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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)
ecce-gitta | giudi-iuven | iuxta-multi | muscu-perso | persp-remun | renda-scorg | scorn-tempr | temut-vomit | voria-zoppo

                                                                    grassetto = Testo principale
     Libro, Capitolo                                                grigio = Testo di commento
2010 | ecce 2011 II, LXX | minuire, si dicon cose che eccedeno incredibilmente la verisimilitudine; 2012 I, XX | esser un poco diminuto, che ecceder la ragionevol misura in 2013 II, LVI | quale giocava a scacchi eccellentissimamente; e, tra l'altre volte, un 2014 III, LXXVII | una parte e l'altra troppo eccessivamente, fra tanto usciranno dell' 2015 IV, XXXIV | quanto son maggiori e piú eccessivi, tanto son piú utili; il 2016 IV, LXII | satisfar al desiderio ch'ella eccita negli animi nostri col tatto, 2017 I, XLVI | sue; e forse ancor volse eccitar qualche nobile ingegno a 2018 IV, IX | piene di laude; ed a queste eccitarlo con l'esempio dei celebrati 2019 IV, XXXIX | ché come quegli che edificano non son tutti boni architetti, 2020 IV, XXXVI | Athos, e nella man sinistra edificargli una amplissima città e nella 2021 III, XXXI | e dirvi perché già fusse edificato un tempio a Venere Armata 2022 II, XLV | teatri ed altri publici edifizi; ed ivi mostrar novi giochi, 2023 I, LII | Alessandro amò sommamente Apelle Efesio e tanto, che avendogli fatto 2024 IV, IV | spesso non fanno altro che effeminar gli animi, corrumper la 2025 I, XLVII | quali non deono con delicie effeminare gli animi ed indurgli in 2026 II, II | senza vergogna, gli omini effemminati. Dannano ancora i vestimenti, 2027 IV, XLVII | viver civile i populi tanto efferati come quelli che abitano 2028 III, XXVII | ritrarle dal desiderar troppo efficacemente le soverchie allegrezze!~ ~ ~ 2029 I, XL | disgraziatissimo, come lo Egnazio catulliano. Il medesimo 2030 I, III | estimavano gli omini delli egregi fatti del duca Federico 2031 III, XXXV | famose vittorie, e di quelle egregie e virtuose opere, che in 2032 I, XXXII | di parlare e scrivere piú elegantemente, che non si faceva in quella 2033 IV, XIV | e la virtú, per la quale elegemo quello che è veramente bene, 2034 I, XXXV | consuetudine, i scrittori greci, elegendo da ciascuna parole, modi 2035 III, XXXV | ella ebbe in conoscere ed elegere i ministri atti a quelli 2036 I, XII | impresa; ch'io non voglio, con elegerne uno piú che l'altro, mostrar 2037 I, XII | sera fusse tale, che si elegesse uno della compagnia ed a 2038 IV, LXV | benché la ragion col discorso elegga bene e conosca quella bellezza 2039 I, XXIX | ma che nello scrivere si eleggano delle piú belle che s'usano 2040 II, XXX | nasce dalle stelle, l'omo s'elegge amico a sé simile di costumi; 2041 I, VI | non piú fatto; da poi si eleggerà quello che parerà esser 2042 IV, XIII | ed intesi, ognuno sempre eleggeria il bene e fuggiria il male. 2043 IV, V | cose, delle quai l'una è lo eleggersi un fine dove tenda la intenzion 2044 IV, XXXI | altre, che dei suoi sudditi eleggesse un numero di gentilomini 2045 IV, XIII | giudicar falsamente; perché non eleggono mai gli omini il male con 2046 III, XX | comanda che le orazioni, le elemosine e l'altre bone opere si 2047 III, XXII | non solamente di concordia elessero quei figlioli per loro signori, 2048 I, XXXIII | debbono esser proprie, elette, splendide e ben composte, 2049 IV, XXXI | ricordarei che fossero eletti tra 'l populo altri di minor 2050 IV, LI | inclinandosi al senso o vero elevandosi allo intelletto, accostarsi 2051 IV, LXIX | foco, l'infiammato carro di Elia, il quale raddoppia la grazia 2052 III, I | Olimpici in Acaia presso Elide inanzi al tempio di Iove 2053 II, XLVII | questo essa non gli diede mai elimosina, né ancor gliela negò con 2054 I, IV | era la signora duchessa Elisabetta Gonzaga a quell'ora si riduceva; 2055 I, XXX | splendore e dignità fanno la elocuzion bella, dalla virtú della 2056 Intro | omini savi, ingeniosi ed eloquenti, e che trattano cose grandi 2057 III, XIII | diffeso inanti ai giudici eloquentissimamente? Dell'opere manuali saria 2058 III, LXXVI | non son vostro avversario; èmmi ben dispiaciuta questa contenzione, 2059 I, XL | concia o no, che un'altra, empiastrata tanto, che paia aversi posto 2060 IV, LXXIII | che di mordente fresco empiendo l'aria, cominciava tra le 2061 IV, XXXIX | concordi; e se invidia o emulazione alcuna esser deve mai tra 2062 III, LX | per schifar questi cosí enormi errori, forsi era ben insegnare 2063 IV, XXXVIII | Inghilterra il signor don Enrico, principe di Vuaglia, che 2064 I, LII | di medaglie, di camei, d'entagli e tai cose, fa conoscere 2065 I, XXXVIII | Dubito, - disse, - che noi entraremo in un gran pelago e lassaremo 2066 I, XLVII | rispose il Conte; - perch'io