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Paolo Mantegazza
Studj sui matrimonj consanguinei

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III

Nerva tentò di abolire questo decreto, ma la legge rimase, e Antonino il Pio ne

approfittò, sposando la figlia di suo fratello. Secondo Svetonio, però, Claudia

non ebbe imitatori. " Non repertis qui sequerentur exemplum. "

Costanzo e Costantino proibirono sotto pena di morte il matrimonio fra zio e

nipote.

" Si quis filiam fratris sororisve faciendam crediderit abominanter uxorem

capitalis sententiae poena teneatur. "

Nei primi tempi di Roma erano proibiti anche i matrimonj fra cugini; ma questa

legge durò poco e non fu rimessa in uso che nel 384 sotto Teodosio il Grande, il

quale la rafforzò colla pena di morte.

Quando il gran colosso romano si spezzò nei due Imperi d’Oriente e d’Occidente,

Onorio mantenne la legge di Teodosio, riservandosi il diritto di dispensa,

mentre Arcadio la abrogò.

Nel 531 il Concilio di Toledo, rincalzando l’autorità dei codici coll’autorità

della Chiesa, proibisce qualunque matrimonio consanguineo, fosse pure fra

persone di lontanissima parentela.

Nel 721 Gregorio II gettava l’anatema contro queste unioni: " Si quis

consobrinam duxerit in conjugium anathema sit. Si quis de propria cognatione vel

quam cognatus habuit, duxerit uxorem, anathema sit. "

Nel 741, Papa Zaccaria risponde a Pepino, mastro di palazzo, che lo interrogava

su questo problema: I matrimonj devono essere proibiti, dum usque sese

cognoverit generatio. E due anni dopo formola più precisamente questa sua

sentenza negli scritti del Concilio romano: " Consobrinam, neptem, novercam,

fratris uxorem, vel etiam de propria cognatione nullos praesumat in conjugio

copulare. "

Nel concilio d’Epaona (517) la legge sui matrimonj consanguinei diveniva meno

rigorosa, e non erano proibiti che fino ai primi cugini. " Si quis consobrinae

sobrinaeve societ, quod ut a praesenti tempore prohibenus, ita ea quae sunt

anterius instituta non solvimus. "

Pothier nel suo trattato del matrimonio ci dice che questa proibizione

riconosciuta nel Concilio di Clermont nel 535 fu pure ammessa per il terzo

Concilio d’Orléans, tenuto nel 538 sotto Childeberto. Il Concilio di Tours,

convocato sotto Chereberto nel 567, e quello di Auxerre, tenuto nel 578 sotto

Chilperico, fanno la stessa proibizione.

Verso la stessa epoca Sant’Agostino di Cantorbery domandava consiglio al Papa

sui matrimonj, e Papa San Gregorio gli rispondeva che potranno permettersi

soltanto quelli fra secondi cugini. Ecco la risposta del papa:

" Vi è una legge romana che permette il matrimonio fra i figli o di due fratelli

o di due sorelle o di un fratello e di una sorella; ma noi abbiamo imparato per

esperienza che da questi matrimonj non nascono figli, e la legge sacra proibisce

di scoprire la nudità dei propri genitori. Ne risulta che i fedeli possono

unirsi nella terza o nella quarta generazione, e si deve astenere da ogni

matrimonio nella seconda di cui abbiamo parlato. "

E qui il Chipault, da cui prendiamo a prestito molte di queste notizie storiche,

fa osservare che per seconda generazione si intendono i primi cugini; dacchè

precisamente sotto il Pontificato di San Gregorio si introdusse un nuovo metodo

per misurare i gradi della parentela, per cui i primi cugini non erano parenti

che in secondo grado secondo la legge canonica; mentre lo erano in quarto grado

secondo la legge civile.

La proibizione dei matrimonj fra cugini ricompare nel 7.° secolo e il Concilio

di Parigi (615) li chiama incestuosi e li maledice.

Il Concilio di Verbereis del 752 dichiara nulli i matrimonj fino al terzo grado

di parentela e quello di Compiègne del 757 conferma questa legge.

