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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText - Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale Libro, Capitolo grigio = Testo di commento
5013 I, XVII | molte risa de' circunstanti, scornato lasciollo nella sua sciocca 5014 III, XLVI | ammazzando omini per le selve e scorrendo per mare, solamente per 5015 III, XXIX | bisogni loro, cominciarono a scorrere il paese; le donne, che 5016 II, XXXVI | acquistarlo si dicon le piú scorrette e vituperose villanie del 5017 I, LI | in far quelle membra che scortano e diminuiscono a proporzion 5018 II, LXXXIV | ogni cosa, come i cani che, scottati dall'acqua calda, hanno 5019 I, I | adunque mi richiedete ch'io scriva qual sia, al parer mio, 5020 III, LXIV | abbia vergogna di dirgliene, scrivaglielo -. Suggiunse la signora 5021 II, XXXIV | che una lettera, la qual scrivea questa ultima donna allo 5022 I, XXXIII | intesa, non po né dirla né scriverla. Appresso bisogna dispor 5023 Intro | stato, mal avrebbe potuto scriverle; ma io non son tanto privo 5024 III, XLV | ben la continenzia senile, scrivesi che di questo era pieno 5025 II, LXXVIII | Priore di Messina, che egli scriveva ad una sua signora, il soprascritto 5026 I, XXXVII | naturale. Ma oggidí son certi scrupolosi, i quali, quasi con una 5027 I, XXV | Galleazzo Sanseverino, gran scudiero di Francia tutti gli esercizi 5028 IV, XXIII | in carte o in metallo, ma sculpita nell'animo suo proprio; 5029 III, XXXVI | in musica, in pittura, in scultura; ma non voglio andarmi piú 5030 Intro | quale d'ogni cosa al fin scuopre gli occulti diffetti e, 5031 IV, XVI | che 'l pensiero sproni e scuota la briglia ai spiriti, tutte 5032 IV, LXXI | per la falda della robba e scuotendolo un poco disse: - Guardate, 5033 II, LXXXVII | col volare del mantello e scuotere il capo innanzi e 'ndietro, 5034 II, XCIII | molte teste di fiere, pur è scurile e vergognoso; oltra che 5035 II, LXXXIX | allontanar un poco piú dalla scurilità. Deesi ancora guardar che 5036 I, XVIII | ignoranti conosciuto, si sdegna che 'l valor suo stia sepulto 5037 IV, XLVIII | penso che niun piú debba sdegnarsi di questo nome. Non so già 5038 IV, XLVII | Aristotile e Platone si fossero sdegnati del nome di perfetto cortegiano, 5039 III, XXVII | Della qual cosa il capitano sdegnato, come possete pensare, della 5040 III, LIX | con la bellezza una manera sdegnosetta di poche parole, pochi risi, 5041 II, LXX | servitore era tanto magro e secco, che una mattina, soffiando 5042 III, I | questo ancor porti invidia al secol nostro; ché non è alcun 5043 III, XXXIII | quelle cose; perché que' secoli son tanto da noi lontani, 5044 III, XLVII | dolente e piangendo l'andava secondando quanto piú potea lungo la 5045 IV, XLVII | con destrezza cosí ben la secondò, che da lui fu amato ed 5046 IV, II | Portico; messer Pietro Bembo, secretario di papa Leone; il signor 5047 III, XLIII | modi e vie da satisfarsi secretissimamente e senza pericolo d'infamia 5048 III, LXXIV | industria s'averia a tener secretissimo. Alcun'altre sono le quali, 5049 III, LVI | le donne innamorate de' seculari per averne essi miglior 5050 IV, L | ragionamenti, perché ora con più securtà v'imporremo il carico di 5051 I, VI | Bologna alla obedienzia della sede apostolica nell'anno MDVI, 5052 II, LXXXI | stare in piedi, ed esso sedea, disse: “Poiché vostra Signoria 5053 I, VI | portava, in cerchio; ed erano sedendo divisi un omo ed una donna, 5054 II, LXXXI | commanda, per obedire io sederò”; e cosí si pose a sedere.~ ~ ~ 5055 IV, XXXIV | con severità, che i mali e sediciosi non diventino potenti; la 5056 IV, XVII | guerra civile, distrugge i sediziosi nemici intrinsechi e dona 5057 III, XIII | quello, che esse con la sedulità conservano in casa, che 5058 II, VIII | moltitudine e quelle cose segnalate ed ardite che ha da fare, 5059 I, XIV | operazioni gli omini piú segnalati sono nobili perché la natura 5060 IV, XIX | prepongono un principe, il qual segueno ed obediscono, e le api 5061 II, XLIV | facezie, messer Federico seguirà in quello che dir gli avanza 5062 I, I | Noi in questi libri non seguiremo un certo ordine o regula 5063 IV, XVII | essa ogni suo movimento e seguirla ovunque condur lo voglia, 5064 I, XLII | perché i sudditi sempre seguitano i costumi de' superiori 5065 I, XIII | mio poco giudicio; il qual seguitarete, se vi parerà bono, o vero 5066 II, LXXXVI | altrimenti risposta, ma seguitarono l'ordine suo; di modo che 5067 III, XLIX | di papa Alessandro che la seguitassero, s'apparecchiò con ferma 5068 III, XLVIII | romana, essendo lungamente seguitata da uno che molto mostrava 5069 I, XXX | regula ed esser dagli altri seguitato. Oltre a questo, le consuetudini 5070 II, LXXXIV | tempo che l'ordinario e seguitiate il camin vostro. - Anzi, - 5071 II, LXXXIV | ardimento, che pigliaremo segurtà di metterne in opera