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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText CT - Lettura del testo |
XXI.
- Prima che piú avanti passate, - disse quivi Vincenzio Calmeta, - s'io ho ben inteso, parmi che dianzi abbiate detto che la miglior via per conseguir favori sia il meritargli; e che piú presto dee il cortegiano aspettar che gli siano offerti, che prosuntuosamente ricercargli. Io dubito assai che questa regula sia poco al proposito e parmi che la esperienzia ci faccia molto ben chiari del contrario; perché oggidí pochissimi sono favoriti da' signori, eccetto i prosuntuosi; e so che voi potete esser bon testimonio d'alcuni, che, ritrovandosi in poca grazia dei lor príncipi, solamente con la prosunzione si son loro fatti grati; ma quelli che per modestia siano ascesi, io per me non cognosco ed a voi ancor do spacio di pensarvi, e credo che pochi ne trovarete. E se considerate la corte di Francia, la qual oggidí è una delle piú nobili de Cristianità, trovarete che tutti quelli che in essa hanno grazia universale tengon del prosuntuoso; e non solamente l'uno con l'altro, ma col re medesimo. - Questo non dite già, - rispose messer Federico; - anzi in Francia sono modestissimi e cortesi gentilomini; vero è che usano una certa libertà e domestichezza senza cerimonia, la qual ad essi è propria e naturale; e però non si dee chiamar prosunzione, perché in quella sua cosí fatta maniera, benché ridano e piglino piacere dei prosuntuosi, pur apprezzano molto quelli che loro paiono aver in sé valore e modestia -. Rispose il Calmeta: - Guardate i Spagnoli, i quali par che siano maestri della cortegiania e considerate quanti ne trovate, che con donne e con signori non siano prosuntuosissimi; e tanto piú de' Franzesi, quanto che nel primo aspetto mostrano grandissima modestia: e veramente in ciò sono discreti perché, come ho detto, i signori de' nostri tempi tutti favoriscono que' soli che hanno tai costumi -.