v'entrarò in un gran pelago di laude 2067 III, XV | vorrei, - disse, - che noi entrassimo in tali suttilità, perché 2068 IV, XLII | Ottaviano, - disse, - voi entrate nella parte del signor Gaspare 2069 II, LXX | grand'omo, che quando egli entrava in san Pietro s'abbassava 2070 II, XI | tempo e misura assai, non entri in quelle prestezze de' 2071 III, XLVII | campi, vinta dalla sete entrò in una casa per bere dell' 2072 I, XLVII | eccellentissimi capitani antichi, come Epaminonda, aver dato opera alla musica; 2073 IV, VIII | d'omini singulari; come Epaminunda di Lisia Pitagorico, Agesilao 2074 III, XXIII | constanzia; come fu di quella Epicari, libertina romana, che essendo 2075 IV, XI | quella fabula che si dice d'Epimeteo, il qual seppe cosí mal 2076 I, XXXVII | quali però son tra sé di equal laude degne. Vedete la musica, 2077 III, XLIV | sian atti di continenzia equali a quella d'Alessandro? il 2078 IV, XXXIII | tutti in certe cose una pare equalità, come nella giustizia e 2079 IV, XXII | participa della onestà, equità, giustizia e bontà sua, 2080 III, XVIII | non si parla ora, perché è equivoco a quello di che ragioniamo; 2081 III, XIX | altrui errar contra Dio e per eredità lassò all'umana generazion 2082 III, XXXII | glorioso di questo; ché gli Eritrei, che ivi erano co' suoi 2083 | ero 2084 IV, XXXVII | guerra questi magnanimi eroi; e però per aver liberato 2085 IV, XXII | acquisterà quella virtú eroica, che lo farà eccedere i 2086 I, XXXVII | cosí sia il primo poeta eroico di tempo, come ancor è d' 2087 I, XXX | senza lume e però spesso erra la strada. Ma noi altri 2088 III, XIX | cominciarono quando la prima donna errando fece altrui errar contra 2089 IV, XVI | scienzia, non è dubbio che non errariano; perché sempre quella cosa 2090 IV, VIII | se ben in qualche cosa erravano, non fugivano però i ricordi 2091 IV, XII | acciò che chi ha errato non erri piú, o vero col mal esempio 2092 IV, XL | interviene che noi per molti modi erriamo e per un solo facciamo l' 2093 I, XLIII | lingua greca; e, s'io non erro, parmi aver letto già che 2094 IV, LXXII | felicità conduce, parmi tanto erta, che a gran pena credo che 2095 IV, XXIX | Devesi adunque far prima la erudizione con la consuetudine, la 2096 II, XVI | come scoppio di bombarda, erumpe dalla quiete, che è il suo 2097 IV, XXIV | persegueno i boni e i savi ed esaltano i mali, né comportano che 2098 IV, XLV | donna di palazzo sarebbe lo esaltarla tanto ch'ella fosse pari 2099 I, XV | abisso i piú degni d'esser esaltati. Confermo ben ciò che voi 2100 II, LII | talor per le molte spese esausti di denari; e parlandosi 2101 III, XLV | non nelle parole, vecchio, esausto del vigor naturale, non 2102 II, LXXXIII | nelle parole credo che non escano di que' termini di che noi 2103 II, XC | burla troppo acerbamente, esce del termine che già avemo 2104 II, LI | Camina, poveretto, ed esci presto di questo affanno”. 2105 II, XIV | Morello quasi adirato, - escludere tutti i vecchi e dir che 2106 III, LXVI | perché que' vivi spirti che escono per gli occhi, per esser 2107 I, VII | lodevoli ed utili virtù e più escusabili vicii, e meno a chi ama 2108 II, LXI | raccommandando il reo ed escusandolo per la commodità del loco, 2109 II, XCIV | altra causa, - disse, si po escusar Beatrice eccetto che per 2110 II, IX | facendo bene, non si po escusare che questa non sia la profession 2111 I, IX | vedendo l'Unico ch'ella voleva escusarsi di questa imputazione, - 2112 IV, L | d'anni; però dite e non v'escusate piú -. Disse messer Pietro: - 2113 I, XIII | l non avervi pensato mi escuserà talmente che mi sarà licito 2114 IV, LIV | ragione sian divini, cosí escuso quelli che vincer si lassano 2115 IV, XXXIII | e fosse quasi custode ed esecutore incorruttibile di quelle; 2116 IV, XXVI | occhi ed esser presenti alle esecuzioni, e secondo i tempi e i bisogni 2117 Intro | per man d'altri. Cosí, per eseguire questa deliberazione cominciai 2118 III, XVIII | lungamente che gli omini, eseguiscono piú quello che è intento 2119 IV, XXVIII | fortezza, che fa l'animo esento dalle passioni, talmente 2120 I, VII | donne sia licito aver questa esenzione di fatiche, e certo ragion 2121 IV, XXXVI | eleggere boni ministri per esequir queste tai cose e che 'l 2122 IV, LXVIII | nella vita spirituale ed esercitata nelle cose dell'intelletto, 2123 I, XLIV | giovaranno, che per quella esercitazion saprà giudicar le cose altrui; 2124 II, XIV | Socrate. E se bene non la eserciteranno, per aver fattone già nell' 2125 II, XLV | adunque che move il riso esilara l'animo e piacere, né 2126 I, XXXVII | grandezza e lume, farla povera, esile, umile ed oscura e cercare 2127 I, XXXVII | avesse in tutto imitato Esiodo, non gli sería passato innanzi; 2128 IV, XXXIII | leggi; spesso la ruina ed esizio totale delle città e dei 2129 II, II | Platone maravigliarsi che Esopo non abbia fatto uno apologo, 2130 III, XXX | esser omo valoroso, tosto si espedí con vittoria, eccetto di 2131 II, LXXXIV | io dica, penso potermene espedir con poche parole.