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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText - Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale Libro, Capitolo grigio = Testo di commento
2512 II, LXXXVII | che stava un poco suspeso, giudicai aver trovata la mia ventura 2513 IV, XV | quei che sono incontinenti giudican con ragione e drittamente, 2514 I, VIII | impazzissi e sopra che cosa, giudicando questo esito per le scintille 2515 II, XIV | molto maggior piacere la giudicano, che l'altre, per bone ed 2516 I, XI | fallo; ed in quel punto giudicava che 'l passato mal fosse 2517 I, XVI | interviene che per lo piú noi giudichiamo con amore, o vero con odio. 2518 III, XXXV | ché, poiché la Regina lo giudicò degno d'esser suo marito 2519 II, XXXII | possa comprendere; però giungendo alla presenzia di quello 2520 I, XLIV | facende o per poco studio, non giungerà a tal perfezione che i suoi 2521 II, XLVIII | detto solo. Però noi ve ne giungeremo la terza sorte, che chiamano “ 2522 II, LV | perché le parole, prima che giungessero all'altra riva, dove era 2523 II, LV | quello era il termine dove giungeva la voce ancor calda prima 2524 I, XLIII | capitani antichi, i quali tutti giunsero l'ornamento delle lettere 2525 III, XLVII | certe commissioni; poi, giunta che fu sopra Oglio, che 2526 III, XXXII | contrastare, tolsero patto col giuppon solo e la camiscia uscir 2527 II, XLI | primo dí che gli parlano giurano non aver persona al mondo 2528 II, LXXX | affaticate in questo, ché senza giurare credo che non abbiate fede 2529 II, LXXX | da esser ferito, Peralta giurò che non avea addosso né 2530 IV, XLII | cortese, liberale, amico della giusticia; di modo che di cosí bon 2531 III, XXXV | nientedimeno il tutto ricuperò cosí giustificatamente e con tal modo, che i medesimi 2532 | gliene 2533 III, XVIII | le cose che son sotto 'l globo della luna, cosí calde come 2534 I, III | anni, come era visso, cosí gloriosamente morí; ed un figliolino di 2535 III, XIII | delle guerre e conseguitone gloriose vittorie; governato i regni 2536 II, LXIX | far ingiuria a lui -. Quiv gnora Emilia, pur ridendo, disse: - 2537 II, LXXIX | come sapete, son tutti dui gobbi, e fattogli Auditori, dicendo 2538 IV, LXVI | all'anima sua, ed ivi la goda e seco l'abbia giorno e 2539 II, XVIII | alcuni, che par che non godano d'altro che d'essere molesti 2540 IV, LXII | cieco giudicio del senso e godasi con gli occhi quel splendore, 2541 I, III | molto familiarmente viveva, godendosi della conversazione di quelli: 2542 III, LXXIV | benché esse ancor amino, pur godeno del tormento degli amanti, 2543 II, XCIV | altra satisfazione, che goderla ed averne ogni copia contra 2544 I, LIII | proposito, penso che molto piú godesse Apelle contemplando la bellezza 2545 II, LXX | Magnifico nostro qui che Golpino suo servitore era tanto 2546 II, LXXXIX | piacevoli di tal manera, come il Gonella, il Meliolo in que' tempi, 2547 III, XXXV | dalla regina Isabella; e Gonsalvo Ferrando, Gran Capitano, 2548 III, XXXIV | se venite al tempo che i Goti regnarono in Italia, trovarete 2549 IV, XXXVI | il governo a quelli che governan male; ché se i Romani, Alessandro, 2550 IV, XXVII | servi, con intenzione di governargli bene e dar loro l'ocio e ' 2551 II, XXIV | dato tal carico, debbo io governarmi secondo quella prima norma 2552 III, LXIII | sarebbe se una voglia sola governasse la sua e la mia anima. - 2553 IV, XXXV | che quei pastori che gli governassero e da essi fossero obediti, 2554 IV, XVIII | poco operar potrebbe, come governator di nave abbandonato da' 2555 IV, LXXIII | sparite, fuor che la dolce governatrice del ciel di Venere, che 2556 III, X | vogliate ancor che esse governino le città e faccian le leggi 2557 III, XXXIV | una regina Amalasunta, che governò lungamente con maravigliosa 2558 II, XXVIII | scioccamente come que' mutoli gozzuti delle montagne di Bergamo, 2559 I, XXXVII | Galba, Sulpizio, Cotta, Gracco, Marc'Antonio, Crasso e 2560 II, LVIII | un maestro per insegnar grammatica a' suoi figlioli, e poi 2561 I, XXXII | nella pronunzia ed ordine grammaticale in quello che si convien, 2562 I, XXXV | sono abusioni dalle regule grammaticali ma accettate e confirmate 2563 I, XLIII | che leggendo i fatti e le grandezze di Cesare, d'Alessandro, 2564 IV, XLV | cultivare e seminare d'ottimi grani l'arena sterile del mare, 2565 II, XXXIV | fecero per un tempo alla grappa, come i fanciulli delle 2566 III, VIII | Cosí, essendo un poco piú grassa o piú magra del ragionevole, 2567 IV, XXX | lo nutriscon bene e son grassi e freschi; che 'l mio, come 2568 I, XLVI | Napoli: - A questo modo il Grasso de' Medici averà gran vantaggio 2569 I, XL | quella sprezzata purità gratissima agli occhi ed agli animi 2570 II, XV | ed in ogni tempo saranno gratissimi, senza cantare o danzare; 2571 IV, LXXIII | che negli occhi sentisse gravezza di sonno, il che quasi sempre 2572 III, IX | motteggiare, in somma in ogni cosa graziatissima; ed intertenerà