Stanza, Verso
1 1, 10| e la fossa in piú luoghi era sí piana,~che s'entrava
2 1, 12| trivelle,~ed egli stesso era a cavallo armato~con la
3 1, 13| Scotti, uom saggio e forte,~era allor Potta, e decideva
4 1, 16| avezza;~Renoppia di Gherardo era sorella,~pari a lui di valor,
5 1, 17| dispettosa vecchia,~scrive ch'ell'era sorda da una orecchia.~ ~
6 1, 21| tanto in opportuno punto~era correndo a la Fossalta giunto:~ ~
7 1, 22| allor quivi arrivato,~s'era con molto ardir già spinto
8 1, 22| a la torre onde il passo era guardato;~quei de la torre
9 1, 23| de la Petronia gente,~ch'era un omaccio assai polputo
10 1, 34| Grascia, un furbacciotto~ch'era di quella squadra il capitano,~
11 1, 35| 35~Radaldo Ganaceti era su 'l ponte~con molti suoi
12 1, 42| da la porta ove fermato s'era~non li chiamava tosto a
13 1, 44| quella mena,~e l'acqua ch'era assai cupa e distante,~feron
14 1, 46| e tagliando la fune ond'era appesa,~se ne serví contro
15 1, 47| quella Secchia ove prim'era,~o la bestialità vi sarà
16 1, 49| Manfredi un poco piú lontano~era il soccorso, alcun non ne
17 1, 52| 52~Era vescovo allor per aventura~
18 1, 52| guasto a la Scrittura,~ed era entrato al popolo in concetto~
19 2, 7 | quanto potea piú forte.~Era capo di banca un Rarabone~
20 2, 7 | gli dicean Tassone,~perch'era grosso e avea le gambe corte.~
21 2, 10| 10~Manfredi, ch'era a quel parlar presente,~
22 2, 14| dí seguente.~Il Baldi, ch'era astuto come veglio~e sapea
23 2, 20| ciglio~che la mente d'ognuno era dubbiosa.~Alfin per consultare
24 2, 20| fecero al Baldi dir, ch'era presente,~ch'avrebbe la
25 2, 21| in questo il Reggimento era in errore~se credea di dar
26 2, 27| Federico in Alemagna~quant'era occorso e di suo aiuto il
27 2, 28| i mali~che d'una Secchia era per trar la sorte.~Giove,
28 2, 28| Giove, che molto amico era a i mortali~e d'ogni danno
29 2, 33| 33~Saturno, ch'era vecchio e accatarrato~e
30 2, 33| Marte sopra un cavallo era montato~che facea salti
31 2, 34| nudo, algoso e fangoso era il meschino,~di che la madre
32 2, 35| Diana~che levata per tempo era ita al bosco~a lavare il
33 2, 39| ch'ancor de la pazzia~non era ben guarito intieramente,~
34 2, 41| che soleva portar quand'era festa;~lo scettro in forma
35 2, 53| bieco~rimirollo Vulcan ch'era in disparte;~e disse: -
36 2, 59| trinciato~sopra seta vermiglia, era vestita,~con un colletto
37 2, 59| bianco il piè leggiadro era calzato;~non si potea veder
38 2, 60| 60~Ma l'oste ch'era guercio e Bolognese,~tanto
39 3, 1 | 1~Era tranquillo il mar, sereno
40 3, 6 | paggio de la guardia motto~ch'era giunto un corrier da la
41 3, 7 | difesa~di Modana, che posta era in periglio~per nuova guerra
42 3, 8 | 8~A Modana fra tanto era arrivato~l'aviso, che già '
43 3, 8 | Cremona.~Questi da Federico era mandato,~non potendo venir
44 3, 9 | 9~Da l'altra parte era venuta nuova~ch'in armi
45 3, 11| mano~dal ponte del Panaro era distante~quanto un arco
46 3, 12| 12~Quest'era un cavalier bravo e galante,~
47 3, 12| filosofo poeta e bacchettone~ch'era fuor de' perigli un Sacripante,~
48 3, 12| gigante,~e si scopriva poi ch'era un cappone,~onde i fanciulli
49 3, 13| dicea ch'eran duo mila e ch'era~una falange d'uomini famosi:~
50 3, 18| gente~con nera e folta barba era eminente.~ ~
