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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)
aro-chiam | chiap-crude | cubat-ebria | ecce-gitta | giudi-iuven | iuxta-multi | muscu-perso | persp-remun | renda-scorg | scorn-tempr | temut-vomit | voria-zoppo

                                                                    grassetto = Testo principale
     Libro, Capitolo                                                grigio = Testo di commento
501 IV, XLIII | nella qual cosa s'io non arò satisfatto in tutto, basterammi 502 II, I | memoria i passati piaceri, si arrecano ancor il tempo nel quale 503 I, XXXVII | come sia bene, in loco d'arricchir questa lingua e darle spirito, 504 II, LXXV | súbito che ha cominciato ad arricchire, s'è morto”. È simile a 505 II, XXII | modestia sia tanto asciutta ed àrrida, che diventi rusticità. 506 IV, XXVIII | la fortuna seconda loro arride, divengono ingiusti, intemperati 507 IV, LXVI | presenzia, onde i meati restano àrridi e secchi, e pur la memoria 508 I, XIII | prosuntuoso, libero; un modesto, àrrido; un nescio, bono; un scelerato, 509 I, XLIII | che delle cose grandi ed arrischiate nella guerra il vero stimulo 510 II, LXIX | per me sonomi trovato ad arrossirmi di vergogna per parole dettemi 511 IV, LXIX | quale scrivono i poeti esser arso Ercule nella summità del 512 III, XXXVI | Tomiris, regina di Scizia, Artemisia, Zenobia, Semiramìs, o Cleopatra, 513 IV, XLI | povera, quieta, piena di boni artífici; di favorir i mercatanti 514 IV, LI | tutte le cose o naturali o artificiali che son composte con bona 515 I, IX | certamente questo ancor sia un artificioso velame per poter ingannare, 516 II, LXV | pericoloso, dove b atteva l'artigliaria: “Dapoi che Dio non ha messo 517 II, LII | medicame in su le pallotte dell'artiglieria e poi chi n'avesse il peggio, 518 IV, LVIII | segno, poi a poco a poco ascende all'altra parte; la luna, 519 II, XX | ha invitato, dica: Amico, ascendi piú su; e cosí ti sarà onore 520 IV, LXIX | ombra di bellezza sensuale ascendiamo alla sublime stanzia ove 521 II, LIII | Venezia alla festa dell'Ascensione, in presenza mia narrava 522 IV, II | Nemours ed a quella grandezza ascese dove or si trova; il signor 523 II, XXI | quelli che per modestia siano ascesi, io per me non cognosco 524 I, III | Fiorentini. Essendo poi asceso al pontificato Iulio II, 525 II, XXII | che la modestia sia tanto asciutta ed àrrida, che diventi rusticità. 526 II, III | fanciulli non hanno a pena asciutto il capo, che sanno piú malizie 527 II, LXXVIII | sia la dama e questo lo asco”, che vol dir schifo. Vedendo 528 I, XXXVII | spaventano di modo chi gli ascolta, che inducono ancor molti 529 III, XL | queste sante orecchie che m'ascoltano: e per il piú questi tali 530 IV, XL | che gli altri per fastidio ascoltar non lo possono.~ ~ ~ 531 III, V | a tai ragionamenti, deve ascoltargli con un poco di rossore e 532 IV, LI | inamorati; però pregovi ad ascoltarmi con attenzione, perché spero 533 I, XXIX | fastidio a ciascun che lo ascoltasse. Parmi adunque molto strana 534 I, XXXIX | si levò in piè e disse: - Ascoltatemi, prego, queste poche parole -. 535 III, LXVIII | aver dispiacere d'essere ascoltati, dicevano secretamente quelle 536 II, LVIII | fu for di opinione di chi ascoltava; cosí riuscí il motto argutissimo 537 IV, V | sia d'alcuno ingannato, né ascolti gli adulatori, né i malèdici 538 III, V | omini, benché paia che le ascoltino voluntieri, per lo piú delle 539 III, V | medesimo ad esse non sia ascritto per errore; e cosí vengon 540 III, XX | lor ne parla e quasi si ascrivono i vicii a laude -. Allora 541 III, XXVIII | grandissimi omini, come Aspasia e Diotima, la quale ancora 542 I, XXVI | quanto piú si po, e come un asperissimo e pericoloso scoglio, la 543 I, II | cose sue lodevoli, nell'aspero sito d'Urbino edificò un 544 II, XXXIII | occhio súbito è giudice, ma aspettarete di in scoprir qualche 545 II, XLVIII | stettero assai sospesi ed aspettavano dove la cosa avesse a riuscire; 546 II, XCVI | men piacevole che voi non aspettavate. E poich'io veggio le donne 547 II, XXXIII | come sia bene dar queste aspettazioni e mandar innanzi quella 548 III, XXXV | stabilita, che par quasi che aspettino che essa dal cielo i miri 549 IV, VIII | aspetto lo aborririano come un aspide, o veramente se ne fariano 550 II, XXXVIII | suprema eccellenzia dove egli aspira; perché in ogni arte son 551 IV, LXXI | ora che par che piú non m'aspiri, non saprei che dire; e 552 III, VIII | e questo perché la loro asprezza nasconde e leva quella soave 553 III, XLVI | non si rendesse al primo assalto. Quanti creati da signori, 554 II, LXXVII | disse: “Maestro, voi m'avete assassinato e rubato i miei denari; 555 III, L | agli omicidi, ai ladri, assassini e traditori si concede? 