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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText - Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale Libro, Capitolo grigio = Testo di commento
1 | 2 2 IV, XXIV | della potenzia, e perciò s'abbandonano e versano da ogni canto 3 III, XXVIII | occhi del corpo, quello abbandonasse, e tratta dal desiderio 4 IV, XVIII | come governator di nave abbandonato da' venti in gran calma. 5 IV, LXIV | unendosi intimamente a quella abbandoni il corpo -.~ ~ ~ 6 IV, LIV | età giovenile, in tutto l'abbandonino, allontanandosi da questo 7 IV, XLV | pari al cortegiano, che abbassar il cortegian tanto che ' 8 II, LXX | entrava in san Pietro s'abbassava per non dare della testa 9 II, XCIX | Dio voglia che noi non ci abbattiamo a dar questa impresa a qualche 10 I, XXII | volteggiar a cavallo, il quale, abbenché sia faticoso e difficile, 11 I, XVIII | stesso e non sia d'animo abbietto o vile, ma sí ben modesto 12 II, IX | ordine di cavalli, d'arme e d'abbigliamenti, che nulla gli manchi; e 13 II, XXVI | Italiani tanto son vaghi d'abbigliarsi alle altrui fogge, credo 14 III, XXIX | soi congiunti di sangue abbracciando e basciando con segno di 15 III, XXVI | quasi che in quel punto abbracciar lo volesse, se ne morí. 16 IV, XLI | suoi ministri; di levare ed abbreviar le liti tra i sudditi; di 17 III, LXXV | il tempo e le fatiche ed abbreviatosi la vita negli affanni senza 18 IV, LXX | offeriscono in sacrificio; abbrusciale in quella viva fiamma che 19 I, LII | era quella tavola, per non abbrusciarla restò di darle la battaglia 20 III, XXIX | essendo assenti gli omini, abbrusciarono le navi; e la prima che 21 I, XV | alcuno, e sepellir nell'abisso i piú degni d'esser esaltati. 22 IV, XLVII | efferati come quelli che abitano Battra e Caucaso, la India, 23 I, XXXVI | nobili scrittori, ora dagli abitanti di quel paese non è intesa. 24 IV, LXX | fine d'ogni bene. E perché abitar ti diletti il fior dei bei 25 III, XXIX | donne aveano fatto e quivi abitarono con i Latini, nel loco dove 26 IV, XXXVII | belle città in paesi mal abitati, introducendovi il viver 27 III, XXVI | tiranno di quella città dove abitavano, s'innamorò di questa giovane; 28 III, XL | poter satisfare ai loro abominevoli desidèri, i quali restano 29 III, XLII | vendetta e dicono aver avuto abondanzia di quello che solamente 30 II, XXXVI | fetide cose; e trovanle tanto aborrenti dai sensi umani, che impossibil 31 III, V | ritrosa e mostrar tanto d'aborrire e le compagnie e i ragionamenti 32 IV, VIII | che al primo aspetto lo aborririano come un aspide, o veramente 33 I, XXVIII | sentimento dell'audito nostro l'aborrisce e spesso ama una seconda 34 I, XLII | apprezzano le lettere, ma le aborriscono, e tutti e litterati tengon 35 III, LVI | solamente sprezzato, ma aborrito? Penso ben che quelle che 36 III, XLIV | l'amasse, ma ben forse l'aborriva, per rispetto di Dario suo 37 I, II | salubrità dell'aere, si trova abundantissima d'ogni cosa che fa mestieri 38 III, L | accesi sospiri, spesso con abundantissime lacrime? Quando mai si parte 39 IV, XLV | sempre largamente nascere abundantissimi frutti; né però è che lo 40 I, XXXV | alla orazione, tutte sono abusioni dalle regule grammaticali 41 III, I | celebravan i giochi Olimpici in Acaia presso Elide inanzi al tempio 42 II, XVIII | cosí come se volessero accarezzar un suo equale, o dar favor 43 IV, XXXVI | amabile e bona maniera d'accarezzare e i sudditi e i stranieri 44 IV, XXXVIII | dal re di Persia e da lui accarezzato ed onorato con infiniti 45 IV, LXIX | graziose, che in noi spesso accenden foco ardentissimo e con 46 IV, LII | la commove e diletta, ed accendendola da lei desiderar si fa. 47 II, XIII | gli altri suoi miracoli, d'accendere in dispetto degli anni i 48 I, XXXIV | sé gli animi nostri, ed accenderli o moverli secondo il bisogno; 49 II, LXX | soffiando sott'il foco per accenderlo, era stato portato dal fumo 50 IV, L | cortegiano, ancora che vecchio, s'accendesse di quegli amori che son 51 III, LXXIV | suspetti di non essere amate accennano volersi in ogni modo alienar 52 Intro | che espresso, ma né anco accennato le virtú della signora Duchessa; 53 II, XXXVIII | come talor alcuni poeti che accennavan cose suttilissime di filosofia 54 I, XXXII | servato quella nazion gentil accenti nella pronunzia ed ordine 55 I, XXVIII | voce terminata con suave accento in un groppetto duplicato, 56 I, XXXIV | dicesse primor, dicesse accertare, avventurare; dicesse ripassare 57 II, LXXXVI | entrati in un'altra camera, accesero un lume e se ne vennero 58 IV, LXX | vedeano veramente sono; accetta l'anime nostre, che a te 59 III, LIV | copertamente, ma alla prima parola accettano tutte le laudi che lor son 60 III, XLIII | seguitar il suo costume di non accettare ambasciate, né doni, né 61 I, XXXI | disse, - questa