51 3, 24| 24~Il sagace Claretto era con esso,~ch'acceso di Dogna
52 3, 24| Dogna Anna di Granata~giunt'era tutt'afflitto il giorno
53 3, 31| libri a la ventura,~e s'era armato che parea un Marcello,~
54 3, 34| nemico e 'l capitano,~s'era fatto signor di quello stato~
55 3, 36| astuto;~Gherardo che d'etade era il maggiore~e 'n piú sublime
56 3, 36| maggiore~e 'n piú sublime grado era venuto,~de le genti paterne
57 3, 38| già dal sinistro in campo era venuto~di Prendiparte Pichi
58 3, 41| staffieri:~laminata di ferro era d'intorno,~e si potea assettar
59 3, 45| Castelvetro~l'insegna apparve ch'era un cardo bianco.~Trecento
60 3, 50| 50~E quel ch'era mirabile a vedere,~cinquanta
61 3, 51| il suono intese;~e perch'era un cervel fatto a capriccio,~
62 3, 54| il meschin s'accorgea ch'era pazzia.~ ~
63 3, 55| 55~Alessio era il suo nome, e 'n sesta
64 3, 55| contata con la prima,~non era da giostrare a la quintana:~
65 3, 56| Bison l'insegna al vento,~ch'era in campo azzurrino un sanguinaccio,~
66 3, 59| 59~Il conte di Miceno era un signore~fratel del Potta
67 3, 59| duce~in Francia: e nominato era Voluce.~ ~
68 3, 69| la gente sua ch'armata s'era.~E già quella di Parma e
69 3, 69| Alemagna~e di Cremona giunta era la sera~da la parte del
70 3, 71| Padul giú dal Frignano;~era con lui Vetidio Carandino~
71 3, 72| Quella di Castelnovo, ov'era un Santo~con le man giunte
72 3, 73| Sillano~da Otton Campora l'una era guidata,~l'altra da Jaconia
73 3, 74| Bellincino,~ove in campo dorato era dipinta~la figura gentil
74 3, 79| bella Molza erano figli.~Era l'impresa lor due fegatelli~
75 4, 2 | 2~Il Potta, ch'era un uom molto eloquente~e
76 4, 9 | 9~Era con molti armati in quel
77 4, 12| periglio~ove quella fortezza era ridotta,~rivolse a destra
78 4, 15| nemici a la tedescheria,~e ch'era un accoppiar co' gatti i
79 4, 21| fiero~creduto fu da ognun ch'era presente.~Gherardo a manca
80 4, 26| forza e piú fierezza,~ed era di statura assai maggiore:~
81 4, 26| picciolo il corpo e grand'era 'l valore.~Ma l'uno e l'
82 4, 30| Secondo~che de le pappardelle era inventore~morto lasciò con
83 4, 34| morta,~ch'ivi già penetrato era Gherardo.~Allor frenando
84 4, 35| fuor di calende~e l'altro era un fanton lungo sei braccia,~
85 4, 38| 38~Questi era de' Reggiani il generale,~
86 4, 38| in pace e 'n guerra;~ed era consiglier di Salinguerra.~ ~
87 4, 39| varie carte,~che 'l conte era grand'uomo in ogni parte.~ ~
88 4, 41| balestra il sordo Malaguzzo,~era stizzato e gli sapeva male~
89 4, 46| pian scendea,~de la piazza era il conte a la difesa:~e
90 4, 47| botto~distrusser ciò che v'era e crudo e cotto.~ ~
91 4, 49| or gastigare:~il conte ch'era mezzo disperato~- Padre,
92 4, 50| e dicean che con l'armi era da uscire,~o da pugnar con
93 4, 51| brodo azzurro e perso,~ch'era del cuoco: e 'l conte se
94 4, 57| narrò il tutto e che se n'era gito~il conte e già poteva
95 4, 57| esser lontano;~si consultò s'era miglior partito~il ritorno
96 4, 61| porte,~perduta quella notte era la razza~de' soldati da
97 4, 63| Gherardo alcun partito,~ch'era già inviperato e infellonito.~ ~
98 5, 1 | Già il termine prescritto era passato,~né la piazza Nasidio
99 5, 1 | Re vendetta rea:~e l'alba era ancor dubbia e 'l cielo
100 5, 2 | promettendo a colui ch'era di loro~primo a salir, due