~ ~ ~ 2132 I, XXXIII | composta, con la pronunzia espedita e coi modi e gesti convenienti; 2133 I, II | la súbita prestezza nelle espedizioni, l'aver molte volte con 2134 I, I | pensieri, ho deliberato esperimentare in questo quanto aiuto porger 2135 I, XII | un perfetto cortegiano, esplicando tutte le condicioni e particular 2136 III, IV | perché il conte Ludovico ha esplicato molto minutamente la principal 2137 I, XXXIV | le sentenzie ben distinte esplichi sottilmente la intenzion 2138 IV, XXIV | cittadini, ma nutriscono gli esploratori, accusatori, omicidiali, 2139 IV, XXXIII | stata e tuttavia è preda esposta a genti strane, per lo 2140 II, LXXII | dicendo un gentilomo una espressa bugia a messer Augustin 2141 I, XXXIII | momento se le sentenzie espresse dalle parole non fossero 2142 IV, LVII | animo, il quale nel corpo esprime se stesso piú che po. Pensate 2143 II, I | quali piú che gli altri esprimeno la imagine della vita umana. 2144 II, XCIX | desiderar si po in donna ed esprimeralla ancor ben con le parole; 2145 Intro | stile non è sufficiente ad esprimerle, ma pur l'intelletto ad 2146 I, XXXIII | ha a dire o scrivere; poi esprimerlo ben con le parole: le quali, 2147 II, XLIII | piacevolmente narrano ed esprimono una cosa che sia loro intervenuta, 2148 III, XXIX | Magnifico: - Or uditelo. Dopo la espugnazion di Troia molti Troiani, 2149 I, II | le sue tante vittorie, le espugnazioni de lochi inespugnabili, 2150 I, XVIII | cominciò a piangere, ed essendoli domandato perché piangeva, 2151 II, XXIV | Gasparo: - Vorrei sapere, essendomi imposto da un mio signor 2152 III, XXXIX | che una bellissima donna, essendosegli colcata accanto ignuda e 2153 III, XXI | virtú che son gli omini, ed essendosene piú volte veduto gli effetti, 2154 | essendovi 2155 I, XLVI | meritano laude per la propria essenzial virtute donde nascono; oltre 2156 | essergli 2157 III, XXXV | dire che 'l non meritasse d'esserle comparato: ben credo che 2158 | esservi 2159 II, LXXVIII | soprascritto della qual dicea: Esta carta s'ha de dar a quien 2160 I, LII | questo ragionamento piú ci estendiamo. Però basti solamente dire 2161 III, LVIII | li desidèri umani non si estendono a quelle cose, delle quali 2162 III, LIV | onorarla che perché cosí sia, estenuando i meriti suoi ed attribuendo 2163 III, XLIII | divenuta per la lunga passione estenuatissima, in capo di tre anni se 2164 IV, XI | come pestiferi alle città, esterminati e morti. Eccovi adunque, 2165 I, XLIII | vetato il conoscerla; e non estimandola tanto, ragionevol cosa è 2166 IV, LXVII | eccellente fiamma, poco estimarà quello che prima avea tanto 2167 IV, IV | tale per se stesso, non estimarei che per conseguir questa 2168 III, II | bellezze tutte si veggano, estimaremo che ne siate geloso -. Rispose 2169 II, XXXIII | darà causa, e voi sempre estimarete qualche cosa piú di quello 2170 II, XIX | modestamente, mostrando estimargli assai, con tal modo però, 2171 III, XI | rispetto che vi si conviene; ma estimarle da piú di quello che elle 2172 II, XXXII | signore poco mostrarà d'estimarlo, anzi piú presto gli farà 2173 II, XXXVIII | tutti, mostrar però di non estimarse per tale. Ma perché nella 2174 II, LI | maggiore”. Or vedete che bona estimativa avea questo abbate -.~ ~ ~ 2175 I, XXXII | riverenzia all'antiquità, non la estimavan però tanto, che volessero 2176 I, XV | ordinata e che non paia che noi estimiam poco l'autorità dataci del 2177 I, XLII | arme e tutto il resto nulla estimino; di modo che non solamente 2178 IV, LXII | possano. Cosí, se la fiamma s'estingue, estinguesi ancor il pericolo; 2179 I, XXIV | lo insegnarci obligato ad estinguerla~ ~ ~ 2180 IV, LXII | se la fiamma s'estingue, estinguesi ancor il pericolo; ma s' 2181 IV, XVII | solamente sedato, ma in tutto estinto il foco della cupidità, 2182 IV, XVIII | levar le perturbazioni, estirpar gli affetti in tutto; ché 2183 II, XXX | d'amicizia, non è però da estirparla cosí degli animi nostri 2184 II, XXXIV | ottimo giudicio, l'amava estremamente, súbito imaginò che costui 2185 II, LI | medesimamente certe affettazioni estreme; talor una grande e ben 2186 IV, LVII | corpo e perciò la bellezza estrinseca è vero segno della bontà 2187 IV, LVII | anima, per lo quale essa estrinsecamente è conosciuta, come negli 2188 IV, XLVI | quando il non produrlo estrinsicamente in atto procede dal subietto, 2189 | et 2190 III, XIV | tornando in circulo, adempie la eternità ed in tal modo dona la immortalità 2191 I, LIV | fratelli da Ceva, messer Ettor Romano, Vincenzio Calmeta, 2192 IV, XXXVII | congiungendo l'Asia e l'Europa col vinculo dell'amicizia 2193 III, XLV | Dovete averlo trovato negli