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| Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText - Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale
Libro, Capitolo grigio = Testo di commento
3512 I, LI | la figura tonda, fa que' musculi e membri tondeggiati di
3513 II, XIII | cose che empiono l'animo di musicale dolcezza. E non meno diletta
3514 II, XIV | varietà delle consonanzie musicali; perché quelle modulazioni
3515 IV, LVIII | cosí necessariamente, che mutandole per un punto, non poriano
3516 IV, XX | obidir un medesimo, anzi mutano e variano, dando questo
3517 II, LXI | e questa consiste nel mutare o vero accrescere o minuire
3518 III, LXXVII | contento, né in altra cosa lo mutarei, se non in farlo un poco
3519 III, XXII | alcune donne che mai non mutariano proposito; come quella che
3520 I, XLV | ed or pare che abbiate mutata sentenzia. Non vi ricorda
3521 Intro | integri, proprii e non mutati in parte alcuna, tanto che
3522 I, XXXII | institutori ordinati, non si mutavano per riverenzia della religione.
3523 I, XXXII | fattosi in questo quella mutazion che si fa in tutte le cose
3524 Intro | d'Italia si son fatte le mutazioni della lingua, degli edifici,
3525 Intro | loro tanta grazia che, cosí mutilati, ognun possa usarli per
3526 II, XXVIII | cosí scioccamente come que' mutoli gozzuti delle montagne di
3527 | N
3528 II, LXXII | contraria, come se ad un nano si dicesse gigante, e ad
3529 I, XXXV | essere capaci i Romani, i Napoletani, i Lombardi e gli altri,
3530 II, LX | ancor, quando Galeotto da Narni, passando per Siena, si
3531 IV, LXXII | come ieri piú diffusamente narrai, per amor del nome di Cristo
3532 II, LVII | festivo s'ha da fuggir, narrando ed imitando, di rassimigliarsi
3533 I, LII | tanto re con un pittore. Narransi ancor molti altri segni
3534 III, XXVIII | dirvi un numero infinito, e narrarvi delle tanto antiche che
3535 IV, I | che la quarta sera dopo le narrate nei precedenti libri s'ebbero,
3536 IV, XLVII | Fenice, il qual, dopo l'aver narrato i suoi amori e molte altre
3537 II, LIII | Ascensione, in presenza mia narrava a certi suoi compagni le
3538 II, XLVIII | quella urbana e piacevole narrazion continuata, che consiste
3539 III, XLII | raccontarvi cose antiche io vi narri fabule, voglio allegarvi
3540 III, XXIII | Gonzaga: - Parmi che voi narriate troppo brevemente queste
3541 I, IV | sopra ho detto, a tutti nascea nell'animo una summa contentezza
3542 I, V | loro piaceva. Qualche volta nasceano altre disputazioni di diverse
3543 I, XXXII | Petrarca nelle cose amorose. Nascendo poi di tempo in tempo, non
3544 II, XXXII | qualche scorno; e da questo nascerà che gli altri súbito s'accommodaranno
3545 I, XXIX | è licito nel parlare, ne nascerebbe un inconveniente al parer
3546 IV, XIII | si dovriano desiderar che nascessero nei cori umani. Di questo
3547 I, XXVI | da poner studio, che nel nasconderla: perché se è scoperta, leva
3548 III, LXVI | a cui piú desiderarebbe nasconderle. Però chi non ha perduto
3549 III, XXXII | omini? volete voi forsi nascondervi in noi, onde sète usciti?”
3550 II, XXIX | simulazioni, che dentro nascose vi sono. Credo adunque che
3551 IV, LXVIII | impedita, sente un certo odor nascoso della vera bellezza angelica,
3552 I, IV | forse sariano state alquanto nascoste, la fortuna, come ammiratrice
3553 II, LXXV | modo fu quel di Scipione Nasica ad Ennio; ché, essendo andato
3554 IV, XI | non s'imparano, ma sono naturali-.~ ~ ~
3555 IV, XIX | come gli eserciti, i gran navigi, gli edifici ed altre cose
3556 III, LXXIV | meschino per vera forza è necessitato a ritornare da capo e far
3557 II, LXXXVI | carta di sotto”; l'altro negandolo, con dire: “E tu hai invitato
3558 IV, LXIV | concedergli solamente le oneste e negargli le disoneste; però piú felice
3559 II, XVIII | signor, avendo rispetto di negarla cosí a lui stesso, talor
3560 III, XXVI | essere utile assai e 'l negarlo pericoloso per lei e per
3561 II, XVIII | voler male a chi gliel'ha negata; e per questa credenza essi
3562 II, XLIII | Prefetto rispose: - Voi negate che nelle facezie sia arte
3563 II, XVIII | i signori, poi che hanno negato una grazia a chi con molta