101 5, 7 | istesso,~ch'armato d'una ronca era venuto~correndo in quella
102 5, 14| 14~La bandiera fra tanto era spiegata~che Ramberto al
103 5, 14| ma contesa in quel luogo era l'entrata~da l'inimico stuol
104 5, 21| un Castello,~di cui non era in Lombardia il piú bello.~ ~
105 5, 22| suoi già inteso avea:~ed era quel che la foresta e i
106 5, 25| 25~Il Papa, ch'era padre e protettore~de la
107 5, 25| che monsignor Querenghi era nomato.~ ~
108 5, 26| 26~Questi era in varie lingue uom principale~
109 5, 39| Ferrara~Salinguerra, e nemico era a la Chiesa;~ma i Petroni
110 5, 48| Del buon sangue Manfredo era costui,~onor di quella età
111 5, 50| che de gli altri fratelli era il maggiore.~ ~
112 5, 55| 55~Nomato era costui Filippo Ugone~brescian
113 5, 57| da Bigon di Geremia,~ch'era in Bologna in quell'età
114 5, 61| Il carroccio restò, com'era usanza~tra i Bolognesi,
115 5, 64| 64~Ma incontro a l'austro era nel destro corno~la bandiera
116 5, 64| schierata.~Regiamente pomposo era quel giorno~di sopravesta
117 6, 12| Manetta~che 'l rimirava e s'era mosso a riso:~- A fé, dicea,
118 6, 22| 22~Giandon da la Porretta era un Petronio~grande come
119 6, 23| uccise~quattro Tedeschi, ed era dietro al quinto:~ma il
120 6, 23| tratta fuor la spada ond'era cinto,~divise d'un fendente
121 6, 23| Giandon, che già in piedi era levato.~ ~
122 6, 27| cinto~fra l'ultime ordinanze era fermato,~con l'urto di mill'
123 6, 28| messer Filippo Ugone,~ch'era rimaso attonito e perduto,~
124 6, 28| robone~e la berretta ch'era di veluto;~ei del carroccio
125 6, 37| qui la furibonda spada~ch'era una lama da la lupa antica.~
126 6, 52| divini~onde l'anima accesa era invaghita,~e 'l vide star
127 6, 53| e se non che quell'elmo era temprato~per man del saggio
128 6, 61| la panciera d'Ettòr, ch'era incantata,~non gli avrebbe
129 6, 66| a Tomasin ch'a lato gli era:~- Per vita, gli dicea,
130 6, 73| lasciò ingombrato.~Bacco era questi a generar spavento~
131 7, 1 | 1~Il conte di Culagna era fuggito,~com'io narrai,
132 7, 28| male in strane guise;~perch'era vecchio in guerra e buon
133 7, 30| 30~E già per ispogliarlo era smontato,~quando ei si volge
134 7, 50| tutto~il conte di Culagna era fuggito,~e giunto a la città
135 7, 50| l Re prigione e 'l campo era distrutto;~onde i vecchi
136 7, 51| abbandonare;~altri dicean ch'era da dar di piglio~a tutto
137 7, 57| sol da l'orizonte~già poco era lontan nel lito ibero,~e
138 7, 59| distrutte, e a gran fatica s'era~salvato Gherardin su la
139 7, 65| dove giunto a la spalla era il bracciale.~ ~
140 7, 66| scendea~là dove Periteo poco era lunge:~quand'ecco col caval
141 7, 67| in lui solo,~che meglio era vestir di romagnolo.~ ~
142 7, 69| gridi e di spavento empiva.~Era questi Gherardo il capitano~
143 7, 71| lassa~a Giberto che quivi era con lui,~e torna indietro
144 7, 72| 72~Il signor di Faenza era in battaglia~col capitan
145 8, 9 | Giunto al Potta fra tanto era l'aviso,~e Gherardo su '
146 8, 12| prigioniero~del suo signore era il figliolo, in fretta~armò
147 8, 12| cui per fresco retaggio era suggetta~la nobil signoria
148 8, 13| uom di piú core~di lui non era o di miglior consiglio:~
149 8, 13| quand'egli udí, si mosse,~ch'era infreddato e ch'egli avea