accommodatamente 2573 I, XXVIII | con suave accento in un groppetto duplicato, con tal facilità 2574 III, LXXI | Io vi prometto che queste grosserie non userà mai il cortegiano 2575 III, XVIII | questo procede da una certa grossezza di spiriti ottusi; però 2576 II, LXXXIX | contadino che aveva un paro di grossi caponi, fingendo volergli 2577 II, VIII | pur in questa parte erano grossieri; e cosí metteano la vita 2578 III, XLVIII | onore fu levato di quella grotta e portato alla sepultura 2579 II, XXXIII | piú se ne perde che non si guadagna -. Quivi disse messer Federico: - 2580 III, LVII | mettono ogni studio per guadagnarne piú che possono; però scorrono 2581 II, II | erano come religiosi; e guai a quello che avesse detto 2582 II, LI | Allor il bon omo rivolto, guardandolo quasi con maraviglia, stette 2583 III, LXX | cosa avvertito e prudente, guardandosi da alcune sciocchezze inette 2584 I, XXIX | proposito, son certo che si guardarebbe d'usar quelle parole antiche 2585 IV, XXXIV | errori, non è miglior via che guardargli dalle male consuetudini, 2586 II, XV | porge. Però deono i vecchi guardarse dal molto laudar se stessi 2587 IV, LXI | deve esser ben cauto e guardarsi di non ingannar se stesso, 2588 II, LXXX | addosso brevi o incanti che lo guardassero da esser ferito, Peralta 2589 IV, XI | questa nella ròcca di Iove guardata da custodi sagacissimi, 2590 I, XII | pur voi questa elezione; e guardatevi col disubedire di non dar 2591 I, XVII | minacci con quelle fiere guardature che spesso avemo vedute 2592 III, XLI | custodite con troppa stretta guardia, o battute dai mariti o 2593 III, LXII | Emilia: - Signor Unico, guardimi Dio pur di pensar, non che 2594 II, LXXXIV | tante n'ho ricevute, che mi guardo da ogni cosa, come i cani 2595 II, VIII | d'aver cavallo con vaghi guarnimenti, abiti ben intesi, motti 2596 III, XLVII | presa da una compagnia di Guasconi, quando giunse al fiume 2597 I, XXXII | lingua latina s'è corrotta e guasta, e da quella corruzione 2598 IV, XXI | di questi governi incorre guastandosi e corrumpendosi, è quando 2599 II, XXX | altri animali; e se alcuni guastano, come profani, questo santo 2600 I, XII | piacevoli: pur, per non guastar l'ordine, dico che chi volesse 2601 I, XXVII | cosí fermo per paura di non guastarsi la zazzera, o tener nel 2602 IV, XXIV | cosí gli animi corrotti e guasti rare volte scoprono i loro 2603 II, XCVI | voi, che sète grandissimo guerriero; però darò fine a questo 2604 IV, LX | solamente detto che si lassin guidare alla ragione; e da molti 2605 I, XXVIII | che la mano, senza esser guidata da studio o arte alcuna, 2606 IV, LIII | quella volgono il desiderio guidato da razional elezione, non 2607 II, XVII | con tanti, bisogna che si guidi col suo giudicio proprio 2608 I, XXVIII | piú avidamente attendono e gustano le perfette, e dilettansi 2609 IV, LXII | di bellissimi costumi e gustaragli con mirabil diletto; e questo 2610 II, XIV | nell'animo un certo abito la gustaran molto piú udendola, che 2611 I, LIV | che esso medesimo potesse gustare quel piacere ch'egli sentiva 2612 III, XLIII | era caro, s'astenne dal gustarli; e benché fosse presa e 2613 I, IV | credo che in altro loco si gustasse quanta sia la dolcezza che 2614 I, XLIII | eccetto quegli infelici che gustate non l'hanno. Qual animo 2615 III, XXIV | patito avea o troppo prospera gustato, in quella non perseverasse 2616 II, LXI | suggiunse:~ ~ Pascua quotque haedos, tot habet tua Roma cinaedos,~ ~ 2617 II, LXII | orazione che dice: Oremus pro haereticis et scismaticis. E 'l conte 2618 II, LIII | in burlar i Fiorentini, hammi compiacciuto in obedir voi, 2619 II, XCVIII | quando parlano da beffe, hassi il signor Gaspar lassato 2620 Intro | dal periculo del libro, hollo fatto imprimere e publicare 2621 III, XXXVII | quali non portano nove mesi ì figlioli in corpo -.~ ~ ~ 2622 Intro | secondo quella opinione, è la idea della perfetta republica 2623 Intro | mondo intelligibile e delle idee; tra le quali, sí come, 2624 III, XIX | disputando hanno confuso tanti idolatri: e se mi diceste che questo 2625 IV, III | dell'animo vostro quello che ierisera opposto mi fu, cioè ch'io 2626 IV, LXX | della rustica ferità, della ignavia, in somma principio e fine 2627 I, XVII | vituperosa al mondo e piena d'ignominia. Quanto piú adunque sarà 2628 III, XXXII | sdegno delle donne per cosí ignominioso bando, che con l'arme vennero 2629 III, LXX | se stesse e si tengon per ignorantissime, e par loro un'ora mill' 2630 IV, VIII | terra; e pur alcuni príncipi ignorantissimi dei governi non si vergognano 2631 II, XXXII | mostrarà inclinato ad un ignorantissimo, che non sappia né dir né 2632 I, XL | delicate e belle sono, mostrate ignude a tempo, secondo che occorre 2633 I, XLIII | venerazione Omero, che la Iliade sempre si teneva a capo 2634 IV, X | in compagnia di queste illecebre, qualche costume virtuoso 2635 III, LVI | stimulo che s'ha delle cose illicite, e si metta a periculo di 2636 IV, LIX | quella vera bellezza