556 III, LXIV | intendere alla donna devesi assecurar di non offenderla -. Disse 557 III, XXXII | città di Chio ed avendola assediata, mandò un bando, che a tutti 558 II, LII | fiorentino? il quale era assediato nella Castellina dal duca 559 IV, LXVI | súbito che la donna amata, assentandosi, lassa gli occhi senza il 560 IV, LXV | non ne avvenisse, il star assente dalla cosa amata porta seco 561 IV, LXVI | adunque il tormento di questa assenzia e goder la bellezza senza 562 IV, LXVI | delle partite, né delle assenzie; ché chiuso nel core si 563 II, XVIII | oneste e ragionevoli; ed assettarà talmente la petizion sua, 564 II, LIV | belle bugie mo, cosí ben assettate, come movano a ridere, tutti 565 II, XX | invitato a nozze, va' ed assèttati nell'infimo loco, acciò 566 III, LXII | conseguiti in amore, ed assicurar quelle donne che v'amano 567 I, XXIX | parole antiche toscane, si assicurasse ancor d'usare, e scrivendo 568 I, X | dolci li fa, ed io forse m'assicurerò di passar un poco piú avanti 569 II, XXII | allora il Calmeta: - Io v'assicuro che tutte l'altre vie son 570 II, XXXI | a cui nol facesse troppo assiduamente e per quello lasciasse l' 571 I, XXII | operazioni, oltra che ancor la assiduità sazia molto e leva quella 572 II, LXIII | dita della man sinistra per assignar tre cause dell'andata sua; 573 I, XLVIII | altre qualità che voi gli assignate siano da esser operate, 574 I, XIV | dei quali quasi sempre s'assimigliano al tronco; e se qualche 575 II, L | l male, e s'io potessi assimigliarmi ad alcuni ch'io conosco, 576 II, LXIV | avete, non è altro che lo assimigliarvi agli angeli, che furono 577 II, LXVII | vi ricordate, Serafino s'assimigliava molto ad una valigia. Sono 578 II, I | procelloso mare che ogni cosa assorbe e devora, né mai piú ripigliar 579 IV, XXIX | che esso se ne avvegga, lo assuefacciano al ben fare, o se pur se 580 IV, XII | perché niuna cosa si po mai assuefare a quello che le è naturalmente 581 IV, XII | gravità al sasso, non ci assuefaremmo mai al vicio. Né meno sono 582 IV, XII | gittato all'insú, mai non s'assuefaria andarvi da sé; però se a 583 II, XIV | da canto l'orecchie non assuete d'udirle; avvenga che insino 584 I, XXI | canne, correr tori, lanzar aste e dardi, sia tra i Spagnoli 585 II, VI | potrà occorrer che l'omo si astenerà da una sciocchezza publica 586 II, XC | dovemo morderle in altro ed astenerci da questo; perché pungendo 587 III, LXX | tanto savio, che potessi astenermi di dir male d'un mio rivale, 588 III, XLV | che la ebrietà? e se lo astenerse dalle cose veneree in quella 589 IV, XVII | pare che quell'animo non si astenga dal male per virtú, ma resti 590 III, XLV | usato la continenzia; o vero astenutosi da quello che i vecchi piú 591 IV, LXVIII | dalla assidua contemplazione astratte, o vero dal sonno legate, 592 IV, LXXI | veemenzia, che quasi pareva astratto e fuor di sé, stavasi cheto 593 III, LXIX | agli altri a quei che sono astretti dalla passione, come alcuni, 594 II, XXII | perché infiniti rispetti astringono chi è gentilomo, poi che 595 IV, LVII | simplice innocenzia; la malicia astuta nelle volpi e nei lupi, 596 III, LIV | omini oggidí sono tanto astuti, che fanno infinite dimostrazion 597 IV, XXXII | altrimenti non è prudenzia ma astuzia; e quando questa bontà manca, 598 I, VIII | che in Puglia circa gli atarantati, s'adoprano molti instrumenti 599 IV, XXXVI | in forma d'omo il monte Athos, e nella man sinistra edificargli 600 IV, X | non è ancora pena tanto atroce e crudele, che fosse bastante 601 I, III | di podagre, le quali con atrocissimi dolori procedendo, in poco 602 II, LXXXIII | formato d'una certa natura atta a tutte le sorti di piacevolezze 603 III, XLVII | per Capua finse volersi attaccare una scarpa tanto che colui 604 I, XXX | megliore, potrebbe l'omo attaccarse alla bergamasca cosí come 605 II, XXXV | perché usanza loro è sempre attaccarsi ai peggiori e, come le pecore, 606 II, XCIII | che hanno per gloria aver attaccate alle lor porte molte teste 607 II, II | dispiacere insieme, avergli attaccati con la estremità, di modo 608 I, XLI | diremo in poche parole, attendendo al nostro proposito, bastar 609 II, IV | tanto laudano i vecchi, attenderemo ai ragionamenti avuti sopra 610 II, VI | debba, che se solamente attendesse al generale.