impresa non accettarò io già, ché gran sciocchezza 62 II, IX | riparar alcuni colpi di accia essendo armato, e come disarmato, 63 III, XII | altro son differenti è cosa accidentale e non essenziale. Se mi 64 III, XLVIII | dallo error suo medesimo acciecata, non seppe fuggire, e presa 65 III, XXVI | incontra, signor mio, ed accogli cosí voluntieri questa anima, 66 III, LXV | quelle domestiche carezze ed accoglienzie con sicurtà, che spesso 67 II, XXXII | nascerà che gli altri súbito s'accommodaranno alla voluntà del signore 68 II, VIII | con chi parla, ed a questo accommodarassi, altramente ancor parlandone 69 IV, III | perché cosí sia; però, per accommodarmi ancor all'ora, che è piú 70 II, XXVI | vestire, se non che l'uom s'accommodasse alla consuetudine dei piú; 71 III, XIII | come sono, non a caso, ma accommodate al fine necessario; ché, 72 II, XIII | giudice di se stesso, s'accommoderà bene ai tempi e conoscerà 73 II, LXV | laudare, le metafore bene accomodate, e massimamente se son risposte 74 I, XXXVIII | ragionevole che ognuno s'accomodi allo instinto suo proprio. 75 IV, VIII | príncipi de questi nostri tempi accompagnassero i peccati loro con tante 76 II, LI | sciocchezze talor simplici, talor accompagnate da un poco di pazzia pronta 77 IV, VIII | tante virtú, con quante accompagnavano quegli antichi; i quali, 78 II, LXXVII | malora”: e queste parole accompagnò con tanta furia, che quel 79 I, XL | donna, la qual, se pur si acconcia, lo fa cosí parcamente e 80 II, XXVI | combattesse con Alessandro fatto acconciar la spada che egli portava 81 I, XVII | pericolo, volentier si lasciano acconciare al sicuro. Ma quelli che 82 III, II | san fare, non m'aiutano ad acconciarla, io dubito che non solamente 83 I, XL | artificio. Quindi nasce l'acconciarsi la faccia con tanto studio 84 I, IX | cor di serpente, mai non accorda la lingua con l'animo e 85 IV, XVI | nell'animo, ma 'l corpo, accordandosi col giudicio della mente, 86 II, XXX | sapete, piú difficilmente s'accordano tre instromenti di musica 87 II, XXXIX | sempre dicendo, non si accordar in questo con la opinione 88 III, XXXV | ricchi, non si son tutti accordati a voler mentire in laude 89 III, XXVIII | resto della vita sua non si accordava con questo; anzi penso che 90 I, XXXIII | occhi che dia grazia e s'accordi con le parole, e piú che 91 III, XXXII | le donne cosí vituperoso accordo, si dolsero, rimproverandogli 92 IV, LXII | con quello, súbito che s'accorge che gli occhi suoi rapiscano 93 III, LXIX | donna si move ad amarlo, ed accorgendosi che per mettergliele in 94 IV, XXXIV | non che rimediare, ma pur accorger se ne possa. Con tai modi 95 III, XXVII | governavano il legnetto non se n'accorsero; e benché gli omini che 96 IV, II | bellezza, ingegno, manere accorte, umanità ed ogni altro gentil 97 IV, LXXIII | signori tanto, che non s'erano accorti del fuggir dell'ore; né 98 II, LXXXV | danzatore, ballatore e piú accorto cortegiano che fosse in 99 I, XXXIV | vaghe e belle, e quasi per accostar le cose al senso degli occhi 100 II, LXII | era possibile farglielo accostare, disse il signor Prefetto, 101 IV, XL | distorti; ché in tal modo s'accostaremo alla virtú, la quale, come 102 IV, XXIII | tutte le cose a che viene accostato. E grandissimo argumento 103 II, LXXXII | rispose: “Non è possibile”; ed accostatomisi all'orecchio, disse: “Sapiate 104 II, LXXIII | le anella; allora il re, accostatosegli all'orecchio, gli disse: “ 105 II, XCIII | osterie in tante forme; ed accostatosi alla Contessa di Castagneto, 106 III, LXVI | mira, fin a tanto che s'accosti; e súbito che è vicino, 107 II, LXXVII | impiccata, un altro se gli accostò e, tiratolo per la veste, 108 III, L | anni da un bello, nobile ed accostumato giovane, il quale mille 109 III, VIII | modi di quella sorte, per accrescer quello che è dono della 110 IV, XXXII | protettore, il qual sempre gli accrescerebbe prosperità in pace ed in 111 IV, II | di giorno in giorno per accrescersi; e già se ne conoscono molti 112 II, XI | mostrar che 'l valor suo non è accresciuto dallo esser principe.~ ~ ~ 113 III, VIII | sono quegli abiti che le accrescon grazia e piú accommodati 114 II, LXXXII | quando l'omo con bona grazia accusa se stesso di qualche errore; 115 III, LXII | vostri continui lamenti ed accusare in quelle donne che avete 116 III, XXIII | cavalieri e senatori timidamente accusarono fratelli, amici e le piú 117 II, LXII | disse: “Costui in loco d'accusarsi si lauda”; a cui rispose 118 III, LXII | rispondere a quello di che voi m'accusate, dico che ognun sa e vede 119 III, XIII | han trattato le cause ed accusato e diffeso inanti ai giudici 120 II, LXIX | diffensore alcuno contra accusatore di cosí poca autorità; però 121 Intro | diffesa adunque di queste accusazioni e, forse, di molt'altre 122 II, LXXXIX | che non siano anco troppo acerbe, e