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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

IntraText - Concordanze

consuetudine

   Libro, Capitolo
1 Intro | né mi sono obligato alla consuetudine del parlar toscano d'oggidí, 2 Intro | parole che non siano in consuetudine. Perciò non era conveniente 3 Intro | ancor voluto obligarmi alla consuetudine del parlar toscano d'oggidí, 4 Intro | secondo che sono dalla consuetudine ammessi o reprobati; e questo, 5 Intro | E perché al parer mio la consuetudine del parlare dell'altre città 6 Intro | comprendo perché ad una consuetudine di parlare si debba dar 7 Intro | antichi in dispetto della consuetudine dir si po temeraria presunzione, 8 Intro | la forza della medesima consuetudine distruggere e quasi sepelir 9 I, I | questa cortegiania, perché la consuetudine fa a noi spesso le medesime 10 I, V | lassando questo, dico che consuetudine di tutti i gentilomini della 11 I, XXII | gli antichi era in molta consuetudine. Conveniente è ancor saper 12 I, XXVIII| toscane, che già sono dalla consuetudine dei Toscani d'oggidí rifiutate; 13 I, XXIX | quelle che oggidí sono in consuetudine in Toscana e negli altri 14 I, XXX | laude. Ma questa vostra consuetudine, di cui voi fate tanto caso, 15 I, XXXI | or son interlassate dalla consuetudine d'oggidí; e queste io, per 16 I, XXXII | parole e termini che usava la consuetudine de' loro tempi hanno espresso 17 I, XXXIV | spagnoli, che già sono dalla consuetudine nostra accettati. Però a 18 I, XXXV | quattro lingue che aveano in consuetudine, i scrittori greci, elegendo 19 I, XXXV | le parole rifutate dalla consuetudine. La qual voi, al parer mio, 20 I, XXXV | per questo si dee chiamar consuetudine, né esser accettato per 21 I, XXXV | contadini toscani. La bona consuetudine adunque del parlare credo 22 I, XXXV | credo io che sia la bona consuetudine; della quale cosí possono 23 I, XXXVI | quale possiam esser dalla consuetudine aiutati; il che non ardirei 24 I, XXXVII| disse, - che piú s'estimi la consuetudine nella vulgare che nella 25 I, XXXVII| il Conte, - estimo che la consuetudine sia la maestra. Ma perché 26 I, XXXVII| essi aveano imparato dalla consuetudine; né altro vol dir il parlar 27 I, XXXVII| il parlar antico che la consuetudine antica di parlare; e sciocca 28 II, III | commodi ed utili, sono dalla consuetudine introdutti ed universalmente 29 II, III | ancor a noi seguitar la consuetudine de' nostri tempi, senza 30 II, XXVI | l'uom s'accommodasse alla consuetudine dei piú; e poiché, come 31 II, XXVI | poiché, come voi dite, questa consuetudine è tanto varia e che gli 32 II, XXVII | che non siano fuor della consuetudine, né contrari alla professione, 33 III, XXIV | In Massilia fu già una consuetudine, la quale s'estima che di 34 IV, XII | noi si fa l'abito con la consuetudine, di modo che prima operiamo 35 IV, XIII | bisogno della artificiosa consuetudine e della ragione, la quale 36 IV, XXIX | deve esser cominciata dalla consuetudine e quasi dai costumi cottidiani, 37 IV, XXIX | intelligenzia, o vero con la consuetudine -. Disse il signor Ottaviano: - 38 IV, XXIX | cosí la morale si fa con la consuetudine. Devesi adunque far prima 39 IV, XXIX | prima la erudizione con la consuetudine, la qual po governare gli 40 IV, LXI | cortegiano amar fuor della consuetudine del profano vulgo; e cosí


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