qualcuna 5072 II, XI | cavaliero in forma di pastor selvatico o altro tale abito, ma con 5073 IV, XXII | dir si potrà piú presto semideo che uoni mortale; perché 5074 IV, LXII | bruttezza di vicii; e cosí seminando virtú nel giardin di quel 5075 I, XXXVIII | fruttifero per le vigne vogliano seminar grano. Ma a me non po caper 5076 III, XXXVII | trovan donne come Cleopatra o Semiramis; e se già non hanno tanti 5077 III, XXXVI | Scizia, Artemisia, Zenobia, Semiramìs, o Cleopatra, non ci son 5078 III, XXIII | molti nobili cavalieri e senatori timidamente accusarono fratelli, 5079 I, IV | ognuno da lei pigliasse senno e valore. Quivi adunque 5080 I, XXXIV | il tempo; del tutto però sensatamente e con prontezza e copia 5081 IV, LIV | allontanandosi da questo sensual desiderio, come dal piú 5082 IV, LXIX | razionali la ragione, alle sensuali il senso e l'appetito di 5083 IV, LXI | mentre che è giovane, l'amar sensualmente; ma se poi ancor negli anni 5084 IV, LII | paia loro che in quel punto sentano piacere, come talor gl'infermi 5085 II, LXV | que' doi e disse: “Lassate sentare a mangiar questi signori, 5086 I, VIII | con alcuno di que' suoni, sentendolo, súbito si move e tanto 5087 II, XXXIII | stato a Napoli o a Roma, sentendone ragionar tanto imaginarete 5088 II, I | siano li medesimi; però sentendosene privi, si dolgono e biasmano 5089 II, LXXII | tanto forte che ognun lo sentí: “Beato tu, che non hai 5090 II, XLIX | prete di Varlungo quando sentía la Belcolore in chiesa? 5091 II, I | odore di quello che in esso sentiamo quando era presente; perché 5092 III, XVIII | animo tanto saldo, che i sentimenti non restino impediti né 5093 IV, LXIX | agguagliar a quella che talor sentimo per un sol sguardo che ci 5094 IV, XVIII | del mondo; e tra se stesso sentirà grandissimo contento, ricordandosi 5095 II, XXXV | quelli, che di tal modo vi sentiranno ragionare -. Allor messer 5096 II, XLIV | foglie del mio albero. Di sentire il mormorio di quel fonte 5097 IV, L | senza amaritudine, non ne sentirebbe calamità o miseria alcuna; 5098 IV, XI | pur ad ognuno dispiace sentirgli in se stesso, perché pare 5099 I, LIII | quella donna miraste, non sentiste la millesima parte del piacere 5100 III, LXXI | che esso meritamente aría sentita, se mai per tempo alcuno 5101 IV, LXIV | la tira a sé e quasi la separa dal corpo; per questo tutti 5102 I, LV | Signora, - disse, volendo voi separare il modo e 'l tempo e la 5103 IV, LXII | participa e da quello in tutto separata è perfettissima; e che cosí 5104 IV, LXXI | pensieri a voi ancora non si separi l'anima dal corpo. - Signora, - 5105 Intro | consuetudine distruggere e quasi sepelir vivi quelli che durano già 5106 II, LXXV | niente quel colombo non sia sepellito in chiesa, perché essendosi 5107 III, XXII | morto diedero onoratissima sepoltura -. Quivi fece il Magnifico 5108 IV, LXIX | dal senso mortificata e sepulta. Questo è il rogo, nel quale 5109 III, XLVIII | quella grotta e portato alla sepultura in Roma, con una corona 5110 IV, XVII | stesso, che lo adorna di cosí serena tranquillità che mai non 5111 II, I | contento e nel loco dei sereni e chiari pensieri entra 5112 I, III | condicioni a servicio dei serenissimi re di Napoli Alfonso e Ferrando 5113 I, XXXII | antecessori; e per biasmare Sergio Galba afferma che le orazioni 5114 I, XXXVII | imitato Esiodo, non gli sería passato innanzi; né Cicerone 5115 II, LXIII | magister, Deus det vobis bonum sero”; e 'l Beroaldo súbito rispose: “ 5116 I, IX | se ritrova cosí velenoso serpe nella Libia arenosa, che 5117 I, IX | occhi d'angelo e cor di serpente, mai non accorda la lingua 5118 I, IX | odio i ratti ed aman le serpi; e vederete che niuno s' 5119 II, XI | parmi che si gli convenga servare una certa dignità, temperata 5120 IV, VII | di regnare, se volessero servarla; e che il loro dominio non 5121 I, XLIX | se ben nella memoria si servassero, il che però è assai difficile, 5122 I, XXXII | qui sia rimaso, per aver servato quella nazion gentil accenti 5123 III, II | de' príncipi cristiani nel servirgli, nel festeggiare e farsi 5124 IV, XXV | deve saper tante cose e servirsene a quel bon fine ch'io ho 5125 II, XCIV | chiaramente che quella a cui io servissi mi redamasse di core e m' 5126 III, LXV | d'amore prima che l'abbia servita.