sopra tutto aver rispetto 123 III, XXXVI | che avessero tollerato gli acerbi colpi della fortuna cosí 124 IV, LXVI | anima e dànnole passione acerbissima, come a' fanciulli quando 125 I, XI | me sono essi sempre stati acerbissimi, né da me credo che si potesse 126 IV, LXVI | volta; ed allor súbito s'acqueta e respira ed a quella tutta 127 IV, LII | non si contentano, né s'acquetano. E perché dal possedere 128 IV, LVI | Quivi messer Federico, per acquetar il signor Morello e divertir 129 III, XXVII | esso medesimo già s'era acquetato di morire, intervenne che 130 I, I | in ogni cosa ragionevole, acquistandone da essi grazia e dagli altri 131 I, XV | doni di natura. Però non acquistandosi questa nobiltà né per ingegno 132 III, LIX | con i quali il cortegiano acquistarà l'amor della donna, bisognerà 133 III, LI | frutto; e parmi vedere che v'acquistarete non solamente tutte queste 134 III, LXI | servire e compiacer le donne s'acquistasse la lor grazia; ma quello 135 IV, XXXIV | le forze poi che le hanno acquistate; e direi che per vietar 136 IV, LVI | insegnatelo a me e mostratemi come acquistino i vecchi questa felicità 137 III, XXXV | dar l'onore del glorioso acquisto del regno di Granata; ché 138 II, LVIII | breve detto, quelle sono acutissime, che nascono dalla ambiguità, 139 II, XLII | Toscani, che in vero sono acutissimi. Pare ancor che ai Spagnoli 140 III, L | continui stimuli d'amore sono adamantine e salde nella lor infinita 141 I, XXVI | con un parlar o ridere o adattarsi, mostrando non estimar e 142 III, XXI | paion bone; e certo s'io vi addimandassi quali siano, o siano state 143 II, LXXVIII | travestirsi; ed essendone il Conte addimandato, rispose: “Véstiti da dottore, 144 II, LXXVII | guarirlo; e cosí ogni dí gli addimandava denari, affermando che fra 145 II, LXXIV | soldati, un di quei gli addimandò se conosceva Antonello da 146 I, XI | condimento bastante per addolcirgli; ma forse sono piú e meno 147 IV, XXXII | avversa, per non gli lassar addormentare nelle prosperità tanto che 148 III, XVII | signor Gaspar contra di voi adduce. - Non so, signor Magnifico, - 149 I, XLIII | che qualche avversario mi adducesse gli effetti contrari per 150 I, XIX | in voi, né altro esempio adduco che questo, per dechiarire 151 I, XV | alcun di noi fusse nova, io addurrei molti i quali, nati di nobilissimo 152 III, XXXI | oltre le già dette io potrei addurvi al mio proposito mille altri 153 III, XII | donne parmi che abbiate addutto una freddissima ragione; 154 III, XIV | quasi tornando in circulo, adempie la eternità ed in tal modo 155 IV, LII | tutti quegli amanti, che adempiono le lor non oneste voglie 156 IV, XLII | pregaremo Dio di vedere adempita questa vostra speranza -.~ ~ ~ 157 II, XXVI | parmi assai chiaramente adempiuto. E come si scrive che, avendo 158 IV, IX | acquistarsi la benivolenzia ed adescar tanto l'animo del suo principe, 159 IV, L | Pietro pur ridendo: - Non vi adirate meco, Signora, per amor 160 IV, XIII | appetiti, i quali spesso tanto adombrano e suffocan gli animi nostri, 161 IV, LXVIII | intelletto; e quivi, non piú adombrata dalla oscura notte delle 162 IV, X | di qualche dolce liquore. Adoperando adunque a tal effetto il 163 II, IX | Avendosi adunque in questi da adoperare il nostro cortegiano, prima 164 III, XXXV | offici nei quali intendeva d'adoperargli; e cosí ben seppe congiungere 165 III, LVI | quale osservano e quasi adorano gli amanti la virtú delle 166 III, LX | arbitrio mio non è stato il non adorarla, non che ch'io in ciò abbia 167 III, L | veggendosi tanto amata ed adorata molt'anni da un bello, nobile 168 IV, VII | veggendosi sempre obediti e quasi adorati con tanta riverenzia e laude, 169 IV, XXXIII | sarebbe non ché amato ma quasi adorato dai sudditi; né bisogneria 170 III, XLIII | non potea colui che essa adorava al mondo, elesse non volerlo 171 IV, X | virtú potrà condurlo, quasi adornandola di frondi ombrose e spargendola 172 III, III | quale fanno perfetta ed adornano la cortegiania -. Rise il 173 Intro | linee principali, senza adornar la verità de vaghi colori 174 II, XLIX | colpa; e dicendo la verità, adornarla con qualche bugietta, crescendo 175 IV, XXXVIII | eccellenzie, quante basteriano per adornarne infiniti -. Disse allora 176 I, II | della Italia verso il mare Adriatico, è posta, come ognun sa, 177 I, XLIV | adulati, e pur amano chi gli adula ed hanno in odio chi dice 178 II, XVIII | si serve si po far senza adulare, perché io intendo delle 179 I, XLIV | manifestamente comprendono esser adulati, e pur amano chi gli adula 180 I, XLIV | cose, che lo impudentissimo adulator se ne vergogna? Lasciamo 181 I, XII | ben poria senza suspetto d'adulazion dir che in tutta la Italia 182 IV, IX | gli omini con le bugie ed adulazioni e con cosí viciosi modi 183 II, XLVIII | in tal modo scoprir gli adultèri; ora, se ben gli