Evangeli. - Io stesso l'ho veduto, - 2194 II, XXX | concludervi, e con ragioni evidentissime, che senza questa perfetta 2195 | eziandio 2196 II, LXXXVI | ultimo costoro gli dissero: “Fa' voto d'andare alla Nostra 2197 I, XLIX | la casa nobilissima de' Fabii, ché il primo Fabio fu cognominato 2198 I, XLIX | de' Fabii, ché il primo Fabio fu cognominato Pittore, 2199 IV, LVIII | cade grandine o pioggia si fabricasse un tempio, non parrebbe 2200 IV, LVIII | cosa creata è stata da Dio fabricata. Il ciel rotondo, ornato 2201 II, LXXXIX | proprio ad una delle quattro facce del campanile rispondeva 2202 IV, LXX | donaci il vero e sodo bene; facci sentir quegli odori spirituali 2203 II, XIV | vecchi cantare alla viola, faccianlo in secreto e solamente per 2204 II, XCI | poco valore, e che sempre facdano il contrario di ciò che 2205 II, III | fanno molto meglio che non facean quelli suoi, cosí ancor 2206 | facendole 2207 | facendolo 2208 | facessi 2209 | facessimo 2210 II, LXVI | Si morde ancora spesso facetamente con una certa gravità senza 2211 III, LXII | mostrate d'amare, non son cosí facili a crederlo come vorreste, 2212 IV, VII | che 'l saper regnare sia facilissima cosa e per conseguirla non 2213 II, XVIII | conoscerà poter dispiacere e facilitando con destrezza le difficultà, 2214 I, XXXV | ateniese fosse elegante, pura e facunda piú che l'altre, i boni 2215 II, XXII | quando gli vien in proposito, facundo e nei discorsi de' stati 2216 | fagli 2217 | fai 2218 II, LXXXVII | gli corsi come un famelico falcone alla preda; e prima domandatogli 2219 IV, XXXVI | per diletto nella pace; falconi, cani e tutte l'altre cose 2220 IV, LXXI | ragionamento, lo prese per la falda della robba e scuotendolo 2221 I, XLIV | di sommergere chi a tal fallace armonia bene non se le ottura. 2222 IV, XLIV | ho scoperto questa vostra fallacia, ché mi par esser tenuto 2223 IV, XL | nella brocca e per molte fallano il segno. Però spesso un 2224 I, XXIII | a chi ha fallito e a chi fallirà in cosí piccol fallo -. 2225 I, XXIII | dello aver indutto voi a fallire; voi del vostro fallo e 2226 I, XXIII | e dello aver imitato chi falliva. - Signora, - rispose messer 2227 III, XX | che non si guardan poi da falsar testamenti, mettere inimicizie 2228 II, LXV | messer Camillo: “Quelli che falsifican li ducati sogliono cosí 2229 III, XLVI | Dio? quanti iurisconsulti falsificano testamenti? quanti periuri 2230 IV, LXX | vero camino. Correggi tu la falsità dei sensi e dopo 'l lungo 2231 II, LXXXVII | súbito gli corsi come un famelico falcone alla preda; e prima 2232 II, LXXVIII | quando si una ammonizion famigliare in forma di consiglio, pur 2233 I, XLIX | ancor molti altri di chiare famiglie celebrati in quest'arte; 2234 IV, XXIII | che gli sia sempre non che familiare ma intrinsica, e con esso 2235 I, III | gentilomini piena, coi quali molto familiarmente viveva, godendosi della 2236 III, LXVI | pervenuti, e lo riscaldano e fannolo a sé simile ed atto a ricevere 2237 IV, LXVII | convenienzia che hanno i fantasmi col corpo, onde quelli che 2238 III, L | parlar vole con una delle sue fanti, quella, già corrotta per 2239 I, XLIV | antichi. Ed oltre a ciò, farannolo questi studi copioso e, 2240 IV, XLIX | e forse i fanciulli gli farebbon drieto la baia e le donne 2241 I, XL | Costanza Fregosa e disse: - Voi fareste assai piú cortesemente seguitar 2242 II, LXX | un buffon freddo: “Non mi faresti ridere, se mi solleticasti”. 2243 IV, III | cortegiano, e con tal arte fargliele superiore, che perché cosí 2244 II, LXII | tanto, che non era possibile farglielo accostare, disse il signor 2245 III, XI | animo di queste signore, per farmele nemiche, cosí come voi col 2246 I, XL | e non osi ridere per non farsela crepare, né si muti mai 2247 IV, XXII | possono, si sforzano di farsigli simili ancora con la bontà 2248 I, XXXVII | dalle nutrici insino nelle fasce. Ma di questo parmi che 2249 II, X | esser vinto è grandissima. Fassi ancor il gioco della palla 2250 II, XVIII | sarà apportator di nove fastidiose; non sarà inavvertito in 2251 II, XVIII | altro che d'essere molesti e fastidiosi a guisa di mosche e fanno 2252 III, LXIII | perché ormai parmi cosí fatale il non esser creduto a me 2253 | fatemi 2254 II, XXXVII | Rispose messer Federico: - Fatevele dire al marchese Febus, 2255 II, XIV | robusto, ma non assueto a faticar le braccia, cosí le orecchie 2256 II, XLIV | eccellentemente. Però se siete faticato, meglio è dimandar grazia 2257 II, VI | disse, - signor Unico, che faticosa parte e gran carico mi sia 2258 I, XXII | po versar tra queste cosí faticose operazioni, oltra che ancor 2259 II, XXVI | suo. Ma io non so per qual fato intervenga che la Italia 2260 II, LVI | della bugia e della aggiunta fattagli per messer Cesare.