~ ~ ~ 5127 Intro | aveano servito restai alli servizi del duca Francesco Maria 5128 IV, XXVII | imperioso, come di patrone al servo, ma dolce e placido, come 5129 I, III | corso della natura, già di sessantacinque anni, come era visso, cosí 5130 I, II | ricchissimi drappi d'oro, di seta e d'altre cose simili, ma 5131 IV, XXXVIII | causa di ridurre dalla falsa setta di Maumet al lume della 5132 II, LXXIII | ridomandava; e stando giorni e settimane e mesi senza sentirne mai 5133 III, XLI | per la immutabile e troppo severa onestà d'una donna fui vicino 5134 III, XLIV | rendere cunto a giudici severissimi, i quali spesso castigavano 5135 III, LXXIII | sente dicendo le passioni e sfocandole con amico cordiale, e medesimamente 5136 II, LXXXIV | di riposarvi sotto questo sfogliato albero e nei mei secchi 5137 IV, LIV | estimo che quei giovani che sforzan gli appetiti ed amano con 5138 IV, XVII | ragione. Cosí questa virtú non sforzando l'animo, ma infundendogli 5139 I, XXXVIII | nel latino l'omo si dee sforzar di assimigliarsi alla lingua 5140 I, XLIII | opinion contraria alla mia, mi sforzarei mostrar loro quanto le lettere, 5141 I, XXXVII | qualsivoglia autore, non sia ben sforzarlo a quella imitazione; perché 5142 III, I | obligato, per quanto posso, di sforzarmi con ogni studio vendicar 5143 I, XXVI | le altre loro industrie sforzavansi di far credere ad ognuno 5144 III, LIII | meriti suoi sian tanti, che sforzino ognuno a servirla. Però 5145 IV, LII | similitudine, súbito ritornano al sfrenato desiderio e con la medesima 5146 I, XIV | si veggono tanto inetti e sgarbati, che non si po credere se 5147 IV, XII | le virtú o i vicii, poi siam virtuosi o viciosi. Il contrario 5148 I, LII | care le comparavano; e che siansi già trovati alcuni pittori 5149 III, XXVIII | Pallade, Cerere; e delle Sibille, per bocca delle quali Dio 5150 | sicché 5151 III, XVIII | nell'uomo per la troppa siccità piú presto se risolve e 5152 II, LXXXIX | altri in Padoa uno scolar siciliano, chiamato Ponzio; il qual 5153 III, XXIV | una donna tanto sapere e sicurezza nel tremendo passo della 5154 IV, LXIX | saluberrima nelle infirmità, porto sicurissimo nelle turbide procelle del 5155 II, XLVIII | ALEXANDER PAPA VI, che vol significare, che è stato papa per la 5156 Intro | communemente per boni e significativi, benché non siano toscani 5157 I, XXXVIII | parole che son poste in altra significazion di quello che fa Virgilio 5158 IV, LIX | essa con la virtú divina signoreggia la natura materiale e col 5159 IV, XXI | Vero è che sono due modi di signoreggiare: l'uno imperioso e violento, 5160 IV, XXXV | piccol signor fosse, se ben signoreggiasse tante migliaia d'animali? 5161 I, XLIII | Potrei dirvi di Lucullo, di Silla, di Pompeo, di Bruto e di 5162 II, LXI | o minuire una lettera o sillaba, come colui che disse: “ 5163 Intro | illustre signor~DON MICHEL DE SILVA~vescovo di Viseo~I.~Quando 5164 III, XLVIII | ancora in Roma intervenne un simil caso; e fu che una bella 5165 II, LXXXIX | Calandrino ed a maestro Simone, e molte altre di donne, 5166 IV, LXIX | parte, quanto nell'altra, simplicissima; a se stessa solamente simile, 5167 I, XXVI | loro orazioni esser fatte simplicissimamente, e piú tosto secondo che 5168 III, XXVI | composta; e cosí davanti al simulacro di Diana in presenzia di 5169 III, LIV | insegnarle a conoscer quelli che simulan d'amare e quelli che amano 5170 III, LIV | tale, che ella non possa simular di non intendere, pigliarà 5171 III, LXV | uno certo esito di poter simulare di non conoscere, che que' 5172 I, IX | lingua con l'animo e con simulata pietà ingannatrice a niun' 5173 III, LXXIV | parole ambigue e sdegni simulati lo suspendeno e gli trafiggono 5174 II, XXIX | umana possa conoscer quelle simulazioni, che dentro nascose vi sono. 5175 III, XX | facciano non in piazza, né in sinagoge, ma in secreto, tanto che 5176 III, XLIV | di questo non sia molto sincera, perché alcuni scrittori 5177 III, LXII | amabilissimo; ma che amiate cosí sinceramente come dite sto io assai dubbiosa, 5178 II, XV | giovani, animosi, liberali, sinceri, ma pronti alle risse, volubili, 5179 III, XXI | non mi troverà omo alcun singulare, ch'io non vi trovi la moglie, 5180 III, XXXIV | Italia fra molte altre fu singularissima signora la contessa Matilda, 5181 I, II | marmo e di bronzo, pitture singularissime, instrumenti musici d'ogni 5182 I, I | già passarono tra omini singularissimi a tale proposito; e benché 5183 II, LVI | man destra sotto 'l cubito sinistro del gentilomo, il quale 5184 | sino 5185 I, IX | tutti i modi è verissima sirena. Però, poiché non m'è licito, 5186 I, XLIV | però spesso, come voci di sirene, sono causa di sommergere 5187 I, XLIX | guerra, per disegnar paesi, siti, fiumi, ponti, ròcche, fortezze 5188 I, II | sue lodevoli, nell'aspero sito d'Urbino edificò un palazzo, 5189 I, L | si po mutar, giongervi e sminuirvi, migliorandola sempre -.~ ~ ~ 5190 III, XXX | già alcuni cominciavano a snodar la lingua e parea che chiamar 5191 I, XXXVII | anime imprimendo in esse soavemente una dilettevole passione. 