omini non 184 IV, LXX | vita. Tu le cose separate aduni, alle imperfette dài la 185 I, II | Appresso con grandissima spesa adunò un gran numero di eccellentissimi 186 I, II | oltre alla salubrità dell'aere, si trova abundantissima 187 II, XI | temperata però con leggiadra ed aerosa dolcezza di movimenti; e 188 III, V | ogni altra cosa una certa affabi1ità piacevole, per la quale 189 III, L | a piacere? A qual tempo affacciar mai si po alla finestra, 190 I, XXX | scrive; e col bon giudicio affaticandosi un poco, gusta quel piacere 191 IV, XIX | nostro tutte le membra s'affaticano e adopransi ad arbitrio 192 II, LXXV | el signor Duca: “Non ti affaticar piú in questo; ché già il 193 IV, XLV | indarno; come ancor indarno s'affaticaria ogni bono agricultore che 194 I, VII | madonna Emilia non vole affaticarsi in trovar gioco alcuno, 195 II, LXXX | fosse marano, disse “Non vi affaticate in questo, ché senza giurare 196 III, LXVI | vicino, gli occhi saettano ed affaturano come venefíci; e massimamente 197 II, LXXII | messer Augustin Foglietta ed affermandola con efficacia, perché gli 198 II, LXXXIX | torre avendo prima fatto affermar il contadino, e tener il 199 III, XXXIX | Gasparo, - non solamente affermo esser debito d'ogni nobil 200 II, LVI | amico del qual v'ho detto affermò aver veduto una simia di 201 IV, XL | lunghi circuiti di parole affettate, ascoltando se stesso, tanto 202 I, XXXIII | movimenti di tutto 'l corpo, non affettati né violenti, ma temperati 203 I, XXVIII | che riprenderlo d'esser affettato nelle opere sue. Questa 204 I, XXXV | nazion ateniesi, non la affettavan tanto, che nel modo dello 205 I, XXVII | io che minor vicio della affettazion sia nella sprezzatura, la 206 II, XXXIV | sentendo ragionare cosí affettuosamente di questo giovane, il qual 207 III, LII | velo finse un ardente ed affettuoso dialogo d'uno innamorato 208 I, XVI | dove i spettatori spesso si affezionano senza manifesta cagione 209 III, XXXV | furono privati le restarono affezionatissimi, e contenti di lassar quello 210 I, XIV | gli resti perpetuamente affezionato. Ma, tornando al proposito 211 IV, XXXIX | e disposizion del corpo, affin che siano ancor a questo 212 IV, LXIX | come il foco materiale affina l'oro, cosí questo foco 213 III, XI | non voglio io altrimenti affirmare, perché il valor di queste 214 I, IX | debili di vista, che non affisano gli occhi nella spera del 215 I, XIX | pronunziano quelle parole cosí afflitte, che in quel punto par che 216 III, LXXIV | estimano che 'l dolore, le afflizioni e 'l chiamar ognor la morte, 217 III, XLVIII | quale del medesimo dubitava, affogò la mal avventurata giovane 218 III, LI | lo esercito di Spagna per affrontar gli inimici, usciva ancora 219 III, L | voltar di contrata non se le affronti con quella trista passion 220 III, XX | mangiar altro che erbe crude, affumati con le toniche squarciate, 221 IV, VIII | Epaminunda di Lisia Pitagorico, Agesilao di Senofonte, Scipione di 222 II, XIII | dispetto degli anni i cori agghiacciati -.~ ~ ~ 223 II, LXVIII | dote si litigherà a bell'aggio”. Vedete che il motto fu 224 IV, XXIV | XXIV.~ ~Aggiungendosi poi maggior potenzia al 225 III, LVII | cosí fatta donna non saprei aggiunger cosa alcuna, se non che 226 IV, LXVII | questo cosí angusto termine, aggiungerà nel pensier suo a poco a 227 II, XCVIII | meriti delle donne non poter aggiungere a quel termine. Ma, se la 228 III, LXXVI | credo, né altri potrebbe aggiungervi piú cosa alcuna; ma per 229 III, L | resiste, tanti stimuli le aggiungono, tanti modi trovano, che 230 I, II | simili, ma per ornamento v'aggiunse una infinità di statue antiche 231 II, LVI | rise e della bugia e della aggiunta fattagli per messer Cesare.~ ~ ~ ~ ~ ~ 232 Intro | ascoltare quello che non gli aggrada. Perciò, se essi non vorran 233 III, IV | l'affettazione, l'esser aggraziata da natura in tutte l'operazion 234 IV, LXIX | riputiamo niuna felicità potersi agguagliar a quella che talor sentimo 235 I, II | ragione a molti famosi antichi agguagliarlo. Questo, tra l'altre cose 236 IV, XXXVIII | molti imperatori antichi ed agguagliarsi di fama ai piú famosi che 237 III, VI | mondo e forse degna d'esser agguagliata a questo gran cortegiano, 238 III, LXVI | guerra soldati insidiatori in agguato; e se la forma di tutto 239 I, XX | inabili ad ogni esercizio di agilità, la qual cosa io desidero 240 I, VIII | súbito si move e tanto agita lo infermo, che per quella 241 I, XLV | disputazione lungamente agitata da omini sapientissimi, 242 IV, XXIII | e ciechi desidèri, sono agitati da furore inquieto, come 243 I, VIII | umore, cosí ben l'abbiam agitato, che sempre s'è ridutto 244 I, VIII | infermo, che per quella agitazion si riduce a sanità, cosí 245 IV, LVII | ferocità e la superbia; negli agnelli e nelle colombe una pura 246 Intro | di Italia avvisato che la agnora Vittoria dalla Colonna, 247 II, XXXI | ben infilzava i ceci in un ago.