divina, illustra e fa bello ciò che ella 2637 I, XXXIX | Virgilio, che piú presto paiano illustrate che imitate; e ciò forse 2638 I, XV | che hanno con la virtú illustrato la posterità loro. E se 2639 II, XXIX | chi conosce l'uno, súbito imagina l'altro esser della medesima 2640 II, XXXIII | sentendone ragionar tanto imaginarete piú assai di quello che 2641 Intro | ma pur l'intelletto ad imaginarle; e se circa questo o altra 2642 III, LXI | strane, che non è omo che le imaginasse, e talor esse medesime non 2643 III, VIII | conformi a questa intenzione. Imaginatevi come disgraziata cosa saria 2644 III, XLVII | sorella, la quale non sapea né imaginava ciò ch'ella si volesse fare, 2645 II, L | le parole e gesti nostri imagini molto piú di quello che 2646 II, XXXIV | amava estremamente, súbito imaginò che costui fosse il piú 2647 II, XLVI | che fanno i pazzi e gli imbriachi e i sciocchi ed inetti, 2648 III, LXXII | innamorata finga d'essere imbriaco (vedete che bella manera 2649 I, LI | marmo; e questo naturalmente imita il pittore col chiaro e 2650 I, XXXVII | che molti sono i quali non imitano alcuno e nientedimeno pervengono 2651 I, XXXII | imitar gli antichi, non gli imitaremo. E Virgilio, che voi dite 2652 III, XXXV | avuto ardire non che di imitarla, ma pur d'averle invidia. 2653 III, XXXVII | però la bona voluntà di imitarle almen nel darsi piacere 2654 I, XXXIX | presto paiano illustrate che imitate; e ciò forse procede ch' 2655 I, XXXVII | si po che que' che erano imitati fossero migliori che que' 2656 I, XVI | perché sempre hanno infiniti imitatori, dal favor loro deriva grandissima 2657 Intro | giudicio da colui che io imitava; la qual cosa, secondo me, 2658 I, XXXVI | par bene che noi quelle imitiamo. Laudo ben sommamente coloro 2659 III, XXXIX | disonesto verso di lei, ma immaculata la rese al marito, facendole 2660 III, XLIII | mai per vinta, ma conservò immaculato il fior della onestà sua?~ ~ ~ 2661 IV, I | morte, pur in età molto immatura forní il suo natural corso: 2662 IV, LXVIII | non po esser capace della immensa bellezza universale. Onde, 2663 III, XL | come molti d'essi siano immersi nella impudenzia, che è 2664 IV, LIX | che son causa gli appetiti immoderati degli omini. Non negherò 2665 III, XIV | eternità ed in tal modo dona la immortalità ai mortali. Essendo adunque 2666 III, XLI | che piú d'una volta per la immutabile e troppo severa onestà d' 2667 IV, XXIII | dentro a se stesso ed osservi immutabilmente in ogni cosa la legge della 2668 II, XIII | tanto sarà meglio, senza impacciarsi molto di quelli che Minerva 2669 III, LXI | compiacciute, credo che bisogni impararlo dalle medesime donne, le 2670 IV, XXVI | insegnarli bisogneria ch'io prima imparassi. Pur, poiché a voi piace 2671 I, XXV | insegnarvi, non le avendo mai imparate, so che tutti lo conoscete. 2672 II, LXVI | questi esercizi, ma i signori imparavano da fanciulli la liberalità 2673 I, XXXVII | noi dalle lor scritture impariamo quello, che essi aveano 2674 II, XVII | fanciullo, confessandosi, imparò il nostro signor Morello -. 2675 I, VIII | parlare; chi diceva, - Io impazzirei nel pensare -; chi, - Nel 2676 I, VIII | di pazzia si crede ch'io impazzissi e sopra che cosa, giudicando 2677 II, LII | per li quali senza molto impazzo presto potrem trovar bona 2678 I, XXIII | Gonzaga, - non si dovria già impedir il corso di questo ragionamento; 2679 II, XIX | grati al signor suo, per non impedirgli quel riposo d'animo. Ma 2680 I, III | talmente tutti i membri gli impedirono, che né stare in piedi né 2681 IV, XXVII | siano mali ed acciò che non impediscano la tranquillità dei boni; 2682 I, XXXIV | perché la facilità non impedisce la eleganzia. Né io voglio 2683 I, LII | con quanta solennità gli imperadori antichi ornavano di pitture 2684 III, XXXIV | singular virtú; Teodora, greca imperatrice; ed in Italia fra molte 2685 III, XI | le donne siano mo animali imperfetti e per conseguente di minor 2686 III, III | del cortegiano è sempre imperfettissimo, se le donne, interponendovisi, 2687 III, XV | ed odia quella che lo fa imperfetto. Ed oltre a ciò grande argumento 2688 IV, XXXVIII | e d'ogni virtú, che se l'imperio di Cristianità sarà, come 2689 III, LXXIV | desiderio usano una certa imperiosa austerità di minacce mescolate 2690 I, XVII | opere in ogni tempo e loco, imperò che non è licito in questo 2691 III, III | il Frigio: - Certo è che impertinente e for di proposito è ora 2692 IV, XXVIII | tollerante, con l'animo saldo ed imperturbato a tutte le percosse di fortuna. 