5192 II, XIII | viole da arco, la quale è soavissima ed artificiosa. Dà ornamento 5193 I, XLIV | laudano, che qualunque altro soavissimo canto o suono; e però spesso, 5194 III, XXXVI | ingiuria si faria parlando cosí sobriamente, come saria forza in questo 5195 III, XXX | macchiarsi le mani del sangue de' soceri e dei generi; e se pur erano 5196 III, IV | mostrar una certa virilità soda e ferma, cosí alla donna 5197 II, XIX | E questi sono i veri e sodi favori, e che fanno l'omo 5198 I, XXXIX | piú tosto satisfatto che sodisfatto, ed onorevole che orrevole, 5199 III, XXVI | con quanta fatica abbia sofferto il dolore di star in questa 5200 II, LXX | secco, che una mattina, soffiando sott'il foco per accenderlo, 5201 III, II | particularmente di quella del Sofi re di Persia; ché, avendo 5202 II, II | principalmente per fargli soggetti ad esse, perché non par 5203 I, XXVII | su la sella e, come noi sogliam dire, alla veneziana, a 5204 II, LXV | che falsifican li ducati sogliono cosí ben dorarli, che all' 5205 IV, LII | come talor gl'infermi che sognano di ber a qualche chiaro 5206 II, LXXXII | detto che la notte avanti sognava che sua Altezza gli dava 5207 IV, LV | senza 'l corpo, sia un sogno. - Credete voi, signor Morello, - 5208 II, LXII | si dimandava cosí, perché solea scaldare i forni. E domandando 5209 II, LXXXVI | aver biastemato fece voto solenne d'andar ignudo a Nostra 5210 III, XXVI | l'altro a questo effetto solennemente nel tempio di Diana, Camma 5211 IV, XXVII | potesse bere nei conviti solenni alla tazza che si portava 5212 I, LII | potrei dirvi con quanta solennità gli imperadori antichi ornavano 5213 III, XXVII | morire, intervenne che una solerte pietà svegliò tanto l'ingegno 5214 Intro | questa vita come in una solitudine piena d'affanni, ragion 5215 II, LXX | mi faresti ridere, se mi solleticasti”. E medesimamente rispose 5216 III, XXVI | questo Sinatto. Cosí poi sollicitando continuamente, non ne poté 5217 IV, LX | son sempre piú pregate e sollicitate d'amor, che le brutte; dunque 5218 III, XLI | lassare adrieto cosa alcuna di sollicitudine, di doni, di preghi, di 5219 I, XLIV | di sirene, sono causa di sommergere chi a tal fallace armonia 5220 IV, VII | abundanzia delle delizie, sommersi nei piaceri, tanto s'ingannano 5221 I, XXXVII | diverse vie si po tendere alla sommità d'ogni eccellenzia. Né è 5222 II, XIII | con una viola in braccio sonando, cantare in mezzo d'una 5223 II, LIII | s'avea imaginato che quel sonatore si ficcasse nella gola quella 5224 II, LXXVII | Allora l'Altoviti, tutto sonnachioso e senza pensar altro, si 5225 I, X | accesa nel core, io súbito sònomi sforzato con ogni industria 5226 I, XXXIII | che abbia del rustico, ma sonora, chiara, soave e ben composta, 5227 I, XXXII | barbari non era ancor sedato, sonsi lassate molte parole, cosí 5228 IV, LXV | risveglia e liquefà alcune virtú sopite e congelate nell'anima, 5229 III, XLVII | ne sa il nome. Ma se non sopragiungea in quel tempo la morte del 5230 II, LXXXVIII| collera, tanto piú gente sopragiungeva; e per la forza grande che 5231 II, LXXXVIII| persona; e stando cosí, sopragiunsero dui Franzesi i quali, vedendo 5232 III, XXVII | La bona e gentil donna, sopragiunta da tanta e non pensata allegrezza 5233 III, VII | talor cose impossibili e sopranaturali, che insegnate. Però vorrei 5234 III, XXVII | Sicilia per sue bisogne, fu soprapreso d'alcune fuste de' Mori, 5235 II, LXXVIII | scriveva ad una sua signora, il soprascritto della qual dicea: Esta carta 5236 II, LXXI | e cosí detto, cominciò a sorbire quel brodo che gli era avanzato. 5237 III, LXXII | tempi questa cosa tanto sordida, è da credere che non avessero 5238 II, XXXII | gli metteranno attorno, di sorta che, se fosse il piú valoroso 5239 IV, XXIV | tenea una piccola stanza sospesa in aria ed alta tanto che 5240 IV, XXIV | spaventasse e stesse con l'animo sospeso quel Clearco, tiranno di 5241 III, LXXIII | che uno alieno comincia a sospettare, mette tanta diligenzia, 5242 IV, LXVI | giovani, come le gelosie, i sospetti, li sdegni, l'ire, le disperazioni 5243 I, XLV | tomba ~ del fero Achille, sospirando disse: - ~ O fortunato, 5244 Intro | qualsivoglia altra non debba poter sostener li medesimi latini puri, 5245 II, LV | tanto sodo, che ben poteva sostenere il foco. Onde, fatto questo, 5246 II, II | un certo contrapeso l'un sostenga e fortifichi l'altro, e 5247 IV, LVIII | elementi e dal suo peso istesso sostenuta; il sole, che girando illumina 5248 | sott' 5249 I, XV | natura non ha queste cosí sottili distinzioni; anzi, come 5250 III, LXVI | altri spirti e, con quella sottilissima natura di sangue che hanno 5251 I, XXIX | conserva le parole e le sottopone al giudicio di chi legge 5252 II, XCIV | fatiche, tante vigilie, si sottoponga a tanti pericoli, sparga 5253 IV, LIV | il foco degli appetiti e sottopongon la ragion gagliarda al senso 5254 Intro | non s'usano in Toscana, né sottopormi alla legge di coloro, che 5255 III, XXVII | troppo efficacemente le soverchie allegrezze!