~ ~ ~ 248 IV, VII | della festa in piazza d'Agone, che di fori mostravano 249 III, XXXIX | un fanciullo, lo riprese agramente; e di molt'altri continentissimi 250 I, XLVII | la lor noia col rozzo ed agreste cantare. Con questo la inculta 251 IV, XXXVII | i matrimoni, ad altri l'agricoltura, ad altri la religione, 252 IV, XLV | frutti; né però è che lo agricultor solo sia la causa di quelli, 253 I, XXXVIII | per non fare come i mal agricultori, che talor nel terreno che 254 IV, XLVII | insegnar loro i matrimoni, l'agricultura, l'onorar i padri, astenersi 255 II, X | il quale, perché si sente aiutante della persona, conduce tutti 256 IV, V | fiore, cosí lo indurre o aiutare il suo principe al bene 257 I, VIII | ci paia senza rimedio, l'aiutaremo e, secondo la dottrina di 258 I, XXXVII | per guida, indrizzargli ed aiutargli alla via, che lo ingegno 259 IV, XLI | favorir i mercatanti ed aiutarli ancora con denari; d'esser 260 II, LXI | quali tutti fecer prova d'aiutarlo, e con gli altri ancor andò 261 III, XXXIV | in casa. Ma io non voglio aiutarmi di quelli che in presenzia 262 IV, XIII | negli animi nostri, se non è aiutata dalla disciplina, spesso 263 II, LXXXVIII| dovero. Allor io tosto, “Aiutatemi”, dissi, “signori, ché questo 264 III, XXVII | Dio miraculosamente non l'aiutava. Della qual cosa poi che 265 III, LI | spesso esse medesime gli aiutavano e nel partir diceano lor 266 II, XXVII | e far che gli abiti lo aiutino ad esser tenuto per tale 267 II, XXVII | seco una certa vivezza ed alacrità, che in vero ben s'accompagna 268 II, LXV | però se cosí si trovassero alchimisti d'omini, come si trovano 269 I, XXXV | per Ieronimo, Girolamo; aldace per audace; e per patrone, 270 IV, LXVII | piume, che, benché con l'ale debili si levino un poco 271 III, XXII | barbare: come di quella Alessandra, moglie pur d'Alessandro 272 IV, XXXVI | meritamente acquistata, edificò Alessandria in Egitto, in India Bucefalia 273 II, LXVI | di Fiorenza al cardinale Alessandrino, che gli omini non hanno 274 II, XLVIII | Eccovi che questa porta dice: ALEXANDER PAPA VI, che vol significare, 275 | alia 276 III, LXXIV | accennano volersi in ogni modo alienar da lui; onde per questi 277 IV, LXX | divina, e noi da noi stessi alienati, come veri amanti, nello 278 III, XX | Malvagi e scelerati omini, alienissimi non solamente dalla religione, 279 III, LXXII | d'acquistar grazia), ed allega per un bel modo di far intendere, 280 IV, LX | le brutte. - E che cosa allegai? - disse el signor Gaspar. 281 I, XLIII | rifiutar la mia opinione, allegandomi gli Italiani col lor saper 282 III, XLI | meritarono mai ch'io fossi amato, allegherei il testimonio di me stesso, 283 IV, LX | disse, - quello che ieri allegò el signor Gaspar, non è 284 I, V | scoprivano i circonstanti allegoricamente i pensier sui a chi piú 285 II, LVI | fece un salto inanti al Re allegramente, quasi per testimonio della 286 III, XXVII | efficacemente le soverchie allegrezze!~ ~ ~ 287 III, LXVI | ben composta, tira a sé ed alletta chi da lontan la mira, fin 288 I, XLVII | data l'abbia per dolcissimo alleviamento delle fatiche e fastidi 289 II, LXXXVI | Come essendo io una notte alloggiato in Paglia, intervenne che 290 IV, LVIII | se le appropinqua o se le allontana; e l'altre cinque stelle 291 I, XXII | che gli altri fanno, non s'allontanando però mai dai laudevoli atti 292 IV, LIV | in tutto l'abbandonino, allontanandosi da questo sensual desiderio, 293 II, LXXXIX | cortegiano par che si debbano allontanar un poco piú dalla scurilità. 294 IV, LXVII | poco a volo, pur non osano allontanarsi molto dal nido, né commettersi 295 III, XLVII | che passa accanto Gazuolo, allontanatasi un poco dalla sorella, la 296 III, XLV | occhi, come se fusse stato allopiato -.~ ~ ~ 297 III, LI | piú aspera che quella dell'alpestre fiere? Chi non sa che le 298 III, LXVIII | parole che importavano ed altamente tutte l'altre, che si poteano 299 IV, LVIII | colonne e gli architravi le alte logge e palazzi, né però 300 IV, LXIV | dell'altra si transfundano alternamente ancor l'una nel corpo dell' 301 II, XLV | animi affaticati in quegli alti lor discorsi e divini pensieri; 302 III, LII | scrivere misticamente cose altissime e divine, per coprirle d' 303 I, XV | veggono in persone bassissime altissimi doni di natura. Però non 304 IV, VI | quello di che piú che d'ogni altracosa saria bisogno che avessero 305 | altrettante 306 | altrettanti 307 I, XXXIII | rare volte; e parmi che chi altrimente le usa faccia errore, non 308 III, XX | ben rasa e ben vestiti; ed alzano nel passeggiar la tonica 309 I, XV | quasi pigliarsi a gioco d'alzar spesso fin al cielo chi 310 I, XXVI | imitarlo, che nel spesso alzare il capo, torzendo una parte 311 II, LXIII | a Bologna”, e già aveva alzati tre dita della man sinistra 312 III, LVII | si deve a tutte le cose amabili, e quel rispetto che leva 313 III, LXII | sa e vede che voi siete amabilissimo; ma che amiate cosí sinceramente 314 III, XXXIV | essere stata una regina Amalasunta, che governò lungamente 315 I, IX | hanno in odio i ratti ed aman le serpi; e vederete che 316 III, XXVI | dolore di star in questa amara vita, nella quale non ho 317 IV, XXIII | vicari al suo signore, ed amargli ed estimar lor proprio ogni 318 I, XI | ma forse sono piú e meno amari secondo la causa donde nascono. 