3564 III, XLV | non solamente agli occhi negava la sua luce, ma toglieva
3565 III, XLIX | So pur che questo non mi negherete, signor Gasparo, né voi,
3566 IV, XXXIV | vilipendio che vi nasce per la negligenzia e viltà e dapocagine de'
3567 II, XLVII | elimosina, né ancor gliela negò con fargli segno che s'andasse
3568 II, XXIV | a fare in una impresa o negocio di qualsivoglia sorte, s'
3569 II, LXV | mandandovi un suo per altri negozi, gli disse quasi minacciando: “
3570 III, LXVI | di quella chiara e dolce negrezza, o vero azzurri; allegri
3571 II, LXXII | dicesse gigante, e ad un negro, bianco; o vero, ad un bruttissimo,
3572 IV, III | perch'io non son cosí nemica degli omini, come voi siete
3573 IV, II | signor Magnifico al ducato di Nemours ed a quella grandezza ascese
3574 IV, XLII | primogenito del marchese di Mantua nepote della signora Duchessa nostra
3575 III, XXX | quali le donne mostrando i nepoti e piangendo, “Ecco”, diceano, “
3576 IV, LIII | della ragion correggono la nequicia del senso; il che molto
3577 III, XXIII | gran congiura contra di Nerone, fu di tanta constanzia
3578 IV, XVI | che, benché i spiriti e i nervi e l'ossa non abbiano ragione
3579 IV, LXX | dove, pasciuti d'ambrosia e nèttare immortale, in ultimo moriamo
3580 II, LV | giú mormorando, come la neve dai monti il maggio; e cosí
3581 II, XLVIII | ed un V, che significava NICOLAUS PAPA QUINTUS, e súbito disse: "
3582 III, XXVIII | in Atene. Potrei dirvi di Nicostrata, madre d'Evandro, la quale
3583 I, XLIV | tosto modestamente quasi le nieghi, mostrando sempre e tenendo
3584 I, XXXVIII | poco: che è ch'io già non niego che le opinioni e gli ingegni
3585 | Nihil
3586 IV, XLVII | lo edificare tante città nobilissime in paesi lontani, di modo
3587 Intro | se la toscana basta per nobilitare i vocabuli latini corrotti
3588 IV, X | che cosí universalmente noccia come al mal principe; però
3589 I, XLVII | gagliardo; e non solamente non nocere alle cose civili e della
3590 I, XXIX | scrivere in loco di giovar nocerebbe. Però certo è che quello
3591 I, VII | vicii, e meno a chi ama nocivi ed a chi è amato -. Avendo
3592 IV, VI | Dio ed agli omini e piú nocivo ai principi che ad alcun
3593 II, XXX | amicizia. Laudo ben che questo nodo cosí stretto non comprenda
3594 II, I | ornatissima e bella sarà noiosa a chi dentro vi sia stato
3595 II, XLV | punto l'omo si ricordi delle noiose molestie, delle quali la
3596 I, XLVII | i stanchi peregrini dei noiosi e lunghi viaggi e spesso
3597 II, LXXIV | quando con oneste parole si nomina una cosa viciosa. Come disse
3598 III, IV | quando altro non potessi, lei nominando solamente arei satisfatto
3599 II, LXXXV | ancor con questa speranza le nominarò io. - Dite come vi piace, -
3600 II, LXXXIV | una parte che al principio nominaste, che son le “burle”; e di
3601 II, XLIII | presso gli antichi ancor si nominavano “detti”; adesso alcuni le
3602 III, LII | avesse talor desviato? Non vi nomino i chiari ingegni che sono
3603 II, VIII | avidi di quella novità, notano ogni minuta cosa e di quella
3604 II, LXXIX | che non mandi per quel tuo notaro, e vedi di carpir quest'
3605 III, LXXV | che non sia da mille occhi notato. Intervien poi che molto
3606 Intro | Maria in Portico, aveste noticia in vita loro, acciò che,
3607 II, LXIV | aver fatto perch'io intendo notificarlo al vescovo”. Questo medesimo
3608 III, LXXV | Ed essendo già tal amore notissimo, sono ancor in que' tempi
3609 III, IX | voglio che questa donna abbia notizie di lettere, di musica, di
3610 III, LXXIV | infamia, si giaceno tutte le notti con omini vilissimi e da
3611 II, LVI | dí sono del paese o mondo novamente trovato dai marinari portoghesi,
3612 II, XLVIII | quasi che l'omo racconti una novella. E per darvi uno esempio: “
3613 I, XVII | sempre con dir cosí fatte novelluzze non esser suo mestiero,
3614 IV, LXVIII | intelligibili, e senza velo o nube alcuna vede l'amplo mare
3615 II, I | chiari pensieri entra la nubilosa e turbida tristizia, di
3616 III, VII | usava che le donne lottavano nude con gli omini; ma noi avemo
3617 II, XXIV | dicesse, lo fece spogliar nudo e battere e frustare con
3618 | null'