~ ~ ~ 611 III, IV | termini, signor Magnifico, ma attendete all'ordine dato e formate 612 I, XIII | vi parerà bono, o vero v'attenerete al vostro, se egli sarà 613 II, XIII | solo e con molto maggior attenzion si nota ed intende il bel 614 IV, XLVII | opere della cortegiania ed attesero a questo fine, l'un con 615 II, LXV | loco pericoloso, dove b atteva l'artigliaria: “Dapoi che 616 I, XXXIX | aveva usate, e pur non erano attiche, se erano monstri o portenti; 617 I, XL | disposizione leggiadra ed attillata nei suoi chiapinetti di 618 II, LXXXV | di panni ed acconcio cosí attillatamente che, avvenga che fosse usato 619 IV, XLI | perché non è alcuno che sia attissimo a tutte le cose, e molto 620 I, XXVIII | pensar scioltamente in una attitudine pronta, con tal facilità 621 II, LXXXVI | potete pensare, pur era tanto attonito della passata paura, che 622 II, XXXII | paggi si gli metteranno attorno, di sorta che, se fosse 623 III, LIV | estenuando i meriti suoi ed attribuendo a cortesia di quel gentilomo 624 IV, II | benché molto maggior laude attribuir si possa alla casa dove 625 III, XI | tutte le cose del mondo ed attribuirle quelle virtú che cosí rare 626 Intro | condizioni, ch'io al cortegiano attribuisco, tutte siano in me. A questi 627 III, XIV | solo dimostra imperfezione, attribuiscono gli antichi teologi l'uno 628 IV, V | la bontà, come gli hanno attribuita questi signori, accompagnata 629 III, LIII | eccellenti condicioni da voi attribuitele includino ingegno, sapere, 630 IV, VII | ingiusta, ad occupar stati audacemente, pur che possano.~ ~ ~ 631 II, LXXXIV | molte belle cose e fattoci audaci nello usarle, per esempio 632 II, XLV | soglio maravigliarmi dell'audacia di color che osano cantar 633 II, VII | satisfare a questa nobil audienza in quello che a me tocca 634 II, LXXXIII | che quello che aspetta l'auditore; ed è forza, se la facezia 635 IV, XII | quella insegnare ad un vago augeflo volar ad arbitrio dell'omo 636 II, XXVI | libertà, come questi son stati augurio di servitú; il quale ormai 637 II, LXXII | espressa bugia a messer Augustin Foglietta ed affermandola 638 III, XXII | Marc'Antonio e sorella d'Augusto; quella di Porcia, figliola 639 IV, LXXIII | qual parea che spirasse un'aura soave, che di mordente fresco 640 IV, VII | volto imperioso e costumi austeri, con veste pompose, oro 641 IV, XXVII | grandi, e súbito che hanno aúta la pace sono iti in ruina 642 III, XXXV | re o gran príncipi avemo aúti, i quali stati non siano 643 II, I | in quel tempo, come allo autunno le foglie degli alberi, 644 II, XI | grandezza, che è il voler avanzar gli altri non d'autorità 645 IV, XXXIII | quali sempre debbono non avanzare, ma esser avanzati dalle 646 III, XXIX | Troiani, che a tanta ruina avanzarono, fuggirono chi ad una via, 647 IV, XXXIII | debbono non avanzare, ma esser avanzati dalle remunerazioni; e che 648 II, LXXI | sorbire quel brodo che gli era avanzato. Allora il Marchese súbito 649 IV, XXV | quanto la satisfazione avanzerà la promessa; però non v' 650 | avemmo 651 II, LXVIII | Siena allo Imperatore ed avemogli dato Fiorenza in dota”; 652 | avendola 653 | avendole 654 | avendolo 655 | avendomi 656 | avendone 657 Intro | stile, tanto minor fatica averanno i cortegiani d'approssimarsi 658 II, XCVIII | contenzione, la causa delle donne averebbe grandissimo disfavore; perché 659 II, XXXV | fosse stato un monstro, pur averian voluto rubarsilo l'una all' 660 IV, XXX | avete detto che prima devemo averla di quello, che dell'anima. - 661 | avermi 662 | avessimo 663 I, XLI | ammaestramenti suoi già avessino fatto bon frutto, quando 664 | avevamo 665 | avevate 666 III, LXXIV | cibo se pascono e tanto avide ne sono, che acciò che non 667 IV, LII | nel medesimo desiderio ed avidità, come quelli che non son 668 II, V | perché il signor Prefetto, avido di sapere ciò che detto 669 III, XXX | volessero e far festa agli avoli loro; ai quali le donne 670 II, XL | grazia ed ornamento allo avorio o vero allo argento, o vero 671 | avranno 672 | avute 673 II, LIII | Risesi molto del sottil avvedimento di questo cittadino; e, 674 II, LVI | questa simia era savia, avveduta e prudente -. Allora messer 675 II, XXVII | trovano e di sciocchi e d'avveduti. Ma per dir ciò che mi par 676 IV, XXIX | quali, senza che esso se ne avvegga, lo assuefacciano al ben 677 II, I | corrompa tanto, che non si avveggano che, se 'l mondo sempre 678 II, III | gli omini fatti”, né si avveggono che, dicendo cosí, confirmano 679 III, XLVI | aver denari? quanti medici avvelenano gl'infermi per tal causa? 680 II, LII | un giorno certi passatori avvelenati, che erano stati tirati 681 IV, LXV | quando altro male non ne avvenisse, il star assente dalla cosa 682 I, XXXIV | primor, dicesse accertare, avventurare; dicesse ripassare una persona 683 III, XLVIII | dubitava, affogò la mal avventurata giovane e quivi la lassò; 684 II, XXII | alla condizion di que' mal avventurati uccelli, che nascono in 685 III, XLIII | essendo successo cosí mal avventurato matrimonio con molta compassion 686 IV, XXV | prima che 'l cortegiano se avventuri a volergli insegnar la virtú; 687 I, XXIV | quegli che nascono cosí avventurosi e tanto ricchi di tal tesoro, 688 III, XVIII | che ogni volta peggio ve n'avverrà: e che cosí sia, udite. 