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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText CT - Lettura del testo |
XLI.
È adunque securissima cosa nel modo del vivere e nel conversare governarsi sempre con una certa onesta mediocrità, che nel vero è grandissimo e fermissimo scudo contra la invidia, la qual si dee fuggir quanto piú si po. Voglio ancor che 'l nostro cortegiano si guardi di non acquistar nome di bugiardo, né di vano; il che talor interviene a quegli ancora che nol meritano; però ne' suoi ragionamenti sia sempre avvertito di non uscir della verisimilitudine e di non dir ancor troppo spesso quelle verità che hanno faccia di menzogna, come molti che non parlan mai se non di miracoli e voglion esser di tanta autorità, che ogni incredibil cosa a loro sia creduta. Altri nel principio d'una amicizia, per acquistar grazia col novo amico, il primo dí che gli parlano giurano non aver persona al mondo che piú amino che lui, e che vorrebben voluntier morir per fargli servizio e tai cose for di ragione; e quando da lui si partono, fanno le viste di piangere e di non poter dir parola per dolore; cosí, per volere esser tenuti troppo amorevoli, si fanno estimar bugiardi e sciocchi adulatori. Ma troppo lungo e faticoso saria voler discorrer tutti i vicii che possono occorrere nel modo del conversare; però per quello ch'io desidero nel cortegiano basti dire, oltre alle cose già dette, che 'l sia tale, che mai non gli manchin ragionamenti boni e commodati a quelli co' quali parla, e sappia con una certa dolcezza recrear gli animi degli auditori e con motti piacevoli e facezie discretamente indurgli a festa e riso, di sorte che, senza venir mai a fastidio o pur a saziare, continuamente diletti.