3619 I, XXVI | che di certo pare che vada numerando i passi? Qual occhio è cosí
3620 I, XLIX | litterato e perito nelle leggi e numerato tra gli oratori, potesse
3621 I, XXXVI | belle sentenzie, le clausule numerose; e, per contrario, l'affettazione
3622 I, II | pochissime genti fuggato numerosi e validissimi eserciti,
3623 I, XLIII | Francesi pensando che le lettre nuocciano all'arme. Sapete che delle
3624 I, XLVI | Franzesi che estiman le lettre nuocere alla profession dell'arme
3625 I, XXII | Conveniente è ancor saper nuotare, saltare, correre, gittar
3626 I, XLVII | ad Achille, il quale egli nutrí dallo latte e dalla culla,
3627 III, XVIII | il quale, mancandoli il nutrimento, pur si risolve; e però,
3628 IV, XXXVII | altri il non uccidere, ma il nutrir i padri già vecchi, ad altri
3629 I, XXXIII | per imitar gli antichi, nutrirsi ancora di ghiande, essendosi
3630 IV, XXX | ridendo, - a questi, che lo nutriscon bene e son grassi e freschi;
3631 IV, LXV | congelate nell'anima, le quali nutrite dal calore amoroso si diffundeno
3632 II, XXXVII | eccetto a quelli che son nutriti in Francia e da fanciulli
3633 IV, II | si possa alla casa dove nutrito fu, che in essa sia riuscito
3634 III, XXVI | marito, in iscambio del letto nuziale dà ordine che apparecchiato
3635 IV, XVII | turba, ed in tutto diviene obedientissimo alla ragione, e pronto di
3636 II, LIII | Fiorentini, hammi compiacciuto in obedir voi, il che io ancor farei
3637 IV, XXXIII | custodiriano, ed ognun voluntieri obediria alle leggi, quando vedessero
3638 I, VI | ragionevolmente mancar d'obedirvi, delibero proporre un gioco,
3639 IV, VII | perché pensano che chi obedisce non sia veramente signore.
3640 IV, XXXIII | vedessero che esso medesimo obedisse e fosse quasi custode ed
3641 IV, XXVII | intorno il sepulcro tanti obelisci, quanti nemici avea morti
3642 IV, XX | prepongono a seguitare ed obidir un medesimo, anzi mutano
3643 IV, XLV | rispondere adunque alle vostre obiezioni, dico ch'io non ho detto
3644 II, XCII | poiché con lo amarmi non m'obligano ad amar loro; né parlo di
3645 Intro | Toscani. Non ho ancor voluto obligarmi alla consuetudine del parlar
3646 II, XCVII | acerbo nemico nostro, d'obligarvi molto piú tutte le donne,
3647 I, XXXII | volessero averle quella obligazion che voi volete che ora le
3648 III, I | studio vendicar dalla mortal oblivione questa chiara memoria e
3649 II, XL | cercarle, ben pigliava l'occasioni il re Ferrando di spogliarsi
3650 II, I | piaceri, andarsene verso l'occaso, perdere insieme con essi
3651 II, LIX | E dove appicchi tu gli occhiali?” o: “Con che fiuti tu l'
3652 I, XXXI | bisogno e piú spesso gli occorra il servirsi del parlare
3653 II, LII | trovarne per i bisogni che occorreano, dopo l'essersi proposto
3654 I, XXXIV | me non dispiacerebbe che, occorrendogli, dicesse primor, dicesse
3655 III, XXXII | brevemente d'alcune che mi occorreno alla memoria, lassandone
3656 IV, XXXI | consiglio de' nobili le occorrenzie della città appertinenti
3657 II, VI | son tutti pari; e potrà occorrer che l'omo si astenerà da
3658 IV, XXX | vostra fé tutto quello che v'occorreria in animo da insegnare al
3659 Intro | cosa al fin scuopre gli occulti diffetti e, per esser padre
3660 IV, LXIX | noi che sia quello, che occupa le anime che pervengono
3661 IV, X | continuamente quell'animo occupato in piacere onesto, imprimendogli
3662 II, XCVII | l sonno, il quale omai occupava gli occhi e l'animo d'alcuni,
3663 IV, LXVIII | alle cose terrene, si fa oculatissima alle celesti; e talor, quando
3664 III, L | risvegliarsi non sa, che non oda musica, o almen quello inquieto
3665 II, LXXVII | risvegliò e disse: “Non odi tu ciò che il tale dice?
3666 III, LX | solamente non le amano, ma le odiano. Però, per schifar questi
3667 III, XI | tali, non devemo per questo odiarle, né mancar di aver loro
3668 II, XVIII | patroni, che è cosa veramente odiosa. Non sarà malèdico, e specialmente
3669 II, XXX | degli amici; il che è cosa odiosissima -.~ ~ ~
3670 IV, LXII | non si po col palato, né odorar con l'orecchie, non si po
3671 IV, LXX | bene; facci sentir quegli odori spirituali che vivifican
3672 IV, LXIX | nella summità del monte Oeta e per tal incendio dopo
3673 II, LXXXIII | o ver dicendo cose che offendan quelli che esso non vorria
3674 II, LXXXV | burlar senza rispetto spesso offende e poi ne nascono disordini
3675 III, LXIX | paion piccoli, nientedimeno offendeno gravemente l'animo della
3676 II, LXXXIII | quelli che esso non vorria offendere, che è ignoranzia; perché
3677 II, XC | tanto pericolosa cosa d'offenderle gravemente, dico che dovemo
3678 III, XI | a dir qualche parola che offendesse l'animo di queste signore,
3679 III, LXIX | questi modi non solamente offendon quella donna, ma son causa
3680 III, LVI | portano grandissimo odio e le offendono gravemente, talor amando
3681 II, XXXIX | cortegiano, ma parmi ben che offerendosegli occasion di mostrarsi in
3682 III, LVII | disonesti paia quasi che s'offerisca a chi la vole ed uccelli
3683 IV, LXX | anime nostre, che a te s'offeriscono in sacrificio; abbrusciale