~ ~ ~ ~ ~ ~ 2261 III, LXXIV | amato per le demostrazioni fattegli, spesso con parole ambigue 2262 II, LXXXIV | insegnato molte belle cose e fattoci audaci nello usarle, per 2263 III, VII | adornata questa donna e fattola di eccellente condizione; 2264 II, XCV | ramarico per lo inganno fattoli da Riciardo, conoscendo 2265 II, XIV | eserciteranno, per aver fattone già nell'animo un certo 2266 Intro | Perciò li medesimi suoi fautori affermano che esso nelle 2267 IV, LXII | splendore, quella grazia, quelle faville amorose, i risi, i modi 2268 II, XV | signor Morello; - dir le favole? - E questo ancor, - rispose 2269 IV, XVIII | dalla temperanzia, sono favorevoli alla virtú, come l'ira che 2270 IV, XLI | piena di boni artífici; di favorir i mercatanti ed aiutarli 2271 III, II | donne, e con quanta modestia favoriscano chi le serve per amore. 2272 II, XXI | signori de' nostri tempi tutti favoriscono que' soli che hanno tai 2273 II, XXXV | dir ogni cosa, questo cosí favorito da tante donne dovea essere 2274 II, XVII | mosca, altri in laude della febre quartana, un altro in laude 2275 II, I | gustar non gli po; e come ai febrecitanti, quando dai vapori corrotti 2276 IV, XII | lassassero la cura delle febri, della pleuresia e dell' 2277 II, XCIII | quello inganno sforzò colei e fecela far di se stessa quello 2278 II, LXI | molti amici, i quali tutti fecer prova d'aiutarlo, e con 2279 II, XXIV | intendendo come la cosa era ita, fecesi venir quel povero ingegnero 2280 IV, XXXVIII | rinovarlo molto piú bello e piú fecundo quando fia tempo; ché, come 2281 II, LXII | domandando io un giorno a Fedra perché era, che facendo 2282 IV, LXII | conseguentemente saranno felicissimi -.~ ~ ~ 2283 II, LXXX | bottone e 'l capestro sarà la fenestrella”. Ed avendo ancor maestro 2284 IV, XLVII | cortegiano, che fu quel Fenice, il qual, dopo l'aver narrato 2285 IV, XLVII | furono ridutti dalla vita ferina alla umana; e di queste 2286 III, XXX | dell'arme che già erano per ferir mosse, vennero nel mezzo 2287 II, LXXXVIII| dimandarono che cosa era e fermaronsi per volerci spartire, con 2288 II, VIII | messer Federico, parve che si fermasse un poco. Allor súbito, - 2289 II, LII | disse a colui che leggeva: “Fermatevi un poco qui, e ditemi: cotesto 2290 II, XLVIII | nella qual passeggiavano, e fermatosi un poco mostrò col dito 2291 III, XVI | ne' suoi Problemi, ma alla fermezza e stabilità della donna 2292 II, XLI | nel vero è grandissimo e fermissimo scudo contra la invidia, 2293 III, XXXIII | detto, il Magnifico Iuliano fermossi e rivolto alla signora Duchessa 2294 I, XLV | alla famosa tomba ~ del fero Achille, sospirando disse: - ~ 2295 III, XXXII | vennero alle mura e tanto ferocemente combatterono, che in poco 2296 IV, LVII | aquila si conosce l'ira, la ferocità e la superbia; negli agnelli 2297 IV, XLV | quando al bon seme in terren fertile, con la temperie dell'aria 2298 I, II | che intorno il paese è fertilissimo e pien di frutti; di modo 2299 IV, XXXIX | ciascuno esser il primo e piú fervente ed animato a cosí gloriosa 2300 IV, LIII | peso corporeo e quando il fervor naturale comincia ad intepidirsi, 2301 IV, IV | attribuite, come il danzar, festeggiar, cantar e giocare, fossero 2302 II, XLIII | primo modo, che è quella festiva narrazione, non è bisogno 2303 II, XXVII | allegri, ed ancor gli abiti festivi, trinzati, pomposi e superbi. 2304 II, XLIII | vocabulo, si poria chiamarfestività”, o vero “urbanità”. L'altra 2305 II, LVII | quella prima sorte di parlar festivo s'ha da fuggir, narrando 2306 II, XXXVI | mangiare e bere piú stomacose e fetide cose; e trovanle tanto aborrenti 2307 II, XXVII | con tante stringhette e fettuzze annodate e fregi traversati, 2308 II, LIII | imaginato che quel sonatore si ficcasse nella gola quella parte 2309 II, LIII | che ad ogni tratto se ne ficcava in gola piú di dui palmi 2310 II, LXXXIX | come esso fu giunto, cosí ficcò un chiodo nel muro, a cui 2311 I, XLIV | i mostri ad amico di chi fidar si possa; perché almeno 2312 IV, LXX | le nostre tenebre e come fidata guida in questo cieco labirinto 2313 III, LXXIV | testimonii d'amore e di fidel servitú, ed esse ricevuti 2314 III, LXVI | che gli occhi siano que' fidi messaggeri, che portino 2315 I, XVII | dove si veggon gli inimici, fierissimo, acerbo e sempre tra i primi; 2316 III, XIII | secondo che per quella debole fievolezza le donne son men animose, 2317 III, XLV | altrimenti che si facciano i figioli dal letto dei padri; ché 2318 I, III | gloriosamente morí; ed un figliolino di diece anni, che solo 2319 IV, XXVII | come di bon padre a bon figliolo-.