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| Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText - Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale
Libro, Capitolo grigio = Testo di commento
3012 | iuxta
3013 II, XXXV | quella era composizion di Josquin de Pris. Ma che piú chiaro
3014 IV, LXX | fidata guida in questo cieco labirinto mostraci il vero camino.
3015 III, XII | maggior parte delle opere laboriose e di forza, i piú gagliardi
3016 IV, LXIV | basciando vennegli l'anima ai labri per uscir del corpo. E perché
3017 II, LXXV | impiccato per un piè insieme col laccio, che cosí morto trovato
3018 I, XLVII | musica approvò. E leggesi i Lacedemonii bellicosissimi ed i Cretensi
3019 III, XXIII | crudelissimi tormenti fusse lacerata, mai non palesò alcuno dei
3020 Intro | castigato per mia mano che molto lacerato per man d'altri. Cosí, per
3021 II, LXIII | marano. Disse ancor messer lacomo Sadoletto al Beroaldo, che
3022 II, XXXVIII | in alcun mal costume, né laido e mal assettato nel vivere,
3023 III, LXIX | quella donna che amano, si lamentano e dolgono cosí acerbamente
3024 II, LXXVII | rubato i miei denari; io mi lamentarò al signor Duca”; e facea
3025 II, LXXV | da un fastidioso, che si lamentava che alcuni suoi vicini con
3026 II, XLVII | molta importunità e voce lamentevole gemendo replicò piú volte
3027 III, L | casa gittar sospiri e voci lamentevoli. Se per avventura parlar
3028 I, XIV | nobiltà è quasi una chiara lampa, che manifesta e fa veder
3029 I, LI | tempesta di mare, non que' lampi e saette, non lo incendio
3030 I, XXI | cavalli asperi, il correr lance e 'l giostrare, sia in questo
3031 II, X | villani e con essi giocano a lanciar la barra, lottare, correre
3032 IV, XVIII | la ragione debilissima e languida, di modo che poco operar
3033 III, LIX | mostrano una certa passion languidetta, che promette poter facilmente
3034 I, XIX | atto siano tanto teneri e languidi, che le membra siano per
3035 III, L | parlano, col viso afflitto e languido, con quegli accesi sospiri,
3036 II, XLVII | vedersi inanzi una persona che languisca in miseria e in van le domandi
3037 III, XXXII | portassero lo scudo e la lanza e lassassero i panni, e
3038 II, LV | accostavano, se non quanto era largo il fiume. Cosí conosciutisi
3039 I, XLIV | bon giudicio, che non si lasci dar ad intendere il nero
3040 II, XIV | questi esercizi si deono lasciare prima che dalla età siamo
3041 I, XXIV | ognun facilmente in ciò si lasciarebbe persuadere, perché per la
3042 II, IV | bastanza sia risposto. Però lasciaremo questo discorso, forse ormai
3043 II, XIV | sforzati a nostro dispetto lasciargli. - Meglio è adunque, - rispose
3044 II, XLV | non è possibile tenerlo, lasciarò disputare a Democrito; il
3045 II, XXXI | assiduamente e per quello lasciasse l'altre cose di maggior
3046 II, LXXXII | governatore”. Allor il Papa, “Lasciategli dire”, rispose, “ché son
3047 II, LXXXIX | a cui annodò il spago; e lasciatolo in tal modo, cheto cheto
3048 II, LXXXI | quale discortesemente lo lasciava stare in piedi, ed esso
3049 I, XVII | de' circunstanti, scornato lasciollo nella sua sciocca prosunzione.
3050 II, LXXXIII | publico, altre hanno del lascivetto, altre fanno ridere súbito
3051 III, V | ragionamenti ancor un poco lascivi, che ritrovandovisi se ne
3052 IV, IV | gioventú e ridurla a vita lascivissima; onde nascono poi questi
3053 III, XLIV | in tal caso ogni suo atto lascivo verso di di quelle saria
3054 III, LXIX | punti da qualche gelosia, si lassan di tal modo trasportar dal
3055 III, XXXII | occorreno alla memoria, lassandone molte ch'io potrei dire; -
3056 IV, XXVIII | ingiusti, intemperati e lassansi corrumpere dai piaceri;
3057 II, LXVII | vincerebbe tanto paese, che non lassarebbe che vincere a lui; cosí
3058 IV, XVIII | fossero in tutto levati, lassariano la ragione debilissima e
3059 II, LXII | sua utilità, perch'io le lassarò dui officii”. “E che offici
3060 III, VIII | sia, deve indurvisi con lassarsene alquanto pregare e con una
3061 IV, XXXVI | al grado suo, che non gli lassasse in parte alcuna diminuire
3062 II, LXXXVII | piangendo mi pregava ch'io lo lassassi scendere, e non facessi
3063 I, XXXIX | saprete ritaccarlo ove lo lassaste, non farete poco -.~ ~ ~
3064 I, VI | per lo piú delle volte ne lassava il carico alla signora Emilia.
3065 IV, L | interviene ai giovani; e cosí non lasseria d'insegnare al suo principe,
3066 IV, LX | ma solamente detto che si lassin guidare alla ragione; e
3067 III, LII | non la voglion cosí fatta, lassinla a me -.~ ~ ~
3068 III, LXV | la Voluntà di lei, che le lassino modo ed uno certo esito
3069 II, XXIX | animi nostri sono tante latebre e tanti recessi, che impossibil
3070 IV, LVIII | navi, quanto la prora, i lati, le antenne, l'albero, le
3071 II, LXXIX | indrizzare la Rota, disse messer Latin Iuvenale: “Nostro Signore
