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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText CT - Lettura del testo |
II.
Essendosi adunque ridutta il seguente giorno all'ora consueta la compagnia al solito loco e postasi con silenzio a sedere, rivolse ognun gli occhi a messer Federico ed al Magnifico Iuliano, aspettando qual di lor desse principio a ragionare. Onde la signora Duchessa, essendo stata alquanto cheta, - Signor Magnifico, - disse, - ognun desidera veder questa vostra donna ben ornata; e se non ce la mostrate di tal modo che le sue bellezze tutte si veggano, estimaremo che ne siate geloso -. Rispose il Magnifico: - Signora, se io la tenessi per bella, la mostrarei senza altri ornamenti e di quel modo che volse veder Paris le tre dee; ma se queste donne, che pur lo san fare, non m'aiutano ad acconciarla, io dubito che non solamente il signor Gasparo e 'l Frigio, ma tutti quest'altri signori aranno giusta causa di dirne male. Però, mentre che ella sta pur in qualche opinion di bellezza, forse sarà meglio tenerla occulta e veder quello che avanza a messer Federico a dir del cortegiano, che senza dubbio è molto piú bello che non po esser la mia donna. - Quello ch'io mi avea posto in animo, - rispose messer Federico, - non è tanto appertenente al cortegiano, che non si possa lassar senza danno alcuno; anzi è quasi diversa materia da quella che sin qui s'è ragionata. - E che cosa è egli adunque? - disse la signora Duchessa. Rispose messer Federico: - io m'era deliberato, per quanto poteva, dichiarir le cause de queste compagnie ed ordini de cavalieri fatti da gran príncipi sotto diverse insegne, com'è quel di San Michele nella casa di Francia; quel del Gartier, che è sotto il nome di San Georgio, nella casa d'Inghilterra; il Toison d'oro in quella di Borgogna; ed in che modo si diano queste dignità e come se ne privino quelli che lo meritano; onde siano nate, chi ne sian stati gli autori ed a che fine l'abbiano instituite; perché pur nelle gran corti son questi cavalieri sempre onorati. Pensavo ancor, se 'l tempo mi fosse bastato, oltre alla diversità de' costumi che s'usano nelle corti de' príncipi cristiani nel servirgli, nel festeggiare e farsi vedere nei spettaculi publici, parlar medesimamente qualche cosa di quella del Gran Turco, ma molto piú particularmente di quella del Sofi re di Persia; ché, avendo io inteso da mercatanti che lungamente son stati in quel paese, gli omini nobili di là esser molto valorosi e di gentil costumi ed usar nel conversar l'un con l'altro, nel servir donne, ed in tutte le sue azioni molta cortesia e molta discrezione e, quando occorre, nell'arme, nei giochi e nelle feste molta grandezza, molta liberalità e leggiadria, sonomi dilettato di saper quali siano in queste cose i modi di che essi piú s'apprezzano, in che consisteno le lor pompe ed attillature d'abiti e d'arme; in che siano da noi diversi ed in che conformi; che manera d'intertenimenti usino le lor donne, e con quanta modestia favoriscano chi le serve per amore. Ma invero non è ora conveniente entrar in questo ragionamento, essendovi massimamente altro che dire, e molto piú al nostro proposito che questo -.