~ ~ ~ 5256 III, LXXI | osterie? Ma molte volte per soverchio amore gli omini fanno gran 5257 Intro | son tante parole franzesi, spagnole e provenzali ed alcune forse 5258 IV, LII | divina, il quale, benché si spanda sopra tutte le cose create 5259 IV, LXVII | sopra la umana natura si spande; e cosí non piú la bellezza 5260 II, XCIV | sottoponga a tanti pericoli, sparga tante lacrime, usi tanti 5261 IV, XXIV | gli omini pusillanimi e spargano discordie per tenergli disgiunti 5262 III, LVI | di concordia e d'amore, sparge la maledetta furia infernale 5263 III, XX | torto e gli occhi bassi, spargendo fama di non voler parlare 5264 IV, X | adornandola di frondi ombrose e spargendola di vaghi fiori, per temperar 5265 II, XXXVII | che per tutto 'l mondo si spargono; e a noi pur bisogna conversar 5266 IV, LXXIII | di rose e tutte le stelle sparite, fuor che la dolce governatrice 5267 III, XXX | vestite di nero, co' capelli sparsi e lacerati, piangendo, meste, 5268 III, XXXIII | donne; ed intendere di molte spartane, che hanno avuta cara la 5269 II, LXXXVIII| e fermaronsi per volerci spartire, con opinion che noi facessimo 5270 IV, LXV | una certa maraviglia si spaventa e pur gode e, quasi stupefatta, 5271 IV, V | il suo principe al bene e spaventarlo dal male, sia il vero frutto 5272 IV, XXIV | Come credete voi che si spaventasse e stesse con l'animo sospeso 5273 IV, XI | sagacissimi, i quali tanto spaventavano Prometeo, che non osava 5274 III, XXIII | contra i tiranni, non si spaventò per la morte di dui grandi 5275 II, LXV | qualche ducato falso, per spazzarlo pongon quel solo tra molti 5276 I, X | sforzato con ogni industria di spegnerla, non per odio ch'io porti 5277 I, XIX | si crespano i capegli e spelano le ciglia, ma si strisciano 5278 II, LXV | molti boni ed in tal modo lo spendeno; cosí voi, per onorarmi, 5279 II, LXIV | era molto prodigo nello spendere, essendo ripreso da un usuraio 5280 II, LXXVIII | ed esso, per esser gran spenditor, non trovava modo di rendergli. 5281 II, LXXXVI | sentendo che esso già dormiva, spensero tutti i lumi e velarono 5282 I, XXXVII | eran boni, fosse in tutto spenta. Ma il lor vero maestro 5283 I, XIII | cosa al contrario, come speramo che farete, il gioco sarà 5284 IV, I | delle miserie umane e nostre speranze fallaci ricordevole mi fa; 5285 III, LIX | signori, non solamente non le sperarà, ma pur non le desiderarà; 5286 I, XXXIV | altri tali termini, pur che sperasse esser inteso. Talor vorrei 5287 III, LXVII | secreti, perché pare che sperino e siano vicini a qualche 5288 II, LII | trovaronsi talor per le molte spese esausti di denari; e parlandosi 5289 III, XLII | vedendosi aver in vano tentato e speso il tempo scioccamente, ricorrono 5290 I, XXIV | perché voi diceste, questo spesse volte esser don della natura 5291 IV, LXVI | dulcissimo, né mai da cosí suave spettacolo partir vorria. Per fuggir 5292 IV, LV | malissime, crudeli e di spettose; e par che quasi sempre 5293 II, LIII | mercanzie e quanti argenti, speziarie, panni e drappi v'erano; 5294 III, L | battere, che fa che l'acqua spezza i durissimi marmi, s'induce 5295 II, XCIV | la ròcca di quell'animo, spezzare quei durissimi diamanti, 5296 IV, XV | furioso impeto de' venti, spezzate l'ancore e sarte, si lassa 5297 II, XXXIV | potersi parlare insieme, spinta la donna da troppo passione, 5298 I, XVII | core morto nel corpo, pur spinti dalla vergogna o dalla compagnia, 5299 IV, LXXIII | confini; dalla qual parea che spirasse un'aura soave, che di mordente 5300 III, XLII | in preda a cosí maligno spirto? Ma per respondervi ancor 5301 IV, XXII | e mostrano ai populi la splendida luce della sua giustizia, 5302 II, XXXVII | potentissimi nella guerra e splendidissimi nella pace, sempre hanno 5303 II, XI | fosse gioco; ma in tal caso, spogliandosi il principe la persona di 5304 I, XXXVI | come le stagioni dell'anno spogliano de' fiori e de' frutti la 5305 II, XXIV | che gli dicesse, lo fece spogliar nudo e battere e frustare 5306 II, XXXIII | imaginato, non cosí presto vi spogliarete della bona opinione come 5307 I, XIII | voglio far come colui, che spogliatosi in giuppone saltò meno che 5308 I, XXVII | paggio per le strade con la sponga e la scopetta; perché questa 5309 II, L | gentilomo, senza dir parole sporche o far atti men che onesti, 5310 II, LXVIII | quelli che son osceni e sporchi nel parlare e che in presenzia 5311 II, XXXVI | medesime, si mettono a dir sporchissime e disoneste parole; e quanto 5312 III, XXXIX | intendendo Scipione questa esser sposa d'un signor del paese, non 5313 II, LIII | gran pompa esser uscita a sposar il mare in Bucentoro, sopra 5314 III, XXVI | diede il rimanente allo sposo; il qual tutto lo bevé. 5315 I, XIII | ed essendosi di questa ri sposta alquanto riso, seguitò: - 5316 II, XXXIX | primi pittori del mondo sprezza quell'arte dove è rarissimo 5317 I, III | fortuna non fu superata; anzi, sprezzando con l'animo valoroso le 5318 I, XXXV | né per questo però erano sprezzati; anzi quei che volevan parer 5319 III, XLIV | cose ma la propria vita sprezzava per acquistar nome sopra 5320 II, XXX | come alcuni che par che sprezzino il mondo