3072 I, XXXII | divise ed alcune tinte di latinità pervenute per diversi camini
3073 II, LXI | piú dotto nella lingua "latrina", che nella greca”. Ed a
3074 I, XLVII | il quale egli nutrí dallo latte e dalla culla, fu la musica;
3075 IV, XII | il mal dell'unghie e lo lattume dei fanciulli e lassassero
3076 I, XXVII | nostro ha pur trovato chi laudarà la foggia del suo danzare,
3077 I, XXIV | dica. Però, secondo che col laudarci molto questa qualità a tutti
3078 III, LXXVI | Magnifico e messer Cesare a laudarle forse un poco piú che 'l
3079 Intro | furono sempre constretti a laudarlo; e quelle disgrazie, che
3080 II, XXIV | secondo il desiderio, bisogna laudarne la ventura e contentarsene.
3081 IV, LIX | dicendo che gli è bello; laudasi dicendo: bel cielo. bella
3082 III, XXXIX | udendo solamente uno che laudava con troppo efficacia la
3083 IV, XXVII | periculo e con dignità e godere laudevolmente questo fine delle sue azioni
3084 II, LXV | nido”. Con una metafora laudò ancor messer Camillo Porcaro
3085 III, LII | fatto se l'amor di madonna Laura da ciò non l'avesse talor
3086 II, XL | Cesare portasse volentieri la laurea per nascondere il calvizio.
3087 III, XLVIII | con una corona in testa di lauro, accompagnato da un numero
3088 II, LXXIII | avea per non bagnarle nello lavar delle mani e cosí le diede
3089 IV, L | consiglio allo Eremita del mio Lavinello -. Allor la signora Emilia,
3090 II, LI | palazzo, che tuttavia si lavorava , disse: “Signor mio, io
3091 II, II | amorevole tra tutti, una sicurtà leale; e che nelle corti allor
3092 III, LIV | Ferma, sotto l'arco dei leali innamorati. Ma acciò che
3093 III, XLVII | che seco avea recata per legar le spiche; e benché la corda
3094 IV, XLI | far far pace tra essi, e legargli insieme di parentati; di
3095 II, XL | d'un bon orefice, che col legarla bene la faccia parer molto
3096 III, XLIII | e benché fosse presa e legata ignuda nella stretta catena
3097 III, XIX | potete vedere, massimamente legendo san Ieronimo, che alcune
3098 III, I | nostro; ché non è alcun che legga le maravigliose cose degli
3099 II, XXXIV | aperse questa lettera, e leggendola comprese ch'era scritta
3100 II, XXVIII | giudicio che fosse un vano e legger omo quello amico nostro,
3101 III, VIII | sorte, che non paia vana e leggera. Ma perché alle donne è
3102 IV, IV | cantar e giocare, fossero leggerezze e vanità, ed in un omo di
3103 II, XXIV | mille altri ignoranti e leggeri pigliar sicurtà nelle cose
3104 III, XXXVIII | medesimi peccati in noi siano leggerissimi e talor meritino laude,
3105 III, XXV | mogli. Quando vedeste voi o leggeste mai che un marito facesse
3106 III, LXXII | saperne piú, andate e sí vi leggete Ovidio. - E come, - disse
3107 II, LII | prelibato”, disse a colui che leggeva: “Fermatevi un poco qui,
3108 IV, LXII | appresenta, compagnato da leggiadri costumi e gentil maniere,
3109 II, VIII | arme non meno attillato e leggiadro che sicuro, e pascer gli
3110 I, XXIX | sempre presenti a quelli che leggono, come quelli che parlano
3111 II, XXX | stretto non comprenda o leghi piú che dui, ché altramente
3112 II, XCII | fu? E quell'altra che si legò lo spago al dito del piede
3113 II, XXIX | e Piritoi, né Scipioni e Lelii; anzi non so per qual destin
3114 I, XXXVII | Latini poi quel Carbone, Lelio, Scipione Affricano, Galba,
3115 I, XXXVII | pittura sono eccellentissimi Leonardo Vincio, il Mantegna, Rafaello,
3116 IV, XII | delle fiere, orsi, lupi, leoni, e possano con quella insegnare
3117 II, LXXI | Disse ancora messer Nicolò Leonico per tassar un tiranno ch'
3118 III, XXII | ch'Armonia, figliola di leron siracusano, volse morire
3119 II, XXXIV | e piene di foco che ella lesse, prima la mossero a compassion
3120 III, XXVII | non dover mai piú vedere, letta la lettera, alzò gli occhi
3121 I, XXX | scrittura e fanno che 'l lettore va piú ritenuto e sopra
3122 II, LXXVIII | ancor Rafaello de' Pazzi una lettra del Priore di Messina, che
3123 II, XXXIX | deliberato dargli di quelle una lettura, non volse mai, a persuasion
3124 III, XXXII | in esilio, pervenute in Leuconia, fecero un atto non men
3125 II, III | come pieni de vicii perché, levando quelli, levariano ancora
3126 IV, XIII | cultivi e loro apra la via, levandoci d'intorno le spine e 'l
3127 IV, XXIII | gli parli dentro al core, levandogli quelle perturbazioni che
3128 IV, XIII | e dilucidi quell'anima, levandole il tenebroso velo della
3129 II, LXIX | ragionar d'altro; e voi volete levarglielo. Ed io per me sonomi trovato
3130 II, XI | dovero quando fosse bisogno, levaria l'autorità al vero e pareria
3131 II, III | perché, levando quelli, levariano ancora le virtú; e ricordinsi
3132 III, LXX | gli deve porger la mano e levarlo del pericolo; ma quando
3133 I, XIX | essere, acciò che io possa levarmi di questo dubbio e star
3134 III, XX | io, per non ascoltarvi, levarommi di qui -.~ ~ ~