2693 II, LXI | Marc'Antonio al vescovo per impetragli qualche perdono. Il vescovo 2694 II, XVI | ragione, perché quel movimento impetuoso e súbito, senza parole o 2695 II, LXI | lettera: “Alla signora Emilia impia”. È ancora faceta cosa interporre 2696 IV, LXXII | angelo che col foco d'amor impiagò san Francesco, del medesimo 2697 II, LXXVII | stessa s'era ad un fico impiccata, un altro se gli accostò 2698 II, LXX | avvilito, per disperazione s'impiccò ad un trave della sua camera; 2699 Intro | difficile, par quasi una impietà. Perciò, se io non ho voluto 2700 IV, XXXVII | che tiranni crudeli ed impii, contra i quali aveano perpetua 2701 II, LXVIII | che 'l motteggiar non sia impio; ché la cosa passa poi al 2702 I, XXIX | pronuncia. E parmi che chi s'impone altra legge non sia ben 2703 I, XXXV | severi che gli antichi, imponemo a noi stessi certe nove 2704 I, VI | signor Gaspar Pallavicino, imponendogli che 'l suo dicesse; il qual 2705 III, LVI | miglior parte; e parmi che imponiate troppo dure leggi alle maritate, 2706 II, C | consiglio sia il vostro impormi impresa di tanta importanzia, 2707 IV, L | perché ora con più securtà v'imporremo il carico di parlare ed 2708 II, XXIV | pigliar sicurtà nelle cose importantissime di far a lor modo, e per 2709 III, LXIV | secreto, il quale mi pare importantissimo -. Rise messer Cesare e 2710 I, XLIX | io, perciò che di molta importanza la estimo, penso che dal 2711 III, LXVIII | secretamente quelle sole parole che importavano ed altamente tutte l'altre, 2712 IV, I | ragionamenti passarono privò morte importuna la casa nostra di tre rarissimi 2713 II, XLV | signori di ricusar cosa che imposta loro sia, dirò quanto piú 2714 II, LXV | messo fece l'ambasciata impostagli; e Cosimo, senza pensarvi, 2715 I, XXIV | carico dalla signora Emilia impostovi siete ancor con lo insegnarci 2716 I, XVI | nella mente degli omini imprima la bona opinion di sé, che 2717 I, XXXVII | intenerisce e penetra le anime imprimendo in esse soavemente una dilettevole 2718 IV, X | occupato in piacere onesto, imprimendogli però ancora sempre, come 2719 I, IV | E cosí nei circonstanti imprimendosi, parea che tutti alla qualità 2720 IV, LXXI | che 'l sacro furor amoroso improvvisamente m'ha dettato; ora che par 2721 I, IX | molti fu estimato fatto all'improvviso, ma, per esser ingenioso 2722 I, XVII | tutto la ostentazione e lo impudente laudar se stesso, per lo 2723 I, XVIII | biasmato il laudare se stesso impudentemente e senza rispetto; e certo, 2724 I, XLIV | dicono tali cose, che lo impudentissimo adulator se ne vergogna? 2725 II, XCVII | non sia cosí lungamente impunito -. Cosí rivoltandosi al 2726 IV, XLVI | il che non sarà ragion d'imputargli per diffetto, restando di 2727 I, XXV | prima che da natura non sia inabile, dee cominciar per tempo 2728 I, XX | ingegno si trovano, sono ancor inabili ad ogni esercizio di agilità, 2729 I, XXXIII | di ciò che vol dire, ed inalzarle, e come cera formandole 2730 III, XLV | in vita; l'altra, ardente inamorata, ritrovandosi tante volte 2731 III, XLII | respondervi ancor a questa inaudita continenzia d'Alessandro 2732 II, XVIII | nove fastidiose; non sarà inavvertito in dir talor parole che 2733 II, XCIV | altri, che in amore usano incantesini, malie e talor forza, talor 2734 III, XX | l'altro, far decapitare, incarcerare e proscrivere omini, esser 2735 III, XLII | senza riservo, s'è data incautamente in preda a cosí maligno 2736 IV, VIII | mali, morti, destruzioni, incendi, ruine, che si po dir la 2737 III, XXXVII | quale i figlioli sariano incerti, e quello legame che stringe 2738 IV, LIII | però loro crede e loro si inchina e da loro guidar si lassa, 2739 I, XLVII | quella cosí ardentemente incitato, che quasi contra sua voglia 2740 I, XLI | per quelli chi si fosse si incitava a voler conoscer ed imparar 2741 IV, LI | estremi, po per sua elezione, inclinandosi al senso o vero elevandosi 2742 IV, LXV | volte s'è detto, l'anima è inclinatissima ai sensi; e benché la ragion 2743 IV, LIX | è già che la bellezza le incline alla impudicizia; anzi le 2744 III, LIII | condicioni da voi attribuitele includino ingegno, sapere, giudicio, 2745 IV, XIII | delle quai avemo il seme incluso e sepulto nell'anima, e 2746 IV, LXXIII | consueto, ma per l'essersi incominciati molto piú tardi e per la 2747 III, XXXVI | modo supporta i calamitosi incommodi della misera povertà, che 2748 II, XXIV | contrapesare il male e la incommodità che gliene nasce, se per 2749 III, XXIV | levar la vita, per qualche incommodo che in essa sentisse, o 2750 I, XXXII | stata tra noi lungamente incomposta e varia, per non aver avuto 2751 IV, LXVIII | felicità che dai sensi è incomprensibile.~ ~ ~ 2752 III, XXII | figlioli in tanto pericolo, incontinente fece gittare il corpo d' 2753 III, XL | il sesso feminile esser incontinentissimo; né mai essi d'altro si 2754 III, LXVI | medesimo; perché i spiriti s'incontrano ed in quel dolce intoppo 2755 III, LI | presenzia loro andavano ad incontrar gli nimici con quell'animo 2756 III, XXXII | correndo verso la città incontrarono le lor donne fuor della 2757 II, LXI | molti altri gentilomini, s'incontrò in una brigata di belle 2758 IV, LXII | bellezza, per esser cosa incorporea e, come avemo detto, un 2759 III, LIV | esser mia creatura, non incorra in quegli errori ch'io ho 2760 IV, XXXIV | vietar che i populi non incorrano in questi errori, non è 2761 IV, LVII | come profano e sacrilego incorresse nell'ira di Dio; però, acciò 2762 IV, XVIII | meno la giustizia, vergine incorrotta, amica della modestia e 2763 IV, XXXIII | quasi custode ed esecutore incorruttibile di quelle; ed in tal modo, 2764 III, XXXIX | troppo amore, una donna sia incorsa; e cosí veder potete ch' 2765 II, XLI | tanta autorità, che ogni incredibil cosa a loro sia creduta. 