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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

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XCV.

 

Allor il signor Gaspar, - Io non nego, - rispose, - che la intenzione, le fatiche e i periculi degli innamorati non debbano aver principalmente il fin suo indrizzato alla vittoria dell'animo piú che del corpo della donna amata; ma dico che questi inganni, che voi negli omini chiamate tradimenti e nelle donne burle, son ottimi mezzi per giungere a questo fine, perché sempre chi possede il corpo delle donne è ancora signor dell'animo; e se ben vi ricorda, la moglie di Filippello, dopo tanto ramarico per lo inganno fattoli da Riciardo, conoscendo quanto piú saporiti fossero i basci dell'amante che que' del marito, voltata la sua durezza in dolce amore verso Riciardo, tenerissimamente da quel giorno innanzi l'amò. Eccovi che quello che non avea potuto far il sollicito frequentare, i doni e tant'altri segni cosí lungamente dimostrati, in poco d'ora fece lo star con lei. Or vedete che pur questa burla, o tradimento, come vogliate dire, fu bona via per acquistar la ròcca di quell'animo -. Allora messer Bernardo, - Voi, - disse, - fate un presuposto falsissimo, ché se le donne dessero sempre l'animo a chi lor tiene il corpo, non se ne trovaria alcuna che non amasse il marito piú che altra persona del mondo; il che si vede in contrario. Ma Giovan Boccaccio era, come sète ancor voi, a gran torto nemico delle donne -.

 

 




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