uno svizzero 285 Note | mancamento ai Ferraresi quello ch'era lode loro, cioè il tener 286 Note | S. 42a, v. 1.~Questi era un personaggio mandato dal 287 Note | v. 6.~A quel tempo Modana era stata tutta piena di masse 288 Note | v. 7.~Ezzelino da Romano era allora signor di Padova, 289 Note | onore, d'uomo basso ch'egli era.~ ~S. 25a, v. 2.~La donna 290 Note | faceva maestro Simone quand' era scolare.~ ~ ~CANTO DECIMO~ ~ 291 Note | dire che la malvagia sola era quella che lo faceva comporre 292 Note | finestra, veggendo che l'uscio era chiuso.~ ~S. 60a, v. 2.~ 293 Note | insieme con l'adultero, ch'era persona assai vile.~ ~ ~ 294 Note | Ottaviano degli Ubaldini era allora vescovo di Bologna, 295 Note | v. 5.~Innocenzo Secondo era allor papa; ma non era già 296 Note | Secondo era allor papa; ma non era già egli nemico de' Modanesi;


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