3684 III, LXXV | o contentezza che se gli offerisse -.~ ~ ~
3685 I, XVII | molti altri intertenimenti offertigli, sempre con dir cosí fatte
3686 II, LI | Ercole di Ferrara, gli avea offerto dui suoi piccoli figlioli
3687 II, LXXXIX | massimamente dove intervenga offesa della onestà -.~ ~ ~
3688 II, LXII | perch'io le lassarò dui officii”. “E che offici hai tu da
3689 II, XXX | affabile e dolce in compagnia, officioso e diligente nel servire
3690 IV, LXVII | adorna, contemplarà; onde offuscato da questo maggior lume,
3691 II, LXV | mio”. E 'l re Luigi, che oggi è re di Francia, essendogli,
3692 I, V | si faceano imprese come oggidì chiamiamo; dove di tali
3693 | ognor
3694 III, I | anni si celebravan i giochi Olimpici in Acaia presso Elide inanzi
3695 III, I | inanzi al tempio di Iove Olimpico esser stato misurato da
3696 II, LXXII | avuto poco prima alcuni oltraggi dal Cardinale di Pavia,
3697 IV, X | quasi adornandola di frondi ombrose e spargendola di vaghi fiori,
3698 II, XLIV | sotto qualche amenissimo ed ombroso albero al mormorar suave
3699 IV, XXIV | esploratori, accusatori, omicidiali, acciò che spaventino e
3700 II, II | volte, che si fosse fatto un omicidio; e che non erano combattimenti,
3701 III, XLIII | continenzia; e vedendo che onestamente aver non potea colui che
3702 IV, LXII | dell'un e dell'altro saranno onestissime e concordi ed essi conseguentemente
3703 I, IV | Per la qual cosa quivi onestissimi costumi erano con grandissima
3704 I, IV | si aveva liberissimo ed onestissimo commerzio; ché a ciascuno
3705 III, XXXVI | Napoli morí l'altra regina d'Ongaría, tanto eccellente signora
3706 II, XXII | congiunta con un gran valore, onora assai chi la possede; e
3707 III, LIV | se le dica piú presto per onorarla che perché cosí sia, estenuando
3708 II, LXV | spendeno; cosí voi, per onorarmi, bench'io poco vaglia, m'
3709 III, VI | ma con modestia cerchi d'onorarsi di quello che sa, fuggendo,
3710 II, XXX | valore e meriti, amasse, onorasse ed osservasse tutti gli
3711 I, VI | dove quanto era possibile onoratamente e con quel piú magnifico
3712 II, LXXXV | tanto rispetto e tanto l'onoravano, furono le risa grandissime;
3713 I, III | corpo infermo, militò con onorevolissime condicioni a servicio dei
3714 III, XLVIII | altrimenti, per forza, ed in ciò operando il soccorso della malvagia
3715 II, XIII | tempo debba il cortegiano operarla. - Bella musica, - rispose
3716 I, XLVII | procelloso mare. Questa veggiamo operarsi ne' sacri tempii nello rendere
3717 IV, XLVII | era macchiato, non volse operarvi i modi della cortegiania,
3718 IV, XLVIII | e però creder si po che operassero ciò che s'appartiene alla
3719 I, II | Italia si ritrovi; e d'ogni oportuna cosa sí ben lo fornì, che
3720 II, VI | accresce e scema per operarle oportunamente o fuor di stagione. E benché
3721 II, LXIV | una clausola contraria s'oppone all'altra. Il medesimo modo
3722 IV, XV | male, e però resistono ed oppongon la ragione all'appetito,
3723 IV, XLVI | verità d'ogni cosa, e d'opporsi agli adulatori, ai malèdici
3724 IV, XLVII | secondo i bisogni e le opportunità, con destrezza entrar loro
3725 I, III | virtú, con ogni sua forza s'oppose a cosí glorioso principio,
3726 I, XXXVI | affettazione e l'altre cose opposite a queste son male. Ma delle
3727 IV, V | danno proceda dai vicii oppositi a queste. Però io estimo
3728 II, II | quasi necessario che per la opposizione e per un certo contrapeso
3729 II, LXXXIX | spago dalla parte che era opposta a quella faccia che rispondeva
3730 IV, III | vostro quello che ierisera opposto mi fu, cioè ch'io abbia
3731 IV, LIII | già l'anima non è tanto oppressa dal peso corporeo e quando
3732 IV, XXIII | intemperati li quali per esser oppressi da un canto quasi dal profundissimo
3733 Intro | anni m'ha sempre tenuto oppresso in così continui travagli,
3734 III, L | anni tutte le insidie che opran gli omini per indur le donne
3735 II, XV | acquistata, ed esser quasi oraculi a cui ognun vada per consiglio,
3736 Intro | perfetto re e del perfetto oratore, cosí è ancora quella del
3737 IV, XXIII | insegnare, né a chi è inordinato ordinare, né a chi cade rilevare
3738 I, VI | stile delle feste e piaceri ordinari, ma ognuno si sforzava d'
3739 I, XII | alla signora Emilia che ordinasse chi gli avesse a dar principio.
3740 I, I | proposito, per giungere ordinatamente al fine dove tende il parlar
3741 I, XXXV | ed al senso proprio dell'orecchia par che portino suavità
3742 II, LXII | quella orazione che dice: Oremus pro haereticis et scismaticis.
3743 II, XXIX | al mondo quei Piladi ed Oresti, Tesei e Piritoi, né Scipioni
3744 IV, LXVII | la imaginazione potenzia organica e non aver cognizione se
3745 IV, LXXIII | videro già esser nata in oriente una bella aurora di color
3746 IV, X | sapore amaro, circondano l'orificio del vaso di qualche dolce
3747 IV, LXVIII | parendole aver trovato l'orma di Dio, nella contemplazion
3748 I, L | e la statuaria fatte per ornare ed in questo la pittura
3749 I, LII | ammaestrargli i figlioli ed ornargli il triunfo che a far avea.