689 II, XL | erano che di questa sua avvertenza s'accorgessero. Parmi ancor 690 II, XLVII | Rispose l'altro: “Anzi è un avvertirlo che, ancor ch'ella non dia 691 II, XL | tutto però con una certa avvertita dissimulazione. Non vi ricorda 692 Intro | esprimere, colui che piú se le avvicinarà sarà il piú perfetto, come 693 III, LXVII | la cosa amata; il che non avviene a quelli che cercano d'esser 694 IV, XL | cose fuor del decoro e si avvilisce tanto che è disprezzato; 695 II, LXX | vedendo che poi s'era molto avvilito, per disperazione s'impiccò 696 Intro | Ispagna ed essendo di Italia avvisato che la agnora Vittoria dalla 697 IV, LIII | occorre che i giovani sono avvolti in questo amor sensuale 698 II, LXV | un loco pericoloso, dove b atteva l'artigliaria: “Dapoi 699 II, XXVIII | lo tenete voi per un gran babuasso? Vedete adunque che questi 700 II, XCVI | delle busse, e farne come le Baccanti d'Orfeo, tuttavia dicendo: - 701 II, LXXIII | nelli diti avea per non bagnarle nello lavar delle mani e 702 II, XCII | Filippello e farla venir a quel bagno, come a Beatrice far uscire 703 II, LX | avversario fu detto: “Che bai tu?”, súbito rispose: “Perché 704 IV, XXXVI | a Napoli, a Pozzolo, a Baie, a Cività Vecchia, a Porto 705 IV, II | conte Ludovico, vescovo di Baious; il signor Ottaviano, duce 706 Intro | scritture giusta sentenzia.~BALD. CASTIGLIONE~ ~ ~ ~ 707 II, X | giovani trovansi, che le feste ballano tutto 'l nel sole coi 708 I, LVI | prima danzato una bassa, ballarono una roegarze con estrema 709 II, LXXXV | ingeniosissimo, musico, danzatore, ballatore e piú accorto cortegiano 710 IV, VIII | cosa sia che i sudditi, che ban da esser governati, siano 711 II, XXXVII | vestimenti, nel festeggiare, banchettare, armeggiare ed in ogni altra 712 II, LXXXVII | dalle finestre, poi tutti i banchieri e quante persone v'erano; 713 IV, XXXIX | testimonii e quasi fanno bandire le sue liberalità; altri 714 III, XXVII | ogni giorno, lo condusse in Barbaria, dove in gran miseria aveva 715 I, XXXII | ad altra, ed una tinta di barbarie rimasta in Italia. Questa 716 III, XXVII | Ligorno, che si risapesse in Barberia ch'e' fusse di partito. 717 II, LXXXVII | indurlo a credere che 'l barigello l'andava cercando per alcune 718 II, X | essi giocano a lanciar la barra, lottare, correre e saltare; 719 II, LXXXIX | le burle non passino alla barraria come vedemo molti mali omini 720 II, LXXIX | Pensate s'è pazzo, che ha nome Bartolomeo”. Ed un altro: “Tu cerchi 721 II, XCV | quanto piú saporiti fossero i basci dell'amante che que' del 722 III, XXIX | che le donne incontrando basciavano i parenti. Or vedete quanto 723 IV, LXIV | divino libro della Cantica “Bascimi col bascio della sua bocca”, 724 IV, VII | senza misura posti sopra basi inequali, per la propria 725 II, XXII | ritrova; poi nelle cose piú basse sia piacevole e ragioni 726 I, XV | spesso si veggono in persone bassissime altissimi doni di natura. 727 III, XXXIX | insolenti ancora gli omini bassissimi; e dell'uno è quella d'Alessandro 728 II, XVIII | beneficati dai signori, e da bassissimo loco ridutti in alto stato, 729 III, XLI | voglio dir piú avanti e bastami che mi consentiate che le 730 IV, LXXIII | stanzie senza lume di torchi, bastando lor quello del giorno; e 731 II, IV | tutto for di proposito; e bastandoci aver dimostrato le corti 732 IV, XXIV | autorità; perché allor non bastano per supportare il grave 733 Intro | constantissimamente supportò, ben furono bastanti a far fede che la fortuna, 734 II, XVII | XVII.~ ~Ma in somma non bastaranno ancor tutte queste condizioni 735 III, XI | valor di queste signore bastaria a farmi mentire; dico ben 736 III, II | ancor, se 'l tempo mi fosse bastato, oltre alla diversità de' 737 I, XXVIII | pittura non conoscea quel che bastava; il che non era altro, che 738 IV, XLVI | ognun sa), al cortegian basterà esser tale che, se 'l principe 739 IV, XLIII | arò satisfatto in tutto, basterammi almen aver dimostrato che 740 III, IV | troppo lontano e solamente basteriami imaginar le divine condizioni 741 IV, XXXVIII | tante eccellenzie, quante basteriano per adornarne infiniti -. 742 II, LXXIII | all'orecchio, gli disse: “Bastinti le prime, ché queste saran 743 II, LI | ché quando aveva il suo basto addosso, parea propriamente 744 III, XLIII | desperazion dei poveri amanti, non bastò però questa percossa di 745 II, XL | maneggian l'arme quel che batte il compagno lo inganna! 746 II, LXXXVIII| quanto piú il bon Cesare battea delle mani e piedi, ché 747 IV, III | qualità nel cortegiano si batteggia per promessa ch'io le abbia 748 III, XXVII | costui per suo prigioniero; e battendolo e straziandolo ogni giorno, 749 II, XXV | la diceria, e rideno, e batteno le mani e 'l capo, per mostrar 750 II, LII | altro, giorno e notte, che batter denari e tutti siano ducati 751 III, XLVIII | ancora queste, cominciò a batterla fieramente; in ultimo, essendo 752 III, XLVII | ostinatamente, in ultimo con molte battiture e per forza la vinse. Essa 753 IV, LXVI | che alcuni non solamente batton quelle donne che amano, 754 IV, XLVII | come quelli che abitano Battra e Caucaso, la India, la 755 II, LVI | assicurarsi di non esser piú battuta; e chetamente, senza mostrar 756 III, XXIX | da