Tügen nel Tirolo, 3 agosto 1874.
Amatissimo amico,
grazie
mille per la cara premura espressa nelle preziose righe del 7 luglio. Sto bene
e non presi parte alla disgrazia sulla ferrovia. Sto qui per pochi giorni,
colla sorella, in santa solitudine, ma gli affari di famiglia, l'ingratitudine
e la mancanza di cuore dei nostri figli, per i quali si sacrifica tutto, mi
riempie di duolo. L'aria rigida di queste valli alpestri non confà agli occhi
miei; perdonate dunque, amatissimo, se scrivo poco e male.
Devo
però dirvi che ebbi ieri la buona notizia che l'ottimo Sgarallino mi ha trovato
una donna di servizio di 35 anni, senza figli, ma maritata; ne sono contenta.
Soffro qui nella città fra il lusso e tante sciocchezze mondane e sospiro il
ritorno a Creta. Poi tutte le spese, anche quelle di viaggio, sono raddoppiate
di prezzo. Basta, spero di scrivervi più lietamente e degnamente, quando avrò
lasciato il nord e la così detta civilizzazione. Ebbi una lettera di Anita. Sta
bene e pare contentissima all'idea di venire con me.
Un caro
saluto a Francesca e tanti baci al bell'uomo. La Zingarella non
deve rotolarsi sulla terra, se non vuol ricevere quattro e più Flik Flok Flak
dalla sua madrina. Che ne dite?
Mi
occupo sempre delle Memorie. Baciando la santa mano che le scrisse, mi
dico ben di cuore tutta vostra
Speranza.
Scusate,
scusate! Scrivo così male!
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