3750 III, IV | debba potersi servire ed ornarsi d'ottime condizioni, come
3751 IV, XI | acciò che queste due cose ornassero le città e colligassero
3752 II, I | contrario, spesso una camera ornatissima e bella sarà noiosa a chi
3753 I, LII | solennità gli imperadori antichi ornavano di pitture i lor triunfi
3754 I, II | ed ebraici, quali tutti ornò d'oro e d'argento, estimando
3755 I, XXXIX | sodisfatto, ed onorevole che orrevole, e causa che cagione, e
3756 IV, LXXII | alcuna maniera di morte, per orribile e crudele che ella fosse;
3757 IV, XXIII | talor chi dorme da strane ed orribili visioni.~ ~ ~
3758 IV, XII | gli ingegni delle fiere, orsi, lupi, leoni, e possano
3759 I, XXXII | antecessori; ché Antonio, Crasso, Ortensio, Cicerone fuggivano molte
3760 II, LXXVII | inserire in qualche albero dell'orto mio?” Son alcuni altri motti
3761 IV, VIII | è musico si vergogna né osa cantare in presenzia d'altrui,
3762 I, LII | ordinato che niun altro pittore osasse far la imagine sua. Qui
3763 III, XXXV | che doveva; tal che a pena osavano gli omini in casa sua propria
3764 I, XXXVI | Considerate che della lingua osca non avemo piú notizia alcuna.
3765 II, LXVIII | Né meno quelli che son osceni e sporchi nel parlare e
3766 II, LXVIII | presenzia di donne, diventò osceno e non conveniente -.~ ~ ~
3767 IV, XXXVIII | creder si po che debba oscurare il nome di molti imperatori
3768 III, XLVIII | in una di quelle grotte oscure che soglion visitar quasi
3769 I, XL | mercatanti i lor panni, in loco oscuro? Quanto piú poi di tutte
3770 I, XL | faccia una maschera, e non osi ridere per non farsela crepare,
3771 IV, IV | ritrovano se non pochi che osino non dirò morire, ma pur
3772 II, XXIV | estimo; benché ancor non oso biasmarlo, contra la opinion
3773 IV, XLI | liberale ed onorevole nelle ospitalità verso i forestieri e verso
3774 IV, XVI | i spiriti e i nervi e l'ossa non abbiano ragione in sé,
3775 IV, LXII | essa sempre se gli mostrerà ossequente, dolce ed affabile, e cosí
3776 III, XXV | amore, almen per timor sono ossequenti ai mariti. - Certo è, -
3777 III, LXVI | si governa cautamente ed osserva i tempi, i lochi e quando
3778 IV, XIX | loro re, con quanta i piú osservanti populi del mondo; e però
3779 I, XLII | lettere ed avea in grandissima osservanzia tutti e litterati; e dannava
3780 III, III | rispetto ai tempi e lochi ed osservar, per quanto comporta la
3781 II, XXX | meriti, amasse, onorasse ed osservasse tutti gli altri, e sempre
3782 I, XXXIX | non consiste in avere una osservazione di due, di tre o di dieci
3783 II, XVIII | Domandando ancor per altri, osserverà discretamente i tempi e
3784 II, XCVIII | conosciuti, che non amino ed osservino le donne; la virtú delle
3785 III, XXXV | marito e tanto lo amò ed osservò, non si po dire che 'l non
3786 III, L | battere rompeno ciò che le osta. E molti sono che, vedendo
3787 III, XXVI | fosse la sola cagione che ostasse a' suoi desidèri, fece ammazzar
3788 III, XLIII | tempo seguitò sempre la sua ostinata voluntà della continenzia;
3789 III, XLVII | contrastando essa sempre piú ostinatamente, in ultimo con molte battiture
3790 I, XVI | cause; e tra l'altre la ostinazion dei signori, i quali, per
3791 III, LXV | prosuntuosamente con certe furie ed ostinazioni, spesso le pèrdono, e meritamente;
3792 II, XLIX | Chi non ride quando nella ottava giornata delle sue Cento
3793 III, XXII | questo proposito la istoria d'Ottavia, moglie di Marc'Antonio
3794 II, XVIII | onde, non avendo potuto ottenerla, debba voler male a chi
3795 II, LXXXVI | questi voti, perché avea ottenuta la grazia domandata.~ ~ ~
3796 II, LXXVIII | mezzo pur di Cosimo aveva ottenuto un officio fuor di Firenze;
3797 II, LXVI | indur riso: come disse Gein Ottomanni, fratello del Gran Turco,
3798 I, XLIV | fallace armonia bene non se le ottura. Conoscendo questo pericolo,
3799 IV, LXVI | ed essi, trovando le vie otturate, non hanno esito, e pur
3800 III, XVIII | certa grossezza di spiriti ottusi; però non si po dire che
3801 I, XX | oltra che molte volte di ottuso ingegno si trovano, sono
3802 III, LXXII | andate e sí vi leggete Ovidio. - E come, - disse messer
3803 | ovunque
3804 II, LXXVII | Fratello mio, bisogna aver pacienzia: tu hai perduto l'occhio,
3805 I, XXXV | per audace; e per patrone, padrone, ed altre tai parole corrotte
3806 III, XXIX | benignamente accettati dai paesani, furono contentissimi di
3807 II, LXXXIX | qual solo gli restò per pagamento dei caponi. Di questa sorte
3808 II, LXII | cristiani, ma ancor per i pagani e per i giudei, non si facea
3809 II, XCVII | né mai si possa finir di pagare -.~ ~ ~
3810 I, LII | bastasse oro né argento per pagarle; e come tanto pregiata fusse
3811 II, XCVII | non si faccia altro che pagarvi, pur l'obligo debba sempre
3812 II, LXX | volse che quel servitor gli pagasse la sua fune che tagliata
3813 III, XIX | modo che la colpa che fu pagata con tai meriti si chiama
3814 I, XXVII | ed aver sempre drieto il paggio per le strade con la sponga
3815 II, LXXXVI | una notte alloggiato in Paglia, intervenne che nella medesima