150 8, 19| infernal tutto riluce,~e v'era Pietro allor, co' fieri
151 8, 21| Stigliano,~e 'l popol di Bogione era con esso.~Ne lo stendardo
152 8, 35| fida,~d'ogni bellica frode era inventore;~ma facea 'l goffo,
153 8, 36| 36~Egli era un uom d'anni cinquantadui,~
154 8, 42| venían per ritentar se v'era~partito alcun di racquistar
155 8, 43| cenni intese,~rispose lor ch'era miglior riguardo~finir tutte
156 8, 44| Gli ambasciatori, a' quali era prescritto~quanto dovean
157 8, 46| Questi in diverse lingue era eloquente,~e sapeva in ciascuna
158 8, 57| schietto,~che di gigli di perle era fregiato,~e 'l tergo in
159 8, 60| sparsi e vi gettai!~quant'era meglio questi frutti corre,~
160 8, 68| 68~Era con lor Tarquino Collatino~
161 8, 68| avea a Collazia:~ei non era fratel, ma consobrino~e
162 8, 73| Collazia sol, là dov'ella era;~e giunto a l'imbrunir de
163 9, 1 | Nunzio anch'egli entrato era in umori~ch'ei si mandasse
164 9, 2 | finita la tregua ancor non era,~quando pel fiume in giú
165 9, 7 | dice una scrittura~di ch'era il marmo lucido intagliato:~
166 9, 7 | Piú in alto sovra il corno era attaccato~un ricco scudo,
167 9, 7 | cui da la scoltura~tolto era al puro argento il primo
168 9, 9 | 9~Era coperto il pian di verde
169 9, 13| l ciel tornò seren com'era pria;~e in tanto fu di cento
170 9, 13| armonia.~Il lume ritornò, ch'era sparito,~su la colonna;
171 9, 15| provido scudiero;~e Galeotto era comparso armato~con sopravesta
172 9, 16| 16~Era ogni cosa in punto, e solamente~
173 9, 16| sopravesta e rilucente~di gemme era vestito, e l'armatura~di
174 9, 16| cimiero,~ma nero piú che corvo era il destriero.~ ~
175 9, 17| anni esser parea:~biondo era e bello e di gentile aspetto,~
176 9, 23| chiudeo:~e 'l chiaro lume, ch'era gito in bando,~tornò a le
177 9, 34| cavalier de l'isoletta s'era~tratto in disparte a rimirar
178 9, 36| cavalier che ritirato s'era,~tornò a mettersi in capo
179 9, 37| pezzo attese,~ch'ognuno era confuso e spaventato,~fin
180 9, 44| 44~Questi era un cavalier non piú nomato,~
181 9, 44| pria fu rigattier, poi s'era dato~in Campo Merlo a far
182 9, 44| falsato~tanto che divenuto era signore;~e per aggiugner
183 9, 53| mortali,~e la coda inzuppata era di broda:~terribil voce
184 9, 53| la pelle d'un diamante era piú soda;~e sempre che ferir
185 9, 57| il guarnimento,~ma bianco era il destrier piú che l'argento.~ ~
186 9, 59| Averardo, il qual non s'era~fin allor visto appresentarsi
187 9, 60| accompagnata,~de l'isola era uscita una donzella~in abito
188 9, 60| bella:~e venne ove Renoppia era attendata,~con due scudieri
189 9, 65| 65~dov'era un dente di san Gemignano,~
190 9, 70| di tante, onde pur dianzi era ripieno,~che 'l cavalier
191 9, 79| e quanto piú l'incontro era gagliardo,~tanto meglio
192 9, 80| cavallo e l'armi onde guernito~era il fanciul, tutte incantate
193 9, 80| avea:~e chi traea la spada era spedito,~ché de l'isola
194 9, 80| dovea.~Il cambiar lancia era miglior partito;~ma non
195 9, 80| cavalier vincea,~se non era di forza e di valore~piú
196 10, 1 | 1~Il carro de la Notte era già fuora~del cerchio che
197 10, 4 | per prender l'ombra sua ch'era maggiore.~ ~
198 10, 6 | mosse~colà dove Renoppia era attendata,~cantando a l'
199 10, 15| 15~Già la foce del Tebro era non lunge,~quando si risvegliò