2766 II, LXX | dicon cose che eccedeno incredibilmente la verisimilitudine; e di 2767 IV, XLI | credulità de' signori che dalla incredulità, la qual non solamente talor 2768 IV, XXV | la promessa; però non v'incresca dir quello che vi pare sopra 2769 III, LXXVI | contenzione, non perché m'increscesse vederne la vittoria in favor 2770 II, LXXXIII | adopra medicina, tanto piú si incrudiscono. Avendo adunque il cortegiano 2771 IV, LX | è una impudenzia fucata, indegna di cosí onorato e santo 2772 II, XXXVIII | tacere le disprezzano, come indegne che di lor si parli; e quasi 2773 IV, LXI | suggetto. E perché mi conosco indegno di parlar dei santissimi 2774 | indi 2775 II, LVI | la Republica delle simie indiane la mandasse in Portogallo 2776 III, LXXI | ridere e dir che costui era indignissimo d'esser chiamato gentilomo; 2777 III, VI | guardi, laudando se stessa indiscretamente, o vero con l'esser troppo 2778 II, I | cosí ai vecchi per la loro indisposizione, alla qual però non manca 2779 IV, LXIX | Questa è quella bellezza indistinta dalla somma bontà, che con 2780 I, XLVII | solamente gli animi umani indolcisce, ma spesso le fiere fa diventar 2781 II, XIII | donne, perché quegli aspetti indolciscono gli animi di chi ode e piú 2782 III, XX | avete voi, Signora, cosí ben indovinato ch'io parlava de' frati, 2783 II, XXVI | Macedonia, fu interpretato dagli indovini che questo significava, 2784 IV, LXIX | ne vola verso il cielo. Indriciamo adunque tutti i pensieri 2785 II, LXXXVII | saltò di groppa, e callatosi indrieto lo scapularo mostrò una 2786 I, I | ogni cosa prestar si potea indubitata fede. Né fia ancor fuor 2787 II, XXIX | intrinseca pratica; perché indubitatamente la ragion vol che di quelli 2788 I, X | che fosse quella che la inducesse a tal sdegno. Ché se qui 2789 III, XXVIII | non potendo tollerare lo indugio di vederlo con gli occhi 2790 I, XXIII | austerità per ora, accusando la indulgenzia vostra, sia causa che noi 2791 IV, XXXVI | principe, certo è ch'io non lo indurrei mai a cosa alcuna viciosa; 2792 III, VIII | di che sorte si sia, deve indurvisi con lassarsene alquanto 2793 I, IX | martíri degli omini, l'ha indutta con questo piccol segno 2794 III, XXXIX | di castigo, da che sono indutte la maggior parte di quelle 2795 IV, LXVI | rabbia dai quali spesso son indutti a tanto error, che alcuni 2796 I, XXXIV | parli, intenerirgli e quasi inebbriargli di dolcezza, e con tal facilità, 2797 IV, VII | il vero di cosa alcuna, inebbriati da quella licenziosa libertà 2798 IV, LXX | alcuna discordia di passione; inebriaci tu a quel fonte inesausto 2799 II, XIX | la mediocrità, tanto si inebriano in esso, che restano impediti 2800 IV, LII | cieca opinione, nella quale inebriati si sono, paia loro che in 2801 I, XXXVII | una religion e misterii ineffabili di questa lor lingua toscana, 2802 IV, VII | misura posti sopra basi inequali, per la propria gravità 2803 IV, LXX | inebriaci tu a quel fonte inesausto di contentezza che sempre 2804 III, IV | vana, non contenziosa, non inetta, sapersi guadagnar e conservar 2805 III, VI | facezie e burle. Non mostri inettamente di saper quello che non 2806 III, LXX | guardandosi da alcune sciocchezze inette nelle quali spesso incorrono 2807 I, XLVIII | fuor di tempo diventano inettissime e, per contrario, alcune 2808 II, XIV | donne del ridervi di quella inezia; e se vorranno i vecchi 2809 IV, XLIX | in essi sono pazzie ed inezie ridicule ed a chi le usa 2810 II, XLV | parlar di facezie non sia infaceto e fastidioso, forse bon 2811 IV, LII | inamorati adunque amano infelicissimamente, perché o vero non conseguono 2812 IV, LII | morire, in somma l'esser infelicissimo, son le condicioni che si 2813 I, III | giunto alli venti anni, s'infermò di podagre, le quali con 2814 III, LVI | sparge la maledetta furia infernale il seme del suo veneno, 2815 III, XXV | che si dicono esser nell'inferno. - Non credete voi, - rispose 2816 IV, LXVIII | quella luce comincia ad infiammarsi e tanto avidamente la segue, 2817 IV, LXIX | lingue dispartite di foco, l'infiammato carro di Elia, il quale 2818 III, LI | lor qualche parola che gli infiammava e gli facea piú che omini; 2819 I, XLIII | e di tanti altri, non s'infiammi d'un ardentissimo desiderio 2820 I, XLIII | alieno da ogni umanità, infidele e despregiator degli omini 2821 IV, XXXVIII | forze loro a subiugare gli infideli? non vi parrebbe che questa 2822 II, XXXI | assai lontano, cosí ben infilzava i ceci in un ago.