3135 II, LXXXVI | voi dite le bugie”. Li due levaronsi ed andarono a letto tentoni,
3136 III, LXX | finir quel ragionamento e levarsegli davanti; altri si vantano
3137 II, IX | parvele un'ora mill'anni levarselo da canto, temendo quasi
3138 I, XXXVIII | Cornelio e d'un di Silio si levassero tutte quelle parole che
3139 IV, XX | ragionevole che ella ci sia levata, né che un omo piú dell'
3140 I, XXVIII | che in tutto non ne sono levate ancora le vivande -. Rise
3141 III, XLVIII | con grandissimo onore fu levato di quella grotta e portato
3142 II, LVI | di taffetà, e prestamente levatoglielo, in un medesimo tempo con
3143 II, LXXXIV | fuggir un tristo albergo, vi leviate un poco piú per tempo che
3144 I, XI | passato mal fosse stato levissimo a rispetto di quello ch'
3145 IV, XXXVI | severità; dovesse essere liberalissimo e splendido e donar ad ognuno
3146 III, XXVII | pericolo e deliberò o morir o liberar il padre; la qual cosa gli
3147 III, XXVII | tentati alcun altri modi di liberarlo, e dove esso medesimo già
3148 III, XXXI | Iunone, perché le ancille già liberarono Roma dalle insidie de' nemici.
3149 IV, XXXVII | magnanimi eroi; e però per aver liberato il mondo da cosí intollerabili
3150 III, XXVII | moglie e le fece intendere la liberazion sua, e dove era, e come
3151 III, XXVIII | pericolosa e desiderata liberazione. Però non dovete già allegar
3152 III, XXVII | furono in capo d'un tempo liberi e ritornarono a casa; e
3153 I, IV | donne, con le quali si aveva liberissimo ed onestissimo commerzio;
3154 II, LXX | prestamente tagliò la fune e cosí liberollo dalla morte; da poi l'avaro,
3155 III, XXIII | come fu di quella Epicari, libertina romana, che essendo consapevole
3156 I, IX | cosí velenoso serpe nella Libia arenosa, che tanto di sangue
3157 IV, XXXIV | avarizia, superbia e crudeltà o libidine dei superiori; talor dal
3158 I, XII | pareranno convenienti sia licìto a ciascun contradire, come
3159 I, XLVII | loro giovar sommamente. Licurgo ancora nelle severe sue
3160 III, XXVI | disegno suo riuscito, tutta lieta a piè della imagine di Diana
3161 I, X | Cosí, dopo l'aver dato un lieto applauso in laude del sonetto
3162 I, XLVII | a filare o a tessere si lieva, dal sonno si diffende e
3163 II, XXIX | altra cosa parmi che dia e lievi molto la riputazione, e
3164 III, XXVII | cautamente, che prima fu in Ligorno, che si risapesse in Barberia
3165 II, XLIII | giudicio poi e l'arte i lima e corregge, e fa elezione
3166 IV, LXX | chi bee delle sue vive e limpide acque dà gusto di vera beatitudine;
3167 I, XIX | ad ognuno, avvenga che i lineamenti d'esso non siano molto delicati;
3168 IV, LXV | riscaldandogli il core risveglia e liquefà alcune virtú sopite e congelate
3169 II, LV | ghiacciate, cominciarono a liquefarsi e descender giú mormorando,
3170 III, XXVIII | che fu maestra di Pindaro lirico; e di Corinna e di Saffo,
3171 II, LXII | signora che usava un certo liscio che molto lucea, perché
3172 IV, XLI | di levare ed abbreviar le liti tra i sudditi; di far far
3173 II, LX | sue proprie arme; come un litigante, a cui in presenzia del
3174 II, LXVIII | italiano); poi la dote si litigherà a bell'aggio”. Vedete che
3175 II, LXVI | trova mai iurisconsulto che litighi, né medico che pigli medicina,
3176 IV, XLVII | bisognoso d'una universal litura che di mutazione o correzione
3177 I, XXXV | Già non fu rifutato Tito Livio, ancora che colui dicesse
3178 I, VI | ad obedire, vi faccio mia locotenente e vi do tutta la mia autorità~ ~ ~
3179 IV, XVII | vince, senza dubbio è piú da lodare, pur che questa vittoria
3180 III, XXXV | publicherà le immortali sue lode, e farà fede che alla età
3181 II, LXXXIX | Ed in vero questo modo è lodevole in omini che non facciano
3182 IV, LVIII | e gli architravi le alte logge e palazzi, né però son meno
3183 IV, XIII | d'intorno le spine e 'l loglio degli appetiti, i quali
3184 II, XXVIII | Voi sète troppo sottile loico. Ma per dirvi come io intendo,
3185 Intro | il che non si nega), la lombarda o qualsivoglia altra non
3186 I, L | statuaria, è però molto longeva, e tanto che dura è assai
3187 III, XXXIV | poi Teodelinda, regina de' Longobardi, di singular virtú; Teodora,
3188 III, LXVI | tira a sé ed alletta chi da lontan la mira, fin a tanto che
3189 III, XXVIII | voglio cercar le cose tanto lontane. Dicovi ben, lassando il
3190 I, XXXIV | fa la prova si gli trovi lontanissimo. Io vorrei che 'l nostro
3191 II, X | villano, e massimamente alla lotta; però credo io che sia ben
3192 III, VII | antichi s'usava che le donne lottavano nude con gli omini; ma noi
3193 II, LXII | un certo liscio che molto lucea, perché in quel volto, quando
3194 IV, LXV | fatti della piú pura e lucida parte del sangue, i quali
3195 II, LXV | sète, di molto piú bello e lucido metallo, che alcun degli
3196 I, LII | stato da' Ateniesi mandato a Lucio Paulo per ammaestrargli
3197 I, XIV | natura per dispetto o per ludibrio produtti gli abbia al mondo.