319 II, LXXXVI | con infinite lacrime ed amarissima penitenzia dello aver biastemato 320 III, XLIII | altro contradetto, che con amarissime lacrime. Ed essendo successo 321 IV, LXVI | giovane fuor di tutte le amaritudini e calamità che senton quasi 322 III, LXIII | che fosse creduto; ché se amaste, tutti i desidèri vostri 323 II, LXV | gallina cova”. Il messo fece l'ambasciata impostagli; e Cosimo, senza 324 III, LXV | l'animo e tocchino tanto ambiguamente la Voluntà di lei, che le 325 III, LXXIV | fattegli, spesso con parole ambigue e sdegni simulati lo suspendeno 326 IV, LXX | angeli, dove, pasciuti d'ambrosia e nèttare immortale, in 327 I, II | tra monti sia, e non cosí ameni come forse alcun'altri che 328 II, XLIV | parole, come sotto qualche amenissimo ed ombroso albero al mormorar 329 III, LVIII | se egli sarà savio, non l'amerà mai, e cosí essa averà questa 330 III, LXX | per omini da poco, né gli amerebbono per tutto l'oro del mondo; 331 IV, L | ai giovani; ma, amando, ameria forse d'un modo, che non 332 II, XLV | spettaculi. E perché noi amiamo que' che son causa di tal 333 III, LXII | siete amabilissimo; ma che amiate cosí sinceramente come dite 334 II, LXXXV | sia altro che un inganno amichevole di cose che non offendano, 335 II, XLVII | è crudeltà, ma un tacito ammaestramento di questa signora a voi, 336 III, XIII | i figlioli, i padri gli ammaestrano e con la fortezza acquistano 337 I, LII | mandato a Lucio Paulo per ammaestrargli i figlioli ed ornargli il 338 III, LXXII | tentarmi; troppo sète tutti ammaestrati in amore; pur, se desiderate 339 III, XLVI | tant'altri che vanno ogni dí ammazzando omini per le selve e scorrendo 340 II, IX | canto, temendo quasi che non ammazzasse lei ancora come quegli altri. 341 III, XXXIII | vergini vestali, tutte s'ammazzassero insieme coi lor piccoli 342 I, VII | perché la natura umana non ammette queste cosí compite perfezioni, 343 IV, VII | stessi, talmente che poi non ammettono consiglio né parer d'altri; 344 IV, XXI | potenti e non boni, e quando l'amministrazion populare è occupata dalla 345 II, XXXVIII | e benché esso si senta ammirabile e di gran lunga superior 346 I, XXIV | non solamente grati, ma ammirabili a tutto il mondo. Però di 347 I, IV | nascoste, la fortuna, come ammiratrice di cosí rare virtú, ha voluto 348 I, XXII | sazia molto e leva quella ammirazione che si piglia delle cose 349 II, XXXII | parerà che tutta la corte lo ammiri ed osservi, e ch'ognun rida 350 IV, XXIII | in ogni loco e tempo lo ammonisca e gli parli dentro al core, 351 IV, LVII | e messer Federico siano ammoniti e non perdano, come Stesicoro, 352 Intro | súbito nella prima fronte, ammonito dal titulo, presi non mediocre 353 II, LXXVIII | simile quando si dà una ammonizion famigliare in forma di consiglio, 354 IV, LXII | error alcuno, ma con le ammonizioni e boni ricordi cerchi sempre 355 I, XXXVII | virtú di quell'ingegno s'ammorza e resta impedita, per esser 356 III, XLIII | ferventissimamente quanto amar possa un amorevolissimo animo, durò dui anni in 357 IV, XXXVI | sinistra edificargli una amplissima città e nella destra una 358 I, II | Italia; né mancano veri ed amplissimì testimonii, che ancor vivono, 359 I, IX | cosa intende, che a far anatomia de' cori: né se ritrova 360 | anche 361 I, XXI | fanciulli, come que' dui Anconitani, che poco fa combatterono 362 | ancorché 363 II, LXXXVI | possa avere; e noi fra tanto andaremo ad Acqua Pendente e quest' 364 IV, XV | senza contrasto di ragione andariano totalmente profusi drieto 365 III, XXXVI | scultura; ma non voglio andarmi piú rivolgendo tra questi 366 II, I | spogliandoci de quei piaceri, andarsene verso l'occaso, perdere 367 II, LXIII | assignar tre cause dell'andata sua; quando messer Iacomo 368 III, LXXII | desiderate saperne piú, andate e sí vi leggete Ovidio. - 369 II, XII | per quello effetto siano andati a farsi vedere e che quella 370 IV, LXVII | gli succederà, se tra sé anderà considerando come stretto 371 II, LI | Quando sarai frustato tu, anderai a modo tuo; ch'io adesso 372 II, VI | messer Federico, - che voi andiate troppo in su le estremità 373 II, LXXXI | fatto, e dovea fare. Come Andrea Coscia, essendo andato a 374 I, XXXV | strade battute, cerchiamo anelar per diverticuli; perché 375 IV, LXIV | ed a quello intrinseco anelito che si chiama pur esso ancor 376 IV, LXXII | molte volte rapita dall'amor angelico al terzo cielo; e di tante 377 I, XXXVII | cercare di metterla in tante angustie, che ognuno sia sforzato 378 IV, LXVII | per uscire di questo cosí angusto termine, aggiungerà nel 379 II, XCII | dare delle bastonate da Anichino, poi che un gran pezzo con 380 IV, XXXIX | primo e piú fervente ed animato a cosí gloriosa impresa. 