~ ~ ~ 2823 I, LV | a saper tutto quello che infin qui è stato detto. Però 2824 I, II | ornamento v'aggiunse una infinità di statue antiche di marmo 2825 IV, LII | e termini di linee, vi s'infonde e si dimostra bellissimo, 2826 III, XVII | i cieli qua giú tra noi infondono il caldo solamente e non 2827 II, LXXXVII | cercando per alcune male informazioni che di lui s'erano avute, 2828 III, LVI | palazzo occorrerà questo infortunio che l'odio del marito o 2829 IV, XVII | non sforzando l'animo, ma infundendogli per vie placidissime una 2830 IV, IX | di questo, a poco a poco infundergli nell'animo la bontà ed insegnarli 2831 IV, LXX | d'udir i nostri prieghi, infundi te stesso nei nostri cori 2832 III, XVIII | gli omini. Del calore che infundono i cieli sopra noi non si 2833 IV, X | qualche costume virtuoso ed ingannandolo con inganno salutifero; 2834 IV, L | noi presuponiamo, non s'ingannaria pensando che a lui si convenisse 2835 II, XXVIII | alle opere, perché molti s'ingannariano; né senza causa dicesi quel 2836 III, LV | dicano le bugie e cerchino d'ingannarle; il che se cosí fosse, direi 2837 II, LXXXV | esca, talché l'omo corre ad ingannarsi da se stesso. Il primo modo 2838 II, XXXI | che per vincer denari, ed ingannasse il compagno e perdendo mostrasse 2839 I, IX | animo e con simulata pietà ingannatrice a niun'altra cosa intende, 2840 I, XXIII | ma abbiate cura che non v'inganniate, pensando forse meritar 2841 II, L | fosse vera, perch'io certo m'ingegnerei d'imitare piú presto il 2842 II, LXXXV | che si chiamava Castiglio, ingeniosissimo, musico, danzatore, ballatore 2843 IV, XIII | queste virtú potenzialmente ingenite negli animi nostri, se non 2844 I, XL | altro accidente tinta d'un ingenuo rossore, coi capelli a caso 2845 II, LXXXVI | Allora quel meschino súbito s'inginocchiò nel letto, e con infinite 2846 III, XXVI | della imagine di Diana s'inginochiò, e disse: “O Dea, tu che 2847 III, XLVII | velocemente la portava all'ingiú; ed ogni volta che la meschina 2848 Intro | tenerò io punto da loro ingiuriato.~III.~Altri dicono che, 2849 III, XL | e per il piú questi tali ingiuriosi a Dio ed alla natura sono 2850 IV, VII | loro per ogni via, giusta o ingiusta, ad occupar stati audacemente, 2851 IV, XXVIII | seconda loro arride, divengono ingiusti, intemperati e lassansi 2852 IV, XI | né cosí intemperante ed ingiusto, che essendone dimandato 2853 II, XXXIV | meschina, per esser troppo ingorda, bevvé quel veneno amoroso 2854 I, IX | scoprir gl'inganni d'una ingrata, la qual, cogli occhi d' 2855 III, XXXV | illustre, che se la fama non è ingratissima, sempre al mondo publicherà 2856 II, LXI | altrettante non ve n'erano, ingravidarono; e scoperta la cosa, il 2857 II, LXI | tentazion del diavolo aver ingravidate quelle cinque monache; di 2858 III, XXII | molti anni avea fatti loro inimicissimi. - Dite almen, - rispose 2859 III, XXX | Romulo concitato generale inimicizia de tutti i suoi vicini per 2860 III, XXII | crudeli ingiurie che esso iniquamente gli avea fatte lo meritavano; 2861 IV, XII | esser mai virtuosi; e troppo iniquità e sciocchezza saria castigar 2862 III, XLIV | di di quelle saria stato iniuria e non amore; e però non 2863 III, LVI | quelli che riprendon le donne innamorate de' seculari per averne 2864 IV, VIII | nostri príncipi venisse innanti un severo filosofo, o chi 2865 II, VII | e par che per una certa innata malignità molti, ancor che 2866 III, XXII | avessero compassione a quegli innocenti fanciulli, i quali non potevano 2867 IV, LVII | colombe una pura e simplice innocenzia; la malicia astuta nelle 2868 IV, XXIII | ignorante insegnare, né a chi è inordinato ordinare, né a chi cade 2869 I, XL | rossore, coi capelli a caso inornati e mal composti e coi gesti 2870 II, XVI | sopra di sé, senza que' modi inquieti che spesso in tal età si 2871 I, XLIX | tempio della Salute, gli inscrisse il nome suo; parendogli 2872 II, XLVIII | col dito a' compagni la inscrizion di quella, che era il nome 2873 II, XLVIII | quell'altra porta, mostrò la inscrizione d'un N, dui PP ed un V, 2874 IV, XII | pedagoghi non solamente insegnano lettere ai fanciulli, ma 2875 IV, XXXI | altre cose, Signora, gli insegnarei, pur ch'io le sapessi; e 2876 IV, XXV | ancora tutto quello che voi insegnareste al vostro principe, se egli 2877 I, XLVII | che la natura alle nutrici insegnata l'abbia per rimedio precipuo 2878 II, XXIII | un poco sopra questo, ed insegnateci come si possan discerner 2879 III, LIV | Disse messer Federico: - Insegnatele adunque quai siano i piú 2880 IV, LVI | quello che tanto gl'importa, insegnatelo a me e mostratemi come acquistino 2881 III, II | gran príncipi sotto diverse insegne, com'è quel di San Michele 2882 I, XXXI | satisfare al debito suo, insegnerà al cortegiano non solamente 2883 I, XXXII | facciam che 'l conte Ludovico insegni al cortegiano il parlare 2884 II, VIII | Ortona, - a me par che poco insegnino; ed io per me tanto ne so 2885 I, XIV | eccellente grazia e quella insensata sciocchezza si trova ancora 2886 II, XXVIII | occhi stupidi a foggia d'insensato, o che rida cosí scioccamente 2887 II, LXXVII | rametto de quel fico, per inserire in qualche albero