3198 II, LXV | metter nel mio”. E 'l re Luigi, che oggi è re di Francia,
3199 III, LXXVI | debito; oltre che per la lunghezza del ragionamento avemo perduto
3200 Intro | che la natura promettesse lunghissima vita. Ma quello che senza
3201 III, LIX | speranza, amano quelle vaghe e lusenghevoli, tanto delicate e tenere,
3202 III, XI | nemiche, cosí come voi col lusingarle falsamente volete guadagnar
3203 IV, XLI | eccessive delle donne, al lusso, alle pompe nelle gioie
3204 II, LXXIX | LXXIX.~ ~Ridesi ancor d'alcune
3205 II, LXXVIII | LXXVIII.~ ~È ancor bello quando
3206 II, LXXX | LXXX.~ ~Ridesi ancor spesso quando
3207 II, LXXXI | LXXXI.~ ~Spesso si dice ancor
3208 II, LXXXII | LXXXII.~ ~Ridesi ancor quando l'
3209 II, LXXXIII | LXXXIII.~ ~Potrei forsi ancor, signori,
3210 II, LXXXIV | LXXXIV.~ ~Ma voi, messer Federico,
3211 II, LXXXIX | LXXXIX.~ ~Or, come avemo detto,
3212 II, LXXXV | LXXXV.~ ~E' parmi che la burla
3213 II, LXXXVI | LXXXVI.~ ~Di questa sorte burle
3214 II, LXXXVII | LXXXVII.~ ~Dell'altra sorte di burle,
3215 II, LXXXVIII| LXXXVIII.~ ~E cosí essendosi per
3216 I, VII | che tutti abbiano qualche macchia, qual vicio ancor vorrebbe
3217 III, XXX | pregandogli che non volessero macchiarsi le mani del sangue de' soceri
3218 IV, XLVII | qual tanto tempo già era macchiato, non volse operarvi i modi
3219 IV, XLVI | malèdici ed a tutti coloro che machinassero di corromper l'animo di
3220 III, XLVI | la millesima parte delle machine ed insidie, che per espugnar
3221 I, XIV | camino dei sui antecessori, macula il nome della famiglia e
3222 II, XL | giudicio e con l'arte le maestrevoli mani spesso aggiungon grazia
3223 IV, LXXII | ricordarvi che a santa Maria Magdalena furono rimessi molti peccati
3224 II, LV | come la neve dai monti il maggio; e cosí súbito furono intese
3225 II, LXIII | discipulo, disse: “Domine magister, Deus det vobis bonum sero”;
3226 IV, XV | fortuna, senza operar timone o magisterio alcuno di calamita per salvarsi.
3227 III, XXX | Roma, mercè delle sagge e magnanime donne; le quali in tanto
3228 IV, XXXVII | perpetua e mortal guerra questi magnanimi eroi; e però per aver liberato
3229 IV, XXXVI | príncipi liberali; far conviti magnifici, feste, giochi, spettacoli
3230 III, VIII | un poco piú grassa o piú magra del ragionevole, o bianca
3231 II, LXX | suo servitore era tanto magro e secco, che una mattina,
3232 II, LXXIX | un beneficio, essendo poi malato un altro prete, disse Antonio
3233 II, XXII | bene: non invidioso, non maldicente; né mai s'induca a cercar
3234 III, LVI | concordia e d'amore, sparge la maledetta furia infernale il seme
3235 III, XX | oggidí molt'omini ippocriti maledetti, i quali, scordati o piú
3236 III, IV | superba, non invidiosa, non malèdica, non vana, non contenziosa,
3237 II, XVIII | veramente odiosa. Non sarà malèdico, e specialmente dei suoi
3238 II, LXXXVI | cominciò a desperarsi e maledire e biastemare fieramente;
3239 II, LXXXVI | perdonasse le biastemme e le maledizioni che gli avea date per aver
3240 II, LXI | sua e la pena preparata al malfattore”.~ ~ ~
3241 IV, LV | vedute molte belle donne malissime, crudeli e di spettose;
3242 III, XXV | dirò le male parole, ma i malissimi fatti dei mariti! ch'io
3243 II, II | regnano altro che invidie e malivolenzie, mali costumi e dissolutissima
3244 II, LVI | al gentilom, con una nova malizia volse assicurarsi di non
3245 II, III | asciutto il capo, che sanno piú malizie che in que' tempi non sapeano
3246 II, LXXVII | omini da bene? vattene in malora”: e queste parole accompagnò
3247 III, LXXIV | ognun pensi che, poiché cosí maltrattano quelli che son degni d'essere
3248 II, LXIII | Beroaldo súbito rispose: “Tibi malum cito”. Essendo ancor a tavola
3249 III, XLVIII | operando il soccorso della malvagia femina che quivi l'aveva
3250 IV, XI | esser tale; anzi ognuno, per malvagio che sia, ha piacer d'esser
3251 IV, XI | brutti; ché, benché questi mancamenti si possano imputare alla
3252 III, XVIII | all'ultimo grado, il quale, mancandoli il nutrimento, pur si risolve;
3253 II, LXXXVI | qualche medico, e non ti mancaremo di cosa alcuna possibile”.
3254 I, XLIX | essere stato pittore. Non mancarono ancor molti altri di chiare
3255 II, XLII | voler fuggir fatica, che da mancarvi ragionamenti. Però, acciò
3256 III, XLIII | propria, che la onestà. Né le mancavan modi e vie da satisfarsi
3257 III, I | forse per l'avvenire non mancherà chi per questo ancor porti
3258 II, XI | novità viene ai spettatori mancheria in gran parte, ché ad alcuno
3259 III, LV | condicioni è che mai non manchino parole; e gli innamorati
3260 II, XXXVIII | si sente in qualche parte manco diffidarse però di se stesso,
3261 III, XXXI | il Capitolio, onde poco mancò che i Romani tutti non fussero
3262 II, XLII | che si siano, in tutto mi mancono -. Allor disse ridendo il
