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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText CT - Lettura del testo |
E quivi essendosi riso alquanto, suggiunse messer Bernardo: - È ancora da fuggire che 'l motteggiar non sia impio; ché la cosa passa poi al voler esser arguto nel biastemmare e studiare di trovare in ciò novi modi; onde di quello che l'omo merita non solamente biasimo, ma grave castigo, par che ne cerchi gloria; il che è cosa abominevole; e però questi tali, che voglion mostrar di esser faceti con poca reverenzia di Dio, meritano esser cacciati dal consorzio d'ogni gentilomo. Né meno quelli che son osceni e sporchi nel parlare e che in presenzia di donne non hanno rispetto alcuno, e pare che non piglino altro piacer che di farle arrossire di vergogna, e sopra di questo vanno cercando motti ed arguzie. Come quest'anno in Ferrara ad un convito in presenzia di molte gentildonne ritrovandosi un Fiorentino ed un Sanese, i quali per lo piú, come sapete, sono nemici, disse il Sanese per mordere il Fiorentino: “Noi abbiam maritato Siena allo Imperatore ed avemogli dato Fiorenza in dota”; e questo disse, perché di que' dí s'era ragionato ch'e Sanesi avean dato una certa quantità di denari allo Imperatore ed esso aveva tolto la lor protezione. Rispose súbito il Fiorentino: “Siena sarà la prima cavalcata (alla franzese, ma disse il vocabulo italiano); poi la dote si litigherà a bell'aggio”. Vedete che il motto fu ingenioso ma, per esser in presenzia di donne, diventò osceno e non conveniente -.