Roma, 21 dicembre 1863.
Carissimo Amico,
vi
scrissi il 30 novembre e una lettera ricevuta quest'oggi dalla Germania da uno
dei nostri primi scrittori tedeschi, Hans Wachenhnsen, mi costringe a seccarvi
un'altra volta con due righe, ma non riguardo al piede vostro, bensì
nell'interesse dello Schleswig-Holstein.
Qui
segue una traduzione fedele delle parole del Dr. Wachenhnsen:
“Non
credete, Signora, che l'illustre Generale dopo le tante simpatie che la
Germania gli ha espresse, le darebbe una piccola soddisfazione? Nell'affare
dello Schleswig-Holstein l'interesse di Garibaldi sarebbe d'un sommo peso. Qui
pure si tratta di un popolo oppresso e più di un valente soldato uscito
dall'Armata dello Schleswig Holstein nel 1848 ha combattuto nelle file del
grande Patriota italiano. Domandategli se non vuole indurre alcuni dei suoi
ufficiali ad interessarsi per la causa. Non dubito che verremo alla formazione
di corpi di volontari: in ogni caso le fondamenta d'un'armata dello Schleswig
Holstein si getteranno. Sono pronto a servire di mediatore in quest'affare e a
recare io stesso al Duca o ai suoi rappresentanti qualunque offerta che mi
venisse fatta da parte di buoni ufficiali o valorosi soldati”.
Non
avrei l'ardire di trasmettervi queste righe se non emanassero dalla penna di un
patriota sincero e capace. Se mai aveste qualche cosa a rispondere o qualche
persona a raccomandare come volontario, scrivetemelo a Genova:
aux soins de Mrs. Alexandre Centurini.
Riceverò
la lettera con ogni sicurezza.
Vi
mando coll'istessa posta un opuscolo che gira per Roma in due mila esemplari:
tratta del processo Fausti Venanzi; più non posso dire.
Lessi
con piacere nel giornale di Genova una vostra lettera nella quale dicevate che
il piede ferito gareggiava in benessere coll'altro. Dio voglia che sia così!
Aspetto
i vostri comandi, se mai vi potessi servire.
Sono
come lo sapete per la vita e di cuore vostra
Speranza.
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