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Giuseppe Garibaldi
Lettere a Speranza von Schwartz

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  • Nervi, 11 ottobre 1865.
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Nervi, 11 ottobre 1865.

Amico carissimo,

ricevo in quest'istante le vostre preziose righe e ve ne ringrazio di cuore: in quanto all'acclusa vi prego di credere che mai mi prenderei la libertà di fare indirizzare le mie lettere a Voi; se ne vengono, sono di persone che non mi conoscono personalmenteconoscono il mio indirizzo e che alla cieca vi mandano le mie lettere. Non conosco affatto la Signora Elisa Rasch; l'acclusa vi spiegherà di che si trattava. Basta che Voi o Menotti abbiate la bontà di dirmi se devo rispondere e che.

Quanto ho goduto leggendo che desiderate vedermi e quanto vi sono riconoscente di tenermi in sì grata memoria! Voi capirete dunque quanto mi rincresce di dirvi che la quarantena mi ha fatto un brutto scherzo quest'anno, privandomi forse del gran bene di vedervi. Ebbi insieme colla vostra una lettera da Livorno, in data di ieri: mi scrivono che venendo dal continente si pratica ad Alghero una quarantena di sette giorni e che non sarebbe prudente stare sette giorni ad Alghero in questa stagione in cui le febbri infieriscono. Per dir la verità non so quanto tale paura sia fondata. Aggiungono che non si sa quando sarà tolta la quarantena!

Per me sarebbe un affare doppiamente serio, anzitutto perché sono convalescente d'una malattia della quale ebbi una ricaduta per aver preso troppo presto i bagni di mare e secondariamente perché una quarantena o piuttosto una navigazione mi costringerebbe a fare una seconda quarantena a Civitavecchia, cosa che feci nel 1854 e che non dimenticherò mai. Oltre a ciò, queste due quarantene ritarderebbero assai il mio arrivo a Roma, dove mi aspettano per affittare il mio appartamento.

Ma ogni ostacolo svanisce quando mi dite: Devo vedervi, venite; Voi capite, carissimo amico, che di fronte a tale vostra chiamata non c'è un no. Le mot impossible n'existe pas.

In ogni caso io aspetto la vostra risposta (che spero ricevere coll'istesso vapore che vi porta la presente) a Livorno, fermo in posta. Io scriverò intanto a Nizza per sapere se c'è qualche probabilità di avere la cara ragazza senz'altra compagna, nel caso in cui io avessi il bene di poter venire a Caprera.

La vista dei vostri amatissimi caratteri mi ha veramente sollevato il cuore e l'anima: ne ero priva da tanti mesi!

Scusate se mi trattengo troppo con Voi, carissimo Amico; vi lascio per scrivere a Menotti. Vi prego: date un'occhiata all'acclusa e credete sempre alla devozione e all'ammirazione illimitata della vostra per la vita

Speranza.

 

Non mi parlate della vostra salute: spero che sia buona. Aspetto una riga a Livorno, posta restante.

 




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