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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText CT - Lettura del testo |
XVII.
Ma in somma non bastaranno ancor tutte queste condizioni del nostro cortegiano per acquistar quella universal grazia de' signori, cavalieri e donne, se non arà insieme una gentil ed amabile manera nel conversare cottidiano; e di questo credo veramente che sia difficile dar regola alcuna per le infinite e varie cose che occorrono nel conversare, essendo che tra tutti gli omini del mondo non si trovano dui, che siano d'animo totalmente simili. Però chi ha da accommodarsi nel conversare con tanti, bisogna che si guidi col suo giudicio proprio e, conoscendo le differenzie dell'uno e dell'altro, ogni dí muti stile e modo, secondo la natura di quelli con chi a conversar si mette. Né io per me altre regole circa ciò dare gli saprei eccetto le già date, le quali sin da fanciullo, confessandosi, imparò il nostro signor Morello -. Rise quivi la signora Emilia e disse: - Voi fuggite troppo la fatica, messer Federico: ma non vi verrà fatto, ché pur avete da dire fin che l'ora sia d'andare a letto. - E s'io, Signora, non avessi che dire? - rispose messer Federico. Disse la signora Emilia: - Qui si vederà il vostro ingegno; e se è vero quello ch'io già ho inteso, essersi trovato omo tanto ingenioso ed eloquente, che non gli sia mancato subietto per comporre un libro in laude d'una mosca, altri in laude della febre quartana, un altro in laude del calvizio, non dà il core a voi ancor di saper trovar che dire per una sera sopra la cortegiania? - Ormai, - rispose messer Federico, - tanto ne avemo ragionato, che ne sariano fatti doi libri; ma poiché non mi vale escusazione, dirò pur fin che a voi paia ch'io abbia satisfatto, se non all'obligo, almeno al poter mio.