molte procelle forno battuti, vennero in Italia, nella 757 II, XI | di principe per non esser battuto, ma riguardato dagli altri; 758 III, LXXIV | bellezza far gli omini miseri e beati e dargli morte e vita come 759 II, LXXXVIII| andando insieme con Cesare Beccadello scherzando, cominciammo 760 IV, LXX | mai non sazia, ed a chi bee delle sue vive e limpide 761 II, XLIX | Varlungo quando sentía la Belcolore in chiesa? Piacevoli narrazioni 762 IV, XXVII | nutriscono i populi in una bellicosa ferità di rapine, d'omicidi 763 I, XLVII | E leggesi i Lacedemonii bellicosissimi ed i Cretensi aver usato 764 IV, LXII | raccorrà ancora frutti di bellissimi costumi e gustaragli con 765 IV, XXXVI | da Palazzo al diporto di Belvedere e molti altri edifici, come 766 IV, XXXIV | autorità; il che si fa col beneficare ed onorare i boni e rimediare 767 II, XVIII | sempre quelli che sono piú beneficati dai signori, e da bassissimo 768 III, XIV | figlioli, i quali rendono i benefici ricevuti in puerizia ai 769 III, XXIX | necessità, per esser benignamente accettati dai paesani, furono 770 III, LVIII | di modo che con gli atti benigni hanno temperato in parte 771 III, XXII | prudenzia in un punto fece benivoli ai figlioli quegli animi, 772 IV, LII | gl'infermi che sognano di ber a qualche chiaro fonte, 773 I, XXX | potrebbe l'omo attaccarse alla bergamasca cosí come alla fiorentina, 774 II, XXVIII | gozzuti delle montagne di Bergamo, avvenga che non parli o 775 II, XXVII | di borzachini, altri di berrette, altri di cuffie; e cosí 776 Intro | arcieri che tirano ad un bersaglio, quando niuno è che dia 777 III, V | scudo contra la insolenzia e bestialità dei prosuntuosi; onde si 778 II, LXX | Disse ancor messer Augustino Bevazzano che uno avaro, il quale 779 II, XXXV | opinione? Non vi ricordate che, bevendo voi stesso d'un medesimo 780 II, I | conosciuto alcuni, che mai non beveriano in un vaso simile a quello, 781 IV, XVIII | facesse un editto che niuno bevesse vino, o perché talor correndo 782 II, XXXVIII | esser gran mangiatore, né bevitore, né dissoluto in alcun mal 783 III, LXX | amati, né pur l'acqua che bevono, e gli tengon per omini 784 II, XXXIV | per esser troppo ingorda, bevvé quel veneno amoroso che 785 IV, XXIV | non deve. Però ben disse Biante che i magistrati dimostrano 786 III, LI | giudicio v'abbia indutto a biasimar le donne.~ ~ ~ 787 II, XLVII | medesimo poria dir chi volesse biasimarla, accennando che fosse donna 788 I, XXIX | quella affettazione tanto biasimata, della qual dianzi dicevamo -.~ ~ ~ 789 II, XXII | che non è questa che voi biasimate; perché oggidí, per replicarlo 790 II, XXIV | estimo; benché ancor non oso biasmarlo, contra la opinion di tanti 791 I, XXXII | anzi, dove lor parea, la biasmavano: come Orazio, che dice che 792 IV, XLI | già ch'io estimi che voi biasmiate i miei documenti, dicendo 793 I, XXVII | sul laudar se stesso, e biastemando con braveria mostri minacciar 794 II, LXXXVI | desperarsi e maledire e biastemare fieramente; e cosí rinegando 795 II, LXXXVI | amarissima penitenzia dello aver biastemato fece voto solenne d'andar 796 III, LXXIV | parlare, ai scongiuri, alle biasteme, alle disperazioni ed a 797 II, LXVIII | al voler esser arguto nel biastemmare e studiare di trovare in 798 II, LXXXVI | pregarla che gli perdonasse le biastemme e le maledizioni che gli 799 I, XXXVII | nella maniera del cantare di Bidon, la qual è tanto artificiosa, 800 II, XXIV | maturamente, e quasi porre in bilancia il bene e la commodità che 801 II, LXI | è ancor, che chiamiamobischizzi”; e questa consiste nel 802 I, XLI | esser bono; ed a ciò gli bisognano pochi altri precetti, che 803 III, XXXIII | vi mettete a pericolo di bisognar tutta notte udir laudi di 804 II, XCVIII | cosa avesse da esser pari, bisognarebbe prima che un tanto ingenioso 805 IV, XX | veramente degno signore, bisognaria trovarlo d'un'altra specie 806 IV, L | parlar di questa materia, bisognariami andar a domandar consiglio 807 I, XVII | riporre in un armario finché bisognasse, per non ruginire più di 808 III, XXVII | Pisa in Sicilia per sue bisogne, fu soprapreso d'alcune 809 II, LXXX | A far la vostra comedia bisogneranno per lo apparato quanti legni 810 III, XXXIII | Rispose il signor Gasparo: - Bisogneravi pur tacere, poiché non sapete 811 IV, III | compagnia alla signora Duchessa, bisognò con diligenzia far cercar 812 IV, XI | che gli lassò molto piú bisognosi d'ogni cosa che tutti gli 813 II, LXXVI | prigionia, disse la signora Boadilla: “Signor Alonso, a me molto 814 II, LX | ridendo: “Gli altri portano le bolge dietro, e costui le porta 815 II, XVI | tratto, quasi come scoppio di bombarda, erumpe dalla quiete, che 816 II, LXIII | il conte Ludovico da San Bonifacio, l'altro il conte Ercole 817 II, LXIII | magister, Deus det vobis bonum sero”; e 'l Beroaldo súbito 818 II, LXXXV | servitore del cardinale Borgia che si chiamava