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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText CT - Lettura del testo |
XLV.
Cessato il riso, disse la signora Emilia: - Lasciate voi adesso il farci ridere con l'operar le facezie ed a noi insegnate come l'abbiamo ad usare e donde si cavino, e tutto quello che sopra questa materia voi conoscete. E per non perder piú tempo cominciate omai. - Dubito, - disse messer Bernardo, - che l'ora sia tarda; ed acciò che 'l mio parlar di facezie non sia infaceto e fastidioso, forse bon sarà differirlo insino a dimani -. Quivi súbito risposero molti non essere ancor, né a gran pezza, l'ora consueta di dar fine al ragionare. Allora rivoltandosi messer Bernardo alla signora Duchessa ed alla signora Emilia, - Io non voglio fuggir, - disse, - questa fatica; bench'io, come soglio maravigliarmi dell'audacia di color che osano cantar alla viola in presenzia del nostro Iacomo Sansecondo, cosí non devrei in presenzia d'auditori che molto meglio intendon quello che io ho a dire che io stesso, ragionar delle facezie. Pur, per non dar causa ad alcuno di questi signori di ricusar cosa che imposta loro sia, dirò quanto piú brevemente mi sarà possibile ciò che mi occorre circa le cose che movono il riso; il qual tanto a noi è proprio, che per descriver l'omo si suol dire che egli è un animal risibile; perché questo riso solamente negli omini si vede ed è quasi sempre testimonio d'una certa ilarità che dentro si sente nell'animo, il qual da natura è tirato al piacere ed appetisce il riposo e 'l recrearsi; onde veggiamo molte cose dagli omini ritrovate per questo effetto, come le feste e tante varie sorti di spettaculi. E perché noi amiamo que' che son causa di tal nostra recreazione, usavano i re antichi, i Romani, gli Ateniesi e molt'altri, per acquistar la benivolenzia dei populi e pascer gli occhi e gli animi della moltitudine, far magni teatri ed altri publici edifizi; ed ivi mostrar novi giochi, corsi di cavalli e di carrette, combattimenti, strani animali, comedie, tragedie e moresche; né da tal vista erano alieni i severi filosofi, che spesso e coi spettaculi di tal sorte e conviti rilassavano gli animi affaticati in quegli alti lor discorsi e divini pensieri; la qual cosa volentier fanno ancor tutte le qualità d'omini; ché non solamente i lavoratori de' campi, i marinari e tutti quelli che hanno duri ed asperi esercizi alle mani, ma i santi religiosi, i prigionieri che d'ora in ora aspettano la morte, pur vanno cercando qualche rimedio e medicina per recrearsi. Tutto quello adunque che move il riso esilara l'animo e dà piacere, né lascia che in quel punto l'omo si ricordi delle noiose molestie, delle quali la vita nostra è piena. Però a tutti, come vedete, il riso è gratissimo, ed è molto da laudare chi lo move a tempo e di bon modo. Ma che cosa sia questo riso, e dove stia, ed in che modo talor occupi le vene, gli occhi, la bocca e i fianchi, che par che ci voglia far scoppiare, tanto che, per forza che vi mettiamo, non è possibile tenerlo, lasciarò disputare a Democrito; il quale, se forse ancora lo promettesse, non lo saprebbe dire.