3816 II, XL | nasconda le parti che gli paian poco laudevoli, il tutto
3817 II, LXXXVI | Loreto ed offerirgli un paio d'occhi d'argento e non
3818 IV, LVIII | architravi le alte logge e palazzi, né però son meno piacevoli
3819 II, LVIII | il nostro messer Annibal Paleotto ad uno che gli proponea
3820 III, LXVI | alla cosa amata, spesso palesa ancor a cui piú desiderarebbe
3821 III, XXVIII | esser estimate dee, come Pallade, Cerere; e delle Sibille,
3822 I, XL | ma col suo color nativo pallidetta e talor per vergogna o per
3823 I, X | alcuni inamorati, i quali pallidi, mesti e taciturni, par
3824 II, LII | porre il medicame in su le pallotte dell'artiglieria e poi chi
3825 II, LIII | ficcava in gola piú di dui palmi e poi súbito la cavava e
3826 II, LXXXVI | ova il venere, e digiunar pane ed acqua ogni sabbato ad
3827 IV, VIII | di Senofonte, Scipione di Panezio, ed infiniti altri. Ma se
3828 I, XXVII | spesso dalle spalle e le pantoffole de' piedi, e senza raccórre
3829 II, LVII | rassimigliarsi ai buffoni e parassiti ed a quelli che inducono
3830 I, XLVI | dalla fortuna, la quale avea parato inanti ad Achille quel miraculo
3831 II, LXXXVIII| questo perché allor per sorte parca che in su quel ponte non
3832 I, XL | si acconcia, lo fa cosí parcamente e cosí poco, che chi la
3833 III, XIII | omini sempre siano stati parcissimi nello scrivere le laudi
3834 I, XLIV | che chi lauda sia troppo parco in dire, essi medesimi lo
3835 IV, LXVIII | desiderio d'unirsi con quella, parendole aver trovato l'orma di Dio,
3836 III, LXXVII | della donna di palazzo, parendovi ch'ella sia eguale al cortegiano,
3837 IV, XLI | essi, e legargli insieme di parentati; di far che la città fosse
3838 III, XXX | erano mal contenti di tal parentato, voltassero l'arme contra
3839 I, XII | ed in quelle cose che non pareranno convenienti sia licìto a
3840 II, XXIII | considerasse come si dee, pareriano male, e pur non sono -.
3841 II, XXXVI | da se stesso s'apprezza e pargli aver guadagnato gran gloria;
3842 I, XLII | studio come è quello di Parigi, dove tutto il mondo concorre -.
3843 III, II | quel modo che volse veder Paris le tre dee; ma se queste
3844 II, XVIII | conversare importi una certa parità, che pare che non possa
3845 Intro | coloro che parlano come parl'io; e cosí penso non avere
3846 II, IX | del qual pochi dí sono vi parlai, s'avesse in tutto scordato
3847 II, VIII | accommodarassi, altramente ancor parlandone con omini, altramente con
3848 III, L | e che solamente desidera parlarle. Quivi a tutte le difficultà
3849 III, XLIX | XLIX.~ ~Ma per parlarvi di quelle che voi stesso
3850 I, XLIII | XLIII.~ ~E s'io parlassi con essi o con altri che
3851 II, XV | sagaci, sono anco poi piú parlatori, avari, difficili, timidi;
3852 IV, LXV | cose sacre aver si sòle e parle d'esser nel suo paradiso.~ ~ ~
3853 III, LXII | quello che piace alle donne, parlerò; e se vi dispiacerà, datene
3854 II, L | questa imitazione di che noi parliamo non po essere senza ingegno;
3855 I, L | Credo io veramente che voi parliate contra quello che avete
3856 II, XXXIX | fatto d'arme che si fece in Parmegiana contra 'l re Carlo, súbito
3857 II, LXXXIX | un contadino che aveva un paro di grossi caponi, fingendo
3858 II, VIII | di tutte le cose che gli parrà che possano aggiungergli
3859 I, XLIV | le cose mediocri che farà parranno grandissime -.~ ~ ~
3860 II, LI | veduti una sol volta gli eran parsi molto belli e discreti figlioli.
3861 II, XXXIII | che imaginato aveva, m'è parso piccolissimo. Cosí dubito
3862 II, I | stia ferma e la riva si parta, e pur è il contrario; ché
3863 I, VII | ragione che l'altre donne partecipassino di questa commodità, ed
3864 II, LXXV | non era in casa: cosí si partí. Non molto appresso venne
3865 IV, LXIX | son belle perché da lei participan la sua bellezza. Questa
3866 IV, XXI | animali razionali, tanto participano della ragione, quanto che
3867 IV, XXXI | dal principe, nientedimeno participasse ancora degli altri; e cosí
3868 IV, XXIV | ed ordinata di modo che participi della attiva e della contemplativa,
3869 I, XXXVIII | nella testa che d'una lingua particulare, la quale non è a tutti
3870 III, LXVIII | circonstanti intender chiaramente particularitate alcuna, né certificarsi
3871 III, II | Gran Turco, ma molto piú particularmente di quella del Sofi re di
3872 II, LIX | quivi a desinare, tutti si partirono eccetto uno; il qual disse: “
3873 II, XCVII | occhi e l'animo d'alcuni, si partisse; ma il signor Gasparo cominciò
3874 IV, LXVI | tollerar le passioni delle partite, né delle assenzie; ché
3875 II, XLIV | deste imputazione ch'io non partiva egualmente le fatiche, sarà
3876 II, XLI | ragione; e quando da lui si partono, fanno le viste di piangere
3877 IV, IV | mettendovisi industria e studio, partuririano molto maggior utilità e
3878 III, LXI | bona condicione, che pur è paruto al mondo talor che in me
3879 II, IX | meschina stava in su la croce e parvele un'ora mill'anni levarselo
3880 I, XLII | corte, vidi questo signore e parvemi che, oltre alla disposizion
3881 I, LV | súbito disse: - Della mia parzialità non dovreste voi dolervi;