dell'orto 2888 I, XXXIV | traportandole a proposito, quasi le inserisse come rampollo d'albero in 2889 IV, XXXIII | vivono securi di non essere insidiati; ed essendo questi mediocri 2890 III, LXVI | come alla guerra soldati insidiatori in agguato; e se la forma 2891 II, I | desiderio, paiono i piaceri insipidi e freddi e molto differenti 2892 II, XXXV | era perfettissimo, talor insipidissimo? e questo perché a voi era 2893 I, XIV | la natura in ogni cosa ha insito quello occulto seme, che 2894 III, V | non è omo tanto procace ed insolente, che non abbia riverenzia 2895 III, XXXIX | vittoria, la quale suol far insolenti ancora gli omini bassissimi; 2896 IV, XXVII | officio del bon principe instituire talmente i populi suoi, 2897 IV, XLVI | ancora che 'l cortegiano instituisca il principe, non per questo 2898 III, I | Grecia dai posteri poi furono instituiti, esser medesimamente di 2899 I, XXXII | essendo di quel modo dai primi institutori ordinati, non si mutavano 2900 II, XXX | difficilmente s'accordano tre instromenti di musica insieme, che dui. 2901 IV, XII | volte fosse gittato all'insú, mai non s'assuefaria andarvi 2902 II, XLII | talor i termini e diventano insulsi ed inetti, perché non han 2903 IV, XXIX | ché secondo che la virtú intellettiva si fa perfetta con la dottrina, 2904 IV, LXIX | cose; e non solamente alle intellettuali dona l'intelletto, alle 2905 IV, XXIV | amicizie, compagnie, né intelligenzie fra i cittadini, ma nutriscono 2906 Intro | lassando il disputare del mondo intelligibile e delle idee; tra le quali, 2907 IV, XI | sorte al mondo, né cosí intemperante ed ingiusto, che essendone 2908 III, V | una certa domestichezza intemperata e senza freno e modi da 2909 I, XXXIX | che essi ancora poco la intendano; e che e Virgilio e Cicerone 2910 II, XXIV | ingegnero, come quello che era intendentissimo, conobbe quel maggiore esser 2911 I, XXXIX | procede ch'io non son capace d'intendergli. Ma perché grande argumento 2912 IV, XLVI | quelle cose, non leva l'intenderle, ed avendole operate in 2913 II, LXXX | ed ancor piú, ma mostra intenderlo altramente. Come, essendo 2914 I, LV | quelle bone condizioni, intenderò ancora quali esse siano 2915 I, LII | dei maestri; e per quelli intendesi quanto fossero appresso 2916 IV, XLI | ma le molto minori, ed intendesse tutte le particularità appartenenti 2917 II, XXXVIII | scienzie, e per avventura n'intendevan poco. Di quello poi di che 2918 III, XXIII | se fate che noi altre le intendiamo, almen ce ne faremo onore -.~ ~ ~ 2919 II, XLV | auditori che molto meglio intendon quello che io ho a dire 2920 III, XLIII | ignoranti, i quali súbito che intendono una donna esser innamorata, 2921 I, XXXIV | la natura istessa parli, intenerirgli e quasi inebbriargli di 2922 I, XXXVII | piena di flebile dolcezza intenerisce e penetra le anime imprimendo 2923 I, I | quella affezione e desiderio intenso di compiacere, che nell' 2924 IV, LXVI | respira ed a quella tutta intenta si nutrisce di cibo dulcissimo, 2925 III, I | virtuose, ov'eran gli animi intenti e totalmente dediti; e di 2926 IV, LIII | fervor naturale comincia ad intepidirsi, s'accendono della bellezza 2927 III, LXXIV | di credere che egli sia intepidito, e fingendo novi suspetti 2928 I, LIII | piacer vostro non deriva interamente da quella bellezza, ma dalla 2929 II, LV | ella fosse dal ghiaccio intercetta; ed ancora il fiume era 2930 IV, XVIII | correndo l'omo cade, se interdicesse ad ognuno il correre. Eccovi 2931 I, XXXI | nel Boccaccio, che or son interlassate dalla consuetudine d'oggidí; 2932 III, LXXIII | suspetto, che quelle che fa per internunci; e perché gli animi umani 2933 III, III | imperfettissimo, se le donne, interponendovisi, non dànno lor parte di 2934 II, LXI | impia”. È ancora faceta cosa interporre un verso o piú, pigliandolo 2935 II, LXII | È medesimamente bello interpretare i nomi e finger qualche 2936 II, XXVI | foggia di Macedonia, fu interpretato dagli indovini che questo 2937 I, IX | avventura si gli darà qualche interpretazione da lei forse non pensata. 2938 III, LXIV | Allora messer Bernardo, interrompendo, - Certo è, - disse, - che 2939 I, XXXIX | sempre la signora Emilia lo interrompeva. In ultimo disse il Conte: - 2940 III, IX | ogni cosa graziatissima; ed intertenerà accommodatamente e con motti 2941 III, VI | colui con cui parla, per intertenerlo gentilmente, abbia notizia 2942 II, LXXXV | vedendosi che quelle signore l'intertenevano con tanto rispetto e tanto 2943 II, XV | saranno boni cortegiani ed interterrannosi bene con omini e con donne 2944 III, XLIII | vedere, e qualche volta intervenendo alle feste publiche ballar 2945 IV, LVI | donne son causa che al mondo intervengan infiniti mali, inimicizie, 2946 II, XLVIII | chiamano “burle”; nelle quali intervengon le narrazioni lunghe e i 2947 I, XX | necessarie tante sottilità, intervengono spesso differenzie tra un 2948 II, XXXIII | Cosí dubito ancor che possa intervenir del cortegiano. Però non 2949 I, I | proposito; e