e vogliano con 5321 I, XXXII | e dice che Ennio ancor sprezzò in alcune cose i suoi antecessori, 5322 I, XIV | bone e le male ed accende e sprona alla virtú cosí col timor 5323 III, XLIV | fama e grandezza che lo spronava coi stimuli della gloria 5324 IV, XVI | animo, quasi che 'l pensiero sproni e scuota la briglia ai spiriti, 5325 IV, XXIII | boni gli altri; come quel squadro che adoprano gli architetti, 5326 III, XX | affumati con le toniche squarciate, gàbbano i semplici; che 5327 IV, XXIX | indrizzargli al bene; poi stabilirli con la intelligenzia, la 5328 III, XXXV | di tutti ancor sta cosí stabilita, che par quasi che aspettino 5329 III, XVI | Problemi, ma alla fermezza e stabilità della donna ed alla instabilità 5330 III, XXXII | rispondendo essi già aver stabilito il patto, dissero che portassero 5331 I, XIX | che le membra siano per staccarsi loro l'uno dall'altro; e 5332 IV, XLVII | benivolenzia gli fece, volse che Stagira sua patria, già disfatta, 5333 II, VIII | si saziano, ma ancora si stancano. Però fu un nobile istrione 5334 I, XLVII | con questo consolansi i stanchi peregrini dei noiosi e lunghi 5335 IV, LXXIII | s'inviarono verso le lor stanzie senza lume di torchi, bastando 5336 | starà 5337 IV, XLVII | da Pelleo suo padre per stargli in compagnia e insegnargli 5338 | starò 5339 II, XCVI | poich'io veggio le donne starsi cosí chete e supportar le 5340 II, LXXXIV | io venuto, che penso di starvi piú che prima non aveva 5341 I, XL | remanente del giorno stia come statua di legno immobile, comparendo 5342 | Stavano 5343 IV, LXXI | pareva astratto e fuor di sé, stavasi cheto e immobile, tenendo 5344 II, LXI | Ieronimo Donato, andando alle Stazioni di Roma la Quadragesima 5345 IV, LXXII | parlare; né mostrar a san Stefano i cieli aperti -. Quivi 5346 II, LXI | gentilomini:~ ~ Quot coelum stellas, tot habet tua Roma puellas;~ ~ 5347 I, XXVIII | pittura una linea sola non stentata, un sol colpo di pennello 5348 IV, LII | affanni, tormenti, dolori, stenti, fatiche; di modo che l' 5349 IV, XLV | mare, perché quella tal sterilità in quel loco è naturale; 5350 IV, LVII | ammoniti e non perdano, come Stesicoro, la vista, che è pena convenientissima 5351 I, V | avvenga che per ordinario non stessino quivi fermamente, pur la 5352 | stettero 5353 II, XLVI | disconvenienza e par che stian male, senza però star male. 5354 IV, LXXIII | giudice messer Pietro Bembo e stiasi alla sua sentenzia, se le 5355 I, XXXVII | conosce ciascun nel suo stilo esser perfettissimo. Il 5356 III, XLI | ho conosciute, fanno piú stima che della vita propria; 5357 Intro | alla legge di coloro, che stimano che non sia licito usar 5358 I, XXX | scrittore, né per questo si dee stimar che quella lingua non sia 5359 I, XXVIII | adunque il nostro cortegiano stimato eccellente ed in ogni cosa 5360 II, XXXII | persona che l'apprezzi o stimi, o rida de' suoi detti piacevoli, 5361 IV, XXV | insegnar la virtú; la quale stimo avervi mostrato che imparar 5362 II, LXXXVI | compagni non faceano altro che stimularlo, dicendo che era obligato 5363 III, LIII | Signor Magnifico, per stimularvi a dir qualche altra cosa, 5364 IV, LXXI | quell'amor divino che lo stimulasse, e tutti desideravano d' 5365 IV, LX | Bembo e quei signori pur lo stimulavano a dir piú oltre di questo 5366 I, XXVI | con que' saltetti e gambe stirate in punta di piede, senza 5367 I, XXVII | si sforza d'andare cosí stirato in su la sella e, come noi 5368 IV, XXII | possa esser un re di nobil stirpe, inclinato alle virtú dal 5369 II, VII | le virtú, come dicono i Stoici esser officio di chi è savio; 5370 II, XXXVI | può mangiare e bere piú stomacose e fetide cose; e trovanle 5371 III, LVI | vecchi, infermi, schifi e stomacosi, che le fan vivere in continua 5372 IV, XVI | talora mangiano qualche cibo stomacoso e schifo, ma cosí ben acconcio, 5373 IV, VII | e dentro erano pieni di stoppa e di strazzi. Ma i príncipi 5374 II, II | sentito l'affanno della stracchezza? chi gusta il mangiare, 5375 II, L | presenzia d'ognuno, come Strascino; e tai cose, che in essi 5376 III, XLIV | sicché questo piú tosto un stratogema militare dir si poria, che 5377 III, XXVII | prigioniero; e battendolo e straziandolo ogni giorno, lo condusse 5378 III, XXII | facessino mangiar ai cani e lo straziassero con que' modi piú crudeli 5379 III, XXIII | di tanta constanzia che, straziata con tutti i piú asperi tormenti 5380 IV, VII | erano pieni di stoppa e di strazzi. Ma i príncipi di questa 5381 I, XXII | convenienzia e tengono assai d'una strenuità virile; e tra questi parmi 5382 II, XXIX | amicizie, perché di dui stretti amici chi conosce l'uno, 5383 IV, XX | per il piú li sudditi in strettissima servitú. Ma nelle republiche 5384 II, LXXXVIII| presero Cesare e tenevanlo strettissimo; ed esso, sempre dicendomi 5385 II, LXXVII | Duca”; e facea i maggior stridi del mondo. Allora maestro 5386 