381 III, XIII | fievolezza le donne son men animose, per la medesima sono ancor 382 II, XV | per contrario i giovani, animosi, liberali, sinceri, ma pronti 383 III, XXXIV | a' dí nostri avemo veduto Anna regina di Franza, grandissima 384 II, XXVII | tante stringhette e fettuzze annodate e fregi traversati, non 385 II, LXXXIX | un chiodo nel muro, a cui annodò il spago; e lasciatolo in 386 IV, LVIII | quanto la prora, i lati, le antenne, l'albero, le vele, il timone, 387 IV, XXXVII | Scirone, Cacco, Diomede, Anteo, Gerione, che tiranni crudeli 388 II, XXX | saranno ricordati; non si anteponendo mai agli altri con cercar 389 IV, XXVIII | negli animi umani. Onde anticamente si diceva in proverbio che 390 II, I | scritture de molti autori antichissimi chiaro si comprende e massimamente 391 I, XXXIII | solamente con quel splendore d'antichitá adornan tanto ogni subietto, 392 II, LXXIV | gli addimandò se conosceva Antonello da Forlí, il qual allor 393 II, II | Esopo non abbia fatto uno apologo, nel quale finga, Dio, poiché 394 I, VI | alla obedienzia della sede apostolica nell'anno MDVI, e ritornando 395 IV, LXXII | poteva rapire san Paulo apostolo alla visione di quei secreti 396 I, LI | gia cosí, che la pittura appaia e la statuaria sia. Ché, 397 I, II | usa, come vasi d'argento, apparamenti di camere di ricchissimi 398 III, XXX | una e dell'altra parte, ed apparecchiandosi nova e crudel battaglia, 399 IV, XVI | spiriti, tutte le membra s'apparecchiano, i piedi al corso, le mani 400 III, XXII | scelerata vita, cosí adesso era apparecchiata a farne fede, e loro aiutar 401 I, XIII | bon'ora di notte e qui son apparecchiate molte altre sorti di piaceri, 402 III, XLIX | Alessandro che la seguitassero, s'apparecchiò con ferma deliberazione, 403 II, LXXIV | quanto dir si possa, come apparechiato di combattere; ed allor 404 I, VII | seguitasse; la qual già s'apparechiava a dire; ma la signora Duchessa 405 IV, XVI | nientedimeno, secondo me, è piú apparente che vero perché, benché 406 II, XXIII | cose veramente bone dalle apparenti. - Perdonatemi, - disse 407 II, LXIX | volte quelle che sono in apparenzia le migliori in effetto sono 408 III, XX | vergogna si dilettano d'apparer morbidi e freschi, con la 409 II, VIII | discretamente procurar di appartarsi dalla moltitudine e quelle 410 I, XLV | quanto l'animo al corpo, per appartenere propriamente la operazion 411 I, LV | piú che non parea che s'appartenesse agli anni teneri, ed in 412 IV, XXV | Ottaviano, parvi che piú s'appartenga al principe? - Rispose il 413 II, VII | tutto quello che a me s'appartien di dire; e per la prima 414 IV, XXIX | dell'anima, poi prima dell'appefito che della ragione; ma la 415 III, LVII | signor Magnifico, mi appello di questa vostra sentenzia 416 III, II | Federico, - non è tanto appertenente al cortegiano, che non si 417 IV, XXV | importanzia, che quelle che appertengono alla instituzione del principe 418 IV, XXXI | occorrenzie della città appertinenti al publico ed al privato; 419 IV, LI | sia congiunta una virtú appetitiva; e perché nell'anima nostra 420 I, LII | e possendo intrar dentro appiccandole il foco dalla banda dove 421 II, LIX | ad un senza naso: “E dove appicchi tu gli occhiali?” o: “Con 422 I, XXVI | qualche cosa; e spesso si appigliano a quella che in colui è 423 I, X | dopo l'aver dato un lieto applauso in laude del sonetto ed 424 IV, LIII | pregion terrena e, per esser applicata al ministerio di governar 425 I, IX | e vederete che niuno s'apporrà, se non io, che so questo 426 II, X | spettaculi, a cui la moltitudine apporta assai ornamento. Voglio 427 III, LXVI | consumare, perché sempre gli apportano materia di speranza per 428 II, XVIII | prosonzione sciocca; non sarà apportator di nove fastidiose; non 429 III, XIX | corretto da una Donna, che ci apportò molto maggior utilità che 430 III, XXI | dir miracoli, come m'ha apposto il signor Gasparo; atteso 431 II, XXXV | molto tempo, che essendo appresentati qui alcuni versi sotto ' 432 I, XLV | dannati i Franzesi che poco apprezzan le lettre e detto quanto 433 III, XXXIX | il vero, sariano poco d'apprezzare; perché il mondo non ha 434 II, XIX | colui che la riceve mostra apprezzarla e piú di essa tenersi onorato. 