Nell’813 sotto Carlo Magno, la parentela al quarto grado canonico fu dichiarata

impedimento dirimente del matrimonio dal Concilio di Magonza. Il canone 54 dice

infatti: " Contradicimus quoque est in quarta generatione nullus amplius

conjugio copuletur, ubi autem interdictum factum fuerit separetur. "

Il Concilio di Worms nell’868 sotto Carlo il Calvo approva questa sentenza; ma

nell’884 un’assemblea di Douzy convocata dallo stesso Re e presieduta da

Hinemar, proibisce i matrimonj fino al settimo grado di parentela.

Questa giurisprudenza fu ancora riveduta, e dal quarto Concilio di Laterano del

1215 in poi, la parentela in linea collaterale non fu impedimento dirimente che

fino al quarto grado inclusive.

La legge canonica che regge fra noi è nota. Meno il matrimonio tra fratello e

sorella, tutti gli altri son permessi, purchè si paghi un tanto alla Corte di

Roma, che al solito vende ogni cosa vendibile.

Anche i Turchi poligami e gli eccentrici Chinesi hanno la loro legislazione

restrittiva sui matrimonj consanguinei. I primi li proibiscono, e nel Celeste

Impero è proibito il matrimonio fra persone che portano lo stesso cognome e che

ponno quindi avere un vincolo benchè lontano di consanguineità 1.

Che se dall’esame dei codici noi passiamo nel campo della scienza, noi troviamo

un numero grandissimo di autori che elevarono la loro voce contro i matrimonj

consanguinei, puntellando il loro ragionamento colla logica induttiva, col

criterio dell’analogia e più ancora colla raccolta di fatti. Sarebbe lavoro

troppo sterile il ripetere ciò che è già stato scritto in proposito, e noi

rimandiamo il lettore agli scritti di Chipault 2, di Mitchell 3, di Reich

4 e ai nostri Elementi d’igiene 5 dove si trovano riuniti i documenti e i

fatti relativi a questa grande questione sociale. —Noi vorremmo accontentarci in

questo nostro lavoro di mettere i nomi degli autori sfavorevoli alle unioni fra

parenti a fronte degli altri che le difesero o almeno le credettero innocue;

onde risulti a primo colpo d’occhio il numero ben diverso degli avversarj e

degli avvocati.

Avversarj dei matrimonj consanguinei.

      Joseph de Maistre.Trousseau.

      Troplong.Potton.

      Fodéré.Liebreich.

      Spurzheim.Legoyt.

      Burdach.Gourdon.

      Esquirol.Darwin.

      Ellis.Aubé.

      Puibonnieux.Marjolin.

      Ménière.Bertrand.

      Lucas.Bourgelat.

      Rilliet.Buffon.

      Elliotson.Guison.

      Boudin.Usberg.

      Becquerel.Bemiss.

      Magne.Cadiud.

      Devay.Balley.

      Chazarain.Reich.

      Boudin.Ollier.

      Chipault.Morris 6.

      Mitchell.Morel.

      Brochard.Engelsberg.

      Howe.Cowles Prichard.

      Hübertz.Pabst.

      Nott.Rameau.

      Kretzchmar.Hartmann.

      Moreau.Franz.

      Stark.Fonssagrives.

      Mantegazza.Tylor.

      Loubrieu.

      Difensori.

      Périer.Turck.

      Benoiston.Cazot.

      Bourgeois.Voisin.

      Dally.Dobell.

      Séguin.Legrand.

      Sanson.Down.

      Gilbert W. Child.Adam.

      Lagneau.

 

 

 




1 Poligamy and monogamy in Turkey. Westminster Review Oct. 1867.



2 Anthony Chipault. Étude sur les mariages consanguins, etc. Paris, 1863



3 Arthur Mitchell. Blood-Relationship in marriage considered in its influence upon the offspring. Memoirs read before the anthrop. soc. of London. Vol. 2, pag. 402



4 Reich. Geschichte, Natur und Gesundheitslehre des ehelichen Lebens. Cassel, 1864



5 Mantegazza. Elementi d’igiene. Edizione terza. Milano 1868, pag. 437



6 Dally crede che il Morris sia un autore aprocrifo.






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