3263 II, LXV | forauscito di Fiorenza e mandandovi un suo per altri negozi,
3264 II, XXXIII | dar queste aspettazioni e mandar innanzi quella fama; perché
3265 III, LIV | ridere; però bisogneria mandargli all'Isola Ferma, sotto l'
3266 II, LXXXV | desiderio di parlargli, e súbito mandarono per esso; e dopo le onorevoli
3267 II, LVI | Republica delle simie indiane la mandasse in Portogallo per acquistar
3268 II, XXXIV | giovane a lei fosse stata mandata. E come talor interviene
3269 IV, XXXIX | divini príncipi siano da Dio mandati in terra e da lui fatti
3270 II, LXXIX | Che stai tu a far, che non mandi per quel tuo notaro, e vedi
3271 II, XXIV | conveniente a far quella machina, mandollo a Muziano. Esso, intendendo
3272 Intro | l'abbiate dopo la morte, mandovi questo libro come un ritratto
3273 II, VIII | per andar a pigliar una mandra di pecore, come per esser
3274 I, XXVIII | esempi, eccovi che un uom che maneggi l'arme, se per lanzar un
3275 II, XL | voi ancora, che di dui che maneggian l'arme quel che batte il
3276 IV, XVI | quali, non sapendo, talora mangiano qualche cibo stomacoso e
3277 II, V | il signor Prefetto che si mangiasse e tutti i gentilomini condusse
3278 II, LXXI | un d'essi, dapoi che ebbe mangiato tutto un minestro, disse: “
3279 II, XXXVIII | profession d'esser gran mangiatore, né bevitore, né dissoluto
3280 II, LXIII | altro Spagnolo, che pur vi mangiava, per domandar da bere: “
3281 II, XXVII | ai Veneziani il portar le maniche a cómeo ed ai Fiorentini
3282 III, LXVI | cortegiano possa di questo modo manifestare in gran parte l'amor alla
3283 III, XXIX | mitigarono quel primo impeto; poi manifestarono loro quietamente la causa
3284 II, XXIV | sentenzia con lo esempio di Manlio Torquato, che in tal caso
3285 III, VIII | che si senta aver maniera mansueta e grave, deve ancor accompagnarla
3286 I, XLVII | spesso le fiere fa diventar mansuete; e chi non la gusta si po
3287 IV, XII | industria trovato arte per far mansueti gli ingegni delle fiere,
3288 I, XXXVII | eccellentissimi Leonardo Vincio, il Mantegna, Rafaello, Michel Angelo,
3289 II, LXXXVII | maschera, col volare del mantello e scuotere il capo innanzi
3290 III, LXXIV | amanti del tutto; ma per mantenergli continuamente nelli affanni
3291 III, LXIX | acquistarla, vagliano ancor per mantenerla; e tutto questo consiste
3292 III, XXXVII | metter ogni lor forza per mantenerse in questa sola virtú della
3293 II, XVI | debile e fredda età e la mantenga in quello stato mediocre,
3294 III, XXXIX | donne che in tal virtú si mantengono; le quali però ancor con
3295 I, XVI | dí ci hanno ingannato, e mantenuto negli animi nostri quella
3296 II, XXXII | facilmente con l'opere si mantiene ed accresce; oltra che si
3297 III, XLVII | molti mesi fa, a Gazuolo in Mantoana, essendo ita con una sua
3298 II, XLVIII | Antonio Agnello, vostro mantuano, signora Duchessa, e ragionando
3299 III, XIII | eloquentissimamente? Dell'opere manuali saria lungo narrare, né
3300 II, LXII | parte di fuggir dall'arme, maravegliomi che egli non ne domandi
3301 III, XLIV | tutti gli omini; e noi ci maravigliamo che con tai pensieri nel
3302 II, XLV | fatica; bench'io, come soglio maravigliarmi dell'audacia di color che
3303 II, XIX | dentro novo né forestiero, né maravigliarse che gli siano offerti; né
3304 III, XXXVI | per non aver mai piú a maravigliarvi di ingegno di donna. E la
3305 II, XXXVIII | facile ed ognuno di lui si maravigliasse, esso di niuno; intendendo
3306 II, LXII | Giovantomaso Galeotto si maravigliava d'un che domandava ducento
3307 I, XXXVII | nel suo cantar il nostro Marchetto Cara, ma con piú molle armonia;
3308 III, XLIII | perversa e strana opinion volse maritarla ad un altro piú ricco; ed
3309 II, LXVIII | Fiorentino: “Noi abbiam maritato Siena allo Imperatore ed
3310 III, XXIX | periculoso e lungo error maritimo ed in loco della perduta
3311 I, XXV | insegnar a farle, né come le martelli o tempri, cosí io forse
3312 I, IX | pietosa riguardatrice dei martíri degli omini, l'ha indutta
3313 III, X | e tutti gli altri offici marziali dà agli omini? Non credete
3314 II, XXVII | di feste, di giochi, di mascare e di tai cose; perché cosí
3315 III, XVII | vostre “materie” e “forme” e maschi e femine e parlate di modo
3316 III, XXIV | omini; - e cominciò: - In Massilia fu già una consuetudine,
3317 III, XXXIV | Margherita, figliola di Massimiliano imperatore, la quale con
3318 IV, LXVII | tutto purgata delle tenebre materiali; e però, benché consideri
3319 III, XXXVI | allo invitto e glorioso re Matia Corvino suo marito. Medesimamente
3320 III, XXXIV | singularissima signora la contessa Matilda, delle laudi della quale
3321 II, LI | nostri, incontrandosi in una mattà di capre, innanzi alle quali
3322 II, XXXVI | si dàn de' legni e de' mattoni l'un l'altro nelle reni,
3323 IV, LXI | poi ancor negli anni piú maturi per sorte s'accende di questo