Castiglio, 819 III, II | Toison d'oro in quella di Borgogna; ed in che modo si diano 820 II, LV | verso Moscovia, giunse al Boristene, il quale trovò tutto duro 821 II, II | Filippo, o vero del duca Borso; e narrano i detti di Nicolò 822 II, XXVII | altri di barba, altri di borzachini, altri di berrette, altri 823 II, XCVII | si sòl dire, una licenzia braccesca -. Allor, - Non vi verrà 824 III, VII | desiderate, a guisa di quelli che bramano talor cose impossibili e 825 II, XI | questo, e ballar moresche e brandi; ma in publico non cosí, 826 I, XVII | che sempre stia in su le brave parole e dica aver tolto 827 I, XVIII | maniera che fanno questi bravi, che aprono la bocca e lascian 828 II, LIII | grosseria udi' dir io da un bresciano, il quale, essendo stato 829 II, XLIII | altra sorte di facezie è brevissima e consiste solamente nei 830 I, XXI | laude il cavalcare bene alla brida, il maneggiar con ragione 831 II, XVIII | molti che par che tenghino briga coi patroni, che è cosa 832 II, LXXI | cominciò a sorbire quel brodo che gli era avanzato. Allora 833 III, VIII | ragionevole, o bianca o bruna, aiutarsi con gli abiti, 834 II, LXXXIX | come quelle che faceano Bruno e Buffalmacco al suo Calandrino 835 II, LXII | specchio; e però, per esser brutto, non arei voluto vedermi. 836 IV, XXXVI | Alessandria in Egitto, in India Bucefalia ed altre città in altri 837 II, LIII | uscita a sposar il mare in Bucentoro, sopra il quale erano tanti 838 II, LXXXIX | quelle che faceano Bruno e Buffalmacco al suo Calandrino ed a maestro 839 II, LXX | Lorenzo de' Medici ad un buffon freddo: “Non mi faresti 840 II, L | parla e non descendere alla buffoneria, né uscire de' termini; 841 II, XLIX | verità, adornarla con qualche bugietta, crescendo o diminuendo 842 II, LXXXV | usato solamente a guardar buoi, né sapesse far altro mestiero, 843 II, LXV | merito loro forsi passerò per buono”. Rispose allor messer Camillo: “ 844 II, LXXXVIII| Bernardo: - È ancor un modo di burlare assai piacevole, onde medesimamente 845 II, XLVI | maggior castigo che l'esser burlati; e gli animi umani non sono 846 II, LXXXV | tra l'altre cose, era gran burlatore, e parlava eccellentemente 847 II, LXXXV | aver premiato largamente i burlatori -. Rispose messer Bernardo: - 848 II, LIII | Bernardo, che messer Pietro burli cosí i Fiorentini senza 849 II, XCVI | Gasparo, come per dargli delle busse, e farne come le Baccanti 850 I, XIX | atte com'io vorrei; del busto e del resto contentomi pur 851 II, C | C.~ ~- Signora mia, - rispose 852 II, XCIII | metafora, e ben tolta dai cacciatori, che hanno per gloria aver 853 IV, XXXVII | fossero Procuste e Scirone, Cacco, Diomede, Anteo, Gerione, 854 II, LXXXVII | come da quelle finestre cadeano l'ova, le quali per la maggior 855 II, LII | presto Sanesi, che spesso vi cadeno. Come a questi uno, sentendo 856 I, XLIII | non posponga questa vita caduca di dui giorni per acquistar 857 II, XXXIX | pur sempre come egli era caduto; e spesso ancor parea che 858 I, XVIII | dicano a quel fine, ma che caggiano talmente a proposito, che 859 II, I | le foglie degli alberi, caggiono i suavi fiori di contento 860 II, LXII | titulo senza dir bugia; or "caglia" adunque”. Quivi diede il 861 III, XXXVI | la pregionia del Duca di Calabria suo primogenito, pur ancor 862 III, XXXVI | e di tal modo supporta i calamitosi incommodi della misera povertà, 863 II, XLVI | col dileggiar un misero e calamitoso, né ancora un ribaldo e 864 II, LII | nella Castellina dal duca di Calavria, e dentro essendosi trovato 865 II, LXXXVII | andava saltellando e traendo calci. Imaginate or voi che bella 866 III, XVIII | l globo della luna, cosí calde come fredde, non po esser 867 II, LXII | ancor a Padoa disse che Calfurnio si dimandava cosí, perché 868 III, XVIII | udite. Io vi confesso che la calidità in sé è piú perfetta che 869 IV, LXX | luce gli occhi nostri dalla caliginosa ignoranzia, acciò che piú 870 IV, XLVII | cortegiano; il che non seppe far Calistene, ancorché Aristotile glielo 871 II, LXXXVII | ova, mi saltò di groppa, e callatosi indrieto lo scapularo mostrò 872 IV, XVIII | abbandonato da' venti in gran calma. Non vi maravigliate adunque, 873 I, LIV | in quello s'udí un gran calpestare di piedi con strepito di 874 IV, VI | dall'altro canto, non osano calunniargli publicamente per timor d' 875 III, LXXVI | indutto il signor Gasparo a calunniarle piú che non dovea, e 'l 876 III, XXXVIII | qualche donna esser falsamente calunniata di poca onestà -.~ ~ ~ 877 II, III | nostri tempi, senza esser calunniati da questi vecchi, i quali 878 IV, VIII | si scrive che Cimone era calunniato che amava il vino, Scipione 879 III, XXXI | Armata ed un altro a Venere Calva, e come ordinata la festa 880 I, LII | che molto si dolesse di cambiar un tanto re con un pittore. 