3882 IV, XXXV | se gli armenti che vanno pascendo solamente su per questi
3883 IV, LXII | la donna amata); e cosí pascerà di dolcissimo cibo l'anima
3884 IV, LXX | convivio degli angeli, dove, pasciuti d'ambrosia e nèttare immortale,
3885 III, LXXIV | onde di questo solo cibo se pascono e tanto avide ne sono, che
3886 II, LXI | súbito suggiunse:~ ~ Pascua quotque haedos, tot habet
3887 IV, XIX | altri uccelli, quando fanno passaggio, sempre si prepongono un
3888 II, LXXXVII | Roma. Io, essendo maschera, passai, e vedendo un frate cosí
3889 II, XLII | quali per troppo loquacità passan talor i termini e diventano
3890 III, V | termini a punto, ma non passargli. Non deve adunque questa
3891 III, XXIV | che 'l Magnifico Iuliano passasse piú avanti, Questo mi par, -
3892 II, LII | trovato un giorno certi passatori avvelenati, che erano stati
3893 III, XLIII | dell'uno e dell'altro non passava mai giorno che non fosse
3894 II, LXXV | secretamente notizia come passavan le cose del stato; e fra
3895 I, LIV | sian quelli che ora tra voi passavano; però non mi fate questa
3896 II, XXXVII | di mala grazia, e quando passeggian per la terra caminar tanto
3897 II, LXXII | dal Cardinale di Pavia, e passeggiando fuor di Bologna con alcuni
3898 II, XXVIII | questo proposito che 'l passeggiare, ridere, guardare e tai
3899 II, LI | lentamente come se avesse passeggiato a piacere per passar tempo,
3900 II, XLVIII | porte della sala nella qual passeggiavano, e fermatosi un poco mostrò
3901 II, LXV | io col merito loro forsi passerò per buono”. Rispose allor
3902 IV, XXX | signor Gaspar: - Prima che passiate piú avanti vorrei saper
3903 II, LXXXIX | guardar che le burle non passino alla barraria come vedemo
3904 II, XI | un cavaliero in forma di pastor selvatico o altro tale abito,
3905 IV, XX | animale suo simile, ma ad un pastore, il quale è omo e d'una
3906 I, XXXV | aver trovato in esso la patavinità, né Virgilio, per esser
3907 IV, XXX | troppo lontani alla età paterna; degli esercizi e della
3908 I, III | parve che di tutte le virtú paterne fosse erede, e súbito con
3909 II, XXII | perché quando s'hanno è forza patirgli tali, quali sono; perché
3910 III, XXV | conosco, che in questo mondo patiscono le pene che si dicono esser
3911 II, LXXX | capitan Molart, che era patrino d'Aldana, a Peralta il sacramento,
3912 III, XLVIII | piú denari, persuase alla patrona che un certo giorno non
3913 III, L | sono ai lor mariti. Altri patteggiano arditamente coi padri e
3914 II, LXXXVII | quivi lo salvarei. Il frate, pauroso e tutto tremante, parea
3915 II, LVIII | un vescovo e metterlo per pavimento d'un camerino, fu for di
3916 II, XCVI | le ingiurie da voi cosí pazientemente come fanno, estimarò da
3917 II, LXXVII | Son alcuni altri motti pazienti e detti lentamente con una
3918 IV, XXVIII | medesimamente la constanzia e quella pazienzia tollerante, con l'animo
3919 IV, XXXIX | le sue liberalità; altri pazzamente vuotano in un tratto quel
3920 IV, XLIX | alle donne, in essi sono pazzie ed inezie ridicule ed a
3921 I, VIII | tempo si son conosciuti pazzissimi; il che d'altro non è proceduto
3922 IV, XV | non siano molti, i quali peccando sanno veramente che peccano,
3923 I, XX | monstruose; benché, avendo da peccare nell'una delle due estremità,
3924 III, LXXI | discreto nell'altre cose e peccasse solamente in osterie? Ma
3925 I, XXVI | altro varie cose. E come la pecchia ne' verdi prati sempre tra
3926 II, XXXVI | altra causa fanno tante pecoragini, che per esser estimati
3927 IV, XII | disciplina. Onde i boni pedagoghi non solamente insegnano
3928 II, LVI | sinistra gliel diede matto di pedina e con la destra si pose
3929 II, LXIV | medesimo modo usò Sallaza dalla Pedrada per onorar una signora,
3930 II, I | l mondo sempre andasse peggiorando e che i padri fossero generalmente
3931 II, I | ultimo grado di male, che peggiorar non po. E pur vedemo che
3932 I, XL | tanto studio e talor pena, pelarsi le ciglia e la fronte, ed
3933 II, III | nelle mule; portar fodre di pelle, né robbe lunghe nel verno;
3934 IV, XLVII | stato mandato ad Achille da Pelleo suo padre per stargli in
3935 II, LXXVIII | de dar a quien causa mi penar, “Parmi”, disse, “Che questa
3936 II, LXXXVI | tanto andaremo ad Acqua Pendente e quest'altre terre vicine
3937 I, II | II~ ~Alle pendici dell'Appennino, quasi al
3938 III, XXV | questo mondo patiscono le pene che si dicono esser nell'
3939 II, XIII | di chi ode e piú i fanno penetrabili dalla suavità della musica,
3940 IV, LXIX | bellezza, che nei secreti penetrali di Dio sta nascosta, acciò
3941 IV, LXIII | la voce, le parole, che penetran dentro al core dell'amante
3942 IV, LII | occhi umani e per quelli penetrando s'imprime nell'anima, e
3943 III, LXVI | saetta al segno, naturalmente penetrano al core come a sua stanza
3944 III, LXVI | e ridenti e cosí grati e penetranti nel mirar, come alcuni,
3945 III, XII | l'intelletto dell'uno, po penetrare eziandio quello dell'altra -.~ ~ ~
3946 I, XLVII | facilmente sono dall'armonia penetrati e di dolcezza ripieni. Però