3324 IV, XLIV | tanto grave e d'autorità, maturo negli anni e nella esperienzia
3325 IV, XXXVIII | ridurre dalla falsa setta di Maumet al lume della verità cristiana
3326 II, LXI | Pensalo tu, ché Furiarum maxima iuxta me cubat”. E messer
3327 I, VI | sede apostolica nell'anno MDVI, e ritornando verso Roma,
3328 IV, LXVI | faceva in presenzia, onde i meati restano àrridi e secchi,
3329 I, XLIX | la qual oggidí forsi par mecanica e poco conveniente a gentilomo;
3330 I, LII | di vasi, d'edifici, di medaglie, di camei, d'entagli e tai
3331 II, LII | esso ancor farebbe porre il medicame in su le pallotte dell'artiglieria
3332 III, XX | e par loro con questa medicare ogni gran male e con bona
3333 II, I | essendo infermi, preso bevanda medicinale; perché, cosí come quella
3334 IV, XLVIII | intendevano insino alla medulle ed alle piú intime radici.
3335 I, XXXII | insegnar l'altro. Ma poiché mel commandate, risponderò quello
3336 II, XVIII | starà mai di mala voglia né melanconico, né cosí taciturno, come
3337 I, IX | la dolcezza della voce e meliflue parole, ma con gli occhi,
3338 II, LXXXIX | manera, come il Gonella, il Meliolo in que' tempi, ed ora il
3339 I, XXXVII | concitata e de cosí varie melodie, che i spirti di chi ode
3340 I, XXII | prestezza e discioltura d'ogni membro, e tutto quello che quasi
3341 II, LXXVI | usanza è che quando si mena uno alle forche, se una
3342 IV, XXXII | tratti mali de' dadi col menar ben le tavole. Non lassarei
3343 III, XLVII | scarpa tanto che colui che la menava un poco la lassò, ed essa
3344 IV, XLVII | un libro tutto pieno di mende e d'errori e piú presto
3345 IV, LIII | delle cose, bisogna che vada mendicandone il principio dai sensi,
3346 II, XIX | vede; perché, non essendo mendicati, ognun presume che nascano
3347 II, XLVII | tre, comparve un povero mendico, e postosi avanti alla signora,
3348 IV, LII | necessariamente è falso e mendoso. E però in un de' dui mali
3349 IV, VI | ignorante inganna se stesso e mentisce dentro a se medesimo.~ ~ ~
3350 III, LXX | ma quando v'è insino al mento, mettergli il piede in sul
3351 I, LII | tante onorate e frequenti menzioni e delle opre e dei maestri;
3352 II, XLI | verità che hanno faccia di menzogna, come molti che non parlan
3353 I, XLIII | gentilomo, ma vilissimo mercante. E che la vera gloria sia
3354 II, XLVII | miseria e in van le domandi mercede”. Rispose un dei dui: “Questa
3355 II, LXXXVI | argento e non mangiar carne il mercore, né ova il venere, e digiunar
3356 IV, XI | lacerati dalle fiere, mandò Mercurio in terra a portar la giustizia
3357 II, LXXVI | uno alle forche, se una meretrice publica l'addimanda per
3358 I, XIX | estimati, ma, come publiche meretrici, non solamente delle corti
3359 Intro | Toscani d'oggidí, parmi meritare escusazione. Penso adunque,
3360 IV, XXXVI | vostro principe, piú presto meritareste nome di bon maestro di scola
3361 III, LX | nobilità, gentilezza e virtù meritariano premio de' loro amori; e
3362 III, XLI | dire che le qualità mie non meritarono mai ch'io fossi amato, allegherei
3363 IV, X | conseguirà il suo fine, e meriterà molto maggior laude e premio
3364 II, XI | la persona di principe e mescolandosi egualmente con i minori
3365 IV, XLIII | non par che noi debbiam mescolare altro ragionamento con questo;
3366 IV, XLVII | della nuda verità, senza mescolarvi la cortegiania, perdé la
3367 III, LXXIV | imperiosa austerità di minacce mescolate con speranza, e vogliono
3368 IV, LXIV | dell'altra e talmente si mescolino insieme che ognun di loro
3369 II, LXII | volentieri ed andava alle messe ed agli offici divini e
3370 II, LI | la perdita sua, disse: “Messere, se voi aveste veduto il
3371 III, LXVI | propria o lettere o altri messi, di modo che non solamente
3372 II, LXXVIII | una lettra del Priore di Messina, che egli scriveva ad una
3373 III, XXX | sparsi e lacerati, piangendo, meste, senza timore dell'arme
3374 I, X | inamorati, i quali pallidi, mesti e taciturni, par che sempre
3375 I, XVII | donna, “Qual è adunque il mestier vostro?”, rispose con un
3376 I, II | abundantissima d'ogni cosa che fa mestieri per lo vivere umano. Ma
3377 IV, LII | lacrime e sospiri, il star mesto, il tacer sempre o lamentarsi,
3378 III, XXVI | presenzia di Sinorige ne bevé la metà; poi di sua mano, perché
3379 IV, XXI | opinione vostra, messer Metro, - disse, - voglio solamente
3380 I, LII | cosí non prese la terra; e Metrodoro, filosofo e pittore eccellentissimo,
3381 II, XXXIX | fuor di ragione, sempre si mettan a far quel che non sanno
3382 II, LXXXVIII| dicendomi ch'io era pazzo, mettea piú forza per svilupparsi
3383 II, VIII | erano grossieri; e cosí metteano la vita a pericolo per andar
3384 IV, IV | altre cose sono le quali, mettendovisi industria e studio, partuririano
3385 II, XXXII | ché insino a' paggi si gli metteranno attorno, di sorta che, se
3386 III, XLV | ché chi potesse sapere, io metterei pegno che esso tutta quella