881 I, LII | edifici, di medaglie, di camei, d'entagli e tai cose, fa 882 I, II | d'argento, apparamenti di camere di ricchissimi drappi d' 883 II, XLIV | stanco dalla fatica del lungo caminare a mezzo giorno, riposerommi 884 I, XXXII | latinità pervenute per diversi camini qual ad una parte e quale 885 III, XXXII | patto col giuppon solo e la camiscia uscir della città. Intendendo 886 II, XCII | della speranza che avea di campar la vita, perché essa lo 887 I, LIII | contemplando la bellezza di Campaspe, che non faceva Alessandro; 888 I, XXXV | loco de Capitolio si dica Campidoglio; per Ieronimo, Girolamo; 889 I, I | introdur cose nove tra noi e cancellar l'antiche; delle quali chi 890 II, LXXXVII | venisse meco insino alla cancelleria, ché io quivi lo salvarei. 891 II, LXVII | casse, a scanni, a carri, a candeglieri; il che talor ha grazia, 892 II, LXXXVI | da dovero; da' qua quella candela, e veggiamo se forse gli 893 II, LXXXVI | vedi tu, se qui abbiam due candele?” Levossi quello che era 894 IV, LXII | mai loco se non pensieri candidi ed alieni da ogni bruttezza 895 I, XXXIV | con una simplicità di quel candore, che fa parer che la natura 896 II, XX | asino, che ad imitazion del cane volea scherzar col patrone. 897 I, XXI | s'avessero ad aspettar le cannonate; e parendo lor bastare il 898 II, XXXV | parvero men che mediocri. E cantandosi pur in presenzia della signora 899 II, XVI | andando di notte per paura cantano, quasi che con quel cantare 900 II, LIII | ben vestiti, tanti suoni e canti, che parea un paradiso; 901 IV, LXIV | nel suo divino libro della Cantica “Bascimi col bascio della 902 II, XIII | di qualche grado, vecchio canuto e senza denti, pien di rughe, 903 II, LXXXII | altro giorno, dicendo io al capellan del signor Duca, che Monsignor 904 II, LXXXII | che Monsignor mio avea un capellano che dicea messa piú presto 905 II, LXXX | sarai un il bottone e 'l capestro sarà la fenestrella”. Ed 906 II, LXXXIII | pur si riducono a pochi capi; ma nell'una e nell'altra 907 II, XXVII | pongon tanto studio nella capigliatura, che si scordano il resto; 908 II, XLVI | esser condennate a pena capitale, né tanto grandi che un 909 I, XVI | parlando di noi, abbiam veduto capitare in questa casa omini, i 910 II, LXXXV | due signore che quivi era capitato un Spagnolo servitore del 911 II, LXXXV | corte di chi io intendo capitò un contadin bergamasco per 912 II, LI | incontrandosi in una mattà di capre, innanzi alle quali era 913 III, XLVII | bella giovane gentildonna capuana, essendo condotta fuor di 914 II, XXVII | cómeo ed ai Fiorentini il capuzzo. - Non parlo io, - disse 915 I, XXXVII | stessi. Tra i Latini poi quel Carbone, Lelio, Scipione Affricano, 916 II, XCIII | porta tutta dipinta con carboni di quegli animali disonesti 917 III, XX | senza utilità alcuna vi caricate la coscienzia; ché, se non 918 II, XCII | cosí conveniente ad Alonso Cariglio la risposta che diede alla 919 I, XXI | combattere parvero fratelli carnali; - poi suggionse: - Adopransi 920 II, LXXXVII | gran tempo: perché a questo carneval passato Monsignor mio di 921 I, LI | naturali in contrafar le carni, i panni e tutte l'altre 922 I, XXVI | prati sempre tra l'erbe va carpendo i fiori, cosí il nostro 923 II, LXXIX | quel tuo notaro, e vedi di carpir quest'altro beneficio?” 924 II, XLV | giochi, corsi di cavalli e di carrette, combattimenti, strani animali, 925 II, LXVII | spesso a casse, a scanni, a carri, a candeglieri; il che talor 926 IV, LXIX | dispartite di foco, l'infiammato carro di Elia, il quale raddoppia 927 II, LXVII | cani, ad uccelli e spesso a casse, a scanni, a carri, a candeglieri; 928 II, XCIII | accostatosi alla Contessa di Castagneto, disse: “Eccovi, Signora, 929 I, XXXVII | Michel Angelo, Georgio da Castel Franco; nientedimeno, tutti 930 II, LII | quale era assediato nella Castellina dal duca di Calavria, e 931 IV, LXIV | questo tutti gli inamorati casti desiderano il bascio, come 932 IV, XXVII | laudare e premiare che da castigare; e 'l dominio per li sudditi 933 II, LXI | vescovo era deliberatissimo castigarlo acerbamente. E perché costui 934 III, XXII | farne fede, e loro aiutar a castigarnelo cosí morto, per quanto si 935 III, XLIV | severissimi, i quali spesso castigavano non solamente i grandi ma 936 III, XXXVII | questa sola virtú della castità, senza la quale i figlioli 937 III, XX | volgono a contaminare il casto animo di qualche donna; 938 III, XXXI | scoperto la congiurazion di Catilina, di che tanto si lauda Cicerone, 939 III, XL | republiche con quella severità catoniana nel viso, che promette tutta 940 IV, LXXIII | l'alta cima del monte di Catri, videro già esser nata in 941 III, XXVII | deliberato tenerlo in vita sua cattivo e con gran pena. Gli altri 942 I, XL | disgraziatissimo, come lo Egnazio catulliano. Il medesimo è delle mani; 943 II, XLVIII | Signori, fin al tempo di Catullo cominciarono le porte a 944 IV, XLVII | quelli che abitano Battra e Caucaso, la India, la Scizia ed 945 III, LII | affetti che dalle donne sono causati? Pensate di quanti nobilissimi 946 III, LXII | esser voi troppo amabile ha causato che siete stato amato da 947 IV, XXXII | sempre l'arte e suttilità dei causidici non è altro che ruina e 948 II, LXXV | proprio del compagno l'omo cava quello che esso non vorria; 949 IV, II | sono; ché veramente del caval troiano non uscirono tanti 950 I, XLVII | trasse un pesce a lassarsi cavalcar da un omo per mezzo il procelloso 951 II, LXVIII | Fiorentino: “Siena sarà la prima cavalcata (alla franzese, ma disse 952 II, LII | massimamente quando voglion fare il cavalcatore. - Non dite, di grazia, - 953 II, XLVII | si posson medesimamente cavare sentenzie gravi per laudare 954 II, LXXVII | impossibile il guarirlo, per cavargli denari delle mani, come 955 II, XXVIII | aspetto benigno la brigata a cavarsegli la berretta? Cosí ancora 956 II, LI | quantità di terreno, come s'era cavata per far i fondamenti di 957 II, LXVII | qualche cosa di vinta; però cavatilo di questa angonia, e prima 958 II, LI | noi quel terreno che si caverà di questa fossa?” Suggiunse 959 II, XLV | abbiamo ad usare e donde si cavino, e tutto quello che sopra 960 II, XXXI | lontano, cosí ben infilzava i ceci in un ago.~ ~ ~ 961 III, XXII | di Bruto; quella di Gaia Cecilia, moglie di Tarquino Prisco; 962 I, V | quali, come sapete, erano celeberrimi il signor Ottaviano Fregoso, 963 III, XIX | che alcune de' suoi tempi celebra con tante maravigliose laudi, 964 III, XX | sguardi e movimenti ancor nel celebrar la messa, per i quali presumeno 965 I, VI | parerà esser piú degno di celebrarsi in questa compagnia -. E 966 III, XXVI | modo procurò che súbito si celebrassero le nozze. Venuto adunque 967 III, I | quale ogni cinque anni si celebravan i giochi Olimpici in Acaia 968 II, LXXXVII | se si dilungava da San Celso, d'esser preso. Io pur facendogli 969 III, LXXIV | vorriano che ardessero e, fatti cenere, dopo morte tornassero vivi 970 IV, XLI | intendere le azioni ed esser censore de' suoi ministri; di levare 971 | Cento 972 I, XLVII | prigionieri delle catene e ceppi. Cosí, per maggiore argumento 973 I, XXXIII | dire, ed inalzarle, e come cera formandole ad arbitrio suo 974 II, XXXIV | come i fanciulli delle cerase; e tutto procedette dalla 975 IV, X | fine, e per mezzo di quelle cercan la grazia dei loro príncipi 976 IV, XXXIII | temperati, che i boni non cercariano aver piú del bisogno e i 977 II, XL | ricorda come, senza mostrar di cercarle, ben pigliava l'occasioni 978 II, VIII | stesso del debito onore e non cercarne quella laude, che sola è 979 I, XXXII | né in essa scritto, né cercato di darle splendor o grazia 980 II, XIX | XIX.~ ~Non cercherà d'intromettersi in camera 981 III, LV | donne dicano le bugie e cerchino d'ingannarle; il che se 982 I, XIII | con altro testimonio non cerco di provare, perché, non 983 III, XXVIII | estimate dee, come Pallade, Cerere; e delle Sibille, per bocca 984 II, XXI | libertà e domestichezza senza cerimonia, la qual ad essi è propria 985 III, LXVIII | particularitate alcuna, né certificarsi che fosse d'amore; e questo 986 II, LV | l'altro giorno per cosa certissima affermava un nostro toscano, 987 II, LXXXII | ancor il Papa al Vescovo di Cervia, il qual, per tentar la 988 I, V | messer Pietro Bembo, messer Cesar Gonzaga, il conte Ludovico 989 II, LXXX | Antonio, che disse a Botton da Cesena, che lo stimulava con parole: “ 990 II, LXIV | che gli disse: “E quando cessarai tu mai di gittar via le 991 II, XLV | XLV.~ ~Cessato il riso, disse la signora 992 II, III | non aveano i loro vecchi. Cessino adunque di biasmar i tempi 993 I, LIV | e Ghirardino fratelli da Ceva, messer Ettor Romano, Vincenzio 994 III, LI | disse, - datigliela vinta, ch io conosco che voi farete 995 III, II | essendo stata alquanto cheta, - Signor Magnifico, - disse, - 996 II, LVI | non esser piú battuta; e chetamente, senza mostrar che fosse 997 II, XCVI | veggio le donne starsi cosí chete e supportar le ingiurie 998 II, LXXV | d'Ennio per parlargli, e chiamandol giú dalla strada, una sua 999 I, XXXV | dilettiamo della oscurità e, chiamandola lingua vulgare, volemo in 1000 II, XVIII | servitore, pur noi per ora la chiamaremo cosí. Voglio adunque che ' 1001 I, I | esser colui, che meriti chiamarsi perfetto cortegiano, tanto 1002 II, LVIII | risponde ne dice un'altra e chiamasifuor d'opinione”. E se 1003 III, XXII | mezzo della piazza; poi, chiamatisi i cittadini, disse che sapea 1004 I, XIII | che parli assai, e quello chiameranno piacevole; alcuni si diletteranno 1005 II, LXII | colui di chi si parla si chiami cosí, o vero perché una 1006 II, VIII | mi sono, e parmi che le chiamino “le circonstanzie” -. Rise 1007 II, XXVIII | ora intendere: però non chiamo in questo proposito che ' 1008 I, XLVI | gli fosse superiore; onde chiamollo fortunato, quasi accennando


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