200 10, 32| suoi~prigioniero pugnando era restato,~le lagrime asciugando: -
201 10, 39| fronte un pennacchione,~l'era gita a incontrar da un altro
202 10, 42| Quindi gli narra quanto era seguito,~e quel che detto
203 10, 44| 44~Era Titta per sorte innamorato~
204 10, 52| orinali~per veder di che sorte era il veleno.~Cento barbieri
205 10, 53| parola,~e per tanti rimedi era già lasso:~quand'ecco un'
206 10, 54| Cosí dicea, ma tanta era la calca,~ch'ebbe a perirvi
207 10, 56| e abbandonato il conte era rimaso,~se non ch'un prete
208 10, 57| chiamaro i servi, e ognun s'era nascosto;~fuor ch'una vecchia,
209 10, 58| Già pria la nuova in casa era venuta~che 'l conte si moriva
210 10, 58| soldato~tacitamente già s'era partita,~e a trovar Titta
211 10, 58| a trovar Titta al campo era fuggita.~ ~
212 10, 63| collegio de' medici ch'egli era~fuor di periglio, a la campagna
213 10, 63| cui sopra un giovinetto era venuto,~né l'un né l'altro
214 10, 63| né l'un né l'altro piú s'era veduto.~ ~
215 10, 66| presume,~si scusa che non gli era cosa nuova~de la sua limpidezza
216 10, 74| 74~ch'era pariente de gliu Papa, e
217 10, 74| pariente de gliu Papa, e ch'era~baron romano, e gir bolea
218 10, 74| che l'albergo in palazzo era piú bello,~e che l'avrian
219 11, 2 | allor si fe' palese~quel ch'era prima occulto o almeno in
220 11, 6 | cavaliero~nel campo modanese era venuto,~di casa Toscanella,
221 11, 7 | 7~Questi era un tal piccin pronto ed
222 11, 9 | amici a consigliarsi~se v'era modo alcun di far la pace.~
223 11, 15| quell'eccelsa terra~dov'era nato, e per legato pio~danari
224 11, 17| D'intorno al letto suo s'era ridotta~gran turba intanto,
225 11, 19| tenda in tenda in tanto era volata~la fama di quell'
226 11, 19| ridea.~Renoppia, che non era ancor levata,~un paggio
227 11, 23| onde il conte gridò ch'era già sano,~che 'l dolor gli
228 11, 24| l'aura estiva,~e se non era il suo padrino, allora~a
229 11, 24| di lui l'antica gente~ch'era sovra ogni re forte e possente.~ ~
230 11, 30| diverso da quel ch'egli era innanti.~Ma Titta armato
231 11, 30| e neri ammanti~in campo era comparso, accompagnato~dal
232 11, 38| parla e discorre~che non era da porre a tal cimento~un
233 11, 40| principale~che forse non ve n'era altro maggiore~né ch'a lui
234 11, 42| tutti disser poi ch'egli era matto,~quando s'intese ciò
235 11, 42| quando s'intese ciò ch'era seguito.~Intanto avean spogliato
236 11, 44| allacciava da collo, e sciolta s'era~e pendea giú per fino a
237 11, 44| al fin di che maniera~s'era abbagliato, l'ha per sua
238 11, 47| ferita~del conte nel cercar s'era smarrita.~ ~
239 11, 49| 49~Ma il padrin ch'era accorto, il confortava~e
240 11, 55| Il conte a Sant'Ambrogio era passato~e stava con que'
241 11, 56| potea;~e vedendo che l'uscio era ben chiuso,~disse che se
242 12, 2 | zucca avea di molto sale~ed era amico a i Guelfi e a i Ghibellini;~
243 12, 3 | Ma la tregua fra tanto era finita,~e a l'armi si tornò
244 12, 4 | tutto 'l fiume in sangue era cangiato.~Prove eccelse
245 12, 8 | Col collare a lattughe era vestito,~tutto di seta e
246 12, 10| dicea~che pugnar con le dame era atto vile,~ma pazzo ardir
247 12, 12| Giunto a Genova in tanto era il Legato;~e 'l Nunzio da