3387 III, LXX | quando v'è insino al mento, mettergli il piede in sul capo e summergerlo
3388 III, LXIX | ed accorgendosi che per mettergliele in disgrazia se ne dica
3389 I, XXXVII | umile ed oscura e cercare di metterla in tante angustie, che ognuno
3390 II, LVIII | a spianare un vescovo e metterlo per pavimento d'un camerino,
3391 II, LXXXIV | che pigliaremo segurtà di metterne in opera qualcuna ancor
3392 IV, III | finita quella danza, si mettessero a sedere al modo usato:
3393 II, LXXXVIII| la forza grande che esso metteva, estimavano fermamente che
3394 II, XLV | tanto che, per forza che vi mettiamo, non è possibile tenerlo,
3395 II, X | con qualche amico suo, si metton súbito in atto di giocar
3396 II, XXXVI | l'un l'altro nelle reni, mettonsi pugni di polvere negli occhi,
3397 III, II | insegne, com'è quel di San Michele nella casa di Francia; quel
3398 II, XXXVIII | la zappa e l'aratro mille miglia di lontano; perché chi è
3399 II, LXXVII | medico e dir che non sentiva miglioramento alcuno, né discernea con
3400 I, L | giongervi e sminuirvi, migliorandola sempre -.~ ~ ~
3401 I, XIV | d'onde procedono e spesso migliorano; ma se manca loro chi gli
3402 IV, XLI | minuzia cosa alcuna che possa migliorare un principe in qualsivoglia
3403 | mihi
3404 | mila
3405 II, XXIII | ammazzare non un omo, ma diece milia, e far molt'altre cose,
3406 I, III | fusse del corpo infermo, militò con onorevolissime condicioni
3407 I, XVII | la corazza per moglie, e minacci con quelle fiere guardature
3408 II, LXV | negozi, gli disse quasi minacciando: “Dirai da mia parte a Cosimo
3409 I, XXVII | biastemando con braveria mostri minacciar al mondo! e niente altro
3410 I, VIII | spada, ciascun secondo la minera del suo metallo; onde poi,
3411 II, XXXVI | qualche poggio; a tavola poi, minestre, sapori, gelatine, tutte
3412 II, LXXI | che ebbe mangiato tutto un minestro, disse: “Signor Marchese,
3413 IV, LIII | per esser applicata al ministerio di governar il corpo, priva
3414 II, VIII | quella novità, notano ogni minuta cosa e di quella fanno impressione;
3415 IV, XLI | chiamate, messer Cesare, per minuzia cosa alcuna che possa migliorare
3416 IV, XXXVI | non lo avvertire a tante minuzie e lo aver rispetto di combattere
3417 IV, LII | d'una grazia e splendor mirabile, a guisa di raggio di sole
3418 III, L | concessa; di che si vedono mirabili effetti. Ma io non saprei
3419 II, L | termini; le quai cose voi mirabilmente osservate, e però estimo
3420 III, XIX | mi diceste che questo era miracolo e grazia dello Spirito Santo,
3421 III, L | battaglie d'amore, tutte sono miracolose; e quelle che talor restano
3422 III, XI | che voi avete detto gran miraculi ed attribuito alla donna
3423 III, XXVII | vivere senza speranza, se Dio miraculosamente non l'aiutava. Della qual
3424 III, XLVI | in somma queste sono le miraculose continenzie che di se stessi
3425 II, LXVII | stava con molta attenzione mirandolo, e parea tutto tristo. Il
3426 I, LIII | volta che voi a quella donna miraste, non sentiste la millesima
3427 III, XXXV | aspettino che essa dal cielo i miri e di là su debba dargli
3428 II, LXXVII | questo, il contadino si mise a piangere e dolersi forte
3429 III, XXXVI | calamitosi incommodi della misera povertà, che ad ognuno fa
3430 II, LXXXVI | piangea piú forte e dimandava misericordia a Dio. In ultimo costoro
3431 III, XVIII | questo non séguita nelle cose miste e composite perché, se cosí
3432 III, LII | Salomone, volendo scrivere misticamente cose altissime e divine,
3433 II, XXXIII | tanto gran concetto, che, misurandolo poi col vero, l'effetto
3434 II, LXXXIX | dall'altro capo; e, come misurar volesse, cominciò a circundar
3435 II, LXXXIX | comperato questo spago per misurarla; però, prima che andiamo
3436 IV, XXI | anima al corpo; l'altro piú mite e placido, come quello dei
3437 III, XXIX | con segno di benivolenzia, mitigarono quel primo impeto; poi manifestarono
3438 I, XLVII | musico la sorte del suono, mitigarsi e tornar dall'arme ai convivii.
3439 III, XXXVI | colpi della fortuna cosí moderatamente, come ha fatto la regina
3440 III, LVII | scorrono spesso in costumi poco moderati, e lassando quella modesia
3441 Intro | non ben intese dai Toscani moderni, che chi tutte quelle levasse
3442 III, LVII | moderati, e lassando quella modesia temperata che tanto lor
3443 IV, XVIII | cavaliero. Gli affetti adunque, modificati dalla temperanzia, sono
3444 I, XLVII | fatica e molestia umana la modulazione, benché inculta, sia grandissimo
3445 II, XIV | musicali; perché quelle modulazioni non entrano, ma senza lassare
3446 II, XVIII | godano d'altro che d'essere molesti e fastidiosi a guisa di
3447 IV, IX | d'ogni cosa senza esser molesto; e se egli sarà tale come
3448 II, LXI | ingravidate quelle cinque monache; di modo che monsignor il
3449 I, XV | perché in tutte le cose mondane la veggiamo dominare e quasi