~ ~ ~ 2320 I, XL | rispose il Conte, - il filo mi par tronco: pur, s'io 2321 I, XLI | li precetti di tanti savi fìlosofi, che di questa materia scrivono 2322 I, XLIII | studi, ma alle speculazioni filosofice diede grandissima opera 2323 | finalmente 2324 II, LXX | traversato ad una di quelle finestrette, aveva aúto tanto di ventura, 2325 II, LXII | bello interpretare i nomi e finger qualche cosa, perché colui 2326 II, XCVII | della forza ed a questo modo finire il ragionamento, dandoci, 2327 I, XIX | par che lo spirito loro finisca; e quanto piú si trovano 2328 III, LXVI | che tanto arde e mai non finisce di consumare, perché sempre 2329 IV, LII | conseguito il suo male e finìscono le miserie con altre maggior 2330 II, LXXXIX | aspettando pur che colui finisse di misurare; in ultimo, 2331 III, XLII | lusinghe, dalle lacrime finte, dai preghi continui, dai 2332 II, XLIX | ad uom di corte, o vero o finto che sia quello che si narra; 2333 I, XXX | bergamasca cosí come alla fiorentina, e secondo voi non sarebbe 2334 IV, XXVII | guerra sempre sono stati fiorentissimi e grandi, e súbito che hanno 2335 II, LXXXII | dava una bona quantità di fiorin d'oro, gli rispose: “Non 2336 III, I | costumi che in quella casa fiorirono un tempo; ed io mi tengo 2337 II, I | delizioso e vago giardino fiorisca la dolce primavera d'allegrezza. 2338 I, XLII | come la gloria dell'arme fiorisce e risplende in Francia, 2339 III, LXVI | occhio infermo, che guardando fisamente in un sano gli la sua 2340 IV, LVII | corpi, come si vede che i fisionomi al volto conoscono spesso 2341 III, XVI | quiete e gravità ferma e piú fisse impressioni -.~ ~ ~ 2342 I, XLIV | che 'l nostro cortegiano fisso si tenga nell'animo un precetto: 2343 IV, XXIV | benché abbiano qualche fissura, mal si possono conoscere, 2344 IV, LXXIII | incominciava ad entrar per le fissure delle finestre. Allora ognuno 2345 II, LXXXIX | Ponzio, ma era un chiodo fitto nel muro, il qual solo gli 2346 II, LIX | gli occhiali?” o: “Con che fiuti tu l'anno le rose?”~ ~ ~ 2347 II, XI | spettaculi, ove intervenga fizione di falsi visaggi, non si 2348 III, XX | aremmo ancor molto maggior flagelli che non avemo -. Rise allora 2349 III, LVI | qualche refrigerio a cosí duro flagello e dar ad altri quello che 2350 I, LI | mostrare il color de' capegli flavi, non lo splendor dell'arme, 2351 I, XXXVII | una via placida e piena di flebile dolcezza intenerisce e penetra 2352 I, LIV | Vincenzio Calmeta, Orazio Florido e molti altri; e stando 2353 II, LXXXVI | E tu hai invitato sopra flusso; il gioco vadi a monte”; 2354 III, XXVI | il sepulcro, ch'io di te fo sacrificio all'ombra di 2355 III, LXVI | e riportando l'esca e 'l focile di bellezza e di grazia, 2356 II, III | massimamente nelle mule; portar fodre di pelle, né robbe lunghe 2357 II, XXVI | d'abbigliarsi alle altrui fogge, credo che ad ognuno sia 2358 II, LXXII | bugia a messer Augustin Foglietta ed affermandola con efficacia, 2359 III, XIX | divine in questi nostri folli ragionamenti; né raccontar 2360 II, LI | come s'era cavata per far i fondamenti di questo palazzo, che tuttavia 2361 II, XXXVIII | tocchi per transito, senza fondarsici molto, ma di modo che si 2362 I, XVI | universali debbano pur esser fondate sopra il vero e nascere 2363 I, XXVII | la zazzera, o tener nel fondo della berretta il specchio 2364 II, X | altri, dall'armeggiare in fora, faccia il nostro cortegiano 2365 II, LXV | Strozzi, il quale, essendo forauscito di Fiorenza e mandandovi 2366 III, XXII | potendo piú dir al maritoforbeci”, con le mani gli ne facea 2367 II, XIX | d'esservi dentro novoforestiero, né maravigliarse che gli 2368 II, LXXIV | se conosceva Antonello da Forlí, il qual allor s'era fuggito 2369 II, LXXIX | Antonio Rizzo d'un certo Forlivese: “Pensate s'è pazzo, che 2370 III, XII | quanto alla sustanzia sua formale, perché l'uno e l'altro 2371 I, XXXIII | ed inalzarle, e come cera formandole ad arbitrio suo collocarle 2372 I, XVI | nascano i boni, avendo noi a formare un cortegiano senza diffetto 2373 IV, XLI | con quelli piú tosto si formaria un bon governatore che un 2374 I, XLV | io posso ad arbitrio mio formarlo, esso ancor cosí la estimi. 2375 I, XXXIV | Né vorrei che temesse di formarne ancor di nove e con nove 2376 IV, XXXVI | io crederei, che se voi formaste con quelli il vostro principe, 2377 II, C | a questo sol pensiero e formateci una tal donna, che questi 2378 I, XIV | dio con le proprie mani formati gli abbia ed ornati de tutti 2379 IV, LXVI | virtú della imaginazione si formerà dentro in se stesso quella 2380 I, I | presuposto e, se possibil è, formiamo un cortegian tale, che quel 2381 III, X | dati questi offici, perché formo una donna di palazzo, non 2382 II, LXII | perché solea scaldare i forni. E domandando io un giorno 2383 IV, I | pur in età molto immatura forní il suo natural corso: perdita 2384 I, II | oportuna cosa ben lo fornì, che non un palazzo, ma 2385 II, LVIII | denari volea una camera fornita per abitare e dormire, perché 2386 II, V | condusse seco a cena; e súbito fornito di mangiare, n'andò alla 2387 III, XXIX | parte, che da molte procelle forno battuti, vennero in Italia, 2388 II, II | contrapeso