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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText CT - Lettura del testo |
LXIV.
Ma i modi del parlare e le figure che hanno grazia nei ragionamenti gravi e severi, quasi sempre ancor stanno ben nelle facezie e giochi. Vedete che le parole contraposte dànno ornamento assai, quando una clausola contraria s'oppone all'altra. Il medesimo modo spesso è facetissimo. Come un Genoese, il quale era molto prodigo nello spendere, essendo ripreso da un usuraio avarissimo che gli disse: “E quando cessarai tu mai di gittar via le tue facultà?”, “Allor”, rispose, “che tu di robar quelle d'altri”. E perché, come già avemo detto, dai lochi donde si cavano facezie che mordono, dai medesimi spesso si possono cavar detti gravi che laudino, per l'uno e l'altro effetto è molto grazioso e gentil modo quando l'omo consente o conferma quello che dice colui che parla, ma lo interpreta altramente di quello che esso intende. Come a questi giorni, dicendo un prete di villa la messa ai suoi populani, dopo l'aver publicato le feste di quella settimana, cominciò in nome del populo la confession generale; e dicendo: “Io ho peccato in mal fare, in mal dire, in mal pensare”, e quel che séguita, facendo menzion de tutti i peccati mortali un compare, e molto domestico del prete, per burlarlo disse ai circunstanti: “Siate testimonii tutti di quello che per sua bocca confessa aver fatto perch'io intendo notificarlo al vescovo”. Questo medesimo modo usò Sallaza dalla Pedrada per onorar una signora, con la quale parlando, poi che l'ebbe laudata, oltre le virtuose condizioni, ancor di bellezza, ed essa rispostogli che non meritava tal laude, per esser già vecchia, le disse: “Signora, quello che di vecchio avete, non è altro che lo assimigliarvi agli angeli, che furono le prime e piú antiche creature che mai formasse Dio”.