II, LXXXVIII| nel fiume, e per questo lo stringevan piú; di modo che una gran 5387 II, LXXXVIII| mani e costoro tanto piú lo stringevano; di sorte che la brigata 5388 II, XXVII | colori, o vero con tante stringhette e fettuzze annodate e fregi 5389 II, LVI | sottilissimi, di sorte che lo strinse molto; in ultimo gli diede 5390 I, XIX | spelano le ciglia, ma si strisciano con tutti que' modi che 5391 III, XLV | sepulto nel vino; né mai, per stropicciar che gli facesse quella femina, 5392 IV, XI | ciechi, zoppi, torti ed altri stroppiati o brutti; ché, benché questi 5393 II, LXV | risposto a messer Palla de' Strozzi, il quale, essendo forauscito 5394 II, LXVII | della vostra perdita e si strugge aspettando pur che vinciate, 5395 III, LII | causa, se alle donne no? Chi studia di danzare e ballar leggiadramente 5396 II, XIV | se non son giovani, si studiano d'apparere; e però si tingono 5397 II, LXVIII | arguto nel biastemmare e studiare di trovare in ciò novi modi; 5398 IV, XII | sarebbe come se i medici studiassero con ogni diligenzia d'avere 5399 I, LIV | quanto piú gli era possibile studiava il passo, per giungere a 5400 II, LXIII | Beroaldo e bei giovani, e studiavano in Bologna. Di questa sorte 5401 IV, LXV | spaventa e pur gode e, quasi stupefatta, insieme col piacere sente 5402 II, XXVIII | troppo intento con gli occhi stupidi a foggia d'insensato, o 5403 IV, LXXI | occhi verso il cielo, come stupido; quando la signora Emilia, 5404 Intro | affabile, discreto, pieno di suavissimi costumi ed atto ad ogni 5405 IV, XX | quantità d'acqua, meno è subietta alla corruzione che la piccola. 5406 | sùbito 5407 II, XXVI | trasformati, dever venire a subiugarci; il che è stato troppo piú 5408 IV, XXVII | a tanto che non s'avesse subiugato tutto 'l mondo; e poco ragionevole, 5409 II, XLIV | domani, che voler con inganni subterfugger la fatica -. Cominciava 5410 IV, XVIII | suo. La magnanimità ancora succede a queste e tutte le fa maggiori; 5411 IV, LXVII | piú sublime: il che gli succederà, se tra sé anderà considerando 5412 II, XXIV | stato imposto, poter fare succedere la cosa piú prosperamente 5413 I, III | grande, sempre male gli succedesse: e di ciò fanno testimonio 5414 I, I | nostro, narrar la causa dei successi ragionamenti.~ ~ ~ 5415 IV, LXX | produrre e ciò che nasce alla succession della vita. Tu le cose separate 5416 I, XXXII | riverenzia della religione. Cosí successivamente gli oratori e i poeti andarono 5417 Intro | Maria della Rovere, erede e successor di quello nel stato; e come 5418 I, XXXVII | solamente dai precessori e successori suoi, ma tra sé son stati 5419 I, XXXIII | ch'estimi debbano senza 'l suco delle belle sentenzie esser 5420 IV, XIII | spesso tanto adombrano e suffocan gli animi nostri, che fiorir 5421 IV, LIII | che dona amor ai suoi veri suggetti; né in amor sentono piaceri 5422 I, XXI | fratelli carnali; - poi suggionse: - Adopransi ancor l'arme 5423 III, XV | in tal modo con lui?” e suggiungendo la causa afferma, questo 5424 | sull' 5425 | sum 5426 IV, I | e vani disegni, talor li summerga prima che pur veder da lontano 5427 III, LXX | mettergli il piede in sul capo e summergerlo tosto. Però sono alcuni 5428 IV, LIII | perché ritrovandosi essa summersa nella pregion terrena e, 5429 IV, LXVIII | rispetto di quelli che son summersi nella miseria dell'amor 5430 IV, LXVII | quei principi che le son sumministrati dai sensi, non è in tutto 5431 IV, XLI | principe ponga mèta ai troppo suntuosi edifici dei privati, ai 5432 I, XXX | legge è tanta, che non possa superar quelle difficultà, non è 5433 IV, LXXII | in questo le donne punto superate dagli omini, perché Socrate 5434 III, XXXV | magnanimità, sapere e d'ogni virtú superati.~ ~ ~ 5435 I, XLVII | puerizia; non tanto per quella superficial melodia che si sente, ma 5436 I, LIII | nascono dalla bellezza che superficialmente vedemo nei corpi, senza 5437 III, LI | notissime, però sono state superflue. Chi non sa che senza le 5438 IV, XLI | religiosi; di temperar tutte le superfluità; perché spesso per gli errori 5439 II, XXXVIII | ammirabile e di gran lunga superior a tutti, mostrar però di 5440 II, LXI | mihi; ecce alia quinque superlucratus sum. Allora il vescovo non 5441 IV, LXX | temperamento inclini le virtú superne al governo delle inferiori 5442 IV, XXXII | veramente religioso, non superstizioso, né dato alle vanità d'incanti 5443 III, LXXI | sentiva di tal partita, le supplicò ch'ella tenesse continua 5444 I, XL | mancata, esse si sforzano di supplir con l'artificio. Quindi 5445 IV, XLII | aver tanta potenzia, forse suppliranno con la virtú; e quello che 5446 III, XXXVI | esser regina e di tal modo supporta i calamitosi incommodi della 5447 II, XXX | lor diffetti naturali e supportabili, senza rompersi con essi 5448 II, XXX | cosí assenti come presenti, supportando i lor diffetti naturali 5449 IV, LIV | e per le avversità che supportano in ultimo riconoscon l'error 5450 II, XCVI | donne starsi cosí chete e supportar le ingiurie da voi cosí 5451 I, LV | LV.