435 I, LII | essendo onesta ed utile ed apprezzata in que' tempi che gli omini 436 III, LXXV | quando poco o niente gli apprezzava, per esser il cor già tanto 437 IV, LXX | ignoranzia, acciò che piú non apprezzino bellezza mortale e conoscano 438 I, XIII | di cortegiani ch'io piú apprezzo, ed approvar quello che 439 IV, LVIII | luce, secondo che se le appropinqua o se le allontana; e l'altre 440 II, XLIII | gesti, la voce e le parole appropriate ad imitar ciò che vogliono. 441 II, VIII | abiti ben intesi, motti appropriati, invenzioni ingeniose, che 442 Intro | quale s'io non ho potuto approssimarmi col stile, tanto minor fatica 443 Intro | averanno i cortegiani d'approssimarsi con l'opere al termine e 444 III, XXV | licenzia al senato di morire ed approva averne giusta cagione, per 445 I, XII | ch'io per me voluntieri approvarei alcun dei giochi proposti 446 III, XIX | laude, che quella che è approvata per testimonio de Dio. Molte 447 I, LIII | che per belle erano state approvate da colui, che perfettissimo 448 IV, XXXII | magistrati i savi e gli approvati' omini, la prudenzia de' 449 III, XXIV | concedevasi il pigliarlo a chi approvava al senato doversi levar 450 IV, IV | signori, il quale in tutto approvo e confermo, dico che delle 451 I, XLVII | severe sue leggi la musica approvò. E leggesi i Lacedemonii 452 IV, XIII | agricultore le cultivi e loro apra la via, levandoci d'intorno 453 II, LII | súbito in Pistoia e Prato s'aprino le zecche, né piú né meno 454 IV, IX | verrà fatto, e cosí potrà aprirgli sempre la verità di tutte 455 I, XVIII | fanno questi bravi, che aprono la bocca e lascian venir 456 III, II | tutti quest'altri signori aranno giusta causa di dirne male. 457 II, XXXVIII | che chiamano la zappa e l'aratro mille miglia di lontano; 458 IV, XXXVIII | rampollo sotto l'ombra d'arbore eccellente e carico di frutti, 459 III, XI | altro mancamento e negli arbori molti frutti che non maturano 460 IV, LVIII | Sostengon le colonne e gli architravi le alte logge e palazzi, 461 II, LXX | non dare della testa nell'architravo della porta. Disse ancora 462 I, XIX | tante donne, quante sapete, ardeno dell'amor mio; ma della 463 I, XLVII | esser stato da quella cosí ardentemente incitato, che quasi contra 464 III, LXVI | visibilmente traluceno quelle ardenti passioni, le quali volendo 465 III, LXXIV | possibil fosse, vorriano che ardessero e, fatti cenere, dopo morte 466 II, LXXXIV | nelle burle ci darete tanto ardimento, che pigliaremo segurtà 467 I, XXXVI | consuetudine aiutati; il che non ardirei dir nella latina -.~ ~ ~ 468 IV, V | far cosa non conveniente, ardisca di contradirgli, e con gentil 469 III, I | questo io confidentemente ardisco di parlare con speranza 470 II, VIII | quelle cose segnalate ed ardite che ha da fare, farle con 471 III, I | affaticati dalle facende piú ardue, fossero a quelli che s' 472 II, XXXIX | disse il Calmeta, - non arebbe fatto Nicoletto, il qual, 473 IV, XXXVII | ebbero questi risguardi, arebbono fatto meglio avendogli, 474 IV, XLV | seminare d'ottimi grani l'arena sterile del mare, perché 475 I, IX | velenoso serpe nella Libia arenosa, che tanto di sangue umano 476 III, XXXI | come le bone opere, non areste tacciuto che in questa guerra 477 II, LIII | quante mercanzie e quanti argenti, speziarie, panni e drappi 478 III, XXVII | alla moglie, che madonna Argentina avea nome, ed ai figlioli 479 IV, XXIV | vero quell'altro Aristodemo Argivo, il qual a se stesso del 480 III, XVII | vedessero senza risposta gli argomenti e le ragioni che 'l signor 481 III, XXXVIII | veramente sono belli argumenti che voi fate e non so Perché 482 II, LXXXIII | che per dire una parola argutamente, non guardan di macular 483 II, LXXXIII | son dette parer salse ed argute.~ ~ ~ 484 I, IV | conspetto conditi, oltre agli argutissimi sali, d'una graziosa e grave 485 II, LVIII | ascoltava; cosí riuscí il motto argutissimo e risibile.~ ~ ~ 486 IV, II | sariano giunti a grado, che ariano ad ognuno che conosciuti 487 III, XXV | Quante meschine donne aríano giusta causa di dimandar 488 II, XXIV | avea veduto, per far uno ariete da battere il muro, e disse 489 I, XLIV | copioso e, come rispose Aristippo a quel tiranno, ardito in 490 IV, XXIV | cassa? o vero quell'altro Aristodemo Argivo, il qual a se stesso 491 I, XXVIII | la spada in mano a altr'arma, si pon senza pensar scioltamente 492 I, XXI | tagliano né pungono e s'armano come s'avessero ad aspettar 493 IV, LXII | risvegliar la ragione e di quella armar la ròcca del cor suo; e 494 I, XVII | battaglia riporre in un armario finché bisognasse, per non 495 III, XXXI | edificato un tempio a Venere Armata ed un altro a Venere Calva, 496 III, LI | per uscir a combattere, s'armavano in presenzia delle lor donne, 497 I, XXV | maneggiar molte sorti d'armi ha tenuto per guida il nostro 498 I, XXXVII | degne. Vedete la musica, le armonie della quale or son gravi 499 II, XIII | gran maraviglia. Sono ancor armoniosi tutti gli instrumenti da 500 I, XVII | insieme con tutti i vostri arnesi da battaglia riporre in