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Giuseppe Garibaldi
Lettere a Speranza von Schwartz

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  • Roma, 30 marzo 1868.
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Roma, 30 marzo 1868.

Amico carissimo,

che cosa direte, vedendo di bel nuovo i miei caratteri? Non vi inquietate perciò con me, e vedete solamente in queste righe l'angoscia di un'anima sincera, devotissima a Voi e alla gran causa umanitaria, di cui siete il più nobile propugnatore. Dal giorno ch'io vi scrissi ho dovuto persuadermi ancora di più di ciò ch'io temeva. Da bocca pretina ho sentito ripetere che il programma dei preti era la vostra fine, che per giungere a tale scopo, cioè alla distruzione dell'unico uomo che temono e che minaccia il loro trionfo completo, sicuro e permanente, bisognava liberarsi di Voi e che per riuscirvi ora vi tendono i lacciuoli, la trappola, servendosi degli amici vostri per farvi intraprendere una terza spedizione su Roma. Carissimo Amico, se un male, venutomi in conseguenza delle tante afflizioni che un indegno mi cagionò in questi ultimi mesi, non mi rendesse il viaggiare impossibile per ora, niente al mondo mi impedirebbe di recarmi da Voi, in qualunque sito foste, per supplicarvi in ginocchio di rinunciare per questa primavera al vostro progetto sopra Roma. I Romani stessi sanno in che trappola venite, me l'hanno confessato e quando io domandai loro: “Perché non ne avvertite quel Santo Eroe che viene a spargere il suo sangue e quello di tanti bravi giovani sotto le vostre mura senza la minima probabilità di riuscire?”, mi risposero: “Non vogliamo essere macchiati ed accusati di essere vili, non faremo niente, e se è pazzo che venga a farsi ammazzare”. Così pensano e così parlano. Il prete col quale ebbi occasione di parlare non conosceva né me, né il mio modo di pensare, così si spiegò chiaramente, senza ritenutezza; mi venne il brivido della morte quando sentii i suoi infernali ragionamenti.

Il capo di questo Governo ha ricevuto negli ultimi mesi da tutte le parti dei sussidii d'ogni genere, incredibili, solide batterie, munizioni di prima qualità. Dal nefasto giorno di Mentana non hanno fatto che radunare da tutti i paesi dei soldati, mercenarî sì, ma fanatici per l'orrenda causa che difendono, non hanno fatto che fortificare tutte le alture; l'Aventino, un monte così strategico, è trasformato in una vera fortezza, da dove 10 mila uomini possono difendere quel punto. L'ascensione non è permessa a nessuno. Anche l'entrata nella Villa Medici sul Pincio sarà rizzata di cannoni che si fanno entrare la notte. Conosco il vostro valore quanto quello che infondete ai vostri seguaci e so ch'è uno scherzo il parlarvi di forti, cannoni, barricate e chassepots; queste parole non farebbero che attizzare il vostro ardore. Ma che cosa volete opporre al tradimento che vi aspetta qui, vorrei dire nei cuori di tre quarti di questa popolazione? Contro il tradimento come contro la calunnia non c'è riparo. Ad Aspromonte Vi hanno ferito il piede, a Mentana il cuore; ebbene, nella terza spedizione quei mostri sapranno ferirvi corpo e anima, ed allora? Cosa faremo? cosa farà la vostra patria quando il momento opportuno sarà venuto e che non sarete ? Capisco quanto sia difficile il sempre aspettare. La pazienza, la fede in una costellazione più favorevole è spenta e ad ogni costo volete terminare la vostra grande opera, preferendo morire nel compirla piuttosto che soffrire nella crudele contemplazione. Discretion (cioè prudenza) is valors bester half dice uno dei più grandi nostri poeti. Credetemelo, amico mio; aspettando ora, potete salvare la vostra patria, cadendo nella trappola che vi tendono con tutta l'astuzia i nemici vostri, tutto è perduto.

Voi che siete al di sopra dei nemici vostri quanto Dio è sopra il diavolo, siate così anche nell'astuzia. Ve ne scongiuro, state tranquillo fin ch'ogni idea dei vostri progetti li abbia abbandonati; per ogni settimana che differite è un colpo di più che date loro, non cadendo nelle loro ben ordinate e ben mascherate insidie. Essendosi così ben fortificati, il progetto è di non muoversi dalla città, ma di aspettarvi qui per poter uno dopo l'altro insidiare i vostri bravi. Per mezzo di persona sicura ho saputo da uno dei primi militari qui che erano tanto ben provvisti di tutto che non temevano nemmeno la prima armata dell'Europa. Perché dunque voler sacrificare tutto quando la disfatta e il tradimento è cosa matematicamente sicura?... Credetemi pure, credete ad ognuna delle mie parole, come ad una sacra verità, credetemi che siete mal informato, se siete informato diversamente. L'evento che renderà la vostra impresa felicissima non può essere lontano. Coronate le tante vostre virtù con quella della pazienza. Dio vi darà vita e salute fino a ottant'anni per compire la somma opera che vi affidò. Che cosa è un anno o due oppure tre nella storia dei popoli e che cosa non può nascere in quel frattempo? Chiudete le orecchie a chiunque vuole trascinare Voi, i vostri e la patria nella voragine di una rovina che vi si apre, non badate a nessuna proposta, promessa o speranza, da qualunque lato che vi sia fatta, perché ognuna non è che uno dei tanfi lacciuoli che fanno giuocare la trappola nella quale i vostri nemici vi vogliono attrarre. Risparmiate ai nobili cuori dell'Europa il maggior dolore, quello di veder sacrificato all'astuzia dei preti il primo Eroe del passato e del presente e la santa causa che difende.

Che Dio riveli la verità alla vostra mente, vi persuada della mia profondissima sincerità ed esaudisca per mezzo vostro l'umile ma fervida preghiera della più devota delle vostre amiche ed ammiratrici.

Per la vita, vostra

Speranza.

 




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