3947 II, LXXXVI | infinite lacrime ed amarissima penitenzia dello aver biastemato fece
3948 I, IV | potrei né con lingua né con penna esprimere; e quelle che
3949 IV, LVIII | tutti gli animali. Eccovi le penne negli uccelli, le foglie
3950 I, XXVIII | stentata, un sol colpo di pennello tirato facilmente, di modo
3951 II, LXI | domandato come stava, rispose: “Pensalo tu, ché Furiarum maxima
3952 I, XXVI | molti si ritrovano, che pensan far assai, pur che sian
3953 III, LXXIV | spesso sotto questa credenza pensandosi essere sicure con tal arte
3954 III, LXXVII | in animo; altrimenti noi pensaremo che né voi ancora sappiate
3955 Intro | piacerà, terrollo per bono e pensarò che debba vivere; se ancor
3956 III, IV | quando io averò satisfatto, pensaromi d'esser uscito della maggior
3957 III, XXIX | erano restate nelle navi, pensarono tra sé un utile consiglio,
3958 II, XLVII | sempre sopra di sé, come se pensasse in altro. Disse allor il
3959 I, XV | questa nobiltà; e s'io mi pensassi dir cosa che ad alcun di
3960 III, XXXV | secretamente far cosa che pensassino che a lei avesse da dispiacere;
3961 III, XXVI | amata. E tu, scelerato, che pensasti esser mio marito, in iscambio
3962 II, LXXVI | quelli che vi conoscono pensavan che 'l re dovesse farvi
3963 III, II | cavalieri sempre onorati. Pensavo ancor, se 'l tempo mi fosse
3964 II, XXIX | poi tardi se n'abbiamo a pentire -.~ ~ ~
3965 III, XLVI | non comprava cosí caro il pentirsi -. Rideasi tuttavia; e messer
3966 II, LXXXIV | ragionamenti, credo che ne siate pentito e vi paia esser entrato
3967 II, LXIII | Rangone, il terzo il conte de' Pepoli”. Ognun allora rise, perché
3968 IV, LII | guisa di raggio di sole che percuota in un bel vaso d'oro terso
3969 IV, I | pensiero che nell'animo mi percuote e delle miserie umane e
3970 IV, LVII | Federico siano ammoniti e non perdano, come Stesicoro, la vista,
3971 II, LXVII | molti ducati e tuttavia perdea; ed il signor Alessandro
3972 I, XLV | vedrete che i litterati perderanno. - Ah, - disse messer Pietro, -
3973 IV, XXVI | mio, dubito che presto la perderei; oltra che per insegnarli
3974 IV, LXVI | e loco, senza dubbio di perderla mai; tornandosi sempre a
3975 II, LXXV | piú in questo; ché già il perderlo è stato un far di modo,
3976 III, XXIII | saperle e vorriano che se ne perdesse la memoria: ma se fate che
3977 II, LXXVII | e Dio voglia che tu non perdi anco quell'altro”. Udendo
3978 I, XXIII | vostra, sia causa che noi perdiamo d'udir questa domanda di
3979 II, LXVII | questa angonia, e prima che perdiate il resto donategli almen
3980 I, II | eserciti, né mai esser stato perditore in battaglia alcuna; di
3981 II, LXVII | vedendo ch'io suo padre perdo, perché dubita ch'io perda
3982 III, XX | gravi che siano, facilmente perdona Idio, purché stiano secreti
3983 I, XXIII | con l'esser giusta; perché perdonando troppo a chi falla si fa
3984 I, XVIII | eccellenti in vero si ha da perdonare quando presumono assai di
3985 II, LXXXVI | Loreto e pregarla che gli perdonasse le biastemme e le maledizioni
3986 III, XLVI | Signor Gasparo, - disse, - perdonatime s'io dico il vero, perché
3987 II, LXXI | disse: “Signor Marchese, perdonatimi”; e cosí detto, cominciò
3988 I, XXIII | saper una cosa; e siami perdonato s'io, avendo a contradire,
3989 IV, LXXII | vi prometto che non vi si perdonerà piú -. Rispose il signor
3990 III, LXV | ed ostinazioni, spesso le pèrdono, e meritamente; perché ad
3991 I, XLVII | questo consolansi i stanchi peregrini dei noiosi e lunghi viaggi
3992 I, XXV | inanzi agli occhi i piú perfetti, che in quelle professioni
3993 III, XVIII | perché i corpi temperati sono perfettissimi. Dicovi ancora che la donna
3994 III, XLVI | chiamati traditori, le hanno perfidamente per avarizia date a chi
3995 III, XLII | poria bastare a chi è cosí perfido, che renda tanta ingratitudine
3996 II, XLVI | uom acquistarsi inimicizie pericolose. Però conveniente cosa è
3997 III, LXVII | fama è ministra, son assai pericolosi di far che l'omo sia mostrato
3998 II, XCV | intenzione, le fatiche e i periculi degli innamorati non debbano
3999 III, XXIX | il qual ponesse fine al periculoso e lungo error maritimo ed
4000 I, XXXI | vostra lingua e non lassarla perire, come fate; ché ormai si
4001 IV, XXI | confondendo gli ordini, permette il governo del tutto ad
4002 IV, VIII | conosceriano quanto enorme e perniciosa cosa sia che i sudditi,
4003 I, XIV | o pur lo vede gli resti perpetuamente affezionato. Ma, tornando
4004 I, XLVI | ornamento ed in parte causa di perpetuare i scritti, li quali forse
4005 IV, XXIV | dentro; onde senza risguardo persegueno i boni e i savi ed esaltano
4006 II, XXXV | certo che erano d'un altro, persero súbito la reputazione e
4007 IV, LXII | ancor il pericolo; ma s'ella persevera o cresce, deve allor il
4008 III, XXIV | prospera gustato, in quella non perseverasse o questa non mutasse. Ritrovandosi
4009 III, XXXII | arme rotto un esercito di Persiani, essi in fuga, correndo
4010 II, LXV | e se colui che risponde persiste nella medesima metafora
4011 II, XLII | rispetto alla sorte delle persono con le quai parlano, al