~ ~- Non supportarò io, - respose il Magnifico 5452 Intro | esso constantissimamente supportò, ben furono bastanti a far 5453 I, XLIV | molta laude, sia cauto in supprimergli per non far ridere altrui 5454 IV, XIII | dottrina e boni ricordi susciti e risvegli in noi quelle 5455 III, LXXIV | ambigue e sdegni simulati lo suspendeno e gli trafiggono il core, 5456 II, LXXXII | considerazione dubbiosa e suspesa. Come già il re Alfonso 5457 I, XXVIII | le orecchie nostre stanno suspese e piú avidamente attendono 5458 II, LXXXVII | canto che stava un poco suspeso, giudicai aver trovata la 5459 II, LXV | de' ducati, ragion sarebbe suspettar che voi foste falso, essendo, 5460 III, LXXIV | intepidito, e fingendo novi suspetti di non essere amate accennano 5461 III, LXXIV | si ritorna ai pianti, ai suspiri, allo star di mala voglia; 5462 III, LXVI | d'amor si conosce in un suspiro, in un rispetto, in un timore, 5463 II, LXXVII | in sé una certa nascosa suspizion di ridere, come, lamentandosi 5464 II, XXXVIII | poeti che accennavan cose suttilissime di filosofia o d'altre scienzie, 5465 II, XVI | che in quelle tali cose si svampino e, come ben dice il nostro 5466 III, XXVII | intervenne che una solerte pietà svegliò tanto l'ingegno e l'ardir 5467 IV, XVIII | temperanzia levi totalmente e svella degli animi umani gli affetti, 5468 II, LXII | lingua spagnola vol dire "taccio"? e tu sei un cianciatore; 5469 II, XXII | e se ella di se stessa tace, l'opere laudevoli parlano 5470 III, XII | oltre; ma vedendo che già tacea, disse: - Della imperfezion 5471 I, XXIII | a messer Bernardo solo, tacerommi -. E già si taceva; quando 5472 I, XXIII | ragionamento; ma, se io tacessi, non satisfarei alla libertà 5473 I, XXIII | solo, tacerommi -. E già si taceva; quando la signora Emilia 5474 IV, LX | onorato e santo nome -. Tacevasi messer Pietro Bembo e quei 5475 I, XLVI | questa credo io che fosse una tacita laude di se stesso ed un 5476 I, X | i quali pallidi, mesti e taciturni, par che sempre abbiano 5477 II, LVI | sopra un guancialetto di taffetà, e prestamente levatoglielo, 5478 IV, XLVI | saper che la cote che non taglia punto, pur fa acuto il ferro; 5479 I, XXI | arme, pigliano arme che non tagliano né pungono e s'armano come 5480 II, LXX | pagasse la sua fune che tagliata gli avea. Di questa sorte 5481 II, LXX | impiccato, e prestamente tagliò la fune e cosí liberollo 5482 II, LXI | Evangelio: Domine, quinque talenta tradidisti mihi; ecce alia 5483 III, VIII | saria veder una donna sonare tamburri, piffari o trombe, o altri 5484 | tamen 5485 III, V | sempre odiosi. Non deve tampoco, per mostrar d'esser libera 5486 Intro | altri era tenuto. Per non tardare adunque a pagar quello, 5487 I, XXXVII | della quale or son gravi e tarde, or velocissime e di novi 5488 III, XXII | Gaia Cecilia, moglie di Tarquino Prisco; quella di Cornelia, 5489 II, LXXI | messer Nicolò Leonico per tassar un tiranno ch'avea falsamente 5490 II, LXXVI | i quali, per farlo dire, tassavano in presenzia sua una tavola 5491 II, XIII | tutti gli instrumenti da tasti, perché hanno le consonanzie 5492 IV, LXII | eccita negli animi nostri col tatto, ma con quel senso del quale 5493 IV, XXVII | nei conviti solenni alla tazza che si portava intorno alli 5494 II, XLV | della moltitudine, far magni teatri ed altri publici edifizi; 5495 IV, XXIV | andava nella piazza o nel teatro, o a qualche convito o altro 5496 III, XXXIII | essendo lo esercito de' Tedeschi superato da Mario, le lor 5497 IV, XXXIV | veramente per vergogna che temano; e questi movimenti negli 5498 IV, XXIV | comandano, e li tiranni temeno quelli medesimi a' quali 5499 I, XLVII | ed indurgli in tal modo a temer la morte. - Non dite, - 5500 IV, XXXIII | spesso divengon superbi e temerari; i poveri, vili e fraudolenti; 5501 Intro | della consuetudine dir si po temeraria presunzione, cosí il voler 5502 II, XX | mettano talor quelli che temerariamente inanzi ad un signore entrano 5503 I, I | dubbio di non esser tenuto temerario da tutti quelli che conoscono 5504 I, XXXIV | ode o legge. Né vorrei che temesse di formarne ancor di nove 5505 III, XXXI | molti errori degli omini; ma temo che questo mio ragionamento 5506 III, LIX | facendo ciò che si voglia, tempera sempre talmente tutti i 5507 I, IV | alla qualità e forma di lei temperasse; onde ciascuno questo stile 5508 IV, XXII | giustissimo, continentissimo, temperatissimo, fortissimo e sapientissimo, 5509 IV, XLV | in terren fertile, con la temperie dell'aria e piogge convenienti 5510 I, XLVII | le piogge, i venti e le tempeste ai miseri marinari; con 5511 IV, LXIX | nelle turbide procelle del tempestoso mar di questa vita.~ ~ ~ 5512 I, XXV | farle, né come le martelli o tempri, cosí io forse vi saprò