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Giuseppe Garibaldi Lettere a Speranza von Schwartz IntraText CT - Lettura del testo |
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Tügen nel Tirolo, 3 agosto 1874. Amatissimo amico, grazie mille per la cara premura espressa nelle preziose righe del 7 luglio. Sto bene e non presi parte alla disgrazia sulla ferrovia. Sto qui per pochi giorni, colla sorella, in santa solitudine, ma gli affari di famiglia, l'ingratitudine e la mancanza di cuore dei nostri figli, per i quali si sacrifica tutto, mi riempie di duolo. L'aria rigida di queste valli alpestri non confà agli occhi miei; perdonate dunque, amatissimo, se scrivo poco e male. Devo però dirvi che ebbi ieri la buona notizia che l'ottimo Sgarallino mi ha trovato una donna di servizio di 35 anni, senza figli, ma maritata; ne sono contenta. Soffro qui nella città fra il lusso e tante sciocchezze mondane e sospiro il ritorno a Creta. Poi tutte le spese, anche quelle di viaggio, sono raddoppiate di prezzo. Basta, spero di scrivervi più lietamente e degnamente, quando avrò lasciato il nord e la così detta civilizzazione. Ebbi una lettera di Anita. Sta bene e pare contentissima all'idea di venire con me. Un caro saluto a Francesca e tanti baci al bell'uomo. La Zingarella non deve rotolarsi sulla terra, se non vuol ricevere quattro e più Flik Flok Flak dalla sua madrina. Che ne dite? Mi occupo sempre delle Memorie. Baciando la santa mano che le scrisse, mi dico ben di cuore tutta vostra Speranza.
Scusate, scusate! Scrivo così male!
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