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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

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LXII.

 

È medesimamente bello interpretare i nomi e finger qualche cosa, perché colui di chi si parla si chiami cosí, o vero perché una qualche cosa si faccia; come pochi sono domandando il Proto da Luca, il qual, come sapete, è molto piacevole, il vescovato di Caglio, il Papa gli rispose: “Non sai tu che "caglio" in lingua spagnola vol dire "taccio"? e tu sei un cianciatore; però non si converria ad un vescovo non poter mai nominare il suo titulo senza dir bugia; or "caglia" adunque”. Quivi diede il Proto una risposta, la quale, ancor che non fosse di questa sorte, non fu però men bella della proposta; ché avendo replicato la domanda sua piú volte e vedendo che non giovava, in ultimo disse: “Padre Santo, se la Santità vostra mi questo vescovato, non sarà senza sua utilità, perch'io le lassarò dui officii”. “E che offici hai tu da lassare?”, disse il Papa. Rispose il Proto: “Io lasserò l'officio grande e quello della Madonna”. Allora non poté il Papa, ancor che fosse severissimo, tenersi di ridere. Un altro ancor a Padoa disse che Calfurnio si dimandava cosí, perché solea scaldare i forni. E domandando io un giorno a Fedra perché era, che facendo la Chiesa il Vener santo orazioni non solamente per i cristiani, ma ancor per i pagani e per i giudei, non si facea menzione dei cardinali, come dei vescovi e d'altri prelati, risposemi che i cardinali s'intendevano in quella orazione che dice: Oremus pro haereticis et scismaticis. E 'l conte Ludovico nostro disse che io riprendeva una signora che usava un certo liscio che molto lucea, perché in quel volto, quando era acconcio, cosí vedeva me stesso come nello specchio; e però, per esser brutto, non arei voluto vedermi. Di questo modo fu quello di messer Camillo Palleotto a messer Antonio Porcaro, il qual parlando d'un suo compagno, che confessandosi diceva al sacerdote che digiunava volentieri ed andava alle messe ed agli offici divini e facea tutti i beni del mondo, disse: “Costui in loco d'accusarsi si lauda”; a cui rispose messer Camillo: “Anzi si confessa di queste cose, perché pensa che il farle sia gran peccato”. Non vi ricorda come ben disse l'altro giorno il signor Prefetto quando Giovantomaso Galeotto si maravigliava d'un che domandava ducento ducati d'un cavallo? perché, dicendo Giovantomaso che non valeva un quattrino e che, tra gli altri diffetti, fuggiva dall'arme tanto, che non era possibile farglielo accostare, disse il signor Prefetto, volendo riprendere colui di viltà: “Se 'l cavallo ha questa parte di fuggir dall'arme, maravegliomi che egli non ne domandi mille ducati”.

 

 




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