3450 I, XVIII | era che fussino infiniti mondi, cominciò a piangere, ed
3451 IV, XXXVIII | corona di Francia pervenga Monsignore d'Angolem, il quale tanta
3452 I, XXXIX | erano attiche, se erano monstri o portenti; e Demostene
3453 II, XXXV | se costui fosse stato un monstro, pur averian voluto rubarsilo
3454 I, XX | modo che si mirano le cose monstruose; benché, avendo da peccare
3455 II, XXVIII | que' mutoli gozzuti delle montagne di Bergamo, avvenga che
3456 II, VIII | come per esser i primi che montassero le mura d'una terra combattuta;
3457 II, LXXXIV | entrato nell'ostaria di Montefiore; però ben sarà che, a guisa
3458 II, LXXXVII | gli dissi tanto, che mi montò di groppa, ed allor a me
3459 I, XLVI | amava e venerava i sacri monumenti delle lettre, circa le quali
3460 IV, XI | nelle città e saper vivere moralmente, per esser questa nella
3461 III, XX | vergogna si dilettano d'apparer morbidi e freschi, con la cotica
3462 II, XLIII | tra noi se n'odono, e de' mordaci; né senza quel poco di puntura
3463 I, V | diverse materie, o vero si mordea con pronti detti; spesso
3464 II, XLVI | e misura del far ridere mordendo bisogna ancor esser diligentemente
3465 IV, LXXIII | spirasse un'aura soave, che di mordente fresco empiendo l'aria,
3466 II, XC | gravemente, dico che dovemo morderle in altro ed astenerci da
3467 II, XCII | legge ad esse ancor, che non mordessero gli omini in quello che
3468 I, XXXIX | Demostene ad Eschine, che lo mordeva, domandandogli d'alcune
3469 II, LXIV | donde si cavano facezie che mordono, dai medesimi spesso si
3470 IV, I | Roberto da Bari esso ancor morendo molto dispiacer diede a
3471 IV, LXX | nèttare immortale, in ultimo moriamo di felicissima e vital morte,
3472 IV, LXX | e vital morte, come già morirono quegli antichi Padri, l'
3473 II, LV | liquefarsi e descender giú mormorando, come la neve dai monti
3474 IV, LXXIII | l'aria, cominciava tra le mormoranti selve de' colli vicini a
3475 III, XX | vero il mio non si chiama mormorare, anzi parlo io ben aperto
3476 II, XLIV | mio albero. Di sentire il mormorio di quel fonte vivo forse
3477 II, LIX | discortese troppo, perché morse colui senza causa e senza
3478 II, I | e noi con la nave della mortalità fuggendo n'andiamo l'un
3479 IV, LXIX | esse prima era dal senso mortificata e sepulta. Questo è il rogo,
3480 III, LXXV | da quelle amare passioni mortificato, che non tenea sentimento
3481 II, XVIII | e fastidiosi a guisa di mosche e fanno profession di contradire
3482 IV, LXIX | questo è lo ardente rubo di Mosè, le lingue dispartite di
3483 IV, LXX | in questo cieco labirinto mostraci il vero camino. Correggi
3484 II, LXXXVII | era, ed esso rispostomi, mostrai di conoscerlo e con molte
3485 III, XXVI | a contentarsi di questo, mostrandole il consentir essere utile
3486 III, XV | esse crederanno, o almen mostraranno di credere, ch'io abbia
3487 II, XLII | avete or fatta menzione, e mostrarci l'arte che s'appartiene
3488 I, X | ancor che non lo credessino, mostrarebbon di crederlo, e diriano che
3489 III, LXVI | alla donna parmi che sia il mostrargliele coi modi piú presto che
3490 II, IX | e come disarmato, ed a mostrarle prese di pugnale; di modo
3491 III, XXII | le sorelle di Mitridate mostrarono molto minor paura della
3492 IV, LXX | belle anime e di là talor mostrarti un poco agli occhi ed alle
3493 II, XXVII | ma nel resto vorrei che mostrassino quel riposo che molto serva
3494 III, XXXVI | nelle procelle di fortuna ha mostrata la virtú e 'l valor suo.
3495 I, XXXIX | ragionamento del cortegiano; e mostrateci come avete bona memoria,
3496 IV, LVI | importa, insegnatelo a me e mostratemi come acquistino i vecchi
3497 III, LIV | esser ben chiara dell'amore mostratole -. Rispose ridendo il Magnifico: -
3498 I, XXVI | e dissimulando il sapere mostravan le loro orazioni esser fatte
3499 II, XV | quando occorrerà il bisogno, mostreranno il valor loro nelle cose
3500 IV, LXXIII | Perché già è di giorno; - e mostrolle la luce che incominciava
3501 IV, LXVIII | e talor, quando le virtú motive del corpo si trovano dalla
3502 I, XXII | sciocchezza; ma rida, scherzi, motteggi, balli e danzi, nientedimeno
3503 II, LXVIII | ancora da fuggire che 'l motteggiar non sia impio; ché la cosa
3504 II, XXXV | della signora Duchessa un mottetto, non piacque mai né fu estimato
3505 II, XXXV | ragione, se ben talor si moveno ad amar piú per l'altrui
3506 II, XCI | né esse se ne curano, non moveremo mai il riso; perché già
3507 I, XXXIV | nostri, ed accenderli o moverli secondo il bisogno; talor
3508 IV, LXX | concordia unisci gli elementi, movi la natura a produrre e ciò
3509 II, III | cavallo, massimamente nelle mule; portar fodre di pelle,
3510 II, LXXXVII | quello che governa il vostro muletto”. Allor io non so qual maggiore
3511 I, VIII | il qual risvegliato possa multiplicar quasi in infinito. Però