Winterthur, 5 settembre 1868.
Carissimo mio Amico.
perdonatemi
se ho tardato a ringraziarvi per le vostre preziose righe del 4 agosto colle
quali mi mandaste una lettera per Anita.
Un'indisposizione
piuttosto tenace che m'incomodò a Gotha, ove mi recai per vedere mio figlio,
poi il desiderio di rivedere Anita nella sua nuova dimora per darvene delle
notizie recenti ed esatte, ecco la ragione del mio silenzio.
Grazie
mille per le care esibizioni. Perdonate se non ho creduto opportuno di dare a
Anita le righe che le scriveste; vi scrissi che la figlia era stata molto
disubbidiente e poco convenevole con me e Angelina, che a tutte due diede botte
e schiaffi, e Voi le scrivete: “Io sono contento della tua condotta verso la
Signora de Schwartz e se continuo a ricevere le stesse buone notizie ti farò un
regalo”. È impossibile dire questo a una ragazza che batte quelle che la
colmano di bontà. Sarebbe da parte vostra sancire una condotta biasimevole
all'eccesso.
Per
parlare francamente (ora che ogni pericolo è, grazie a Dio, passato),
conoscendo Anita com'era stata con me, temeva che la S.ra Maier non volesse
tenerla a cagione della sua testardaggine ed irrequietezza, ma ora che alcune
settimane sono passate e che con molta pazienza l'Anita comincia a sviluppare
migliori qualità e che dimostra avere qualche cosa dell'illustre suo genitore,
siamo a cavallo e spero ogni bene per la vostra cara figlia, se lasciata sotto
la cura dell'ottima signora Maier, una vera perla. Non avrei potuto affidare
l'educazione dell'Anita a una persona qualunque, ma posso dire che persona più
adatta, più degna e capace della buona Maier mai avrei potuto trovarla. Siate
pure tranquillissimo e sicurissimo per Anita, che tutto va per il meglio. Non
saprei dirvi quanto sono felice di vederla così su un'ottima strada, allegra,
contenta e ubbidiente. Ieri avevamo una piccola festa di famiglia. Erano qui
mia sorella colle sue figlie, mio fratello e la Signora Maier con Anita che,
vestita non con sommo lusso ma come conviene alla figlia del mio illustre
amico, fece un'ottima figura col suo contegno decoroso.
La
Sig.ra Maier ha assunto l'incarico dell'educazione dell'Anita col dovuto
rispetto e col vero amore che si deve al Vostro gran nome. Non voglio tediarvi
con più parole: tutto va benissimo. Mi trattengo qui ancora alcune settimane,
vedendo Anita giornalmente.
Riguardo
al romanzo ve ne parlerò più a lungo un'altra volta, quando sarò in grado di
comunicarvi un risultato definitivo. Per oggi voglio solamente assicurarvi che
da che lasciai Caprera è stato il mio prediletto dovere occuparmene tutti i
giorni.
Mi
fermai tre giorni a Stuttgart (Württemberg), ove abita G. Struve. Ho letto con
lui quanto ho tradotto in tedesco. È entusiasta e condivide pienamente il
giudizio che vi diedi sulla rara vostra opera, che farà un effetto fulminante e
speriamo molto bene alle popolazioni addormentate. Sono stata in corrispondenza
con diciotti editori! Non me ne lagno, ve lo dico unicamente per assicurarvi
che non prendo la cosa leggermente.
Se
volete scrivere due righe all'Anita, incoraggiandola, senza lodarla troppo e
sancendo la sua dimora dalla Signora Maier, mi sarà molto grato dargliele.
Spero
che conosciate abbastanza la profonda adorazione che ho per voi, mio carissimo
amico, per perdonare, e non male interpretare la franchezza colla quale ho
preso l'ardire di scrivervi.
Ditemi
un sì confortante, ditemi come la vostra preziosa salute va e come la signora
Menotti porta il suo gran nome e la felicità d'appartenere alla vostra
famiglia. Come stanno la cara Clelia e Francesca, Barbarini e Basso? Un saluto
affettuoso a tutti, anche dall'Anita, e un bacio pieno d'amicizia e di
venerazione sulla vostra adorata mano dalla vostra per la vita
Speranza.
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