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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

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XXV.

 

Ma lasciamo da canto omai questa pratica de' signori e vengasi alla conversazione coi pari o poco diseguali; ché ancor a questa bisogna attendere per esser universalmente piú frequentata e trovarsi l'omo piú spesso in questa, che in quella de' signori. Benché son alcuni sciocchi, che se fossero in compagnia del maggior amico che abbiano al mondo, incontrandosi con un meglio vestito, súbito a quel si attaccano; se poi gli ne occorre un altro meglio, fanno pur il medesimo. E quando poi il principe passa per le piazze, chiese, o altri lochi publici, a forza di cubiti si fanno far strada a tutti, tanto che se gli metteno al costato; e se ben non hanno che dirgli, pur lor voglion parlare e tengono lunga la diceria, e rideno, e batteno le mani e 'l capo, per mostrar ben aver facende di importanzia, acciò che 'l populo gli vegga in favore. Ma poiché questi tali non si degnano di parlare se non coi signori, io non voglio che noi degnimo parlar d'essi -.

 

 




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