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Giuseppe Garibaldi Lettere a Speranza von Schwartz IntraText CT - Lettura del testo |
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Lindau (Lago di Costanza), 21 luglio 1868. vi scrissi da Lucerna giorni fa e di certo sarete sorpreso di ricevere così presto un'altra lettera da me, ma non posso fare a meno di scrivervi, come capirete, perché si tratta di vostra figlia, la quale, grazie a Dio, è in ottima salute ed allegra. Ma questa vita di viaggi pare sviluppare sempre più una insubordinazione ed uno spirito di rivolta in quella sua bella ma testarda testolina e dovrei dirvi una grossissima bugia (ciò che non vorrete) se dicessi che sono contenta di Anita. Certamente la presi per fare a voi, come al mio più caro amico, un atto amichevole e non per pretendere della gratitudine da una figliuola che ha passato nove anni con Battistina. Ma facendo per Anita più che farei per una figlia mia, vorrei almeno vedere un'ombra di obbedienza, di buona volontà e d'intendimento che voglio propriamente il suo bene. Invece accade tutto il contrario. Non voglio annoiarvi col racconto delle impertinenze e dei dispetti che fece tanto a me quanto ad Angelina, voglio solamente dirvi che per una simile mancanza di disciplina, se Anita fosse figlia mia, io non esiterei ad affidarla per ora ad una scuola, affinché capisca che deve obbedire e cominciare ad impiegare il suo tempo e le sue belle ma trascurate facoltà. Non crediate affatto che mi rincresca l'incarico preso riguardo all'Anita, anzi; ma appunto perché non lo prendo leggermente e vedo che tenendola con me non posso ottenere lo scopo che desideriamo tutti e due, vengo a chiedervi il permesso di mettere Anita in una ottima pensione, dove non ci sono che dodici ragazze, delle quali due sono le figlie della mia cara sorella che stava alla Spezia; una figlia vi è da un anno e ha guadagnato tanto che questo mese mia sorella vi mette la seconda. La signora Maier che tiene la pensione ha da vivere, non lo fa per speculazione, ma per il bene delle ragazze; questa signora è onorata ed amata da tutti, abita nel Cantone protestante della Svizzera (Zurigo); ha delle idee liberalissime e, inutile dirlo, un'ammirazione illimitata per il Redentore del popolo italiano. La sua bella casa è posta in campagna, in mezzo a un grazioso giardino. Spero che vi fidiate di me quando vi dico che vostra figlia avrà più occasione di diventare brava sotto un sistema regolato che con me. Ve lo confesso: non sono abbastanza forte per imporre rispetto a Anita, mi rincresce di essere severa e per il momento ci vuole un poco di severità accanto alla somma affezione. Anita regala schiaffi ad Angelina e contro di me si rivolta apertamente quando chiedo ciò che non le va. Dunque per metterla su una buona strada io direi di affidarla alla Sig.ra Maier. Winterthur è a tre ore da Lucerna, dove abita mio fratello, e a un'ora da Zurigo, dove ho ottimi amici i quali saranno felici di sorvegliare Anita. Benché la S.ra Maier abbia una buona rendita sua, la pensione è una delle migliori, cioè delle più costose della Svizzera e senza maestri, senza vestiario, biancheria, senza niente è di mille franchi l'anno. Vi prego di non accusarmi di indelicatezza, carissimo amico. Vi dico questo unicamente affinché sappiate che nessuna idea di economia, ma soltanto il bene della cara figlia mi spinge a farvi tale proposta. Non temete che io voglia fare una damigella au chignon della nostra Anita: l'italiano è l'unica lezione extra che riceverà: la casa è così semplice che le giovani devono imparare tutto, anche ad apparecchiare la tavola e a tenere in ordine la loro camera. Non temete l'influenza pretina. Io vi conosco e non ardirei proporvi una casa dove ci fosse qualche contrasto con le vostre sane idee. Troppo vi ho tediato per aggiungere molto di me. I giorni tutti di pace e di felicità trascorsi nella vostra bella isola solitaria mi sembrano un sogno tanto si è rimbrunito il mio orizzonte dacché sono sul continente. Ebbi ieri fra altre cattive notizie quella della morte subitanea del mio bravo Pasquale, mio cocchiere e factotum da dieci anni. Aspetto la vostra desideratissima risposta riguardo ad Anita; mi rincrescerebbe assai se non gradiste la mia offerta, giacché ho la convinzione che in questa pensione Anita avrebbe tutto da guadagnare. Io sono poco adatta a rimproverare sempre, mentre con tanta testardaggine e dispetto come Anita ha con me, ci vuole un poco d'autorità. Perdonatemi la mia franchezza e vogliate, amico mio ottimo e caro, essere ben persuaso che i sentimenti più leali e desiderosi del bene dell'Anita mi fanno parlare così. Non cambia del rimanente niente all'incarico preso e al mio affetto per Anita che considero sempre come figlia mia e l'incarico della cui educazione non vorrei cedere per niente. Spero che mi avrete capita, ottimo amico. Enrico Malatesta mi manderà la vostra risposta. Vi stringo e vi bacio la cara mano dicendomi come sempre per la vita tuttissima vostra
Se gradite la mia proposta, rivedrò sempre Anita nel principio di settembre, quando vengo con mia sorella a trovare la figlia sua a Winterthur.
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