benché io non v'intervenissi presenzialmente per ritrovarmi, 2950 II, XXXIX | quali, benché forse siano intervenute senza colpa loro, portan 2951 II, LXXXIII | questo, certi casi novi, che intervenuti inducono il riso; talor 2952 II, XVIII | che gli sia grata; il che interverrà, se in costui sarà il bon 2953 IV, XI | continente e bono; il che non interverrebbe, se queste virtú imparar 2954 IV, XVI | cognizione, né lo sanno cosí intieramente come saria bisogno; però 2955 III, XLIII | dirò fratello, ma una sua intima sorella fussi stato, ma 2956 I, IX | a scoprire non volendo l'intimo desiderio suo, di uccidere 2957 III, LXXII | d'esserne innamorato, lo intingere un dito nel vino e scriverlo 2958 III, LXVI | incontrano ed in quel dolce intoppo l'un piglia la qualità dell' 2959 I, LII | campo a Rodi, e possendo intrar dentro appiccandole il foco 2960 II, XXIV | datogli: acciò che non gl'intravenisse quel che si scrive esser 2961 II, XXXVII | in Francia, e forse gli è intravenuto -. Rispose il marchese Febus: - 2962 IV, XVIII | fortezza, la quale lo fa intrepido e sicuro da ogni pericolo 2963 IV, XVII | distrugge i sediziosi nemici intrinsechi e dona lo scettro e dominio 2964 IV, XXIII | sempre non che familiare ma intrinsica, e con esso viva come parte 2965 II, XXIV | contentarsene. Pur con tal modo s'introduce una usanza d'estimar poco 2966 IV, XXXVII | città in paesi mal abitati, introducendovi il viver morale; e quasi 2967 II, XCI | quasi per forza in esse introducesse qualche bona qualità; e 2968 I, I | che la ragione ha forza d'introdur cose nove tra noi e cancellar 2969 IV, XXIX | quell'animo si deve prima introdurre e fondar le virtú con la 2970 I, XXXVII | di certi, i quali aveano introdutto una nova forma e figura 2971 Intro | INTRODUZIONE~Al reverendo ed illustre 2972 II, XIX | XIX.~ ~Non cercherà d'intromettersi in camera o nei lochi secreti 2973 II, LXXXVI | veggiamo se forse gli si fosse inturbidata la vista”. Allor quel meschino 2974 II, XXXVIII | certa durezza superba ed inumana, come hanno alcuni, che 2975 I, XXXVII | figura di dire, bella, ma inusitata agli altri oratori di quel 2976 III, XXXVIII | poiché questa opinion è invalsa, parmi che conveniente cosa 2977 I, XXXVI | durano bone un tempo, poi s'invecchiano ed in tutto perdono la grazia; 2978 III, XXVIII | appresso agli omini sono state inventrici di tai cose, che hanno meritato 2979 I, IX | con ogni sorte di tormento investigar di sapere il vero da' malfattori; 2980 IV, XLVII | cosí mala natura, che sia inveterato nei vicii, come li ftisici 2981 IV, LXXIII | dalla signora Duchessa, s'inviarono verso le lor stanzie senza 2982 II, II | corti non regnano altro che invidie e malivolenzie, mali costumi 2983 II, XXXV | sia; oltra che son tanto invidiose tra sé, che se costui fosse 2984 II, X | veduti, in un suo giardino ed invitagli con grandissima instanzia 2985 II, XXXVI | gran gloria; e se talor invitano a cotai sue piacevolezze 2986 III, LIV | modo, che è piú presto un invitare d'amore quelli coi quali 2987 III, XLIII | copioso di dolcissimi frutti, invitata dall'ardentissimo suo proprio 2988 III, L | colombe, da cosí dolce esca invitate. E che gran cosa è adunque 2989 III, V | esse con que' modi siano invitati a passar piú avanti, e spesso 2990 III, XXXVI | mostrar potessero i piú invitti animi che mai fossero al 2991 III, L | che molte se ne trovano invittissime, che ai continui stimuli 2992 I, III | sapientissimo e l'animo invittissimo, parea che ciò che incominciava, 2993 II, LXIII | andar a Bologna, che tutta è involta nei travagli?” Rispose il 2994 I, V | Bibiena, l'Unico Aretino, Ioanni Cristoforo Romano Pietro 2995 I, XLVII | fatica fa piacevole; questo è iocundissimo trastullo dopo le piogge, 2996 III, XX | fanno oggidí molt'omini ippocriti maledetti, i quali, scordati 2997 I, XIV | esempio, vedete il signor don Ippolito da Este cardinal di Ferrara, 2998 III, XXVI | pensasti esser mio marito, in iscambio del letto nuziale dà ordine 2999 I, XXXVII | come si scrive ne' Greci di Isocrate, Lisia, Eschine e molt'altri, 3000 III, LIV | bisogneria mandargli all'Isola Ferma, sotto l'arco dei 3001 III, XXII | contarei a questo proposito la istoria d'Ottavia, moglie di Marc' 3002 I, XLIV | non meno negli oratori ed istorici ed ancor esercitato nel 3003 II, VIII | stancano. Però fu un nobile istrione antico, il qual per questo 3004 I, XXXV | toscana antica, sarebbe italiana, commune, copiosa e varia, 3005 IV, XXVII | hanno aúta la pace sono iti in ruina e hanno perduto 3006 II, LXXXVI | una burla a questo che era ito a letto. Onde, sentendo 3007 IV, XXXII | calamità delle leggi e dei iudici, e la colpa d'ogni loro 3008 III, VIII | deve questa donna aver iudicio di conoscer quai sono quegli 3009 III, XXXI | la festa delle Ancille a Iunone, perché le ancille già liberarono 3010 II, LXVI | che di raro si trova mai iurisconsulto che litighi, né medico che 3011 II, LXXIX | Rota, disse messer Latin Iuvenale: “Nostro Signore s'inganna,