l'un sostenga e fortifichi l'altro, e mancando o crescendo 2389 II, IV | cosí nobili spiriti, e come fortunati si potean dir tutti quelli, 2390 I, III | sano e nelle avversità come fortunatissimo, vivea con somma dignità 2391 I, XXXIX | questo non consistevano le fortune di Grecia. Cosí io ancora 2392 IV, XI | cittadini; e volse che a quegli fosser date non come l'altre arti, 2393 IV, I | presso al fine rompa i nostri fragili e vani disegni, talor li 2394 II, LXI | commodità del loco, per la fragilità umana e per molte altre 2395 I, XLIII | conoscete quanto s'ingannano i Francesi pensando che le lettre nuocciano 2396 I, XXXVII | Angelo, Georgio da Castel Franco; nientedimeno, tutti son 2397 III, XXXIV | avemo veduto Anna regina di Franza, grandissima signora non 2398 IV, XLI | gioietta o qualche altra frascheria tale vendono la pudicizia 2399 II, II | cortegiani è perduto quell'amor fraterno e quel viver costumato, 2400 IV, XXXIII | temerari; i poveri, vili e fraudolenti; ma li mediocri non fanno 2401 III, XII | che abbiate addutto una freddissima ragione; alla quale, benché 2402 II, XXXVI | ed ode, ed essi restano freddissimi. Alcuna volta, pensando 2403 II, XXVII | stringhette e fettuzze annodate e fregi traversati, non lo tenesse 2404 II, XCV | potuto far il sollicito frequentare, i doni e tant'altri segni 2405 II, XXV | esser universalmente piú frequentata e trovarsi l'omo piú spesso 2406 I, LII | quali sono tante onorate e frequenti menzioni e delle opre e 2407 III, XVII | e però lo esser le donne frigide di complessione credo che 2408 I, V | Terpandro, messer Nicolò Frisio; di modo che sempre poeti, 2409 I, XXXIX | sta bene, perché in cosí frivola cosa non è posta la bontà 2410 IV, X | condurlo, quasi adornandola di frondi ombrose e spargendola di 2411 IV, LII | principal di quella, onde per fruirla estima essere necessario 2412 IV, XXI | ma non la posseggonofruiscono. Questi adunque sono naturalmente 2413 II, XXIV | spogliar nudo e battere e frustare con verghe tanto che si 2414 I, XXXVIII | terreno che solamente è fruttifero per le vigne vogliano seminar 2415 IV, XLVII | inveterato nei vicii, come li ftisici nella infirmità; perché 2416 IV, LX | in vero è una impudenzia fucata, indegna di cosí onorato 2417 I, II | volte con pochissime genti fuggato numerosi e validissimi eserciti, 2418 IV, XIII | sempre eleggeria il bene e fuggiria il male. Però la virtú si 2419 II, XXXIX | non sappia punto, debba fuggirla; e se pur la necessità lo 2420 III, XXIX | tanta ruina avanzarono, fuggirono chi ad una via, chi ad un' 2421 III, XXVII | che se le facessero, la fuggita anima piú ritornò nel corpo. 2422 IV, LXXIII | perch'io lo allego suspetto fuggitivo -.~ 2423 III, XLVIII | giovane e quivi la lassò; e fuggitosi, procurò di non esser trovato. 2424 II, LXII | tra gli altri diffetti, fuggiva dall'arme tanto, che non 2425 III, XXVI | qui a far per te mi resti, fuggo il mondo e questa senza 2426 IV, VIII | qualche cosa erravano, non fugivano però i ricordi e documenti 2427 I, XLII | liberalità; e tra l'altre cose fummi detto che egli sommamente 2428 II, LXX | accenderlo, era stato portato dal fumo su per lo camino insino 2429 III, XLIII | fortuna per estirpare cosí fundato amor dei cori né dell'uno 2430 IV, VII | colossi che l'anno passato fur fatti a Roma il della 2431 II, LXI | rispose: “Pensalo tu, ché Furiarum maxima iuxta me cubat”. 2432 III, LXV | prosuntuosamente con certe furie ed ostinazioni, spesso le 2433 IV, XXXVII | di modo che piú felici furno i vinti da lui, che gli 2434 III, LXXIV | disperazioni ed a tutti quei furori, a che gli infelici innamorati 2435 IV, XXXIII | dei populi, le rapine, i furti, gli omicidii, senza timor 2436 III, XX | con le toniche squarciate, gàbbano i semplici; che non si guardan 2437 II, XCII | licito a Riciardo Minutoli gabbar la moglie di Filippello 2438 II, LII | piú vive intrate che le gabelle delle porte di Firenze, 2439 II, XXXIX | senton valere, si mostran gagliardamente; e vien lor talor fatto 2440 II, XI | per potersi mostrare nella gagliardia; un cavaliero in forma di 2441 III, XXII | moglie di Bruto; quella di Gaia Cecilia, moglie di Tarquino 2442 I, XXV | aggraziatamente fa il signor Galleazzo Sanseverino, gran scudiero 2443 II, LXV | Cosimo de' Medici che la gallina cova”. Il messo fece l'ambasciata 2444 II, LXV | dirai a messer Palla che le galline mal possono covar fuor del 2445 II, LXX | poi fuor della Porta a san Gallo, intorno alle mura a far 2446 I, XL | piede e spesso un poco di gambetta senza pensarvi mostra? non 2447 I, XXV | al fabro di che foggia e garbo e bontà hanno ad esser l' 2448 III, II | casa di Francia; quel del Gartier, che è sotto il nome di 2449 II, LXV | mangiare”. Disse ancor a Diego Garzia, che lo confortava a levarsi 2450 II, LXVI | senza indur riso: come disse Gein Ottomanni, fratello del 