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Paolo Mantegazza
Studj sui matrimonj consanguinei

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VIII

Ed ora eccovi gli aforismi, coi quali credo di poter chiudere il mio lavoro:

1.º Benchè il matrimonio fra parenti non sia né sempre né necessariamente fatale

alla prole, pure è assai probabile che ad altre circostanze pari, sia più

sfavorevole ad essa dell’unione di due genitori che non hanno fra essi alcun

vincolo di parentela.

2.º I fatti da me raccolti darebbero il risultato che questa probabilità di un

cattivo successo per la prole è rappresentata da 4:1, ma queste cifre segnano di

certo un rapporto esagerato.

3.º Il matrimonio consanguineo è sicuramente dannoso alla prole, per la

moltiplicazione di germi patologici della stessa natura.

4.º È però probabilissimo che, indipendentemente da ogni eredità morbosa, anche

il semplice fatto di consanguineità del padre e della madre riesca fatale alla

generazione, come lo provano la frequente sterilità (8, 9 per cento) e i

frequenti aborti e la comparsa nella prole di nuove malattie non mai vedute

prima nei due rami che si son saldati in matrimonio.

5.º Dagli studj fatti fin qui, gli effetti meglio constatati e più frequenti dei

matrimonj consanguinei sono:

  La mancata concezione.

  La concezione imperfetta e l’aborto.

  Le mostruosità.

  La disposizione alle malattie del sistema nervoso e per ordine di frequenza

  all’epilessia, all’imbecillità, all’idiozia e alla mutezza 8, alla paralisi

  e a varie malattie cerebrali 9.

  Lo sviluppo incompleto delle forze intellettuali e specialmente una

  suscettibilità morbosa per il dolore morale.

  La diatesi scrofolosa e turbercolare.

  Poca resistenza per le malattie e per la morte.

  Grande mortalità, specialmente nell’infanzia.

  Dismenorree non spiegabili per altre cause e ribelli ad ogni trattamento.

  Poca robustezza genitale.

  Retinite pigmentale.

6.º Il pericolo è tanto maggiore per la prole, quanto più è stretto il vincolo

che lega in parentela il padre e la madre.

7.º Dai pochi fatti raccolti e dalla logica induttiva si può concludere che i

pericoli di un matrimonio consanguineo siano scongiurati o diminuiti da queste

circostanze:

  a) Vincolo remoto di parentela.

  b) Robustezza dei genitori.

  c) Loro condizione agiata.

  d) Assenza assoluta di malattie ereditarie, e specialmente scrofolose o

  nevrosiche dei due rami di famiglia che vengono ad unirsi in un unico tronco.

  e) Nessuna rassomiglianza fisicamorale fra i due sposi.

8.º È assai probabile che il matrimonio sia più dannoso ai figli quando il

vincolo di parentela è uterino; per cui nel caso più frequente della unione fra

cugini, il pericolo sarebbe in scala discendente, secondo quest’ordine:

    1.º Matrimonio fra i figli di due sorelle; 2.º matrimonio fra il figlio di

un fratello e la figlia di una sorella o viceversa; 3.º matrimonio fra i figli

di due fratelli. – La ragione di quest’ultima legge è doppia. La prima consiste

nella parte assai maggiore di bene e di male che si eredita dalla madre in

confronto di quella che si ricevc dal padre; e la seconda ragione è pur molto

plausibile, ed è questa, che siamo tutti quanti figli di nostra madre, ma non

siamo egualmente tutti né sempre figli di nostro padre.

 




8 Il D.r Loubrieu in un suo recentissimo lavoro sulle cause della sordo-mutezza dimostra che i sordo-muti di nascita sono tre volte più numerosi nei matrimonj consanguinei che negli altri. Ecco le cifre da lui raccolte:
Sopra 500 fanciulli sordo-muti 43 provendono da matrimonj consanguinei (8 per 100).
Confrontando 43 matrimonj consanguinei e 43 matrimonj comuni che danno figli sordo-muti, si hanno questi risultati:
Matrimonj consanguinei: 181 figli; 27 morti in età immatura, 71 sordo-muti, 61 sordo-muti dalla nascita.
Matrimonj non consanguinei: 162 figli; 18 morti in età immatura, 52 sordo-muti, 19 sordo-muti dalla nascita.



9 Down trovò fra 753 idioti maschi, 40 che erano figli di padri parenti fra essi, ciò che il 5 per cento, e fra 295 idiote ne trovò 20 o il 7 per cento. Fra 200 uomini perfettamente sani non trovò che un solo, il quale fosse il prodotto di un matrimonio consanguineo. Venti di quei matrimonj ai quali appartenevano 25 di quelli idioti ebbero in tutto 138 figli, o il 6,9 per cento di idioti, dei quali 75 (55 per cento) erano perfettamente sani. Venti altri matrimonj non consanguinei, ma nei quali le alienazioni mentali erano ereditarie, diedero 145 figli, dei quali 26 idioti (18 per cento) e 83 perfettamente sani (57 per cento). Non vi è dunque differenza alcuna fra i matrimonj consanguinei e i non consanguinei nella produzione dell’idiotismo. Down cercò invece la causa nella tisi ereditaria, nell’ubbriachezza abituale dei genitori, nell’alienazione mentale ereditaria, ecc.

Howe, in America ottenne risultati ben diversi: dacchè di 95 figli venuti fuori da 17 matrimonj consanguinei, 37 erano idioti; cioè il 46 per cento, e queste cifre meglio che quelle di Down vanno quindi d’accordo con quelle di Mitchell, che nella Scozia trovò il 17 per cento degli idioti fra i matrimonj consanguinei (Down. Mariages of consanguinity in relation to degenaration of race. London. Hosp. Reports III, pag. 224 e 236.).

Anche Saint-Lager nella sua eruditissima opera sulle cause del cretinismo e del gozzo (Études sur les causes du crétinisme et du goitre endémique. Paris, 1867) si occupa dell’influenza del matrimonio consanguineo, e mostrandosi in genere contrario a questa specie di unioni, trova però con molto criterio che la soluzione del problema è immatura.

Gli studj fatti sui sordo-muti della provincia di Milano proverebbero contro l’influenza dei matrimonj consanguinei nel produrre la mutolezza. Di 306 casi di sordo-mutezza risulta che derivano:

Da genitori fra loro estranei ...... 294

" cugini figli di fratelli .................. 1

" cugini figli di cugini ................. 11

Nessun caso si incontrò di mutoli derivanti da matrimonj fra zii e nipoti.
Studij sui sordomuti e rendiconto degli Istituti, ecc. Milano 1864.






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