Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giuseppe Garibaldi
Lettere a Speranza von Schwartz

IntraText CT - Lettura del testo

  • Roma, 24 gennaio 1858.
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

Roma, 24 gennaio 1858.

Amico carissimo,

subito ricevuta la vostra del 28 dicembre, nella quale mi chiedevate notizie del mio ginocchio, vi scrissi; ma avendo indirizzata la lettera semplicemente al Gen. Garibaldi, Caprera, e non ricevendo finora una desideratissima riga di vostra cara mano, comincio a temere che non abbiate ricevuto la mia lettera! Ne sarei tanto più dolente, perché conteneva qualche schiarimento circa certe espressioni delle mie penultime righe, che, mi pareva, avevate male interpretato, non essendo voi abbastanza persuaso dell'affetto illimitato, che vi porto e che vi porterò sempre, da lontano come da vicino; perché quando vi dissi non poter mai esservi niente, era il solo sentimento del quanto poco sono degna di possedere il vostro affetto che parlava, giacché mi mancano tutte le qualità che vorreste trovare in una donna. Spero però che l'avvenire vi proverà tutta la sincerità delle proteste di affetto, d'ammirazione e potrei dire di culto, che ho per voi. Vi pregavo inoltre di non negarmi il carissimo nome, col quale mi faceste tanto felice nella vostra prima lettera; vi pregavo di chiamarmi “vostra Speranza”, perché lo sono e lo voglio essere. L'idea che mi pensate capace di lasciarvi senza risposta mi tormenta più che lo possa esprimere; per ciò, avendo saputo dal capitano Dodero che dovete arrivare presto a Genova, non tardo a mandargli queste due parole per voi, le quali, spero, vi saranno sicuramente rimesse. Non ardisco di parlarvi più di me, non sapendo, quali progetti vi avranno chiamato a Genova, né che piani di altissimo interesse possano riempire la vostra mente; mi basta che sappiate che io sono con voi in ispirito e di tutto cuore, ovunque vi troviate e che non ho un'idea che non sia per voi! Nient'altro che la discrezione m'impedisce di scrivervi più a lungo; ho il cuore e la testa, la mente e l'anima piena di voi, perché tanto siete al di sopra di ogni altro uomo, tanto alti e inestinguibili sono i sentimenti che ispirate ad ogni spirito nobile.

Non potrei esprimervi quali sentimenti s'impadronirono di me, quando sentii che verrete a Genova, a sapervi a poche ore da me, a sapere che tante e tante persone avranno il bene di festeggiarvi e che quella che desidera più ardentemente simile felicità non può nemmeno vedervi! Almeno non mi lasciate senza una parola consolatrice! Talvolta benedico di non poter leggere nell'avvenire, perché se vi leggessi che molti, molti mesi dovranno passare senza che io vi veda, non saprei come rassegnarmi a tale sorte!

Datemi notizie dei vostri cari figli e ditemi anche se credete che ci sia possibilità che ci vediamo questa primavera. Io farei di tutto per vedervi, non fosse che per pochi giorni. Sto meglio del ginocchio, ma sono due mesi e ancora non posso camminare. Spero tutto dal caldo; abbiamo intanto gelo con vento fortissimo nel pieno giorno: è terribile per coloro che soffrono il freddo! I fogli tacciono su tutto quello che m'interessa e rimango ignara di quello che mi sta più a cuore di sapere!

Addio, mio amatissimo bene. Non mi dimenticate; sopratutto non dimenticate quel vivissimo e profondissimo affetto che nemmeno con la vita potrà spegnersi per voi nel cuore di quella che è di tutto cuore vostra, vostra, vostra

Speranza.

 

Tanti saluti amichevoli, da parte mia, a tutta la vostra famiglia, ai vostri buoni amici.

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2008. Content in this page is licensed under a Creative Commons License