2451 II, XXXVI | tavola poi, minestre, sapori, gelatine, tutte si dànno nel volto, 2452 II, LV | e i suoi interpreti, si gelavano in aria e vi restavano ghiacciate 2453 III, II | estimaremo che ne siate geloso -. Rispose il Magnifico: - 2454 II, XLVII | importunità e voce lamentevole gemendo replicò piú volte la sua 2455 III, XXX | i lor mariti. Con questi gemiti piangendo, molte di loro 2456 III, XIX | eredità lassò all'umana generazion la morte, gli affanni e 2457 IV, XXIX | appetito. Come adunque nella generazione il corpo precede l'anima, 2458 III, XXX | sangue de' soceri e dei generi; e se pur erano mal contenti 2459 I, XIV | cortegiano sia nato nobile e di generosa famiglia; perché molto men 2460 III, LIX | ancor molti altri animi generosi, i quali, parendo loro che 2461 III, XXXVI | hanno mostrato quell'ardire generoso, senza timore alcuno di 2462 II, XXXV | vini, l'un di Rivera di Genoa e l'altro di questo paese; 2463 II, LXIV | spesso è facetissimo. Come un Genoese, il quale era molto prodigo 2464 IV, II | signor Ottaviano, duce di Genova; messer Bernardo Bibiena, 2465 II, LXVIII | convito in presenzia di molte gentildonne ritrovandosi un Fiorentino 2466 II, XXXI | scacchi? - Quello certo è gentile intertenimento ed ingenioso, - 2467 II, XXXVII | Franzesi non si trovino de' gentilissimi e modesti cavalieri; ed 2468 IV, XXXVII | Cacco, Diomede, Anteo, Gerione, che tiranni crudeli ed 2469 II, XCIV | diamanti, scaldar que' freddi ghiacci, che spesso ne' delicati 2470 I, XXXIII | antichi, nutrirsi ancora di ghiande, essendosi già trovata copia 2471 I, LIV | erano il marchese Febus e Ghirardino fratelli da Ceva, messer 2472 I, LI | imitazion della natura; ma non è gia cosí, che la pittura appaia 2473 II, XCII | che un gran pezzo con lui giacciuta si fu? E quell'altra che 2474 III, LXXIV | tal arte dall'infamia, si giaceno tutte le notti con omini 2475 III, XLIII | sei mesi quasi ogni notte giacque con un suo carissimo innamorato; 2476 II, LXXVIII | abito da savio”. Disse ancor Giannotto de' Pazzi ad un che volea 2477 IV, LXII | cosí seminando virtú nel giardin di quel bell'animo, raccorrà 2478 II, LXXII | se ad un nano si dicesse gigante, e ad un negro, bianco; 2479 IV, LXVI | fanciulli quando dalle tenere gingive cominciano a nascere i denti. 2480 II, LXVII | ancor che sia fanciullo, non gioca men volentieri che 'l padre, 2481 II, X | sole coi villani e con essi giocano a lanciar la barra, lottare, 2482 IV, XXXII | la mala fortuna, come bon giocatore i tratti mali de' dadi col 2483 I, XXII | cose, che quasi hanno del giocolare e poco sono a gentilomo 2484 II, LXXVIII | una cosa o si interpreta giocosamente. Come alla corte di Spagna 2485 II, LXXIII | e possi usare nelle cose giocose ed ancor nelle severe. Però 2486 IV, IX | come le virtú sono utili, giocunde e piene di laude; ed a queste 2487 II, XL | altro. E se voi avete una gioia, la qual dislegata mostri 2488 IV, XLI | lusso, alle pompe nelle gioie e vestimenti, che non è 2489 IV, XLI | dei mariti, talor per una gioietta o qualche altra frascheria 2490 III, LI | innamorati; li quali finché giongeano al loco di veder gli nemici, 2491 I, L | mille volte si po mutar, giongervi e sminuirvi, migliorandola 2492 II, III | allor piacea l'andar in giornea, con le calze aperte e scarpette 2493 II, XXXIX | parlandosi poi d'una certa giostra famosa, contava pur sempre 2494 II, VIII | nei spettaculi publici, giostrando, torneando, o giocando a 2495 IV, XXXVII | porian dir in testimonio del giovamento che fecero al mondo le sue 2496 III, XLVIII | volse alle minacce; non giovando ancora queste, cominciò 2497 I, XLIV | perché almeno in tanto li giovaranno, che per quella esercitazion 2498 IV, XXXVIII | migliaia di omini, fosse per giovare cosí ai vinti come ai vincitori? 2499 III, L | vedendo le blandicie non giovargli, si voltano alle minacce 2500 III, XXX | XXX.~ ~Né meno giovarono allo augumento di quella 2501 IV, XXXVII | non vi par che Alessandro giovasse con le sue vittorie ai vinti, 2502 II, LXII | volte e vedendo che non giovava, in ultimo disse: “Padre 2503 IV, XII | trovar arti, con le quai giovino a se stessi e con diligenzia 2504 IV, XLVII | cortegiania, perdé la vita e non giovò, anzi diede infamia ad Alessandro. 2505 III, XXXV | lungamente con impeto voltata, gira ancor per bon spacio da 2506 IV, LVIII | sostenuta; il sole, che girando illumina il tutto e nel 2507 I, XXXV | Campidoglio; per Ieronimo, Girolamo; aldace per audace; e per 2508 III, XXII | pericolo, incontinente fece gittare il corpo d'Alessandro in 2509 III, XLIX | non vi fusse di fuga, di gittarsi nel mare; e questo non si 2510 IV, XII | ben diecemilia volte fosse gittato all'insú, mai non s'assuefaria 2511 III, XLVII | sopra l'acqua, la sorella le gittava una corda che seco avea


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