248 12, 16| drappello~guastò la caccia ch'era in su 'l piú bello.~ ~
249 12, 27| 27~Era capo di banca allor per
250 12, 36| la gente perugina,~se non era con voi questa canaglia,~
251 12, 41| attenzion ch'imaginata~s'era nel cominciar di quella
252 12, 60| 60~Era ne la stagion ch'i sensi
253 12, 60| luce scemata e scolorita~s'era congiunta al sol l'umida
254 12, 68| perché tutto di sangue era vermiglio.~ ~
255 Note | milantatore al possibile; non s'era fatta guerra in cent' anni,
256 Note | fosse intervenuto; e non era intervenuto in guerra, dove
257 Note | senza naso; ma il colpo era stato piuttosto di guaina
258 Note | intervenuto al poeta mentre era allo Studio di Bologna,
259 Note | materia a questi versi. Era di carnevale, e standava
260 Note | in maschera; e 'l poeta era vestito da Zanni dottore
261 Note | levò la beretta che gli era caduta nel fango, e gliela
262 Note | che l'aveva fatto cadere era stato uno de' Zambeccari,
263 Note | gli aveva tolta la beretta era stato un tal Dal Gesso che
264 Note | state seguente, e 'l terzo era uno de' Scadinari.~ ~S.
265 Note | v. 1.~Bonadamo Boschetti era veramente vescovo di Modana
266 Note | e come uomo di fazione era stato cacciato dai ghibellini.
267 Note | si leggeva prima cos:~ ~Era vescovo allor per aventura ~
268 Note | ad Esculapio, dicendo ch'era indecenza che 'l figlio
269 Note | la barba e 'l padre, ch'era Apollo, fosse sbarbato.~ ~
270 Note | assedio.~ ~S. 30a, v. 7.~Quest'era un maestro di scuola famoso,
271 Note | contadini a dargli nuova che gli era morta una vacca, il rimandò
272 Note | ma da Manfredi Pio, ch'era allora vicario imperiale,
273 Note | Modanesi, perché Modana era stata colonia de' Romani.~ ~
274 Note | perché in quel tempo Modana era distrutta e spopolata e
275 Note | taglio Angel Rasello. Et era un ritratto cavato dal naturale
276 Note | dominio di Ferrara, perché era suo cognato e gli Estensi
277 Note | v. 7.~La famiglia Canossa era fino a quel tempo molto
278 Note | S. 25a, v. 7.~Il papa era allora in Francia nel Lionese
279 Note | carroccio furono i Milanesi. Era un gran carro tirato da
280 Note | Enzio.~ ~S. 55a, v. 1.~Quest'era veramente il podestà. di
281 Note | altro Romeo Pepoli che non era conte, del quale fa menzione
282 Note | leggiamo in Plinio che, quando era assediata da Marc'Antonio
283 Note | già al poeta che questo era un miscere sacra profanis,
284 Note | profanis, e che questo poema era una calza d'uno svizzero
285 Note | mancamento ai Ferraresi quello ch'era lode loro, cioè il tener
286 Note | S. 42a, v. 1.~Questi era un personaggio mandato dal
287 Note | v. 6.~A quel tempo Modana era stata tutta piena di masse
288 Note | v. 7.~Ezzelino da Romano era allora signor di Padova,
289 Note | onore, d'uomo basso ch'egli era.~ ~S. 25a, v. 2.~La donna
290 Note | faceva maestro Simone quand' era scolare.~ ~ ~CANTO DECIMO~ ~
291 Note | dire che la malvagia sola era quella che lo faceva comporre
292 Note | finestra, veggendo che l'uscio era chiuso.~ ~S. 60a, v. 2.~
293 Note | insieme con l'adultero, ch'era persona assai vile.~ ~ ~
294 Note | Ottaviano degli Ubaldini era allora vescovo di Bologna,
295 Note | v. 5.~Innocenzo Secondo era allor papa; ma non era già
296 Note | Secondo era allor papa; ma non era già egli nemico de' Modanesi;
|